IL BLOG DI SIMEU

 

“Buon compleanno, vita mia!”

di Sossio Serra

 

Il turno di aprile è un groviglio di linee e nomi, una ragnatela fitta che ci intrappola tutti prima ancora di rendercene conto.
Ogni casella un’ombra, ogni turno un peso.

 

Quella notte… la vedo subito, come una macchia d’inchiostro sul foglio bianco, ma la lingua mi si impasta, le parole non trovano la strada per uscire.
Ho dimenticato di chiedere di non mettermi di notte proprio quel giorno, ed ora, con un turno la cui composizione è un vero e proprio incastro forzato, non ho il coraggio di parlare.

 

Il pronto soccorso di notte è il solito ventre oscuro che ingoia ansie e paure.
Si parte con due urgenze, subito.
Un blocco atrio-ventricolare che lotta contro il ritmo della vita, un addome acuto che urla silenziosamente il suo dolore.

 

Poi, un’affollata calma apparente, la lunga teoria di codici azzurri, bianchi e verdi, gente con la tosse, la febbre, malesseri di ogni tipo, piccole ferite che sembrano ingigantirsi nel buio.

Nessuna tregua, un nastro trasportatore di sofferenza e corpi stanchi, senza interruzioni fino al mattino.
Le sette passate da poco, la luce fioca dell’alba che inizia a farsi strada, l’infermiera del triage arriva di corsa: “Dottore, una signora… dice che deve spingere. Subito in ambulatorio, altrimenti ce lo fa qui, sul pavimento.”

La stanchezza evapora di colpo, l’ambulatorio si trasforma in una sala parto improvvisata.

Poche spinte, un vagito acuto che rompe il silenzio carico di attesa, per fortuna arrivano anche ostetrica e ginecologa ad aiutarci.
Un piccolo essere umano, sgualcito e potente, che annuncia il suo arrivo al mondo.

 

Un groppo alla gola, gli occhi che bruciano un po’, come spesso succede quando la vita trionfa.

 

Un’energia enorme che ci pervade tutti, difficile da descrivere, si dice sia l’energia della vita.
La situazione si tranquillizza e solo allora mi ricordo del cellulare, non lo tocco più dall’inizio del turno.

Una piccola costellazione di notifiche.

Messaggi di mia moglie e dei miei bimbi, di mia madre e di qualche amico che non si dimentica mai.

Rispondo a tutti, poche righe veloci per raccontare la piccola, grande meraviglia appena accaduta.

 

La risposta di mia madre è la prima ad arrivare: “Stupendo, una coincidenza bellissima! È nato il tuo stesso giorno, alla tua stessa ora!
Buon compleanno, vita mia!”

 

Si torna a casa con un’energia nuova, una leggerezza inaspettata.
Le coincidenze della vita, i piccoli miracoli che questo mestiere ti regala quando meno te lo aspetti.

 

Una notte di compleanno così… non capita a tutti.

 

Mi vengono in mente i biglietti speciali che si scrivono per i neonati.

A questo bambino, nato un po’ di anni dopo di me, alla stessa ora, auguro la capacità di tendere una mano a chi ne ha bisogno e la forza di inseguire le passioni che gli scaldano il cuore.

 

Alla fine e senza neanche rifletterci più tanto, è quello che ho cercato di fare anche questa notte.

 

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