IL BLOG DI SIMEU

 

Archive for giugno, 2025

L’emergenza in un abbraccio

domenica, giugno 15th, 2025

di Matteo De Giorgi

 

L’ultima notte è andata male

Come tutte le ultime

E aspetto il giorno

Con nuova speranza

 

 

28/09/2024

 

Smonto notte e mi dirigo verso Bertinoro, a tre ore da me c’è una scuola magica rappresentata da SIMEU, la società scientifica dell’emergenza urgenza

 

Sono le 8:00 del mattino ed in auto, nel traffico padovano, penso se ho preso tutto ciò che mi serve e conto a mente pantaloni, camicie, felpe, calzini, mutande ecc.

Scoprirò molto presto che non era questo l’essenziale.

 

Arrivo a Bertinoro, sono stanco, la notte in PS è andata male ed il viaggio stancante, eppure inizia subito il mio entusiasmo e come in una magia il mio corpo si rivitalizza e mi rispecchio nel volto di tanti giovani ragazzi sorridenti e curiosi.

 

Non conosco nessuno, eppure, mi sembra di conoscerli tutti.

 

È il momento della registrazione mentre nel giardino dell’albergo è servito l’aperitivo di benvenuto.

Ne approfitto per fare conoscenza.

Ho un’ora e voglio sfruttarla tutta.

Mi presento a Guido, Flavio, Genny, Tommaso, Gaia, Teodora, Matteo, Mattia e ognuno di loro mi dà la carica giusta, quella che a volte la corsia mi strappa via. È la voglia che mi ha spinto in pronto soccorso.

È la voglia che mi accompagna a sceglierlo ancora ed ancora …

 

Allora c’è ancora chi vive di questa voglia? Basta accenderla.

 

Ora siamo riuniti in una chiesa (che strana location penso) e dopo una breve presentazione del corso ci viene chiesto cosa ci ha spinto lì ad uno ad uno. 69 professionisti vengono interrogati su una cosa che sembra banale ma non lo è.

 

È bello come ognuno di loro dica qualcosa che mi riguarda, che almeno una volta ho pensato anch’io. Sono uno degli ultimi, non mi piace espormi, di base sono abbastanza introverso e riferire qualcosa di personale davanti a tante persone mi intimidisce, ma l’occasione è giusta e in fondo – come ho detto – mi sembra di conoscere tutti.

 

Quindi prendo il microfono, mi presento e dico la mia: ENTUSIASMO, ancora nessuno l’aveva detto quindi ho pensato fosse necessario dirlo … Io da SIMEU ricerco e ritrovo l’entusiasmo. Perché? Perché spesso il nostro lavoro ci lascia sconfitti e per rinascere ci serve l’entusiasmo.

 

Passano le giornate tra formazione frontale, simulazioni e casi clinici e ogni sera i giochi di gruppo che uniscono tutti. Qui hanno proprio pensato a tutto.

 

Impariamo a conoscere i nostri referenti, medici ed infermieri ed impariamo a conoscerci meglio anche tra di noi e capisco di essere al posto giusto, dove tutto prende la forma e la forza che ricercavo.

 

Sembra di essere davvero in un luogo magico ma non lo è.

Siamo noi, ognuno di noi che ogni giorno in corsia abbraccia con energia e voglia questo lavoro e che lo ama nonostante tutto, non serve specificarlo perché sappiamo tutti cos’è quel tutto, eppure lo abbracciamo.

 

Sono solo cinque giorni eppure mi hanno lasciato molto.

Nuove nozioni, nuove emozioni e nuove amicizie e tutto ciò contribuisce a migliorare giorno per giorno noi ed il nostro lavoro.

 

Tutto ciò è un abbraccio.

Il vostro abbraccio.

Grazie!

 

Matteo De Giorgi, infermiere del pronto soccorso Sant’Antonio, Padova

 

LA CURA INIZIA DALLA PORTA.

martedì, giugno 3rd, 2025

di Emiliano Fanicchia

 

L’autonomia infermieristica in triage: cuore, competenza e responsabilità al primo contatto.

 

Vent’anni in Pronto Soccorso ti insegnano che ogni secondo può fare la differenza. Ti insegnano a leggere i silenzi, a interpretare lo sguardo di chi entra con il dolore stampato sul volto e a decidere, in pochi istanti, quale sarà il suo percorso di cura. Il triage non è un semplice filtro: è un atto clinico, un momento di valutazione specialistica in cui l’infermiere esercita la sua autonomia in modo pieno e consapevole.

 

Questa autonomia non nasce per caso. È frutto di studio, formazione continua, esperienza e – soprattutto – di una profonda responsabilità etica e professionale. In triage l’infermiere non si limita a “smistare” pazienti, ma li prende in carico, li ascolta, li osserva e li valuta clinicamente. È un processo complesso, delicato, che richiede lucidità, competenza e una prontezza che solo chi vive ogni giorno nell’urgenza può comprendere.

 

 

La presa in carico: un gesto di cura che inizia al primo sguardo

 

 

Quando un paziente varca la soglia del Pronto Soccorso, il primo professionista che incontra è l’infermiere di triage. In quell’istante nasce una relazione, seppur breve, ma carica di significato. Prendere in carico significa riconoscere la persona, coglierne le vulnerabilità e valutarne i bisogni in modo rapido ed efficace. Non è un compito meccanico, ma un atto di cura consapevole e profondamente umano.

 

La presa in carico infermieristica in triage si basa su capacità comunicative raffinate, sull’empatia e sull’osservazione clinica. Il paziente non è solo un codice numerico: è una storia, una sofferenza, un vissuto che si presenta in una forma spesso confusa e urgente. L’infermiere esperto sa leggere tra le righe, sa quando un dolore toracico “banale” è in realtà il preludio a un infarto, sa quando un addome dolente nasconde un’urgenza chirurgica.

 

 

La valutazione infermieristica: rapidità e accuratezza

 

 

L’infermiere di triage è chiamato a compiere una valutazione clinica rapida e precisa, spesso in pochi minuti. Deve raccogliere dati, analizzarli, fare una sintesi e attribuire un codice di priorità che determinerà l’intero percorso del paziente. Non si tratta solo di rilevare parametri vitali, ma di comprendere il quadro clinico nella sua complessità.

 

Qui entra in gioco la competenza specialistica: conoscenza delle linee guida, capacità di interpretazione dei segni e sintomi, abilità decisionali. L’autonomia infermieristica si esprime in ogni scelta, nella capacità di fare una diagnosi infermieristica e di attivare immediatamente i protocolli, quando necessario, ad esempio, il fast track, prescrivere esami preliminari o somministrare farmaci in caso di dolore acuto.

 

 

La gestione del dolore: un diritto, una priorità

 

 

Tra le responsabilità più rilevanti dell’infermiere di triage vi è la gestione del dolore. Il dolore non è solo un sintomo: è un’urgenza, un’esperienza soggettiva che merita attenzione e rispetto. Troppo spesso, ancora oggi, viene sottovalutato o mal gestito, soprattutto nelle fasi iniziali del percorso.

 

L’infermiere, grazie alla sua autonomia, può – e deve – valutare il dolore in modo sistematico e attuare strategie di sollievo nel rispetto delle procedure previste. La scala NRS, la VAS, la FLACC per i bambini: strumenti validati che consentono una misurazione oggettiva e ripetibile. Ma oltre alla scala, c’è il cuore: c’è la capacità di vedere oltre, di capire quando un paziente non riesce a esprimere il proprio dolore ma lo comunica con il corpo, con lo sguardo, con l’irrequietezza.

 

Somministrare un analgesico al triage, quando previsto, non è solo un gesto tecnico: è il riconoscimento del diritto alla cura, è alleviare una sofferenza inutile. È anche questo che rende l’infermiere di emergenza urgenza una professione straordinaria: la possibilità di cambiare il corso degli eventi, di restituire dignità, fin dal primo momento.

 

 

Una competenza che richiede formazione e visione

 

 

L’autonomia in triage non è un lusso né un’improvvisazione. È un atto clinico che poggia su solide basi scientifiche e richiede aggiornamento costante. Richiede la capacità di lavorare in team, di comunicare con medici e colleghi, di documentare correttamente ogni passaggio.

 

In un mondo sanitario che cambia, dove le risorse sono spesso scarse e i carichi di lavoro elevati, l’autonomia infermieristica rappresenta una risorsa preziosa. Riduce i tempi di attesa, migliora la sicurezza, garantisce un accesso più equo alle cure. Ma soprattutto valorizza il ruolo dell’infermiere come professionista autonomo, capace, responsabile.

 

 

La forza di chi accoglie e guida

 

 

In questi vent’anni, ho visto centinaia di colleghi al triage. Ognuno con il proprio stile, con la propria umanità, con la propria esperienza. Ma tutti uniti da una stessa visione: essere il primo sguardo, la prima voce, la prima mano tesa. Essere il punto fermo nel caos.

 

L’autonomia infermieristica in triage non è solo una questione di competenze: è una questione di identità, di orgoglio professionale, di passione. È sapere che, in quel momento, sei tu a fare la differenza. E quando, alla fine del turno, ripensi a quel paziente a cui hai riconosciuto un codice rosso al volo, o a quel bambino a cui hai alleviato il dolore, sai che – ancora una volta – ne è valsa la pena.  Sempre.

 

 

Infermiere U.o.c. Pronto Soccorso Policlinico Tor Vergata di Roma

Consigliere Infermiere CDN SIMEU

Docente Faculty Nazionale Triage SIMEU

 





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