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On line il nuovo fascicolo dell’Italian Journal of Emergency Medicine

sabato, giugno 14th, 2014

Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

@P_Balzaretti


In attesa che lunedì parta la Settimana nazionale Simeu del Pronto soccorso, qualche consiglio di lettura: è  on line il 3° fascicolo dell’Italian Journal of Emergency Medicine per il 2014, come al solito ricco di materiale interessante per l’aggiornamento. Tra tutti gli articoli pubblicati, ci terrei a segnalarne due in particolare.

Il primo riguarda il tema della della responsabilità professionale del medico ed è stato scritto dall’avv. Marianna Catalini, del Servizio Legale dell’ASUR Marche.

Il dibattito sul tema è continuo ormai da lungo tempo ed è stato arricchito recentemente dall’introduzione dell’art. 3, comma 1 del D.L. 158/2012, la cosiddetta riforma Balduzzi, il quale recita: “L’esercente la professione sanitaria che nello svolgimento della propria attività si attiene a linee guida e buone pratiche accreditate dalla comunità scientifica non risponde penalmente per colpa lieve. In tali casi resta comunque fermo l’obbligo di cui all’articolo 2043 del codice civile. Il giudice, anche nella determinazione del risarcimento del danno, tiene debitamente conto della condotta di cui al primo periodo”.

Qual’era l’orientamento della giurisprudenza sul tema prima dell’introduzione del decreto? Quali interpretazioni ne sono state fornite nelle sentenze successive? Con quali implicazioni? E ancora: quali i potenziali effetti sul ricorso alla Medicina Difensiva? Come interpretare il ruolo delle linee in questa nuova luce?

L’articolo, molto approfondito, fornisce una risposta a questi quesiti e merita sicuramente la lettura.

Il secondo lavoro che vorrei segnalarvi si intitola “Fibrillazione atriale parossistica e nuovi anti-coagulanti orali” ed è stato preparato dai colleghi Di Zio, Serra, Stella e Fallani. Si tratta di un’estesa disamina sulla gestione del paziente con fibrillazione atriale che, partendo da un caso clinico, affronta tutti i punti più importanti: diagnosi differenziale rispetto ad altre tachiaritmie, stratificazione del rischio cardio-embolico per mezzo dell’impiego degli score clinici CHA2DS2-VASc SCORE e HASBLED, terapia con gli anti-coagulanti orali.

A completare l’approfondimento sulla fibrillazione atriale un case report riguardante la somministrazione di flecainide in un paziente con malattia del nodo del seno.

Segnaliamo anche un il case report di una rottura spontanea di milza e una revisione sull’impiego del doppler transcranico nel paziente critico.

Mi sembra che i motivi per scaricare il nuovo numero dell’Italian Journal of Emergency non manchino: buona lettura!

Fare di più non significa fare meglio: cinque raccomandazioni per rendere più appropriata la nostra pratica clinica

martedì, giugno 10th, 2014

di Bartolomeo Lorenzati, redazione blog Simeu

@BatoLorenzati

La spesa pro-capite per l’assistenza sanitaria è molto elevata e, dal 2003 al 2011, il costo medio per un accesso in DEA negli Stati Uniti è aumentato del 240%, passando da 560$ a 1355$. Analogamente agli USA accade in Italia ed in tutti gli stati del mondo che possono offrire ai propri cittadini le più avanzate tecniche per i percorsi diagnostico-terapeutici.

La Campagna Choosing Wisely, lanciata nel 2013 dall’American Board in Internal Medicine e ripresa in Italia dall’associazione “Slow Medicine”, ha proposto alle principali società scientifiche di individuare 5 test (ematochimici o di imaging) ritenuti di poco valore diagnostico e pertanto eliminabili (vedi anche il post su SIMEU blog). L’American College of Emergency Physicians ha individuato:

  1. non richiedere la TC cranico nei pazienti con trauma cranico lieve che sono a basso rischio di sanguinamento secondo gli score validati;

  2. non posizionare il catetere vescicale in Pronto Soccorso per il monitoraggio della diuresi nei pazienti emodinamicamente stabili, o solamente per la comodità del paziente o dello staff;

  3. non ritardare l’attivazione delle cure palliative e dell’hospice per i pazienti che ne potrebbero trarre beneficio;

  4. evitare l’utilizzo di antibiotici e di esami colturali per i pazienti con infezioni cutanee non complicate o ascessi sottoposti a drenaggio;

  5. evitare il posizionamento di accessi venosi per la terapia reidratante nei bambini prima di aver provato la somministrazione orale.

Nel Febbraio 2014, da parte della “Partners Healthcare”, sono stati pubblicati su JAMA Internal Medicine (1) i risultati di un Consensus Development Project organizzato con la scopo di ridurre i costi nella medicina d’urgenza. Tale gruppo era composto da sei Emergency Physicians operanti in differenti ospedali del Massachusetts (due Ospedali accademici e quattro Ospedali pubblici), con un totale di più di 320000 passaggi annui.

Gli autori dello studio hanno elaborato l’indagine valutativa suddividendola in 4 fasi: inizialmente, hanno identificato una serie di accertamenti diagnostici di basso valore clinico e sotto il diretto controllo prescrittivo degli urgentisti, in un secondo tempo li hanno suddivisi in base a criteri di rischio/beneficio, costo ed accessibilità. Al termine sono stati ottenuti 64 esami successivamente sottoposti al giudizio del technical expert panel (TEP) appositamente formato che ha individuato 5 accertamenti di basso valore diagnostico.

Le di 5 raccomandazioni inserite nella top-five list sono:

  1. non richiedere la TC della colonna cervicale per eventi traumatici nei pazienti che non soddisfano i National Emergency X-ray Utilization Study (NEXUS) o del Canadian C-Spine Rule;

  2. non richiedere la TC torace con mdc per sospetto di tromboenbolia polmonare (EP) senza aver prima stratificato il rischio per EP;

  3. non richiedere la risonanza magnetica della colonna lombare per dolore in assenza di elevati fattori di rischio;

  4. non richiedere la TC del cranico per i pazienti con trauma cranico lieve che non soddisfino i New Orleans Criteria o i Canadian CT Head Rule;

  5. richiedere la coagulazione solamente nei pazienti con coagulopatia sospetta o emorragie in corso.

Nonostante sia universalmente riconosciuto che la medicina debba basarsi su prove scientifiche di efficacia, da tempo è stato evidenziato che molti esami e molti trattamenti sia farmacologici che chirurgici, largamente diffusi nella pratica medica, non apportano benefici per i pazienti, anzi rischiano di essere dannosi.

Anche presso l’Azienda Ospedaliera in cui lavoro, il S. Croce e Carle di Cuneo, da settembre 2013 è stato avviato il progetto Aziendale “Fare di più non significa fare meglio – Le 3 pratiche a rischio di inappropriatezza” con lo scopo di migliorare la qualità e la sicurezza dei servizi erogati dalla nostra Azienda.

La nostra divisione ha individuato:

  1. evitare il posizionamento di CVP (catetere venoso periferico) ai pazienti valutati in DEA che necessitano esclusivamente di prelievo venoso, ai quali si presume ragionevolmente una mancata necessità di terapia infusionale;

  2. evitare l’esecuzione della radiografia della colonna cervicale a pazienti politraumatizzati, coscienti, asintomatici, valutabili clinicamente e senza deficit mielici (criteri Nexus + Canadian Study);

  3. evitare l’esecuzione di TC cranio ai pazienti vittima di trauma cranico minore, e considerati low-risk per danni cerebrali (età, comorbidità, dinamica, sintomi), secondo score clinici validati.

L’idea della Top Five List, della Choosing Wisely campaign o del progetto “Slow Medicine” sono utili per farci riflettere sull’utilizzo delle indagini diagnostiche inopportune e costose nella nostra professione. Storicamente i medici operano rivolti ai propri pazienti e noi ai costi, così che nel 1984 Livinsky scrisse “When practicing medicine, doctors cannot serve two masters. The doctor’s masters should be the patient”. Oggigiorno tutte le professioni sanitarie devono confrontarsi con la pressione nel migliorare sempre la qualità dei servizi offerti e con la necessità di prestare attenzione ai costi dei servizi erogati. Trovo pertanto molto interessante la spinta auto valutativa che hanno fornito tali campagne nell’ultimo anno.

Bibliografia

  1. Schuur JD, Carney DP, Lyn ET, Raja AS, Michael JA, Ross NG, Venkatesh AK. A top-five list for emergency medicine: a pilot project to improve the value of emergency care. JAMA Intern Med. 2014 Apr;174(4):509-15. Link

Esperimenti 2.0 per i congressi Simeu: il successo della Lombardia

lunedì, giugno 9th, 2014

di @SilviaAlparone

 

Interattività e partecipazione. E’ stata questa la chiave del congresso regionale della Lombardia del 2014 “Itinerari di Pronto Soccorso”. Gli scorsi 22 e 23 maggio i circa 150 partecipanti alle due giornate di lavori hanno vissuto un’edizione particolarmente coinvolgente dell’annuale appuntamento che si tiene all’Irccs San Matteo di Pavia. L’organizzazione della prima giornata in particolare è stata affidata ai Giovani della Società scientifica, che hanno utilizzato nuovi strumenti tecnologici e social.

Francesco Geraci, responsabile Simeu Giovani Lombardia, qual è stato il momento più vivace del vostro programma?

“Sicuramente il momento del sondaggio, durante il primo appuntamento che abbiamo intitolato Fari nel buio: dopo la presentazione dei casi clinici che ci eramo proposti di esaminare, a partire dalla discussione sulle linee guida della colica renale, la partecipazione del pubblico è stata assicurata dall’ultilizzo di un applicativo, Socrative, che i partecipanti hanno potuto scaricare gratuitamente sui loro tablet e smartphone per un utilizzo immediato. L’app ha consentito di interagire velocemente: chi conduceva l’incontro poneva quesiti a cui il pubblico rispondeva in tempo reale, e le risposte venivano proiettate e quindi condivise man mano che venivano inviate, senza indicarne l’autore, in maniera tale da evitare reticenze o timidezze che a volte possono impastoiare il dibattito”.

Un momento del Congresso di Pavia

Taglio pratico e forti basi scientifiche per rendere gli appuntamenti congressuali ancora più produttivi nel confronto professionale?

“E’ un modello che ha riscosso il successo dei partecipanti, e non solo dei più giovani: l’attenzione e la partecipazione sono state alte per tutta la durata dell’incontro, circa un’ora e mezza, stimolando una discussione particolarmente vivace, che abbiamo dovuto stoppare per limiti di tempo invece che sollecitare, come spesso accade”.

Interattività e coinvolgimento del pubblico anche applicati alla presentazione dell’attività di ricerca targata Simeu di cui si è parlato nella sessione pomeridiana.

“Il pomeriggio della giornata organizzata dai Giovani in collaborazione con la sezione formazione e ricerca Simeu, è stata dedicata alla ricerca e all’attività del Centro Studi della Società scientifica. Sono stati anche presentati i lavori scientifici di soci Simeu lombardi pubblicati su riviste con impact factor e anche sulla presentazione degli abstract migliori abbiamo cercato una discussione stimolante e il pubblico ha risposto benissimo”.

Anche la seconda giornata, improntata a un più tradizionale schema d’azione congressuale, ha avuto un forte carattere innovativo in particolare nei temi trattati: si è parlato di nuovi modelli organizzativi in pronto soccorso, in particolare di terapie subintensive, del caso del Nucleo di assistenza avanzata del pronto soccorso di Foggia e di  lean thinking, strategia operativa nata dal mondo automotive, e da lì applicata in settori diversi sempre con l’obiettivo di aumentare l’efficienza ed eliminare gli sprechi.

Un caso, quello del congresso regionale della Lombardia di quest’anno, che segue la traccia segnata fra l’altro da Foam, Free open access meducatiom, il movimento internazionale che grazie all’uso massiccio dei social e dei nuovi strumenti tecnologici sta provocando importanti cambiamenti metodologici nella medicina d’emergenza-urgenza anche italiana.

Gli Atti del congresso sono già disponibili sul sito simeu.it, nella sezione Convegni.

16-22 giugno 2014: La Settimana nazionale Simeu del Pronto Soccorso: è urgente fare squadra!

martedì, maggio 13th, 2014

di @SilviaAlparone

Ogni anno circa 24 milioni di Italiani vengono curati nei pronto soccorso italiani.

Tutti i giorni, arrivano casi gravissimi e meno gravi, incidenti stradali, incidenti sul lavoro, casi di violenza domestica, anziani con malattie complicate dall’età, tossicodipendenti, persone senza fissa dimora. Spesso si tratta di casi sociali, oltre che sanitari.

L’attività sanitaria del pronto soccorso è diventata negli anni sempre più complessa e articolata: oggi molti pazienti trovano risposta al loro problema già nei reparti d’urgenza, dove vengono curati e dimessi senza più bisogno di ricovero, perché il personale oggi è specializzato per l’emergenza.

Dal 16 al 22 giugno si terrà la Settimana del pronto soccorso: sul territorio delle diverse regioni italiane medici e infermieri Simeu organizzeranno incontri, dimostrazioni di manovre di primo soccorso e altre occasioni di confronto con la cittadinanza, fuori dagli ospedali, in luoghi inconsueti per l’emergenza.

La Società italiana della Medicina di Emergenza-Urgenza vuole promuovere in questo modo un forte patto di alleanza fra gli specialisti del pronto soccorso e tutta la popolazione per fare squadra insieme, migliorare la qualità del servizio e aprire un nuovo canale di dialogo fra chi cura e chi viene curato, ascoltando le esigenze dei cittadini e spiegando dinamiche e problemi dell’attività di emergenza sanitaria al di là della tensione dei casi di cronaca e dei momenti di difficoltà personale in cui ci si rivolge alle strutture di urgenza sanitaria.

Tutti gli eventi in calendario avranno visibilità sul sitowww.simeu.it in uno spazio dedicato all’iniziativa. Il blog della Società scientifica darà spazio all’approfondimento della discussione sui temi della manifestazione, aperta a Istituzioni e cittadini.

 

 

 

Ecografia al letto del paziente: un altro passo avanti verso il pieno riconoscimento

giovedì, aprile 24th, 2014

di Bartolomeo Lorenzati, medico d’urgenza Aso S.Croce e Carle di Cuneo

@BatoLorenzati

Nel 2011 è uscito sul numero del 24 Febbraio del New England Journal of Medicine una review dal titolo “Point-of-Care Ultrasonography” che ha sancito l’utilizzo, da parte di medici non-radiologi, dell’ecografia come complemento dell’esame obiettivo e come supporto a procedure invasive. In tale articolo l’ecografia point-of-care veniva definita comel’ecografia portata al letto del paziente ed eseguita dal medico come complemento all’esame obiettivo utilizzando delle immagini in real-time.

Il concetto di “focused ultrasound” è un concetto fondamentale per l’ecografia point of care. I medici provenienti da diverse specialità possono utilizzare questa metodica per esaminare un organo in particolare, una malattia, o eseguire una procedura che è direttamente rilevante per la loro area di competenza. L’ecografia point-of-care permette di valutare i pazienti secondo un approccio focalizzato sul problema quali l’ipotensione, il dolore toracico, la dispnea, lo shock o il trauma.

Negli ultimi anni è stata sempre più utilizzata, anche in contesti a risorse limitate come in Paesi in Via di Sviluppo, in guerra, nel pre-ospedaliero o durante catastrofi naturali. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) afferma che l’ecografia e la radiografia, singolarmente o in combinazione, risponderanno ai due terzi di tutte le esigenze di imaging nei Paesi in Via di Sviluppo nel prossimo futuro.

Solamente tre anni dopo, il 20 marzo 2014, è stato pubblicato sul NEJM da parte di Scott D. Solomon, della Harvard Medical School, un perspective da titolo “Point-of-Care Ultrasound in Medical Education — Stop Listening and Look”.

L’articolo sottolinea nuovamente l’importanza dell’ecografia bedside ed introduce la novità, almeno per la realtà accademica italiana, dell’insegnamento di tale metodica a complemento dell’esame obiettivo durante il Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia da affiancare all’insegnamento dell’Anatomia e della Fisiologia.

L’articolo afferma ciò che tutti noi appassionati di bedside and focused ultrasonography abbiamo potuto sperimentare negli anni sul campo: la visualizzazione ecografica degli organi, associata all’anatomia classica su cadavere e sugli atlanti anatomici, risulta essere un forte valore aggiunto all’insegnamento dell’anatomia, della fisiologia e della semeiotica medica.

Attualmente alcune Facoltà di Medicina negli Stati Uniti, come quella dell’Università della South Carolina, dell’Università della California, dell’Università di Harvard e l’Ichan School del Mt Sinai di New York hanno riconosciuto il potenziale valore di tale metodica di insegnamento ed l’hanno integrata nel consueto percorso formativo di laurea. Il suo insegnamento consentirà agli studenti di effettuare valutazioni crude, come ad esempio la valutazione della funzione del ventricolo sinistro, del diametro della vena cava, della presenza o meno di calcoli nella colecisti e della presenza o meno di una trombosi venosa profonda, non di effettuare un ecografia diagnostica di II° livello.

I detrattori dell’ecografia bedside affermano che tutto ciò comporterà solamente l’incremento dell’errore diagnostico (esami effettuati da personale non esperto), l’incremento degli esami inutili richiesti (falsi positivi) e che questa tecnologia distoglierà l’attenzione degli studenti dagli elementi cardine dell’esame obbiettivo e dei percorsi di diagnosi.

L’articolo termina citando la prefazione all’edizione inglese del libro “A treatise on the Disease of the Chest and on Mediate Auscultation” scritto da Leannec nel 1829 successivamente all’introduzione nella pratica clinica dello stetoscopio nel 1816.

Notwithstanding its value, I am extremely doubtful, because its beneficial application requires much time, and gives a good deal of trouble both to the patient and the practitioner.”

Circa 200 anni dopo la sua introduzione, lo stetoscopio o fonendoscopio è cambiato assai poco sia dal punto di vista stilistico che da quello tecnico, rimanendo l’unico strumento ed indistinguibile segno della nostra professione.

Voi cosa ne pensate? Sareste favorevoli all’introduzione nel programma di Laurea in Medicina e Chirurgia l’insegnamento dell’ecografia come complemento della semeiotica classica, dell’anatomia e della fisiologia?

Siete anche voi concordi che è più facile e comprensibile vedere oltre che sentire i rumori respiratori, il versamento pleurico, i soffi cardiaci, etc?

A proposito, anche SIMEU è impegnata nella formazione dell’ecografia bedside con la “Rete Formativa in Ecografia Clinica in Emergenza-Urgenza” (Link), per mezzo della quale eroga il Corso Avanzato di Ecografia Clinica in Emergenza-Urgenza, i Corsi monotematici in Ecografia toraco-polmonare, in Ecografia nell’arresto e peri-arresto e in Ecografia per gli accessi venosi, e di Ecografia applicata per infermieri (link). Per il calendario completo, clicca qui.

#Medicisenzafuturo: un appello in difesa del futuro degli studenti ed aspiranti specializzandi in medicina

martedì, aprile 1st, 2014

@SilviaAlparone

Una petizione che ha raccolto in pochi giorni più di 34.000 firme su internet, tra parlamentari, presidenti di società scientifiche e medici di tutte le specialità.

Anche Simeu ha firmato l’appello, attraverso la firma del presidente nazionale, Gian Alfonso Cibinel.

Schermata 2014-04-01 alle ore 15.02.16

E’ l’iniziativa di un movimento che ha preso corpo nella realtà ma attivissimo anche sui social network, strumento ormai indispensabile per il rapido ed efficace coinvolgimento del pubblico, generico o meglio, come in questo caso, settoriale. Il comitato promotore è costituito da studenti e giovani medici e dai gruppi Comitato Aspiranti Specializzandi, del Coordinamento Nazionale Studenti in Medicina per la Ri-FORMAzione, del Coordinamento Liste per il Diritto allo Studio e del Segretariato Italiano Giovani Medici (SIGM).

Nell’appello, rivolto al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, al Presidente del Consiglio e ai Ministri della Salute, dell’Università e dell’Economia e Finanze si denuncia la situazione in cui versa la formazione universitaria e l’alta formazione specialistica in medicina e si chiede fra l’altro di “reperire ed investire i fondi necessari a finanziare nel 2014 e negli anni accademici a seguire la formazione specialistica e di medicina generale di almeno 6.000 laureati in medicina per ogni anno accademico, in modo da non commettere un atto di grave miopia, regalando all’estero in nostri giovani”.

Diventato rapidamente un caso per l’opinione pubblica e per la stessa politica, il movimento, presumibilmente anche su sollecitazione dell’allarme lanciato dalle singole specialità mediche – quella dell’emergenza-urgenza in testa, con la manifestazione dello scorso 5 marzo e dalla relativa campagna mediatica – ha già ottenuto un primo risultato importante: il 31 marzo una delegazione di Medicisenza futuro è stata ricevuta dal ministro della Salute, Beatrice Lorenzin. Il ministro ha assicurato che “il Governo è già al lavoro per risolvere l’emergenza relativa al corrente anno accademico – ha riportato Uninews24.it, quotidiano nazionale universitario – ed ha anticipato l’intenzione di reperire i finanziamenti necessari a sostenere la formazione post laurea di area sanitaria nel prossimo provvedimento di spesa governativo che sarà emanato entro il mese di aprile 2014”.

Per firmare l’appello http://www.medicisenzafuturo.it/

 

 

Dieci buone ragioni per iscriversi a Simeu

mercoledì, febbraio 19th, 2014


Questi primi mesi dell’anno sono il momento giusto, per chi decide di farlo, di iscriversi alla Società italiana della medicina di emergenza-urgenza.

Simeu è una associazione scientifica senza scopo di lucro. Come si dice nello statuto (consultabile sul sito www.simeu.it) la Società “persegue finalità di interesse generale e di utilità sociale nel realizzare l’attività di ricerca scientifica e di formazione dei medici, degli infermieri e di altri attori operanti nel sistema dell’Emergenza secondo principi ispirati a solidarietà ed umanità”.

Diventando soci si ottiene di:

  • Essere parte della più grande realtà scientifica della Medicina d’Urgenza in Italia: Simeu conta circa 3000 soci ed è presente con sezioni regionali su tutto il territorio nazionale.
  • Partecipare alla vita societaria, acquisendo il diritto di prendere parte alle votazioni degli organi elettivi, sia regionali che nazionali.
  • Sostenere le battaglie di Simeu quali il potenziamento delle Scuole di Specializzazione in Medicina d’Emergenza-Urgenza, il sovraccarico dei Pronto Soccorso italiani, la violenza di genere e, dal punto di vista clinico, la corretta analgesia per il paziente acuto.
  • Sostenere la ricerca in Medicina d’Urgenza: il Centro Studi SIMEU ha come finalità la promozione e il coordinamento di progetti di ricerca nella Nostra disciplina.
  • Superare gli steccati: Simeu è aperta a medici e infermieri che operano sia in ospedale che sul territorio, perché è importante che la visione della Medicina d’Urgenza sia condivisa da tutti coloro che vi sono coinvolti, ovunque essi operino.
  • Prendere parte a occasioni di formazione riservate ai soci, quali la Summer School per i giovani medici e quella per gli infermieri, dove la possibilità seguire lezioni teorico-pratiche tenute dai massimi esperti italiani viene fornita in splendidi resort dove rilassarsi e socializzare con colleghi da tutta Italia.
  • Crescere professionalmente: Simeu, che da sempre si è battuta per l’istituzione della Scuola di Specializzazione in Medicina d’Emergenza e Urgenza, offre una quota di iscrizione ridotta per i medici non strutturati e gli specializzandi, una sezione dedicata ai colleghi under 35 che garantisce loro una rappresentanza all’interno di tutti gli organi societari, e infine, possibilità formative specifiche quali, oltre alla già citata Summer School, il “Corso di sopravvivenza in P.S.per giovani medici”.
  • Far parte di una realtà europea: Simeu è membro dell’EuSEM, con cui collabora alla stesura di documenti e progetti scientifici.
  • Risparmiare sull’iscrizione ai corsi SIMEU: i soci in regola con l’annualità usufruiscono di quote di partecipazione ridotte fino al 50%, tranne che per i corsi AHA. 
  • Essere sempre informato su ciò che succede nella Società, oltre che con i canali dei Social Network su cui SIMEU è ampiamente presente, anche attraverso la Newsletter.

Tutte le informazioni necessarie per iscriversi o rinnovare l’adesione le potete trovare cliccando qui. Vi consigliamo di non tardare, soprattutto in vista del Congresso Nazionale, che si terrà a Torino tra il 6 e l’8 novembre 2014.

On line gli accessi nei pronto soccorso del Lazio

venerdì, febbraio 14th, 2014

Un nuovo portale della Regione riporta in tempo reale le informazioni sulla situazione dei dipartimenti di emergenza regionali

@SilviaAlparone

 

Quanti pazienti sono in trattamento e quanti in attesa nei diversi pronto soccorso romani e laziali, con che codice di priorità e con quale patologia: sono alcune delle informazioni pubblicate, e costantemente aggiornate, sul nuovo portale, presentato da Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, nell’ottica di una maggiore trasparenza verso il pubblico in un ambito caldissimo per la cronaca e la politica come la gestione dell’emergenza sanitaria.

I dati pubblicati sul sito si riferiscono agli accessi nei pronto soccorso o dipartimenti di emergenza di I o II livello,registrati dai singoli presidi attraverso il sistema Gipse (software per la gestione delle accettazioni in Ps). La rilevazione copre la quasi totalità delle strutture, tranne 4 Ps di ospedali privati, i Ps specialistici dell’Ospedale S. Camillo-Forlanini (Pediatrico e Ostetrico) e i Ps specialistici odontoiatrici G. Eastman e del Policlinico di Tor Vergata.

In tabella sono riportati sia il numero di pazienti in attesa che quelli in trattamento, distinti per colore del triage. Nelle ultime colonne sono indicati il numero di pazienti già trattati in attesa di ricovero o di trasferimento ad altro istituto, il totale dei pazienti per i quali è ritenuta necessaria un’ulteriore osservazione e il totale dei pazienti presenti nel Pronto Soccorso. I dati sono ordinabili anche per nome dell’Ospedale, per Asl o Comune di ubicazione o per ruolo della struttura nella rete dell’emergenza (Ps, Dea I, Dea II).

Sul sito regionale si sottolinea anche che “questi dati non possono essere utilizzati per misurare la qualità e tempestività dell’assistenza fornita nei Pronto Soccorso, è uno strumento importante d’informazione e trasparenza dei servizi sanitari e non fornisce classifiche o giudizi

Nella stessa occasione in cui è stato presentato il portale Zingaretti ha anche annunciato che nell’ultimo mese sono stati dimezzati i tempi medi di blocco delle ambulanze nei pronti soccorso della provincia di Roma. Nella seconda metà di gennaio, rispetto alla prima, la quantità di ambulanze bloccate oltre 30 minuti è calata dal 55,3% (4.587 su 8.290) al 48,4% (4.124 su 8.514).

 

Simeu a “Uno mattina in famiglia” domenica 9 febbraio. Rai 1, ore 9.45

venerdì, febbraio 7th, 2014

@SilviaAlparone

 

Quali sono i problemi del pronto soccorso che portano al sovraffollamento e che utilità può avere l’introduzione della figura di “steward” di pronto soccorso introdotta in Veneto nei dipartimenti di emergenza.

Di questo si parlerà domenica 9 febbraio su Rai 1 intorno alle 9.45 nell’ambito della trasmissione “Uno mattina in famiglia”. Tra gli ospiti della trasmissione ci sarà anche Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu.

La trasmissione di domenica prossima, condotta da Tiberio Timperi e Francesca Fialdini, sarà in diretta su Rai 1 a partire dalle ore 6.30, e prevede come ultimo spazio della mattinata, a partire dalle 9.45 l’approfondimento sul tema “Pronto Soccorso: perché si ingolfano e quali sono i possibili rimedi”.

Influenza: l’inizio dell’epidemia stagionale e i dati Simeu sui pronto soccorso italiani

giovedì, gennaio 16th, 2014

@SilviaAlparone

 

Con l’influenza stagionale i mezzi di comunicazione segnalano l’aumento di afflusso di pubblico nei pronto soccorso degli ospedali italiani.

L’agenzia di stampa Ansa in particolare segnala che “Nella settimana tra il 6 e 12 gennaio, il livello dell’incidenza delle sindromi influenzali è stato di 3,61 casi per mille assistiti, per un totale di circa 215mila casi stimati, e 1.086.000 dall’inizio della sorveglianza InfluNet, che fa capo all’Istituto superiore di sanità (Iss). Secondo l’ultimo bollettino pubblicato, i più colpiti sono i bambini tra i 0 e 4 anni con circa 6 casi ogni 1000 assistiti. Segue la fascia tra i 15 e 64 anni con 3,93 casi, i bambini tra i 5 e 14 anni con 3,72 casi, e gli over 65 anni con 1,92 casi per mille assistiti. Dopo la lieve flessione, più evidente nelle fasce di età pediatrica, dovuta alla chiusura delle scuole durante le vacanze di Natale, il valore di incidenza è tornato dunque a crescere, ma è inferiore a quello registrato nella maggior parte delle precedenti stagioni influenzali”.

Nelle due settimane comprese fra il 25 dicembre 2013 e il 7 gennaio 2014, rispetto alle due settimane precedenti si è registrato ovunque un aumento significativo degli accessi in pronto soccorso, dovuto prevalentemente all’aumento dei casi di influenza complicata, con un incremento degli accessi in pronto soccorso più rilevante per quanto riguarda i casi più gravi (codici gialli e rossi), cioè quelli che presentano più serie complicanze respiratorie della patologia influenzale.

Sul tema sono stati divulgati i dati raccolti da Simeu su tre città campione:

(aumento percentuale tra il periodo 25 dic/7 gennaio in confronto con le due settimane precedenti 11 dic/22 dic):
Torino
+14% accessi totali in pronto soccorso (aumento quasi interamente dovuto a complicanze influenzali)
+23% codici gialli
+13% codici rossi
Roma
+7% accessi totali in pronto soccorso (aumento quasi interamente dovuto a complicanze influenzali)
+10% codici gialli
+9% codici rossi

Foggia
+8% accessi totali in pronto soccorso (aumento quasi interamente dovuto a complicanze influenzali)

+15% codici gialli
+6 % codici rossi

 

“L’aumento percentuale degli accessi in pronto soccorso per influenza – commenta Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu – è determinato anche dal periodo di vacanze di fine anno: in tale frangente i pronto soccorso sono più facilmente accessibili per il pubblico rispetto alle cure territoriali”.





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