IL BLOG DI SIMEU

 

Archive for maggio, 2018

#SIMEU18 Aggressioni in oltre la metà dei pronto soccorso nazionali

mercoledì, maggio 23rd, 2018

Pugliese “Urgente una soluzione organizzativa”

Domani al Teatro Sistina di Roma inizia l’XI Congresso nazionale Simeu

Le aggressioni al personale medico sono un’emergenza nei pronto soccorso nazionali.  Da una ricerca condotta da Simeu, dal 1 marzo al 30 aprile 2017 nel 63% dei pronto soccorso osservati si è verificata almeno una aggressione fisica. Il campione è costituito da 218 strutture di medicina d’emergenza-urgenza, pari al 33% di quelle presenti sul territorio nazionale. Le strutture presenti nel campione sono distribuite nelle 20 regioni e comprendono 53 Pronto Soccorso, 111 Dipartimenti Emergenza Accettazione (DEA) di primo livello e 54 di secondo livello.

Nell’ultimo anno, in base alle testimonianze raccolte dalla società scientifica, la situazione è sensibilmente peggiorata in tutte le regioni, dal Friuli Venezia Giulia alla Sicilia, passando per il Lazio. E non si contano aggressioni verbali e intimidazioni.

Nel 50% dei casi le aggressioni si sono verificate dove il problema sovraffollamento risulta più grave.

È questo il contesto in cui si tiene l’XI Congresso nazionale della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza che parte domani a Roma e in cui saranno affrontati i principali temi organizzativi e clinici della disciplina.

L’emergenza-urgenza è sola davanti al profondo cambiamento in atto – afferma Francesco Rocco Pugliese, presidente nazionale Simeu un cambiamento epocale che richiede una profonda trasformazione organizzativa, per far fronte al mutare delle richieste di salute dei pazienti, sempre più anziani e pluripatologici, e alle trasformazioni in atto nel sistema sanitario. L’aggravarsi delle violenze contro il nostro personale sanitario è certamente anche frutto di un disallineamento fra la realtà quotidiana e la direzione strategica delle politiche sanitarie nazionali: il sovraffollamento, principale causa di difficoltà fra mediti e pazienti, è un problema non solo stagionale ma endemico dei nostri pronto soccorso. Tuttavia resta senza soluzione. I pronto soccorso non hanno personale a sufficienza e la nostra competenza specifica è una risorsa che non sempre viene sfruttata a pieno nell’organizzazione sanitaria”.

 

#SIMEU18 Percezione del rischio e valutazione dei propri limiti

mercoledì, maggio 23rd, 2018

Ergonomia cognitiva e fattore umano in emergenza urgenza, intervista a Riccardo Tartaglia

Siamo abituati a pensare all’ergonomia come alla disciplina che si occupa di progettare strumenti e ambienti di lavoro in modo che siano congeniali all’utilizzo che ne deve fare che li usa e che siano utili alla produzione. In realtà esiste una ergonomia cognitiva che si occupa della comprensione delle relazioni fra persone oppure fra le persone e gli elementi del sistema per migliorare la funzionalità di sistemi comoplessi, fra cui certamente si annovera il sistema sanitario.

Su questo difficile e interessante tema si incentra l’intervento di Riccardo Tartaglia, direttore del Centro gestione rischio clinico e sicurezza del paziente della Regione Toscana, che è Collaborating Centre del WHO per la patient safety, e membro dell’Executive Committee della International Ergonomics and Human Factors Association, che anticipa nell’intervista che segue alcuni spunti di riflessione. 

Qual è il fine dell’ergonomia cognitiva? E cosa si intende per fattore umano?

L’ergonomia cognitiva è utile per costruire procedure di lavoro tenendo conto dei limiti umani. I medici in particolare non sono formati a tener conto dei propri limiti, a differenza, ad esempio, dei piloti, la cui formazione tiene conto delle fragilità delle singole persone e le usa per ottenere risultati migliori. Il fattore umano tiene conto del limite, della fatica mentale, del carico di lavoro, della qualità variabile della comunicazione fra gli operatori. I fattori umani servono per mitigare o ridurre al minimo quelle fragilità umane che sono la causa più frequente di eventi avversi in tutti i sistemi complessi.

Come si applicano questi concetti alla medicina di emergenza-urgenza?

Se si tengono in considerazione gli incidenti in pronto soccorso, gli errori di diagnosi sono determinati da una serie di fattori: processi che possono essere migliorati, come ad esempio il tempo di trasmissione dei referti degli esami, eccessivo carico di lavoro del medico dell’emergenza, che a causa della stanchezza e perché lasciato solo a fronteggiare situazioni in cui sarebbe necessario il confronto con i colleghi, rischia di perdere il controllo della situazione.

Secondo la letteratura internazionale, il 10% degli errori di diagnosi in emergenza sono determinati da una scarsa conoscenza dell’anamnesi del caso che sta trattando, perché soprattutto manca una trasmissione efficiente dei dati relativi alla storia del paziente, gap che si risolverebbe, ad esempio, con il Fascicolo sanitario elettronico. Per questo, e per la natura stessa del concetto di emergenza, i professionisti del pronto soccorso si trovano spesso a gestire l’imprevisto. Ma l’imprevedibilità si governa solo con l’esperienza: l’uso dilagante di medici non ancora specializzati in pronto soccorso aumenta esponenzialmente il rischio di errore.

Cosa si può far concretamente nell’emergenza sanitaria per migliorare l’ergonomia e ridurre l’impatto del fattore umano?

Innanzitutto bisogna rendere possibile e strutturale il lavoro di squadra; poi sarebbe utile introdurre sistemi di supporto cognitivo, ad esempio schede con diverse serie di sintomi per avere score che indichi come procedere nei differenti casi clinici; infine, uno strumento utile si è rivelato essere la formazione attraverso la simulazione di situazioni estreme, per valutare le reazioni del singolo in quei casi, il “fattore umano”, e in base a questo orientare la formazione specifica. Per concludere è necessario che i professionisti aumentino la percezione del rischio, che spesso non hanno, proprio perché, come dicevamo all’inizio, i medici culturalmente non sono formati a tener contro dei propri limiti. È necessario cominciare da se stessi per migliorare performance, sicurezza del paziente ed efficacia delle cure.

#SIMEU18 Non stancarsi mai di imparare, la lezione di Franco Perraro

sabato, maggio 19th, 2018

Rodolfo Sbrojavacca, direttore della struttura di Medicina d’ Urgenza – Pronto Soccorso dell’Azienda ospedaliero universitaria di Udine, “Cosa ho imparato dai pazienti. Cosa ho imparato da paziente”Giovedì 24 maggio, Teatro Sistina Roma, Congresso nazionale Simeu 2018.

 

Il titolo della sua relazione, non lascia dubbi sul fatto che il suo intervento si concentrerà sull’importanza della relazione fra medico e paziente.

In realtà questa sarà solo una parte di un discorso difficile. La competenza del medico deve essere fondata anche su una solida formazione scientifica: su questa si basa l’efficacia dell’intervento di un professionista. Ma non basta. Si tratta di una relazione fra esseri umani e ogni volta è un’esperienza diversa. La qualità del risultato non può prescindere  dalla competenza del medico a cui il paziente dei rivolge per risolvere il suo problema di salute ma anche dalla sua capacità di comunicare. Riflettendo su questi temi in vista del mio intervento al congresso, non potevo non pensare alla figura di Franco Perraro, che è stato tra i fondatori della medicina di emergenza italiana, mio predecessore all’ospedale di Udine e soprattutto maestro in questa disciplina, per molti e anche per me.

 

In che senso la figura di Franco Perraro, che, ricordiamo, è stato insignito dal Presidente della Repubblica nel 2013 della Medaglia d’oro al Merito della Sanità pubblica, le è stata di spunto per l’intervento rivolto alla platea del congresso Simeu?

Chi lo ha conosciuto ricorda innanzitutto l’entusiasmo e la profonda umanità che Franco metteva in ogni sua iniziativa. Queste qualità, insieme alla competenza scientifica e all’acutissima sagacia, ne hanno fatto un medico brillantissimo, che ha saputo immaginare, insieme a pochi altri allora, un futuro diverso per la Medicina d’urgenza e per la Qualità in Medicina, i suoi due grandi ambiti di attività. Fu anche uno dei protagonisti della Riforma Mariotti che nel 1968 diede agli ospedali italiani una organizzazione omogenea, come la conosciamo oggi, su tutto il territorio nazionale. E come tutti i veri Maestri, non mancò della generosità sincera necessaria per fare scuola, lasciando dietro di sé persone capaci di proseguire il lavoro iniziato.

Alla luce di queste considerazioni, e tornando al titolo del suo intervento, durante la sua carriera cos’ha imparato dai pazienti?

Troppo poco, temo. Ho incontrato molte persone molte storie, per lo  più dolorose. Tutto questo fa parte del bagaglio di ogni medico. Ogni storia, ogni esperienza, ogni errore deve sempre essere anche uno stimolo far meglio la volta successiva, nell’interesse dei pazienti e anche per la crescita di una disciplina che deve diventare sempre più forte e affidabile, nella direzione dell’insegnamento dei migliori fra coloro che ci hanno preceduto.

#SIMEU18 Il paziente anziano in pronto soccorso

giovedì, maggio 17th, 2018

Intervista a Giovanni Ricevuti

Relatore al Congresso nazionale Simeu – Giovedì 24 maggio, Teatro Sistina, Roma 

 

Secondo una ricerca condotta da Simeu nel 2015, i pazienti con più di 80 anni aumentano nei pronto soccorso nazionali al ritmo di circa 100.000 all’anno, con un incremento del 50% dei casi di ricovero necessario dopo le cure in urgenza. Un trend che si conferma in questi ultimi anni, anche in relazione alla stima Istat secondo cui la popolazione dei “grandi vecchi” (over 85)  fra il 2007 e il 2050 è in aumento costante da 1,3 fino 4,8 milioni di persone. Si tratta di pazienti particolari, che si definiscono “fragili” perché spesso hanno un quadro clinico complicato, con malattie croniche, spesso più di una, riacutizzate per un evento scatenante che costituisce la causa della corsa in pronto soccorso.

Il Congresso Simeu di Roma dedica a questo tema una delle lezioni magistrali d’apertura, giovedì 24 maggio al Teatro Sistina, “La strategia paziente-centrica nel management dell’anziano”. Relatore, Giovanni Ricevuti, già professore ordinario di Geriatria e Medicina di emergenza-urgenza all’Università degli Studi di Pavia e tra i fondatori della Scuola di specializzazione in Medicina di emergenza-urgenza. Il professor Ricevuti ci ha concesso qualche anticipazione.

Perché il paziente anziano è sempre più centrale per la sanità pubblica e, in particolare, per l’emergenza?

La cura del paziente anziano è un problema complesso da diversi punti di vista, culturale, economico e medico. Dal punto di vista culturale è urgente un approccio specifico, perché è necessario declinare la cura in funzione della biologia di un paziente che, in conseguenza dell’età, presenta manifestazioni di ogni patologia nel 90% dei casi differenti dalle manifestazioni in un paziente più giovane. Così come sono differenti gli esiti dei farmaci. Quindi non ci si deve occupare della cura di una malattia in un paziente anziano, ma del paziente anziano che presenta quella particolare malattia. È necessaria un presa in carico globale della persona, partendo proprio dalle condizioni legate alla sua età anagrafica.

E dal punto di vista economico?

Le cure per gli anziani assorbono il 70% circa delle risorse del servizio sanitario nazionale: anche per questo quindi, in un sistema in difficoltà come la nostra sanità pubblica, è di stringente necessità una particolare attenzione ai percorsi di questo tipo di paziente, attenzione che oggi in Italia, nella stragrande maggioranza dei casi è ancora carente.

Queste considerazioni in che direzione devono far mutare la gestione medica del paziente anziano?

È necessario che i medici dell’emergenza siano sempre più preparati in ambito geriatrico, perché la popolazione invecchia e i pazienti sono sempre più complicati dal punto di vista clinico, con una crescente comorbilità. Il trattamento del dolore meriterebbe poi una trattazione a parte per questo tipo di pazienti. All’estero esistono pronto soccorso dedicati ai pazienti anziani. È indispensabile arrivare a percorsi dedicati dal punto di vista clinico e anche rafforzare la geriatria nel progetto didattico della scuola di specializzazione in medicina di emergenza-urgenza in modo tale che i nuovi specialisti siano sempre più preparati a riconoscere le patologie geriatriche e a intraprendere il più corretto trattamento per i singoli casi.

#SIMEU18 Inizia al Teatro Sistina l’ XI Congresso nazionale Simeu, Roma 24/26 maggio 2018

mercoledì, maggio 16th, 2018

Il Teatro della Medicina di emergenza-urgenza, Formazione, competenze, organizzazione

Torna il congresso nazionale della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza, che ogni due anni fotografa la situazione dell’emergenza sanitaria nazionale e traccia le linee di sviluppo prossime in una situazione di profonda e veloce trasformazione della sanità pubblica. Un palcoscenico, quello dell’emergenza sanitaria, su cui quotidianamente vanno in scena il dolore e le ansie dei pazienti e dei loro familiari, la fatica e l’apprensione di medici e infermieri, tutti tesi insieme a un unico obiettivo: ottenere le cure migliori possibili, il più velocemente possibile, attraverso gli strumenti della formazione, competenza e organizzazione.

Il Congresso entra subito nel vivo Giovedì 24 maggio alle ore 15 al Teatro Sistina di Roma, dove si tiene la sessione scientifica di apertura: una serie di interventi magistrali  a cura di professionisti ed esperti, di fama nazionale e internazionale, sui temi cardine della disciplina, dai percorsi di cura del “nuovo” paziente anziano, sempre più anziano e più complesso dal punto di vista clinico, all’approccio al dolore in emergenza in Italia. Ospite d’eccezione, Alexandra Asrow, medico d’emergenza dell’Università dell’Illinois di Chicago, ambasciatrice internazionale di Acep, American College of Emergency Physician, l’organizzazione di riferimento per la medicina dell’emergenza statunitense.

Alle ore 18 tavola rotonda sulla situazione della medicina di emergenza in Italia in confronto con il resto d’Europa e con gli Stati Uniti. Modera Sigfrido Ranucci, giornalista Rai conduttore della trasmissione Report.

Interverrà durante la serata l’attore Michele La Ginestra con un breve spettacolo in collaborazione con i ragazzi di Laboratori Creativi Teatro 7.

Venerdì 25 e sabato 26 i lavori si trasferiscono all’Hotel Marriott, dove in sessioni contemporanee saranno affrontati temi clinici e organizzativi del mondo dell’emergenza, in gran parte proposti dai soci Simeu e accolti dal comitato scientifico del congresso.

Presidente Comitato scientifico: Maria Pia Ruggieri, past president Simeu.

Qui il programma del congresso.

Corsi precongressuali da lunedì 21 all’Hotel Marriott.

È disponibile la app Congresso Simeu 2018 per conoscere meglio appuntamenti, relatori e temi del Congresso  https://app.simeu.it.





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