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Archive for gennaio, 2024

Tutela sociale della salute, profili e problemi delle responsabilità

giovedì, gennaio 25th, 2024

di Salvatore Aleo

Professore di diritto penale in quiescenza.

 

Nell’occasione del Convegno SIMEU Triveneto che si è tenuto a Pordenone nei giorni 14 e 15 dicembre 2023 dal titolo “Ciò che è necessario” ho svolto le seguenti, sintetiche, considerazioni.

 

1) Principio generale della responsabilità civile dovrebbe essere quello relativo allo schema del danno da prodotto industriale e come effetto di deficit organizzativo.

Ci stiamo avvicinando – anche con la distinzione tra responsabilità contrattuale della struttura sanitaria e responsabilità extracontrattuale del sanitario dipendente – ma rimangono, soprattutto, due ordini di problemi.

 

a) Il medico rimane ostaggio della struttura, anche per ciò che riguarda il profilo “assicurativo”.

b) La misura della rivalsa e la difficoltà di definizione della colpa grave.

 

Sotto entrambi questi ultimi profili (sub b), non si può fare a meno di rilevare la grave sproporzione con la legge sulla responsabilità civile dei magistrati, dove la rivalsa è contenuta nella misura massima di metà dello stipendio netto, anche se dal fatto sia derivato danno a più persone e queste abbiano agito con distinte azioni di responsabilità, ed è fortemente tipizzata e delimitata la nozione di colpa grave.

 

2) Il sistema assicurativo non è stato realizzato.

L’obbligo di assicurazione delle strutture sanitarie non è sanzionato, gli ospedali sono in regime di “autoassicurazione”. Non sono stati emanati i decreti attuativi che riguardano le imprese di assicurazione e non può realizzarsi lo schema dell’azione diretta nei confronti dell’assicurazione.

 

3) Il penale e la colpa grave.

Occorrerebbe almeno limitare la responsabilità penale alla colpa grave. Ma invero il penale non dovrebbe neppure entrarci.

Il problema è di carattere molto più generale.

 

a) Riguarda tutti coloro che occupano una posizione ovvero svolgono una funzione di garanzia (l’ingegnere, il sindaco, il responsabile della protezione civile). Per tutti costoro la responsabilità penale colposa dovrebbe essere limitata alle ipotesi di colpa grave. In tal quadro, peraltro, ovvero secondo tale criterio di ragionevolezza, si supera ogni dubbio di violazione del principio di uguaglianza.

b) In una certa misura e per molti versi la questione riguarda in generale il diritto penale: rispetto a cui la responsabilità per colpa dovrebbe essere marginale e perfino estranea. Oltre ogni altra diversa e ulteriore considerazione, può rilevarsi, in via essenziale, per un verso, che la funzione penale, di prevenzione mediante intimidazione, sembra inadatta a prevenire l’errore, nonché incongrua rispetto alla dimenticanza e alla distrazione; per altro verso, che il diritto e la funzione penale dovrebbero essere circoscritti ai fatti criminosi, anche per questioni – strutturali – di funzionalità.

 

4) La colpa, nella società industrializzata contemporanea, è distribuzione sociale dei rischi delle attività pericolose: necessarie, come la medicina, utili, come la navigazione aerea, comunque socialmente accettate, come la boxe e le corse automobilistiche.

L’errore del medico è rischio tipico dell’attività sanitaria. Non ha senso porlo a carico del singolo sanitario: è ingiusto e disfunzionale.

La responsabilità della struttura costituisce oggettivamente l’onere di controllo del sistema produttivo e dell’attività.

 

5) Il consenso informato, ovvero l’informazione e il consenso, sono principi fondamentali di civiltà. L’esasperazione, sia quella accusatoria (la responsabilità penale, addirittura per l’evento infausto) che quella difensiva (da parte dei medici) produce storture.

 

6) Problema assolutamente centrale è quello delle competenze scientifiche e tecniche mediche, necessarie a giudicare, che ovviamente noi giuristi non abbiamo.

 

UNA PROPOSTA

Una proposta che mi permetto di sottoporre all’attenzione, indotta dalle precedenti considerazioni, che pure tiene conto di esperienze di altri Paesi, riguarda la realizzazione di strutture amministrative regionali, fortemente interdisciplinari, composte da medici, giuristi, medici legali, magistrati in pensione, di composizione e compensazione, per la valutazione dei danni prodotti nell’attività sanitaria, l’orientamento dei ristori e la monitorizzazione (in tempo reale, in progress) in funzione preventiva (quindi organizzativa).

 

 

VOLTA LA CARTA.

lunedì, gennaio 15th, 2024

ESERCIZI FILOSOFICI DI LAURA CAMPANELLO CONTRO IL BURN OUT.

di Erika Poggiali

 

“Una volta il semaforo che sta a Milano in piazza Duomo fece una stranezza. Tutte le sue luci, ad un tratto, si tinsero di blu, e la gente non sapeva più come regolarsi”.

Inizia così la favola di Gianni Rodari, “Il semaforo blu”, che apparentemente non ha nulla in comune con noi medici e infermieri di medicina emergenza-urgenza, ma solo in apparenza.

 

Se leggete con attenzione la storia di quel semaforo, potreste riconoscere alcuni colleghi, forse anche voi stessi, il ruolo delle istituzioni politiche, quello delle dirigenze aziendali, e il caos che regna sovrano in tutti i Pronto Soccorso d’Italia ormai da tempo indefinito.

 

Ma questa è una interpretazione superficiale, perché Rodari ci consegna una storia di coraggio e libertà, dove il semaforo blu dà il via libera per volare a chiunque abbia il coraggio di comprendere il significato di quel cambiamento, che crea tanto scompiglio nella routine quotidiana, ma che nasconde un atto rivoluzionario che ci permette di vedere le cose dall’alto, con leggerezza e senza macigni sul cuore (per citare Italo Calvino).

 

E se la leggerezza è una forma di prevenzione naturale contro il rancore, l’odio e altri sentimenti negativi che possono facilmente prendere il sopravvento, come possiamo continuare oggi a lavorare senza che le preoccupazioni diventino un peso, il malumore una regola, e la stanchezza una giustificazione alle nostre carenze?

 

Una soluzione c’è e ce la insegna Laura Campanello  – https://lauracampanello.it/ – attraverso la filosofia, che torna ad essere lo strumento per prenderci cura di noi stessi in un “esercizio filosofico”, che non ci allontana dalla realtà né ci spinge a sognare soluzioni e mondi migliori, ma ci insegna a utilizzare un altro punto di vista per interpretare e comprendere le nostre difficoltà, i nostri malumori, le nostre paure, e quel desiderio di fuga dal lavoro che spesso ci fa sentire inadeguati nel nostro ruolo > https://fondazionefloriani.eu/corsi/ “Cosa ci faccio qui? Io e la mia professione”.

 

Laura ci insegna che la leggerezza nel saper stare e nel poter essere come risposta al peso del nostro lavoro passa attraverso la nostra capacità di mantenere la fiducia in noi stessi, di prendersi cura del sé, e di cercare un orientamento per restare in equilibrio, alleggerendoci di tutto ciò che ci appesantisce e inevitabilmente ci limita.

 

“Tutto dipende da come noi guardiamo le cose, e non da come le cose sono di per se stesse” – secondo Carl Gustav Jung – e allora possiamo rivedere la realtà rinarrandola e rileggendola con un metodo semplice, come ci insegna Laura.

Ci bastano quattro archetipi degli Arcani Maggiori dei Tarocchi: il mago (o bagatto), il matto, l’eremita e l’appeso, che diventano lo strumento per raccontarci con un’altra ottica e ritrovare il punto di equilibrio passando attraverso le nostre fragilità e i nostri stati d’animo.

 

E se ci pensate non è così bizzarro che quattro carte, apparentemente prive di legame logico, ma dotate ciascuna di un preciso simbolismo che è la chiave di lettura delle nostre esperienze lavorative, possano raccontare facilmente una storia.

 

In “Volta la carta” (https://www.youtube.com/watch?v=0br10asYODk), con un ritmo che ricorda una ballata popolare, nell’intervallo tra una carta e l’altra, Fabrizio De André e Massimo Bubola ci fanno conoscere Angiolina e la sua storia d’amore, che però è anche una storia di guerra e di soldati, ma soprattutto di consapevolezza, perché alla fine Angiolina “chiama i ricordi col loro nome”, come dovremmo fare anche noi e come ci insegna Laura Campanello.

 

 

 

 





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