IL BLOG DI SIMEU

 

Archive for marzo, 2024

Gli affetti altrui.

domenica, marzo 31st, 2024

di C.B. DEA Santa Maria Annunziata

 

Fin dai primi tirocini, la maggior parte degli studenti di infermieristica è bramosa di svolgere parte della propria formazione in un particolare Setting: il DEA.

L’idea di affinare tecniche e conoscenze in situazioni in cui il tempo è davvero prezioso, è estremamente eccitante.

 

In questo Setting vengono messi a dura prova i nervi e le capacità di ogni professionista che, sotto la pressione dei codici incalzanti, è tenuto non solo ad agire tempestivamente, ma anche a saper rispondere in maniera coerente, efficace ed efficiente alle improvvise e diverse esigenze che gli si presentano.

La frenesia che si continua a percepire anche dopo la Laurea è questa: ci aspetta una sfida ogni giorno!

Affiancamento dopo affiancamento, tra un corso di formazione e l’altro, l’Infermiere acquisisce sempre maggiori competenze che  vanno a costituire un bagaglio personale che si potrà poi utilizzare in ogni altro Setting lavorativo successivo.

 

Dal punto del coinvolgimento è un ruolo tanto provante quanto gratificante, anche se a volte ci capita di trascurare il lato emotivo di noi stessi e delle situazioni, delle persone, in cui ci imbattiamo durante il turno lavorativo.

Ad esempio la signora con frattura di femore è molto di più di un caso clinico! E’ una settantanovenne che vive sola, lontana dalla famiglia, amante dei reality show che la sera, per tenersi compagnia, passa le ore al telefono con la nipote.

Oppure, il ventenne che si è lacerato una falange, ha appena iniziato il suo primo impiego ed è preoccupato per il posto di lavoro.

 

Il nostro ruolo è denso di relazioni umane, cosi come lo è anche di coinvolgimento personale anche se, in prima battuta, la natura del Setting ci spinge ad essere estremamente competenti nella parte tecnica. Dopo una più attenta riflessione ci possiamo però  rendere conto che esige anche un grande coinvolgimento dal punto di vista relazionale.

 

Negli ultimi due-tre anni, come mai prima l’Infermiere è stato chiamato a rispondere a situazioni nuove e mutevoli, a partire dall’esperienza della pandemia iniziata nel 2020.

L’infermiere di Pronto Soccorso non è solo colui, che insieme al resto dei professionisti sanitari, è tenuto a rispondere alle esigenze della popolazione in modo rapido e efficace, ma è colui che ha dovuto imparare a gestire il problema delle distanze, delle solitudini, delle emozioni profonde e purtroppo spesso anche del lutto attraverso un filtro.

Ovattato nella sua bolla, separato da strati di guanti e materiale isolante, si è improvvisamente dovuto far carico di tante cose di grande impatto umano.

 

Il gap non è stato solo di tipo fisico, ma anche e soprattutto emozionale: la situazione creata dalla pandemia covid ci ha portato a dover imparare a salutare i cari morenti di fatto soli, ove possibile, attraverso non solo tute impermeabili, ma a volte attraverso uno schermo.

Negato il calore di una carezza, di una mano amica: abbiamo assistito a situazioni pesanti come amici che non si sono più visti, mogli e mariti che non si sono più baciati, figli e figlie, madri e padri che non si sono più abbracciati per un ultimo saluto.

 

Per noi infermieri è stata un esperienza disarmante: non aver avuto più tempo in una condizione in cui il tempo era già di per se sfuggente.

È come se una situazione già gravosa di per sé a causa della natura della morte stessa e della fatalità della vita, dove vige un senso incolmabile di dolore, a volte rancore e amarezza si fosse ulteriormente appesantita.

 

In quel momento la figura onnipresente con i pazienti dell’infermiere ha svolto un ruolo fondamentale. Gestire i processi della malattia non è mai semplice, ancora meno lo è stato ostacolati da una pandemia mondiale dove tutti erano a rischio e nessuno poteva assistere direttamente il proprio caro. L’Infermiere  a questo punto si è fatto carico anche degli affetti altrui.

 

L’idea di conforto sia per chi esalava gli ultimi respiri, sia per i familiari lontani, passava proprio attraverso la figura che in quel momento assisteva h24, minuto dopo minuto le persone, le uniche figure a poter essere in qualche modo vicine a chi soffriva in quel momento delicato.

Se prima questo ruolo era affidato alla famiglia, in quel momento era diventato del tutto nostro.

 

Forse questa esperienza ci è servita a sviluppare in questi anni successivi una diversa consapevolezza ed un’ attenzione maggiore all’importanza delle relazioni umane, anche nella quotidianità attuale al di fuori dalla bolla covid.

 

Anche dove e quando i minuti sono davvero contati, la qualità della relazione umana può fare la differenza.

 

SEPSIS’ARENA e BREVE CRONISTORIA DELLA FACULTY SEPSI

domenica, marzo 17th, 2024

di Fabio Causin

con Elisa Pontoni e Mario Calci

 

Il 20-21 febbraio scorso, nell’ambito delle attività promosse dalla Faculty Sepsi e per iniziativa del dr. Alessio Bertini, Direttore del Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza dell’Ospedale Maggiore, si è tenuto a Bologna l’evento SEPSIS’ ARENA.

 

Nelle due giornate del seminario, trenta fra relatori e moderatori si sono alternati in 11 Challenge con la partecipazione proattiva di 160 fra medici e infermieri provenienti da tutta Italia quali discenti: ciascuna Challenge vedeva il confronto fra due relatori sugli snodi più controversi dell’iter diagnostico terapeutico del paziente con sepsi.

Ogni speaker aveva a disposizione 15 minuti per dare forza alla propria posizione da prospettive non necessariamente contrapposte ma sicuramente diverse, lasciando poi altrettanto spazio alla discussione con il pubblico, guidata dai moderatori.

 

Il confronto è risultato entusiasmante, vivace e partecipato, stimolato dal livello delle relazioni sicuramente colte e impattanti. “Bellissima giornata di scienza!“ il commento di uno dei relatori.

 

Questo è l’ultimo evento, in ordine di temo, organizzato dalla Faculty Sepsi.

Ma da dove siamo partiti? Di seguito una premessa e una breve cronistoria della nostra attività.

 

E’ bene ricordare che la sepsi è una patologia acuta, evolutiva, ad elevata mortalità se non riconosciuta e trattata adeguatamente. Rappresenta la seconda causa di morte nelle terapie intensive ed è la decima causa di morte nei Paesi a reddito più elevato.

L’incidenza stimata a livello mondiale supera i 270 casi per 100.000 abitanti/anno con più di 2 milioni di casi di sepsi l’anno, e un tasso di mortalità che oscilla, a seconda delle aree interessate, tra il 20 e il 40%, ed è destinata ad aumentare.

 

In Italia la mortalità si attesta attualmente sui valori più elevati, intorno al 40%. Considerato che la sua incidenza è in continuo aumento a livello mondiale, la sepsi è destinata a gravare sempre di più sui sistemi sanitari.

Tra le cause responsabili dell’aumento di incidenza possiamo citare l’incremento del numero di anziani con numerose co-morbilità e l’aumentata sopravvivenza della popolazione oncologica, o in trattamento immunosoppressivo, così come l’uso crescente di procedure invasive e di devices. Intorno alla sepsi si muove l’intero SSN , dal territorio all’ospedale, passando per i Dipartimenti di Emergenza, per poi  trovare quale destinazione gran parte degli altri reparti e servizi del sistema.

 

2016- 2024     LE INIZIATIVE DELLA FACULTY SEPSI

La Faculty è nata A Milano il 16 marzo 2016 per iniziativa di alcuni iscritti SIMEU, medici e infermieri – Fabio Causin, Mario Calci, Riccardo Pini, Anna Maria Brambilla, Germana Ruggiano, Mariangela Mattiazzo, Alessio Bertini, Franco Aprà, Roberto Cosentini, Fabio De Iaco, Francesca Cortellaro – che si sono resi conto come la conoscenza  del problema “sepsi”non fosse diffusa omogeneamente e mancasse una offerta formativa.

Nella riunione costitutiva vennero indicate le seguenti linee di azione:

– il corso di formazione  venne considerato il mezzo più idoneo per la diffusione di conoscenze e competenze con articolazione in corso base, avanzato e  infermieristico.

– la Faculty si impegna’ nella revisione continua e nella analisi critica della letteratura scientifica

– venne promosso Il confronto multidisciplinare con gli specialisti interagenti nelle diverse fasi della gestione del paziente settico

 

Corso di formazione: Dal 2017 a oggi, con la sola interruzione del periodo pandemico, sono stati organizzati 25 corsi con la partecipazione di circa 600 discenti. Le regioni coinvolte sono state: Toscana, 6 corsi; Lombardia: 5 corsi; Veneto: 5 corsi; Sicilia: 3 corsi; Emilia Romagna: 2 corsi; Lazio: 1 corso; Friuli VG: 1 corso; Marche: 1 corso; Puglia: 1 corso

 

Consensus Conference:  nel  2017, considerato il livello di incertezza interessante molti degli aspetti cruciali nella gestione della sepsi,  e la scarsa forza delle raccomandazioni contenute nelle linee guida internazionali,  in larga parte sostenute dall’opinione degli esperti, la Faculty ritenne necessario effettuare una revisione della letteratura e raccogliere l’opinione dei professionisti italiani operanti nell’ambito del Pronto Soccorso, per valutare l’applicabilita’  delle (scarse, ndr) evidenze nella specifica realta’ italiana.

L’obiettivo era quello di definire la posizione della Societa’ Scientifica in merito alle principali questioni relative al riconoscimento precoce e gestione della sepsi in Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza, tenendo in considerazione lo specifico contesto organizzativo italiano.

Il lavoro della Consensus venne svolto nel biennio 2017 – 2018 e coinvolse a vario titolo un centinaio di iscritti SIMEU dando luogo ad un documento pubblicato sul sito della società scientifica:  (https://www.simeu.it/w/articoli/leggiArticolo/3821/leggi),

 

Nel 2021 si eseguì un aggiornamento delle raccomandazioni alla luce di nuove evidenze scientifiche e dell’ultima versione pubblicata nel 2021 delle linee guida della SSC.

L’insorgere della pandemia da SARS-CoV-2 ha inoltre suggerito l’opportunità di introdurre uno specifico capitolo al riguardo. La revisione della Consensus è pubblicata sul medesimo sito in data 29.11.2021

 

Confronto multidisciplinare: il percorso del paziente settico e’ complesso, multidisciplinare, è un film che vede tanti professionisti interagire e girargli attorno. Con questi presupposti nel 2023 per iniziativa del dr. Mario Calci venne organizzato a Udine il I° Seminario della Faculty, in cui il confronto dotto e collaborativo tra professionisti di diversa estrazione e competenza ebbe un indubbio successo.

Sull’onda di questo risultato si programmo’ SEPSIS’ ARENA, storia recente.

 

Una finestra sul futuro: la Faculty Sepsi intende proseguire nel percorso tracciato, mantenendo e incrementando  l’attività formativa con i corsi programmati sia per il personale medico che per quello infermieristico, perseguendo la multidisciplinarietà, in particolare attraverso il confronto con gli altri specialisti,  tramite la promozione di una consensus intersocietaria, sempre più necessaria e auspicabile, proprio per la caratteristiche peculiari della gestione di una patologia così complessa;  l’omogenea gestione della stessa su territorio nazionale rappresenta inoltre un ulteriore obiettivo sotteso dalla diffusione e promozione capillare di protocolli gestionali condivisi,  standardizzati e localmente applicabili

 

 





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