IL BLOG DI SIMEU

 

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Caso Spedali Civili di Brescia: Le Società scientifiche dell’emergenza presentano esposto in Procura

mercoledì, giugno 29th, 2016

@SilviaAlparone

 

Simeu, Società italiana della medicina di emergenza-urgenza, insieme a Fimeuc, Federazione italiana della medicina di emergenza-urgenza e delle catastrofi e ad Acemc, Academy of emergency medicine and care hanno presentato un Esposto alla Procura di Brescia sulla questione del concorso per direttore di Pronto soccorso agli Spedali Civili di Brescia bandito lo scorso novembre.

Nell’Esposto le società scientifiche denunciano e ricostruiscono l’accaduto, sostenendo “l’illegittimità dell’operato dell’Azienda ospedaliera Spedali Civili di Brescia che ha messo a concorso un incarico quinquennale di direzione della struttura complessa di pronto soccorso individuando quale area interessata l’Area di medicina diagnostica e dei servizi e indicando quale disciplina Anestesia e Rianimazione, in palese contrasto con la normativa in materia, che colloca la struttura del pronto soccorso invece nell’Area medica e delle specialità mediche e indica come specialità di riferimento la Medicina e chirurgia di accettazione e d’urgenza ed equipollenti, fra cui non è riconosciuta Anestesia e Rianimazione”.

L’esposto si conclude con la richiesta alla Procura affinché indaghi sui fatti per i reati eventualmente ravvisabili.

Simeu agisce in questo caso insieme alle società scientifiche e associazioni federate in Fimeuc rappresentative dei medici che operano in tutte le strutture dell’emergenza sanitaria nazionale, fra cui Anaao-Assomed, Associazione medici dirigenti del Ssn, Cimo, Confederazione italiana medici ospedalieri, e Smi, Sindacato medici italiani.

La denuncia di Simeu del caso Brescia è stata avallata anche dall’intervento di due organizzazioni internazionali di settore, Eusem, European society for emergency medicine, e Uems, Union européenne des médicines spécialistes.

Un riassunto della vicenda su questo blog.

Simeu sui media sulla proposta di riforma dell’assistenza territoriale H16

lunedì, maggio 16th, 2016

@SilviaAlparone

 

Continua la ferma presa di posizione sugli organi di stampa da parte di Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeu, a proposito della riforma proposta con il nuovo Atto di indirizzo per la riforma dell’assistenza territoriale. Dopo gli interventi di aprile su Ansa e Doctor33, giovedì 12 maggio è andato in onda sulla rubrica quotidiana Fuori Tg del Tg3 Rai un ampio servizio a più voci che include un’intervista a Maria Pia Ruggieri (dal minuto 00.08.50 circa).

La posizione di Simeu è anche ben rappresentata da quanto diffuso da Adelina Ricciardelli, presidente di Fimeuc, la Federazione italiana della medicina di emergenza urgenza e delle catastrofi, di cui Simeu fa parte e che, per natura, è la realtà più indicata per dar voce a istanze relative a dinamiche strettamente professionali, come quella in discussione con il Progetto H16.

Qui di seguito il comunicato Fimeuc, steso in collaborazione anche con Simeu.

Presa visione dell’Atto di indirizzo per la Medicina Convenzionata e sua successiva revisione in Conferenza Stato Regioni “Progetto h16”, la Fimeuc esprime notevoli perplessità e preoccupazioni rispetto a quello che si configura come una riduzione dell’offerta assistenziale rivolta ai cittadini nelle ore notturne, nei giorni prefestivi e festivi. Il “Progetto h16” prevede la scomparsa del medico di continuità assistenziale (ex guardia medica): il cittadino sarà così obbligato a rivolgersi sistema di emergenza territoriale (118) ed ai pronto soccorso.

Chiedere ai cittadini di rivolgersi al 118 ed ai pronto soccorso, già notoriamente in affanno nel garantire quanto oggi richiesto, per situazioni prima gestite dalla “guardia medica”, non potrà che cagionare loro ulteriori disagi.

Fimeuc, pur consapevole della necessità di riorganizzazione del sistema di risposta della medicina territoriale, chiede che in caso venga realizzato tale progetto, si dovrà prevedere un potenziamento del sistema di emergenza territoriale e dei Pronto Soccorso proporzionale alle esigenze che emergeranno, anche grazie all’auspicata collaborazione tra Fimeuc ed istituzioni in merito alla corretta ed obiettiva rilevazione di tutti i dati necessari a comprendere il fenomeno.

 

Concorsi pubblici e accesso degli specialisti dell’emergenza nei Dea e nei Pronto soccorso

lunedì, febbraio 15th, 2016

@SilviaAlparone


La Simeu e la Fimeuc continuano a segnalare le problematiche relative all’accesso dei medici di emergenza-urgenza ai concorsi per le strutture di Pronto soccorso e Medicina d’urgenza, sia per i ruoli iniziali che per quelli apicali. Gli interessati sono i giovani specialisti che dall’estate del 2014 hanno iniziato a uscire dalle Scuole di Specializzazione, aperte in Italia nel 2009, ma anche coloro che, con una lunga attività nelle strutture di emergenza, hanno maturato esperienze professionali e acquisito competenze cliniche e gestionali, in anni in cui la Scuola di specializzazione ancora non esisteva.

Nell’estate 2014, i primi specialisti dell’emergenza rischiarono di non poter partecipare ai concorsi per entrare nei Dipartimenti di Emergenza perché l’elenco delle specialità equipollenti non era ancora stato adeguato e la Medicina di emergenza-urgenza non rientrava nel novero. In quel caso il Ministero intervenne dopo segnalazione formale del Presidente nazionale Simeu e del Presidente della Conferenza permanente per la formazione in medicina di emergenza-urgenza: il “baco” burocratico fu sanato, senza danno per i nuovi specialisti.

La situazione è più preoccupante per l’accesso alle posizioni apicali: è recente l’intervento di Fimeuc, Federazione italiana di medicina di emergenza-urgenza, che ha inviato una lettera al presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, e al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per l’avviso pubblico del 9 novembre 2015 relativo al conferimento dell’incarico quinquennale di direttore della struttura complessa di Pronto Soccorso, presso il Presidio “Spedali Civili” di Brescia; l’avviso è stato bandito per la disciplina Anestesia e Rianimazione, Area della Medicina Diagnostica e dei Servizi. “Ciò appare in difformità – sottolinea Adelina Ricciardelli, presidente di Fimeuccon le normative vigenti che inquadrano le strutture complesse di Pronto soccorso nell’Area medica e delle specialità mediche, disciplina Medicina e Chirurgia di accettazione e d’urgenza. Area e disciplina condizionano sia i requisiti specifici per partecipare alla selezione, sia quelli per la composizione della commissione esaminatrice. Cosa che potrebbe portare a eventuali ricorsi e contenziosi”. E il caso di Brescia non è l’unico: Fimeuc è intervenuta alcuni mesi fa per una situazione simile, in quell’occasione a Matera; concorsi con bandi irregolari sono stati attivati anche in Liguria.

A parte i casi di violazione delle norme vigenti (come nel caso del concorso citato di Brescia), i criteri di accesso ai concorsi apicali, sia per quanto riguarda le equipollenze che per quanto riguarda le discipline per la maturazione dell’anzianità di servizio, sono ambigui e discutibili; tali criteri sono peraltro un elemento decisivo per il riconoscimento dell’identità professionale del medico dell’emergenza e per garantire la qualità dei servizi di emergenza. In una lettera al Ministero della Salute, che risale allo scorso giugno 2015, la Simeu sottolineava come la normativa per la selezione dei Direttori di Medicina e chirurgia di accettazione e d’urgenza consentisse l’accesso anche a professionisti senza esperienza alcuna in pronto soccorso e penalizzasse professionisti con oltre dieci anni di servizio in Pronto soccorso, ma non in possesso di specializzazione; le norme sul reclutamento dei direttori rischiano di vanificare i progressi registrati in termini di articolazione organizzativa del sistema di emergenza ospedaliera, registrati con l’entrata in vigore del Regolamento sugli standard ospedalieri (DM 70 del 2 aprile 2015). “Come già in quella occasione – afferma Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeue alla luce delle situazioni evidenziate da Fimeuc che si sono venute a creare in questi ultimi mesi, la Società scientifica della medicina di emergenza-urgenza chiede al Ministro Beatrice Lorenzin che siano bloccati i concorsi attivati in violazione delle normative vigenti (relativamente alle aree disciplinari) e che si ponga rimedio alle storture sui criteri di accesso alle posizioni apicali, considerando condizione necessaria un’anzianità di almeno sette anni di servizio in Ps/Dea e condizione sufficiente un’anzianità di servizio di almeno dieci anni nelle strutture d’emergenza, indipendentemente dalla disciplina in cui è stata maturata l’anzianità”.

Sedazione: la lettera delle Società dell’emergenza-urgenza italiana al ministro Lorenzin

giovedì, luglio 2nd, 2015

@SilviaAlparone

Sulla questione sollevata dagli anestesisti relativa all’opportunità di utilizzare il termine di sedazione e su come intendere globalmente gli interventi di sedazione e analgesia messi in atto nelle strutture sanitarie italiane, ma non solo le società dell’emergenza-urgenza italiane condividono una forte posizione comune.

Simeu, Società italiana della medicina di emergenza-urgenza, ha promosso e firmato insieme a Simeup, Società italiana di medicina di emergenza-urgenza pediatrica, Sis118, Società Italiana Sistema 118, e Fimeuc, Federazione italiana medicina di emergenza-urgenza e della catastrofi una lettera indirizzata al Ministro della Salute e ad altri interlocutori istituzionali sul tema della sedazione-analgesia procedurale e delle competenze del medico di emergenza-urgenza in materia.

L’intervento delle Società scientifiche dell’emergenza fa seguito alla lettera inviata al ministro da Aaroi, Siaarti, Siared e Siaatip lo scorso 23/6 e pubblicata dalla stampa di settore.

La posizione di Simeu e delel altre società è stata ripresa dalle principali riviste di settore: Sanità de Il Sole24Ore, Quotidiano Sanità e Aboutpharma.

Scuola di specializzazione: Simeu ottiene un decreto sull’equipollenza della specializzazione in Meu

sabato, luglio 19th, 2014

@SilviaAlparone

 

Gli ultimi si sono specializzati giovedì 17 luglio a L’Aquila, i primi già nella seconda metà di giugno a Bari e a Roma: sono gli 82 medici dell’emergenza-urgenza italiani che hanno concluso in questa estate 2014 il primo ciclo della Scuola di Specializzazione nata nel 2009, dopo una lunga battaglia per la sua creazione.

Si è trattato di un successo importante, oltre che per i colleghi che si sono diplomati, anche per Simeu, che ha sostenuto tutto il percorso di attivazione della scuola e si è battuta con fermezza per il dovuto riconoscimento di una specifica professionalità per i medici che lavorano in pronto soccorso. Ma se il cammino per ottenere la Scuola è stato lungo e irto di ostacoli, la conclusione del primo ciclo non ha coinciso con la fine dei problemi: da inizio luglio sono arrivate alcune segnalazioni di difficoltà burocratiche relative all’ammissione dei neospecialisti nei concorsi per personale medico di pronto soccorso, in quanto la dicitura “Medicina di emergenza-urgenza” (rispetto al termine “Medicina d’Urgenza”)non figurava tra le equipollenze riconosciute per poter accedere ai bandi. Ammettere o meno i candidati appena specializzati poteva dipendere quindi dalla decisione della singola azienda sanitaria in merito all’interpretazione delle norme vigenti.

Una lettera a firma di Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu, e di Gian Franco Gensini, presidente della Conferenza permanente per la formazione in medicina di emergenza-urgenza, è stata inviata a Beatrice Lorenzin, ministro della Salute, e a Stefania Giannini, ministro all’Istruzione e Ricerca per sollevare il problema. Parallelamente, una campagna mediatica ha portato la segnalazione della nuova difficoltà per i giovani medici dell’emergenza all’attenzione delle agenzie di stampa e sui principali periodici di settore (vedi per tutti Il Sole Sanità e Quotidiano Sanità del 14 luglio scorso).

Aver sollevato tempestivamente l’attenzione su un possibile “baco” burocratico prima che si potessero produrre danni concreti, ha contribuito a far sì che non si verificassero, in nessun caso in Italia, situazioni di effettiva esclusione di candidati specialisti in Meu dai concorsi. In molte Regioni i rappresentanti Simeu hanno contattato e sensibilizzato gli assessorati locali competenti e a livello nazionale, lo scorso 16 luglio il ministro Beatrice Lorenzin ha firmato il decreto sull’equipollenza della Specializzazione in MEU.

Il decreto, di prossima pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, elimina ogni rischio di esclusione per i candidati specialisti in Meu e aggiorna la tabella delle equipollenze in funzione della conclusione del primo ciclo della Scuola di specializzazione in emergenza-urgenza.

Ora è necessario proseguire nell’impegno per il numero dei posti della Scuola – commenta Gian Alfonso Cibinel – sia a livello nazionale che regionale, considerando che con la graduatoria unica nazionale (in vigore dal prossimo concorso previsto in autunno) si rischia (anzi è quasi certa) una riduzione dei contratti garantiti dalle Regioni”.

La notizia delle prime specializzazioni della Scuola, era già arrivata sui mezzi di comunicazione lo scorso 20 giugno (vedi Il Sole Sanità) con una dichiarazione del presidente nazionale Cibinel: un messaggio per sottolineare l’importanza dell’arrivo nel Ssn dei primi specialisti in Meu e per mantenere alta l’attenzione sul numero insufficiente di contratti di formazione finanziati dal Governo.

La campagna strategica e mediatica Simeu a favore della Scuola di Specializzazione, in particolare con la richiesta di adeguare il numero di contratti al fabbisogno espresso dalle regioni, era già stata lanciata lo scorso 5 marzo, in collaborazione con Cosmeu, tramite l’organizzazione di una mobilitazione generale del mondo dell’emergenza sanitaria culminata nel flash mob degli specializzandi davanti ai ministeri della Salute e dell’Istruzione. Gli effetti di quella campagna mediatica sono ancora reperibili su questo blog.





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