IL BLOG DI SIMEU

 

Archive for ottobre, 2022

CRONACA DI UNA SUM_SCHOOL: “Ma come fate ad essere così felici?”

mercoledì, ottobre 26th, 2022

di Mario Guarino

 

Alto, magro,  con un accento tipicamente lombardo che ne tradisce le origini, Matteo esordisce a voce bassa al termine dell’intervento di Rodolfo Sbrojavacca; una lezione che va ben oltre la medicina d’urgenza.

“Ma come fate ad essere così felici?”

 

La Summer School 22 inizia cosi’, in un uggioso pomeriggio del 28 settembre: con un interrogativo inevaso.

 

Le possibili risposte si materializzano ora dopo ora.

Il Professor Agnelli descrive luci ed ombre delle scuole di specialità, immaginando futuri migliori grazie al costante lavoro della SIMEU. Il PEIMAF illustrato da Geminiano Bandiera ed Andrea Fabbri e lo speech dei vigili del fuoco di Forlì, aprono scenari nuovi. Carlo d’Apuzzo, Giuseppe Sfuncia e Mario Rugna sono autentici miti che prendono forma, volto e voce dietro EMpills, ecomania e MEDEST. Scrigni preziosi per la formazione smart tanto amata dai giovani MEU. La storia della medicina d’urgenza prende la voce di Rodolfo Sbrojavacca che, in una sessione totalmente interattiva, ha risposto ai dubbi e alle incertezze di chi ha deciso di intraprendere la vita dell’urgenza.

 

I megacode caratterizzano la seconda giornata.

Stazioni di simulazione di patologie tempo-dipendenti in cui Matteo salta tra uno stroke ed uno shock settico, una sindrome coronarica acuta ed un trauma maggiore in un bambino. La formazione passa attraverso il gioco con la challenge: domande sui singoli casi con risposte che devono essere date in 10 secondi dopo aver schiacciato un campanello.

 

La “gamification” esplode nella competizione tra i gruppi di giovani medici ed infermieri d’emergenza-urgenza  che stringono rapporti di amicizia. Inizia il lavoro sul photo e story contest in cui il vissuto e l’esperienza di ciascuno viene condiviso negli scatti e negli scritti. Claudia Cimmino interpreta una perfetta paziente con stroke nello scenario condotto da Antonio Voza e Maria Rita Taliani.

 

La faculty sepsi, guidata da Fabio Causin e Silvia Musci, espone gli step d’azione e le possibili strategie di monitoraggio che Gian Cibinel completa con la magia dell’eco bedside.

 

In un altro setting Marcello Montomoli e Francesca Cortellaro passano dal dolore toracico all’arresto facendosi compagnia con il manichino ALS e il defibrillatore. E’ovvio che anche qui l’eco la fa da padrona assoluta.

 

Un bambolotto di pezza, bruciacchiato e truccato a dovere, accentra la scenografia del trauma maggiore nel bambino.

Idanna Sforzi, Costanza Traversie Irene Raffaldi sono autentiche maestre nel simulare uno scenario complesso e drammatico anche nei risvolti relazionali e di comunicazione. La giornata si conclude a mezzanotte circa con l’invito di Enzo Mandola (insostituibile organizzatore di tutto)  a lasciare l’aula dopo la lezione di Giovanna Guiotto sull’emogasanalisi come esame salvavita e di Mauro Giordano sulle iponatremie che ci passano sotto il naso, sotto mentite spoglie, ogni giorno.

 

La colonna sonora di questa edizione è “Ciao ciao” de La Rappresentante di Lista e “con le mani” si lavora il terzo giorno.

 

Procedure invasive quali pericardiocentesi, drenaggi toracici e crico d’urgenza, vedono Giuseppe Pepe alla consolle, mentre Mario Rugna e la Cimmino si divertono tra vie aeree difficili e REBOA. Giovanni del Rio procede con la simulazione dei presidi sovraglottici. Ventilatori, caschi e maschere di ogni foggia sono come clavette nelle mani di un giocoliere della NIV: Rodolfo Ferrari. Gli accessi venosi per adulti e bambini non sono un problema se hai un eco, un’intraossea e Gian, Idanna e Maria Luisa Ralli a fare la simulazione. Alessandro Riccardi conclude la serata, ben oltre la mezzanotte, discutendo sul dolore per “colpa nostra” e dell’indispensabile sedazione procedurale.

 

La giornata clou inizia alle 6.00 in punto con attivazione del PEIMAF per una maxiemergenza da incidente su strada provinciale.

 

7 veicoli coinvolti di cui 1 pulmino. 28 persone coinvolte di cui 2 deceduti sul posto.

 

Un PMA messo su nei tempi stabiliti dal PEIMAF. Un ospedale HUB di 250 posti letto dotato di neurochirurgia, e radiologia interventistica viene simulato nel teatro, nel fojer e nella sala ristoro della foresteria del CEUB di Bertinoro.

Un ospedale spoke di 120 posti letto con poche specialità ed un solo apparecchio TAC, prende posto nei locali del Rivellino, ai piedi della rocca medioevale. Quattro ambulanze ed un’automedica vengono dirette dal PMA ai diversi ospedali secondo criteri che medici ed infermieri d’urgenza dettano dall’unità di crisi impostata sul terrazzo della rocca.

 

Uno scenario ben oltre il verosimile che viene ripreso da un drone, un fotografo ed un cineoperatore.

I video e le immagini serviranno nel debriefing della sera ad opera di Geminiano Bandiera ed Andrea Fabbri.

 

Sossio Serra fa il contraltare ad Alessandro Riccardi parlando del dolore spontaneo e dell’analgesia precoce ed adeguata anche con i blocchi ecoguidati nella splendida dissertazione di Gian Cibinel.

La Sedazione palliativa ed il fine vita è una sorta di storytelling a più voci che il nostro presidente Fabio de Iaco conduce stimolando il racconto di molti.

 

Qualcuno non trattiene le lacrime e Matteo porta a casa un altro pezzo.

 

Dopo cena la premiazione del photo contest che ha visto la giuria presieduta dal famoso regista Alessandro D’Alatri.

Uno scatto costruito sapientemente ed in linea con il tema “sguardi” dal gruppo “piedi” che si aggiudica anche un premio speciale per lo story-contest grazie ad una parodia della canzone “ciao-ciao” declinata al mondo dell’urgenza.

 

Maurizio de Giovanni premia la storia “reflusso di coscienza” sempre ad opera del gruppo “piedi”.

Il premio è il libro di sedoanalgesia del gruppo SAU.

 

E’ ormai notte e nell’unico bar aperto di Bertinoro, davanti ad un calice di sangiovese, Matteo mi sorride senza parlare, come se stesse trovando i pezzi cercati.

 

E’ il 2 ottobre e la Summer si conclude con il TED dei giovani medici ed infermieri.

Il palco a disposizione per giudicare l’evento e formulare proposte, vomitare desideri e sogni.

 

La consegna degli attestati con relativa foto segna la fine di questa emozionante esperienza, ma non senza chiedere a Matteo di fare la stessa domanda. La risposta, o meglio le risposte, non ci sono se non negli sguardi emozionati di tutti, grandi e piccini.

Si torna il prossimo anno con nuove follie!

 

 

 

La perenne sfida a costruire un futuro possibile

sabato, ottobre 15th, 2022

di Anna Maria Ferrari

 

Da un po’ di tempo, in ogni evento ufficiale a cui partecipo, mi capita di ripetere la stessa frase “ Nei mei lunghi anni di lavoro nel SSN e nell’emergenza urgenza non ho mai vissuto un momento più difficile di questo” e non mi riferisco alla sola disciplina di Medicina d’Emergenza Urgenza ma a tutta la Sanità pubblica.

 

Stiamo vivendo il momento della decadenza del Servizio sanitario pubblico, nato con un atto di coraggio della politica nel 1978, ma mai portato veramente a compimento per essere il gioiello di una società davvero civile e solidaristica. La vera riforma non è mai decollata veramente ed ora le forze che l’hanno osteggiata fin dall’inizio possono dire di stare vincendo la loro sfida, con un sistema sanitario costantemente sotto finanziato, utilizzato come fonte di stanziamento per altri scopi, mai amato e rispettato e neppure capito da chi istituzionalmente era responsabile delle scelte, a tutti i livelli.

 

Perché questa prefazione per parlare di noi, dei medici dell’emergenza urgenza?

 

Perché la nostra sorte e la nostra condizione è strettamente legata ad un Servizio sanitario tradito ed attualmente ai limiti della sopravvivenza.

In questo momento la sopravvivenza gli viene garantita da quel piccolo grande esercito di medici ed infermieri che ci hanno creduto e che si sentono orgogliosi di fare parte di un sistema sanitario che garantisce la gratuità di cure, anche avanzate, per tutti e che svolge la propria professione prendendosi cura fino in fondo dei pazienti che gli sono stati affidati, rinunciando a tanto della propria vita privata.

 

Ebbene, nel nostro settore c’è sempre stata un’alta concentrazione di questi strani soggetti, legati a doppio filo alle loro responsabilità nei confronti dei pazienti, dei colleghi, e dei loro ideali.

La scuola di specializzazione è stata conquistata da questi strani soggetti, che ci hanno creduto, contro ogni previsione e contro nemici molto agguerriti.

E ancora questi strani soggetti hanno dato forma alle Strutture dove esercitare la Medicina d’Emergenza Urgenza, non solo in Pronto Soccorso, ma anche in Medicina d’Urgenza e sui Mezzi di Soccorso Avanzato.

 

Poteva ormai sembrare una strada in discesa ma non è andata così.

 

I risparmi sul personale operati negli anni scorsi a causa di leggi finanziarie sempre più restrittive, a commissariamenti regionali, a errate valutazioni sui reali fabbisogni di personale, aggiunti ai  gravi errori sulla formazione specialistica che hanno portato ad una carenza assurda di specialisti e ad una grande sacca di medici destinati alla sottoccupazione, perché impossibilitati ad entrare in specializzazione.

 

Ebbene queste scelte hanno ridotto all’osso il personale medico degli ospedali, rendendo sempre più gravoso il lavoro per i pochi rimasti, soprattutto nella nostra disciplina.

 

Esistono poi le tempeste perfette e arrivarci con gravi carenze d’organico non è il miglior modo per affrontarle: parliamo di una pandemia Covid che non finisce più, e nella quale ci siamo distinti per abnegazione, di una medicina territoriale che ne è stata travolta e che fatica a ritrovare l’efficienza utile a trattenere i pazienti fuori dai Pronto Soccorso, del mondo delle prestazioni ambulatoriali specialistiche e diagnostiche che non riescono a riprendere tempi di attesa accettabili, favorendo il ricorso ai PS e al privato.

 

Parliamo poi degli Ospedali che, a corto di personale medico nelle discipline di base (medici d’emergenza urgenza, internisti, geriatri, anestesisti, ortopedici, etc), strangolati dai pareggi di bilancio e dalla scarsità di posti letto per acuti e cronici, non riescono a garantire quel minimo di posti letto che farebbero respirare i Pronto Soccorso.

 

Tutto ciò rende la nostra vita lavorativa molto difficile e favorisce l’abbandono della disciplina, facilitato dalla carenza di medici specialisti quasi in ogni branca.

 

Tutti ci stiamo interrogando sulle possibili soluzioni per riportare in equilibrio il sistema e rendere il lavoro in Emergenza Urgenza di nuovo sostenibile e quindi desiderabile, così come lo è stato per la maggior parte di noi.

 

E’ ancora possibile?

Penso che sì, sia ancora possibile!

 

E’ la sfida dei medici d’emergenza urgenza dell’oggi e del futuro, che debbono capire che in questi pochi anni si decide la qualità del sistema in cui dovranno lavorare o dal quale fuggiranno.

Il ritorno alla rotazione nei PS?

La rinuncia alla Medicina d’Urgenza e ai Mezzi di soccorso avanzato?

La resa al sistema privato?

 

O la resistenza e l’alleanza di coloro che credono ancora di potersi dedicare a ciò che li appassiona, senza dovere rinunciare ad una vita di qualità? 

 

Questa è la sfida che attende tutti noi!

 





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