IL BLOG DI SIMEU

 

Archive for novembre, 2022

PUNTI DI VISTA

lunedì, novembre 28th, 2022

di Paolo Pinna Parpaglia

 

“Ti giuro che ha rifiutato il ricovero! La moglie ed almeno altri 3-4 operatori presenti lo possono testimoniare”. Esordisce così l’incredula invocazione-sfogo del collega dopo che gli viene notificato dal GUP il rinvio a giudizio per omicidio colposo. La motivazione: non avrebbe adeguatamente informato il paziente, poi deceduto, dei gravi rischi cui sarebbe potuto andare incontro rifiutando, appunto, il ricovero.

 

Il nostro lavoro ci presenta quotidianamente occasioni nelle quali ci troviamo a dover persuadere, o quantomeno incoraggiare, i pazienti ad accettare le cure che noi stessi proponiamo; forse, però, non sempre lo facciamo nei modi corretti. E poi, siamo veramente sicuri che la nostra proposta sia anche la scelta migliore per quel paziente, dal suo punto di vista?

Ecco, probabilmente siamo lacunosi proprio nel dare il giusto valore al “punto di vista” dei nostri pazienti!

 

La legge 219 del 2017 (GU n.12 del 16-1-2018) ha stabilito in maniera chiara che è il paziente a decidere sulle cure a cui sottoporsi, mentre il medico (e l’operatore sanitario in generale, con livelli di responsabilità differenti) deve stabilire una “relazione di cura” con il paziente e metterlo nelle condizioni di operare una scelta consapevole.

 

Va da sé che il medico possa e debba mettere in campo tutta la competenza e l’autorevolezza di cui dispone, per ricercare il giusto equilibrio fra l’evidenza scientifica e la valorizzazione dell’autonomia decisionale del paziente; ma nulla di più!

>>> Per i dettagli in tema di consenso informato in emergenza-urgenza, si rimanda al documento di consenso intersocietario (SIMEU, SIMLA, GIBCE), pubblicato sul sito SIMEU (www.simeu.it) alla pagina del centro studi.

Non essendo un esperto di bioetica clinica né tantomeno di giurisprudenza sanitaria, mi guardo bene dall’approfondire la questione sotto questi profili, ma da medico urgentista mi limito ad alcune considerazioni di ordinaria quotidianità.

 

Sappiamo, da un’indagine condotta da SIMEU nel 2019, che l’89% dei medici d’urgenza Italiani (in maggioranza di PS) è convinto che la volontà del paziente debba essere valorizzata; dato sicuramente pregevole, se non fosse che quasi la metà di essi la colloca comunque in secondo piano rispetto all’obiettivo terapeutico stabilito dal medico stesso.

 

Vittime di un retaggio culturale duro a morire, noi medici siamo tendenzialmente inclini verso un atteggiamento paternalistico e fortemente asimmetrico nei confronti dei pazienti, spesso, va detto, sollecitato dal paziente stesso, che in talune circostanze – quantunque rare – rischia di degenerare in vera e propria “arroganza epistemica”, in virtù della quale pretendiamo di conoscere con assoluta certezza cosa è meglio per il paziente.

 

Quando poi il tempo da dedicare al paziente – quindi anche il tempo per riflettere – viene pericolosamente compresso dalle circostanze, da un legittimo rifiuto della scelta (unilaterale) che dovesse stuzzicare la personalità narcisistica del medico (quale medico non lo è almeno un po’?), potrebbe scaturire la preclusione per eventuali ipotesi alternative di cura.

In contesti operativi in affanno, qual è il PS, come è possibile riuscire a conciliare il pieno diritto all’autodeterminazione del paziente (da valorizzare, a rigore, per ogni singolo esame o trattamento) con la vitale necessità di semplificare e velocizzare i percorsi clinici?

 

Tralasciando le situazioni di reale emergenza per le quali può essere invocato lo stato di necessità (art. 54 CP ed art. 35 codice deontologia medica) e le situazioni in cui il paziente non può per varie ragioni esprimere un consenso, ovvero esista una disposizione anticipata di trattamento (a proposito, siamo sicuri di considerare sempre questa eventualità?) su ogni singolo paziente siamo chiamati ad effettuare due prestazioni combinate e distinte: garantire il diritto alla salute e garantire il diritto all’autodeterminazione.

 

Su questo aspetto il punto di vista del giudice è piuttosto chiaro, l’omissione informativa si deve considerare come “astratta capacità plurioffensiva” (Corte di Cassazione, sezione III civile. N. 28985/2019), laddove da una non corretta informazione (lesione del diritto di autodeterminazione) ne derivasse anche un danno alla salute (lesione del diritto alla salute).

 

Se dunque il consenso ad una proposta di cure presuppone un’informazione puntuale ed esaustiva su vantaggi e rischi potenziali, il suo rifiuto, data la più alta probabilità di un conseguente danno alla salute (d’altronde, se il medico l’ha proposta …) richiede ancora maggiore chiarezza ed impegno, in altri termini: più tempo da dedicarvi.

 

Tanto ciò è vero che il legislatore ha previsto che la comunicazione fra medico e paziente sia da considerarsi tempo di cura a tutti gli effetti e non fa niente se, dal nostro punto di vista, il tempo per le cure oramai manca proprio … trovarlo sarà, come sempre, un nostro problema.

 

Avvio delle attività del Centro Studi SIMEU, biennio 22-23

domenica, novembre 13th, 2022

di Simone Vanni

 

La ricerca è colonna portante di una società scientifica e produrre evidenze è missione fondamentale soprattutto per una disciplina emergente come l’emergenza urgenza. Molta strada dobbiamo percorrere in Italia perché la nostra disciplina sia scientificamente riconosciuta una specialità al pari delle altre (come lo è) e credo che per raggiungere la meta sia percorso indispensabile quello di portare alla luce nuove strategie di trattamento, nuove e più efficienti modalità di diagnosi e di gestione delle problematiche organizzative, delle patologie, e soprattutto dei pazienti che ci troviamo a gestire quotidianamente nella nostra pratica clinica in emergenza-urgenza.

 

Troppo spesso ci basiamo su raccomandazioni, spesso deboli e basate su consenso di ‘altri esperti’, che provengono da linee guida prodotte da altre specialità. Troppo spesso non siamo attori principali nella ricerca scientifica delle patologie acute. Data la relativa recente nascita della nostra specialità credo che ci sia bisogno anche di un nuovo e consistente impulso per una ricerca che si occupi non solo di “diagnosi” e terapie” ma anche di problemi organizzativi cruciali delle nostre unità operative, penso a studi simili a quelli che ormai molti anni fa hanno portato alla nascita e al riconoscimento del ruolo delle UTIC e delle Stroke unit.

 

Penso che l’obiettivo fondamentale del centro Studi SIMEU debba essere proprio quello di fornire e stimolare la produzione e la pubblicazione di dati consistenti, multicentrici, trasversali che riguardino:

 

  • I diversi modelli organizzativi che popolano i vari sistemi di emergenza-urgenza a livello nazionale. Questo permetterebbe da una parte di avere solide basi numeriche per portare alla luce in modo chiaro sia l’efficienza in termine di salute del nostro lavoro sia la prevalenza e il peso delle problematiche organizzative che ancora restano irrisolte come il fenomeno del ‘boarding’, del sovraffollamento o del rispetto dei percorsi delle patologie tempo-dipendenti e dall’altra conoscere quali siano nelle nostre diverse realtà i maggiori determinanti di questi fenomeni, quali le interazioni con le carenze di organico, strutturali, di tecnologia, e quindi fornire basi oggettive per ideare, prevedere e validare possibili soluzioni.

 

 

  • Problematiche cliniche specifiche della nostra pratica quotidiana che tuttora non hanno risposta e che possono determinare innovazione concreta specialmente se dimostrate in studi multicentrici, osservazionali o di intervento.

 

Solo grazie alla produzione scientifica interna, la società potrà e dovrà partecipare alla stesura di linee guida condivise a livello nazionale ma anche internazionale da pari con altre società, apportando contributi innovativi e peculiari, fondati su dati scientifici originali, evitando la mera riproduzione di linee guida già esistenti.

 

Il Centro Studi dovrebbe avere un ruolo fondamentale per SIMEU. Non solo produrre “articoli” scientifici firmati dai vertici della società, ma anche e soprattutto di cercare di stimolare, diffondere e sostenere la “fame” di domande e di risposte cliniche basate sui dati, valorizzando da una parte il lavoro di gruppi di ricerca già avviati e dall’altro cercando di ampliare la partecipazione attiva di altri gruppi “nascenti”, con adeguato riconoscimento anche in termini di visibilità dei singoli investigatori.

 

Un fondo economico a sostegno della ricerca scientifica di interesse societario è a mio giudizio essenziale per poter portare a compimento progetti di studio su problematiche organizzative fondamentali come il boarding o i diversi modelli delle reti tempo dipendenti, che spesso non ricevono un interesse diretto e sostanzioso da parte di “enti economici” privati.

 

L’utilizzo di piattaforme web per la corretta raccolta di dati sono ormai strumenti insostituibili per la ricerca scientifica multicentrica di livello internazionale.

Il supporto informatico ha però necessità di aggiornamento e manutenzione. Inoltre trattandosi di beni a supporto della società scientifica, non legati al direttore o al tecnico di turno, si dovrà prevedere ad individuare una opportuna ‘sede’, considerando anche la semplificazione dei contatti e degli incontri che i vari attori potranno svolgere facilmente tramite la rete.

 

La ricerca scientifica seria non si fa da soli.

Abbiamo costituito un Board composto da senior scientist e da giovani ricercatori della componente medica e infermieristica della società che è di ottimo livello.

Insieme a me dirigono il Centro Studi il Dott. Andrea Fabbri, Direttore uscente e il Prof Mauro Giordano, colleghi che condividono con me la passione per la ricerca clinica e che danno continuità, incisività e dimensione nazionale all’operato del centro studi SIMEU.

 

Ringrazio tutto il board per l’entusiasmo e l’impegno fattivo che hanno già dimostrato dalle prime riunioni.

 

Di seguito l’organigramma relativo al mandato 2022>23

 

CENTRO STUDI SIMEU
Direttore Operativo Simone Vanni
Direttore Scientifico Mauro Giordano
Past Director Andrea Fabbri
Senior Scientists Antonio Voza
Lorenzo Malatino
Francesco Franceschi
Cecilia Becattini
Maria Cristina Vedovati
Peiman Nazerian
Fulvio Morello
Claudia Cicchini
Bartolomeo Lorenzati
Rodolfo Ferrari
Francesca Innocenti
Roberto Cosentini
Emmanuele Tafuri
Giovani Ricercatori Gabriele Savioli
Giulia Mormando
Michele Spampinato
Federico Schettini
Marcello Covino
Alessandro Coppa
Federica Stella
Davide Lison
Maria Luisa Ralli
Nucleo Studi Infermieristici Antonio Del Prete
Antonella Cocorocchio
Silvia Musci
Roberta Ridolfi
Pasquale Di Fronzo
Andrea Di Blasio
Michele Milatino
Francesco Barbero
Daniele Privitera

 

Al momento sono in corso studi che riguardano

  • La parte organizzativa – studio dei flussi all’interno dei nostri DEA durante la pandemia e nell’attuale fase post-emergenziale
  • le differenze di età e di genere nell’accesso ai servizi di emergenza-urgenza,
  • un focus sul momento critico del passaggio di consegna.

Per quanto concerne i filoni per patologie è in corso

  • uno studio multicentrico sulla gestione dei pazienti con emottisi,
  • sulla analgosedazione periprocedurale in DEA,
  • sulla ossigenoterapia in corso di polmonite.

Altri numerosi progetti sono in corso di valutazione da parte del Board.

 

Chi fosse interessato a presentare un progetto o a partecipare ad uno degli studi già avviati è pregato di contattare il Direttivo del Centro Sudi – composto dai Direttori Vanni, Giordano e Fabbri. Chi più in generale volesse comunicare con il Centro Studi o approfondire temi o avere informazioni lo può fare attraverso una e-mail dedicata: centro.studi@simeu.it

Grazie per sostenerci attraverso la vostra adesione alla società scientifica.

 

 

 





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