IL BLOG DI SIMEU

 

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Francesco Rocco Pugliese nuovo presidente nazionale Simeu 2018/2019

lunedì, dicembre 18th, 2017

Francesco Rocco Pugliese, presidente nazionale Simeu

Roma, 18 dicembre 2017 – La Società italiana della medicina di emergenza-urgenza ha eletto il nuovo presidente nazionale per il biennio 2018/2019. Si tratta di Francesco Rocco Pugliese, direttore del Dipartimento di emergenza urgenza Roma 2 (ex Roma B) e direttore dell’Unità operativa complessa di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza Ospedale “Sandro Pertini” di Roma.

Insieme al presidente sono stati eletti il vicepresidente, Andrea Fabbri (Forlì); il segretario, Giuseppina Fera (Genova); il tesoriere, Paolo Groff (Perugia).

Ufficio di presidenza Simeu. Da sinistra Andrea Fabbri, vicepresidente; Francesco Pugliese, presidente; Giuseppina Fera, segretario; Paolo Groff, tesoriere.

 

Le elezioni si sono tenute sabato 16 dicembre, giorno della prima riunione del nuovo Consiglio direttivo nazionale, i cui membri sono stati eletti dai soci della società scientifica lo scorso novembre.

Francesco Pugliese succede a Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeu per il biennio 2016/2017.

La composizione delnuovo Consiglio direttivo nazionale è disponibile sul sito www.simeu.it.

Coordinatore Area Nursing per il nuovo biennio è Antonella Cocorocchio, Roma.

Rappresentante Area Giovani Medici, Maria Teresa Spina, Como.

Durante la seduta di sabato è stato anche confermato come responsabile dell’area formazione, Fabio De Iaco, Torino.

 

Simeu sui media sulla proposta di riforma dell’assistenza territoriale H16

lunedì, maggio 16th, 2016

@SilviaAlparone

 

Continua la ferma presa di posizione sugli organi di stampa da parte di Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeu, a proposito della riforma proposta con il nuovo Atto di indirizzo per la riforma dell’assistenza territoriale. Dopo gli interventi di aprile su Ansa e Doctor33, giovedì 12 maggio è andato in onda sulla rubrica quotidiana Fuori Tg del Tg3 Rai un ampio servizio a più voci che include un’intervista a Maria Pia Ruggieri (dal minuto 00.08.50 circa).

La posizione di Simeu è anche ben rappresentata da quanto diffuso da Adelina Ricciardelli, presidente di Fimeuc, la Federazione italiana della medicina di emergenza urgenza e delle catastrofi, di cui Simeu fa parte e che, per natura, è la realtà più indicata per dar voce a istanze relative a dinamiche strettamente professionali, come quella in discussione con il Progetto H16.

Qui di seguito il comunicato Fimeuc, steso in collaborazione anche con Simeu.

Presa visione dell’Atto di indirizzo per la Medicina Convenzionata e sua successiva revisione in Conferenza Stato Regioni “Progetto h16”, la Fimeuc esprime notevoli perplessità e preoccupazioni rispetto a quello che si configura come una riduzione dell’offerta assistenziale rivolta ai cittadini nelle ore notturne, nei giorni prefestivi e festivi. Il “Progetto h16” prevede la scomparsa del medico di continuità assistenziale (ex guardia medica): il cittadino sarà così obbligato a rivolgersi sistema di emergenza territoriale (118) ed ai pronto soccorso.

Chiedere ai cittadini di rivolgersi al 118 ed ai pronto soccorso, già notoriamente in affanno nel garantire quanto oggi richiesto, per situazioni prima gestite dalla “guardia medica”, non potrà che cagionare loro ulteriori disagi.

Fimeuc, pur consapevole della necessità di riorganizzazione del sistema di risposta della medicina territoriale, chiede che in caso venga realizzato tale progetto, si dovrà prevedere un potenziamento del sistema di emergenza territoriale e dei Pronto Soccorso proporzionale alle esigenze che emergeranno, anche grazie all’auspicata collaborazione tra Fimeuc ed istituzioni in merito alla corretta ed obiettiva rilevazione di tutti i dati necessari a comprendere il fenomeno.

 

Trattamento farmacologico da parte degli infermieri nell’emergenza territoriale

lunedì, febbraio 29th, 2016

La Società Italiana di Medicina di Emergenza ed Urgenza (Simeu), Italian Resuscitation Council (Irc), l’Associazione nazionale infermieri di area critica (Aniarti) e l’Accademia medica e infermieristica di emergenza e terapia intensiva pediatrica (Amietip), esprimono forte preoccupazione per la posizione dell’Ordine dei Medici di Bologna, che ha preannunciato sanzioni disciplinari molto severe nei confronti di alcuni medici coinvolti a vario titolo del coordinamento dell’emergenza territoriale, “colpevoli” di aver predisposto protocolli e istruzioni operative per l’attività degli infermieri.

La Simeu e l’Irc avevano già elaborato e diffuso lo scorso novembre un Policy-statement-comune-sul-”Trattamento-farmacologico-da-parte-dellinfermiere-nellemergenza-territoriale” nell’ottica della massima efficacia del servizio al paziente e nel rispetto delle normative vigenti e dell’identità professionale delle figure operanti nell’emergenza sanitaria.

Il documento era in linea con le recentissime linee guida internazionali sulla gestione dell’arresto cardiaco e dell’infarto del miocardio, pubblicate nel mese di ottobre 2015, che raccomandano sempre più un’alleanza tra i sistemi di emergenza territoriale la popolazione generale e una forte integrazione di competenze tra operatori sanitari centrata sul paziente e sulla qualità dell’intervento. È dimostrato ormai da anni che per aumentare la sopravvivenza dei pazienti affetti da un gruppo ben definito di patologie acute e gravissime è necessario il trattamento precoce sul territorio da parte di personale specificatamente formato e che opera, sotto il coordinamento delle centrali operative, sulla base di algoritmi basati sull’evidenza e condivisi internazionalmente. In Italia esistono numerose e collaudate esperienze che riguardano la gestione precoce sul territorio delle patologie tempo-dipendenti anche da parte di personale infermieristico addestrato e competente. Grazie all’integrazione tecnologica delle centrali operative 118, alle procedure standardizzate e al trattamento farmacologico precoce sul territorio da parte del personale infermieristico autorizzato è stato possibile salvare molte vite. Come associazioni di professionisti ci stanno a cuore principalmente la salute e la sicurezza dei cittadini; per questo supportiamo l’approccio multidisciplinare alle emergenze attraverso procedure standardizzate basate sull’evidenza e percorsi di formazione certificata condivisi con la comunità scientifica internazionale. Amietip, Aniarti, Irc e Simeu, esprimono inoltre piena solidarietà ai colleghi coinvolti nei procedimenti per aver elaborato protocolli sanitari nell’interesse dei pazienti e della funzionalità del Ssn.

Il Presidente Nazionale SIMEU, Dr.ssa Maria Pia Ruggieri

Il Presidente IRC, Dr Federico Semeraro

Il Presidente ANIARTI, Dr Fabrizio Moggia

Il Presidente AMIETIP, Dr Luca Tortorolo

Terrorismo. Il sistema dell’emergenza-urgenza italiana è pronto a far fronte a qualsiasi situazione di crisi. Gian Alfonso Cibinel su Quotidiano Sanità

lunedì, novembre 16th, 2015

 

Dopo gli attentati terroristici di Parigi, tra i commenti e gli approfondimenti sui diversi mezzi di informazione nazionali, è comparsa anche un’intervista a Gian Alfonso Cibinel su Quotidiano Sanità. Nel testo, il presidente nazionale Simeu, intervistato da Cesare Fassari direttore della testata, spiega come il nostro sistema di emergenza-urgenza sanitaria sia pronto a far fronte a un eventuale massiccio afflusso di feriti, sia negli ospedali italiani grazie al Peimaf, il piano studiato proprio per i casi di maxiemergenza, sia sul territorio con una procedura particolare di triage per il 118.

Il ruolo strategico dell’infermiere nell’emergenza sanitaria territoriale

mercoledì, novembre 11th, 2015

Policy Statement condiviso da Simeu e Irc

Le due Società scientifiche italiane che rappresentano sia medici che infermieri dell’emergenza prendono posizione congiuntamente all’interno del dibattito che recentemente si è acceso sul ruolo dell’infermiere nell’ambito della gestione della emergenza territoriale. La Società italiana della medicina di emergenza-urgenza e l’Italian resuscitation council hanno elaborato un Policy statement comune sul ”Trattamento farmacologico da parte dell’infermiere nell’emergenza territoriale” nell’ottica della massima efficacia del servizio al paziente e nel rispetto dell’identità professionale delle figure che operano nell’emergenza sanitaria.

All’interno del documento in particolare si sottolinea che “La somministrazione, da parte degli infermieri, di terapie, anche farmacologiche, secondo protocolli condivisi ed emanati ufficialmente dal Direttore della Centrale Operativa 118 (concordati con il Responsabile Territoriale, nelle realtà nelle quali sussiste tale figura), si inquadra in un processo finalizzato alla tempestività del trattamento e spesso risulta essenziale per la salvaguardia della vita e/o della salute dei pazienti, come in caso di overdose da oppiacei, grave sindrome ipoglicemica, sindrome coronarica acuta, insufficienza respiratoria acuta, ecc“.

Il testo del documento è pubblicato sui siti internet delle due società scientifiche.

Gli infermieri, l’emergenza territoriale e la reale efficacia dei soccorsi

venerdì, ottobre 30th, 2015

di Gian Alfonso Cibinel

Presidente nazionale Simeu

 

Negli ultimi mesi si è riaperta una polemica, in particolare nella regione Emilia-Romagna, sul ruolo degli infermieri nei servizi di emergenza territoriale, con esposti all’autorità giudiziaria e avvio di procedimenti disciplinari nei confronti di dirigenti medici da parte di alcuni Ordini dei Medici provinciali. Gli esposti riguardano l’attività di assistenza e cura svolta dagli infermieri del sistema 118, contestando ai responsabili medici “la redazione di procedure e istruzioni operative” che attribuirebbero al personale infermieristico “compiti di diagnosi, prescrizione e somministrazione di farmaci soggetti a controllo medico”.

Al di là delle polemiche l’obiettivo dei sistemi di emergenza territoriale è di assicurare alla popolazione la migliore risposta possibile nelle urgenze ed emergenze, impiegando tutte le risorse disponibili, professionali (medici e infermieri) e non professionali (tecnici, volontari del soccorso e semplici cittadini), nell’ambito di un’organizzazione coerente integrata con la rete dei PS e degli ospedali. In alcuni paesi, con sistemi di emergenza molto efficaci (come gli USA), sulle ambulanze non ci sono medici o infermieri; in Europa e nelle diverse regioni italiane la presenza dei professionisti sanitari sui mezzi di soccorso è variabile. Il problema non è chi sta sulle ambulanze, ma la competenza di chi ci sta, in rapporto all’organizzazione e alle procedure da attuare.

La sopravvivenza dei pazienti più critici è garantita dai tempi di risposta brevi e dall’applicazione di protocolli con efficacia dimostrata, che includono a volte l’uso di strumenti o di farmaci, anche da parte di infermieri o di laici. La diagnosi è e resta una competenza medica, ma il rilevamento della perdita o alterazione delle funzioni vitali e gli interventi salvavita conseguenti non possono essere esclusività dei medici, pena l’inefficacia dei sistemi di emergenza e la perdita di molte vite umane. E’ da rilevare che gli strumenti più decisivi nelle emergenze sono le mani (per il massaggio cardiaco, che chiunque può fare) e i defibrillatori (disponibili attualmente in molti luoghi pubblici); e tra i farmaci che possono salvare una vita sono compresi l’acqua, il sale, lo zucchero, l’ossigeno e l’aspirina. Dobbiamo garantire a tutti i cittadini l’accesso rapido alle cure, la competenza degli operatori e la validità dei protocolli. L’attenzione dei professionisti e degli enti di governo deve essere centrata sull’efficacia e la sicurezza degli interventi e sulla funzionalità e sostenibilità dei sistemi di emergenza, non sugli interessi di questa o quella categoria professionale o sindacale.

Nel 2014 l’Ordine dei Medici di Bologna aveva già avviato procedure disciplinari dei confronti dirigenti medici per “istigazione all’abuso di professione medica” in relazione ad attività svolta dagli infermieri nei Pronto Soccorso sulla base di protocolli predefiniti; le procedure si erano concluse con l’archiviazione. La SIMEU, società scientifica dei medici e degli infermieri impegnati nell’emergenza e nell’urgenza, reputa che la questione risollevata da alcuni sindacati e da alcuni Ordini dei Medici abbia una priorità molto bassa rispetto ai problemi reali del SSN; oggi come allora la SIMEU identifica nella competenza degli operatori, nella validità dei protocolli e nella funzionalità dell’organizzazione i tre elementi critici per l’efficacia del sistema di emergenza.

Un’ultima nota personale: se fossi vittima di uno shock anafilattico vorrei essere soccorso subito da chi passa, vorrei che l’ambulanza arrivasse il prima possibile e vorrei essere trattato con il farmaco giusto (adrenalina) al più presto, non importa se da un medico o da un infermiere.

 

 

“Making things happen”, motto e obiettivo del nuovo direttivo CoSMEU

martedì, aprile 22nd, 2014

di Matteo Borselli

Specializzando MEU – Università di Siena

Presidente CoSMEU

@matteoborselli

 

In seguito alle elezioni per rinnovare il direttivo CoSMEU, Coordinamento degli specializzandi in medicina di emergenza-urgenza, che si sono tenute a Genova lo scorso 12 aprile, pubblichiamo un intervento del neoeletto presidente, Matteo Borselli.

La prima assemblea nazionale del coordinamento è stata salutata da alcuni interventi video, in particolare di Fabio De Iaco, responsabile Pronto soccorso di Imperia, coordinatore scientifico Faculty Sau, Sedazione e analgesia in urgenza Simeu, Mario Guarino, Pronto Soccorso Ospedale San Paolo di Napoli e gruppo Sau Simeu, e Scott Weingart, Associate Professor of Emergency Medicine – Mount Sinai, NY e creatore del blog Emcrit.org.

Tutti gli interventi sono visibili sul canale youtube di CoSMEU.

 

C’è stato un momento nella mia vita di studente in cui, vagando da un reparto all’altro alla ricerca della mia strada, misi per la prima volta piede nel Pronto Soccorso del mio ospedale. Rimasi spiazzato e affascinato da quell’ambiente caotico e distante da quell’aura di “perfezione” che avvolgeva gli altri reparti universitari che avevo frequentato fino a quel momento. Ho sempre pensato che la bellezza e la poesia stia nelle dissonanze: ai miei occhi (e alle mie orecchie) di studente, il Pronto Soccorso appariva come un brano di Thelonius Monk suonato a Santa Cecilia, tra un Bach e un Mozart. Un Pollock messo a fianco a dei preraffaelliti. Ed è stato amore profondo e incoercibile sin da subito. Sono passati circa dieci anni e, nonostante le difficoltà incontrate durante il mio percorso, sono ancora innamorato come il primo giorno. La Medicina d’Emergenza ha scelto me nella stessa misura in cui io ho scelto lei.

Ma cos’è la Medicina d’Emergenza (EM)? Mi affiderò alle parole di Scott Weingart, il creatore di Emcrit.org, contenute nel suo videomessaggio di saluto a CoSMEU:

 

[…] We’re the most potent specialty for the care of sick patients. We’re capable of doing what need to be done immediately, we are resuscitation, we are the caregivers of the most critically ill in the first hours; that’s what we provide, that’s what we’re experts at, that’s what you’re doing and that’s what you need to keep on doing, because our patients – your patients – need this kind of care[…]”

 

Quando abbiamo proiettato questo filmato al primo incontro di CoSMEU, ho visto tanti occhi brillare, perché in questa dichiarazione abbiamo visto la nostra idea di EM. E’ quello per cui vogliamo combattere ed è quello che vogliamo ottenere.

E allora, cosa è CoSMEU? La sigla significa “Coordinamento degli Specializzandi in Medicina d’Emergenza-Urgenza”, il concetto alla base della nostra associazione è piuttosto innovativo: per la prima volta in Italia abbiamo un gruppo di specializzandi che si organizza in un’associazione per lavorare assieme ai propri direttori di scuola e alle società scientifiche di riferimento per portare il livello di formazione della propria specialità ai livelli più elevati possibili.

Non si parla semplicemente di procedure, tubi, trocars, cannule, seldinger e quant’altro: si parla di cambiare mentalità e di iniziare a lavorare su quello che realmente è fondamentale, ovvero l’identità del Medico di Emergenza-Urgenza: credo infatti che la EM in Italia non esisterà finché noi non prenderemo coscienza della nostra identità.

Abbiamo elaborato un piccolo questionario, compilato da circa il 25% degli Specializzandi MEU (circa 110 persone – un campione ben più significativo di quelli su cui si basano tanti studi sui quali abbiamo modulato la nostra pratica clinica!) e l’urlo che ne emerge è il seguente: “Vogliamo la nostra identità”. Non posso che essere d’accordo. Un Medico di Emergenza ha bisogno del Pronto Soccorso quanto il Pronto Soccorso ha bisogno del Medico di Emergenza. Tanti di noi passano lunghi ed interminabili mesi in ambiente internistico e perdono motivazioni e mordente; tanti altri hanno bisogno di mettere in pratica tutte quelle fantastiche nozioni imparate ai vari corsi e alle varie Summer Schools; tanti altri vorrebbero semplicemente sentirsi apprezzati per quello che sono, non sentirsi anestesisti o internisti mancati. Vogliamo essere uno specialista tra tanti, non migliore o peggiore, ma semplicemente diverso: non siamo né internisti né anestesisti, siamo Medici di Emergenza-Urgenza ed abbiamo un bagaglio culturale ed umano diverso da entrambe queste specialità.

Tanti colleghi illuminati (in ordine sparso: Schiraldi, De Iaco, Tosato, Guiotto, Copetti, Guarino, Riccardi, D’Apuzzo, Morabito, Cibinel, Ferrari, Pini e tanti altri ancora) hanno trovato e conquistato – faticando e combattendo – una via da percorrere e ce l’hanno indicata: è grazie a loro se siamo qui. Crediamo però che sia tempo di iniziare a prendere coscienza del fatto che questa strada dobbiamo lastricarla, ampliarla e curarla, perché è un dono troppo grande perché sia lasciato incustodito e privo di attenzioni. Vogliamo rendere onore a chi la via italiana all’EM l’ha creata e, allo stesso tempo, sfruttare le nostre peculiarità di “primi eletti” per migliorarla e per lasciare a chi verrà dopo di noi un percorso di tutto rispetto.

Negli USA hanno impiegato 20-30 anni per imporsi dal punto di vista formativo, culturale e professionale, ma oggi siamo a metà 2014 ed in epoca di #FOAM (Free Open Access Meducation): sappiamo come si addestrano i nostri colleghi in Australia, UK e USA, abbiamo accesso ai loro programmi formativi e loro stessi rispondono alle nostre domande e richieste su Twitter, Google+ e attraverso e-mail. E’ molto più facile sapere dove vogliamo andare rispetto al passato, è molto più facile sapere come si stanno modificando ed evolvendo le competenze dell’Emergency Physician e cosa dovremmo aggiungere al nostro bagaglio culturale e formativo per essere competitivi a livello internazionale.

Sappiamo quindi che il nostro aiuto può essere fondamentale nella costruzione della EM in Italia: i nostri direttori sono principalmente internisti, con grande cultura, esperienza e capacità. Ma provengono da un background culturale molto diverso dal nostro. Hanno però la stessa voglia che abbiamo noi di rendere la EM un fiore all’occhiello all’interno dell’Università italiana: vorremmo renderli orgogliosi di noi diventando Medici dell’Emergenza-Urgenza in grado di imporsi ovunque e vorremmo aiutarli evidenziando punti di forza e di debolezza della nostra scuola così giovane, rendendo così possibile l’instaurarsi di un circolo virtuoso che porti ad un miglioramento continuo e progressivo della formazione. Questo inoltre creerebbe un modello di collaborazione nuovo ed estremamente interessante per le Scuole di Specializzazione di Area Medica.

L’attività di CoSMEU non sarà rivolta esclusivamente alla formazione. Dal punto di vista legislativo ci sono alcune incongruenze da risolvere e fondamentali lacune da colmare: la Scuola di Specializzazione MEU esiste da 5 anni e dal luglio prossimo saranno sul mercato del lavoro i primi specialisti. Purtroppo fino ad ora non esiste una configurazione normativa chiara e precisa riguardante la figura professionale del Medico Specialista in Medicina d’Emergenza-Urgenza. Ciò significa che nei prossimi concorsi il nostro titolo potrebbe non essere riconosciuto o, ironicamente, potrebbe esserci richiesto di effettuare corsi e master di emergenza per poter avere accesso ad un posto di lavoro in Pronto Soccorso. Ancora più controversa appare la situazione legislativa nel comparto extra ospedaliero (Automedica ed Elisoccorso): in alcune regioni è di competenza anestesiologica, in altre basta un corso DEU. C’è bisogno di omogeneità e chiarezza, non di un caos legislativo simile che disorienta utenti ed operatori.

Sappiamo che siamo ancora pochi (circa 90 specialisti saranno si diplomeranno a luglio, una goccia nel mare a fronte dei circa 300 richiesti da fabbisogno) e che avremo bisogno di altri specialisti per colmare il fabbisogno di Medici di Pronto Soccorso, ma vogliamo che le nostre qualità e peculiarità vengano riconosciute in maniera inequivocabile.

Stiamo lavorando e continueremo a lavorare per avere un numero equo di borse di specializzazione: non ci fermeremo al flash mob del marzo scorso, continueremo a tartassare i ministri Lorenzin e Giannini finché non ci riceveranno e non ascolteranno le nostre motivazioni. Le indicazioni della Conferenza Stato-Regioni sono chiare sul fabbisogno di specialisti in Emergenza-Urgenza per garantire un servizio adeguato. Devono essere applicate.

Vogliamo che lo Specialista in Medicina d’Emergenza-Urgenza sia un protagonista ed un’eccellenza all’interno della sanità italiana, ma abbiamo bisogno dell’impegno e delle forze di tutti quanti – specializzandi MEU, direttori di scuole, società scientifiche e attuali medici di pronto soccorso e 118: è l’unica strada possibile per rendere il nostro (e suppongo sia anche il vostro) sogno possibile.

 Making things happen non è solo il nostro motto, è il nostro obiettivo!

 

A nome di tutto il Direttivo e degli iscritti CoSMEU

 

 


Lettera di Simeu e specializzandi Cosmeu ai ministri dell’Istruzione e della Sanità

martedì, marzo 18th, 2014

IN DIFESA DELLA SCUOLA DI SPECIALIZZAZIONE IN MEDICINA DI EMERGENZA-URGENZA

 

@SilviaAlparone

 

Più borse per la Scuola di specializzazione in medicina di emergenza-urgenza in accordo con le necessità espresse dalle Regioni: è la richiesta della lettera inviata a Stefania Giannini, ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca e a Beatrice Lorenzin, ministro della Salute dagli specializzandi Meu e da Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu, per dare un seguito alla manifestazione nazionale dello scorso 5 marzo.

Nella lettera si ribadiscono ancora i contenuti del flash mob che si è tenuto davanti al Miur e della lettera-appello affissa nei pronto soccorso italiani:

Oggi ci sono in Italia 20 milioni di accessi all’anno in pronto soccorso. Per l’anno accademico 2012/2013 le borse finanziate sono state 46 contro il fabbisogno espresso dalle Regioni di 241 specialisti dell’emergenza in tutta Italia. E per quanto riguarda il 2013/2014, “i tagli preannunciati – si dice nella lettera firmata da Gian Alfonso Cibinel e dagli specializzandi – non lasciano sperare in un incremento dei contratti e fanno temere una loro riduzione; se ciò avvenisse si metterebbe a rischio la funzionalità del nostro sistema sanitario che, a fronte della progressiva riduzione dei posti letto, ha bisogno per sopravvivere di una rete di emergenza territoriale e ospedaliera di alta qualità gestita da professionisti competenti e motivati”.

No al taglio dei posti della scuola di specializzazione in Medicina di emergenza-urgenza

lunedì, marzo 3rd, 2014

Mercoledì 5 marzo un flash mob degli specializzandi a Roma e una lettera/appello delle Società dell’emergenza al ministro dell’Istruzione in tutti i pronto soccorso e sedi 118 d’Italia

 

@SilviaAlparone

 

Su twitter è attivo l’hashatg #piuborseMEU e su facebook è aperto il gruppo Flash mob degli specializzandi in medicina di emergenza-urgenza.

Così i social si preparano a seguire l’iniziativa degli specializzandi MEU di mercoledì 5 marzo: alle 12 davanti al Miur, il ministero dell’Istruzione università e ricerca ci sarà un flash mob organizzato per sensibilizzare l’opinione pubblica sul pericolo di riduzione posti in specialità per la scuola di medicina di emergenza-urgenza che rischia di chiudere a soli quattro anni dalla sua creazione.

Sempre mercoledì 5 marzo in tutti i pronto soccorso e sedi dell’emergenza territoriale d’Italia verrà affissa una lettera/appello al ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, e al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin per una più equa distribuzione dei posti in specialità. L’appello è lanciato dalle società scientifiche Simeu, Sis-118, Acemc e Fimeuc e sarà firmato da medici e infermieri di ogni struttura sanitaria.

La situazione

In tutta Italia potrebbero essere meno di 50 i contratti di formazione per la specializzazione in Medicina d’urgenza finanziati dal Governo per l’anno 2013/2014, mentre la Conferenza Stato-Regioni denuncia un fabbisogno di circa 300nuovi contratti di specialità all’anno per l’emergenza sanitaria e a fronte di una richiesta di accesso alla scuola che, negli anni scorsi, ha quasi sempre superato le 400 domande di medici appena laureati.

Questo su un totale di 3.200/3.300 borse di specializzazione post lauream di discipline mediche previste per l’anno accademico 2013/2014, contro la richiesta della Conferenza Stato-Regioni di circa 7.000 posti complessivi.

In attesa del nuovo decreto che definirà la disponibilità totale di fondi ministeriali e il numero di posti per ciascuna specialità medica, il mondo dell’emergenza-urgenza si solleva contro il taglio previsto alla formazione specialistica che deve preparare nuovi medici ad affrontare la complessa attività di pronto soccorso, tanto spesso oggetto dell’attenzione dei media nazionali per le sue criticità.

In questo contesto, la Scuola di specializzazione in Medicina di Emergenza-Urgenza in Italia è nata solo nel 2009 e i primi specialisti in questa disciplina, in numero di 82, saranno diplomati nel prossimo giugno. Ma con i tagli previsti la Scuola ora rischia la chiusura.

 





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