IL BLOG DI SIMEU

 

Alcuni buoni motivi per iscriversi a SIMEU

gennaio 14th, 2015 | NO COMMENTS

di Redazione blog Simeu


All’inizio del Nuovo anno, la maggior parte di noi esprime alcuni buoni propositi da portare a termine nei dodici mesi successivi. Noi vogliamo ricordarvene uno, anche se siamo sicuri che è già in cima alla vostra lista: è tempo di rinnovare l’iscrizione a Simeu! Perché farlo?

Ecco alcuni motivi che noi sembrano degni di nota:

  • Iscrivendosi si entra a far parte della più grande realtà scientifica della Medicina d’Urgenza in Italia: Simeu conta oggi oltre 3000 soci ed è presente con sezioni regionali su tutto il territorio nazionale.
  • Far parte della vita societaria significa acquisire il diritto di prendere parte alle votazioni degli organi elettivi, sia regionali che nazionali. A questo proposito, vi ricordiamo che quest’anno è il secondo e ultimo del mandato per l’attuale Consiglio Direttivo Nazionale, che ha iniziato il suo lavoro nel 2014: diventa ancora più importante mantenere, attraverso l’associazione, la possibilità di poter esprimere il proprio parere sulle politiche della Società.
  • Insieme a Simeu si può partecipare attivamente a battaglie quali il potenziamento delle Scuole di Specializzazione in Medicina d’Emergenza-Urgenza, il sovraccarico dei Pronto Soccorso italiani, il contrasto della violenza di genere e, dal punto di vista clinico, la corretta analgesia per il paziente acuto.
  • Simeu sostiene la ricerca in Medicina d’Urgenza: il Centro Studi SIMEUha come finalità promuovere e coordinare progetti di ricerca nella nostra disciplina.
  • Segnaliamo in particolare la collaborazione di Simeu nella stesura di alcune importanti linee guida multisocietarie, tra le quali quella per la gestione del dolore acuto, del paziente con grandi insufficienze d’organo end-stage, del paziente vittima di frattura del bacino emodinamicamente instabile.
  • Simeu lavora alla creazione di una nuova alleanza tra professionisti dell’emergenza-urgenza e popolazione: il 2014 ha visto la prima edizione della Settimana del Pronto Soccorso, durante la quale, in moltissime piazze italiane, i soci Simeu hanno incontrato i cittadini spiegandolo loro il funzionamento del Pronto Soccorso e alcune tecniche di primo soccorso. La prossima edizione nella settimana si terrà nella primavera del 2015.
  • Superare gli steccati: Simeu è aperta a medici e infermieri che operano sia in ospedale che sul territorio, perché è importante che la visione della Medicina d’Urgenza sia condivisa da tutti coloro che vi sono coinvolti, ovunque essi operino.
  • La Società italiana della medicina di emergenza urgenza organizza occasioni di formazione riservate solo ai soci, quali la Summer School per i giovani medici e quella per gli infermieri, dove la possibilità seguire lezioni teorico-pratiche, tenute dai massimi esperti italiani, viene offerta in splendidi resort dove rilassarsi e socializzare con colleghi da tutta Italia.
  • Per crescere, soprattutto se si è giovani medici: Simeu, che da sempre si è battuta per l’istituzione della Scuola di Specializzazione in Medicina d’Emergenza e Urgenza, offre una quota di iscrizione ridotta per i medici non strutturati e gli specializzandi, una sezione dedicata ai colleghi under 35 che garantisce loro una rappresentanza all’interno di tutti gli organi societari, e infine, possibilità formative specifiche quali, oltre alla già citata Summer School, il Corso di sopravvivenza in P.S.per giovani medici.
  • Con Simeu si entra a far parte di una realtà europea: Simeu partecipa allEuSEM, European society for emergency medicine, di cui ospiterà quest’anno il Congresso annuale, che si terrà a Torino tra 11 e 14 ottobre 2015.
  • I soci risparmiano sull’iscrizione ai corsi SIMEU: i soci in regola con l’annualità usufruiscono di quote di partecipazione ridotte fino al 50%, tranne che per i corsi AHA, American heart association.
  • I soci Simeu sono sempre sempre informati su ciò che succede nella Società e in generale nell’ambito della disciplina, oltre che con i canali dei Social Network su cui Simeu è ampiamente presente, anche attraverso il blog e la newsletter.

In conclusione, iscrivendovi contribuirete a rendere Simeu sempre più forte, rappresentativa del mondo dell’emergenza-urgenza e indipendente da interferenze esterne.

E potremo costruire insieme una Società in cui riconoscerci e capace di dare risposta alle nostre esigenze professionali.

Tutte le informazioni sulle modalità di iscrizione le potete trovare cliccando qui.

Buon 2015 a tutti!

“Emergenza pronto soccorso” negli ospedali italiani – La posizione e i dati Simeu sulla Repubblica

gennaio 12th, 2015 | NO COMMENTS

 

@SilviaAlparone

 

Simeu interviene nel dibattito nazionale sulla crisi dei pronto soccorso per il grande afflusso di pazienti di questi primi giorni dell’anno nelle strutture di tutte le città italiane.

In un articolo di Repubblica di oggi, lunedì 12 gennaio,, Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale della Società scientifica, sottolinea ancora una volta come sia necessario un più stretto ed efficiente rapporto con il territorio per alleviare l’intasamento dei pronto soccorso, soprattutto nella presa in carico dei pazienti in uscita dall’ospedale.

La crisi dell’emergenza ospedaliera è in questi giorni argomento di primo piano della cronaca per le situazioni di difficoltà registrate in tutta Italia, culminate con il caso a Torino del caposala del pronto soccorso dell’ospedale Martini, colpito venerdì scorso da emorragia cerebrale dopo un turno di 12 ore consecutive. La gravità dell’evento ha sollevato l’attenzione della magistratura torinese che ha aperto un’inchiesta sui fatti.

Oggi in media i pronto soccorso italiani registrano 2.800 accessi ogni ora e dispongono 3,6 milioni di ricoveri in reparto all’anno. Con un organico di 25 mila medici e 12 mila infermieri. In questa situazione nei periodi critici dell’anno, come quello in corrispondenza delle feste di Natale e Capodanno, il tempo di attesa dei pazienti che dal pronto soccorso hanno necessità di ricovero in un altro reparto dell’ospedale è di 6-12 ore negli ospedali più piccoli e può arrivare fino a 72 ore nei grandi ospedali metropolitani.

 

COCHRANE CORNER: Gli antibiotici per la bronchite acuta

gennaio 5th, 2015 | NO COMMENTS

Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti

 

Conoscenze attuali

La bronchite acuta è un disturbo caratterizzato dalla presenza di tosse, produttiva o meno, protratta (della durata media di circa 14-21 giorni), per la quale sia stata ragionevolmente esclusa una polmonite. E’ autolimitantesi e si ritiene che la causa sia più frequentemente virale, anche se non si può avere una risposta definitiva visto che l’effettivo isolamento di un micro-organismo si verifica solo in una minoranza dei casi.

Per escludere la presenza di polmonite è possibile utilizzare l’Rx torace, tenendo presente che l’assenza di TUTTI questi riscontri riduce sostanzialmente la presenza di polmonite: a) temperatura corporea ≥ 38°C, b) frequenza respiratoria ≥ 24 atti/min, c) frequenza cardiaca ≥ 100 battiti/min, d) assenza di crepitii, fremito ed egofonia all’auscultazione toracica (1, 2).

Costituiscono situazioni a parte i pazienti con sospetta pertosse e quelli che presentano, quali comorbidità, BPCO o scompenso cardiaco, tutti casi di cui non tratteremo in questo post.

 

Ente

Anno

Raccomandazione

Forza della raccomandazione

ACP-CDC (1)

2001

Il trattamento antibiotico empirico non indicato per i pazienti con bronchite acuta.

ACCP (3)

2006

Per pazienti con verosimile diagnosi di bronchite acuta, il trattamento di routine con antibiotici non è giustificato e non dovrebbe essere offerto. La decisione di non impiegare antibiotici dovrebbe essere effettuata su base individuale […].

D (raccomandazione contraria); buona qualità dell’evidenza.

Wenzel (4)

2006

Gli antibiotici non sono raccomandati nella maggior parte dei casi di bronchite acuta.

Opinione di esperto

 

Tab. 1. Sintesi delle raccomandazioni attuali.

La Revisione Cochrane (5)

Titolo: Antibiotics for acute bronchitis

Autori: Smith SM, Fahey T, Smucny J, Becker LA.

Obiettivo: valutare l’impatto sugli outcome e gli eventi avversi della terapia antibiotica in pazienti con una diagnosi clinica di bronchite acuta.

Outcome primario: correlati alla tosse (durata della tosse, incidenza di espettorazione, proporzione dei pazienti con tosse, tosse notturna e tosse produttiva), valutazione complessiva del miglioramento da parte del medico al follow up, gravità dei sintomi, limitazione delle attività, alterazione dell’obiettività polmonare all’obiettività.

Outcome secondari: Eventi avversi.

N°. di studi inclusi: 17.

Qualità degli studi inclusi: complessivamente buona; i problemi principali si sono registrati in relazione alla randomizzazione e alla possibilità di selective reporting.

N° di pazienti: 3936

Risultati: sono riassunti nella tabella sottostante.

 

Parametro

Risultato

N° di pazienti

Tosse alla visita di follow up

Risk ratio

0,64 (I.C. 95% 0,49 – 0,85)

275

Differenza media dei giorni con tosse

Risk ratio

0,46 (I.C. 95% -0,87 – -0,004)

2776

Differenza media dei giorni in cui il paziente non si sente bene

Risk ratio

-0,64 (I.C. 95% -1,16 – -0,13)

809

Pazienti non migliorati alla valutazione complessiva di follow up*

Risk ratio

0,61 (I.C. 95% 0,48 – 0,79)

891

Eventi avversi

Risk ratio

1,20 (I.C. 95% 1,05 – 1,36)

3496

 

Tab.2. Sinossi dei risultati della revisione sistematica di Smith e colleghi. (*) In altri termini, l’impiego di antiobitici riduce il numero di pazienti che non risultano complessivamente migliorati alla visita di follow up.

Conclusioni

Complessivamente, l’utilizzo di antibiotici riduce la durata media della tosse, dei giorni di malessere e di quelli necessari per il recupero clinico.

Nonostante ciò, il bilancio tra rischi e benefici non sembra a favore dell’uso degli antibiotici, confermando le raccomandazioni riportate in precedenza. Infatti, a fronte di una riduzione modesta della durata della malattia (mezza giornata), si espone il paziente al rischio di eventi avversi (sebbene di scarsa entità) e si contribuisce all’incremento del rischio globale di antibiotico-resistenza per una patologia auto-limitantesi. Dato che, comunque, il bilancio rischi-benefici è dubbio, la valutazione se effettuare o meno deve essere fatta assolutamente su base individuale.

 

Bibliografia

  1. CDC. Acute Cough Illness (Acute bronchitis). Ultima revisione: Novembre 2013. Accesso in data 4/01/2014. Link

  2. Metlay JP, Kapoor WN, Fine MJ. Does this patient have community-acquired pneumonia? Diagnosing pneumonia by history and physical examination. J Am Med Ass 1997; 278: 1440-1445. Link

  3. Braman SS. Chronic cough due to acute bronchitis. ACCP Evidence-based Clinical Practice Guidelines. Chest 2006; 129: 95S-103S. Link

  4. Wenzel RP, Fowler AA, III. Acute bronchitis. New Engl J Med 2006; 355: 2125-2130. Link

  5. Smith SM, Fahey T, Smucny J, Becker LA. Antibiotics for acute bronchitis. Cochrane Database Syst Rev 2014; 3: CD000245. Link

MUBEE#14. Leggere i risultati di un studio: number needed to treat

dicembre 9th, 2014 | NO COMMENTS

 

Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti

 

Internet, dandoci la possibilità di accedere più facilmente a studi scientifici originali, ci ha consentito di poggiare la nostra pratica clinica su basi più solide. Questi lavori, però, possono presentare l’efficacia del trattamento che esaminano in modi molto diversi, e ciò può influenzare la decisione del professionista di adottare il trattamento in questione o meno. In un precedente post abbiamo già parlato di riduzione relativa e assoluta del rischio, in questo post ci occuperemo del “number need to treat” (NNT).

Cos’è l’NNT e come si calcola

Proposto per la prima volta circa 25 anni fa’, l’NNT è una misura dell’efficacia di un intervento terapeutico e indica il numero di pazienti che devono essere trattati per prevenire un evento avverso aggiuntivo (1, 2). Dal punto di vista matematico è il reciproco della riduzione assoluta del rischio (1):

  • NNT = 1/ Riduzione Assoluta del Rischio = 1/ (tasso di eventi nel gruppo di controllo – tasso di eventi nel gruppo di trattamento);

nel caso il tasso di eventi sia presentato in forma percentuale:

  • NNT = 100/Riduzione Assoluta del Rischio = 100/(tasso di eventi nel gruppo di controllo – tasso di eventi nel gruppo di trattamento).

Maggiore è il valore dell’NNT, minore è l’efficacia dell’intervento terapeutico. Utilizziamo come esempio i dati di un recente trial sulla trombolisi nei pazienti con embolia polmonare, il PEITHO Trial, in cui la mortalità nei pazienti trattati è pari all’1,2% mentre nei controlli all’1,8%. Dunque: NNT = 100/(1,8 – 1,2) = 100/0,6 = 167. Ciò significa che è necessario sottoporre a trombolisi con tenectaplase 167 pazienti con embolia polmonare a rischio intermedio per prevenire un decesso (3).

Ecco alcuni esempi, giusto per avere un’idea del NNT di alcuni provvedimenti terapeutici che adottiamo abitualmente:

 

Tabella 1. Alcuni esempi di NNT.

 

Come si interpreta

Per interpretare correttamente l’NNT (soprattutto se si vogliono confrontare strategie terapeutiche diverse) bisogna tenere in considerazione quattro aspetti: il rischio nei pazienti non trattati (baseline risk), l’intervallo di tempo considerato, il trattamento di confronto e l’outcome.

Per quanto riguarda il primo, dato che la riduzione relativa del rischio tende ad essere costante per popolazioni con profili di rischio diversi, nelle popolazioni dove quest’ultimo è più alto, la riduzione assoluta del rischio è maggiore e dunque l’NNT minore. Per capire meglio riprendiamo nella tabella 2 l’esempio già utilizzato nel precedente post, riguardante l’impiego di antibiotici nella riacutizzazione di BPCO (4).

Tabella 2. Variazioni dell’NNT al variare del rischio di base (che corrisponde alla mortalità dei controlli). In UTI, dove la mortalità è maggiore, minore è il numero di pazienti da trattare per risparmiare un decesso. La riduzione relativa del rischio considerata è 5,7.

 

In altri termini, nei pazienti ricoverati in UTI, verosimilmente con rischio più alto di morte, il numero di pazienti da trattare per evitare un decesso è minore rispetto a ciò che succede in Medicina Interna e dunque si può ipotizzare che l’impatto del trattamento sia maggiore.

In secondo luogo, l’NNT tende a variare in base alla durata del follow up: per uno stesso farmaco e uno stesso outcome, l’NNT si riduce al prolungarsi della durata del periodo di osservazione (1). Ciò è più importante per le terapie croniche: spesso infatti si estrapolano i risultati di studi con 2-3 anni a periodi di trattamento molto più lunghi, come succede per esempio con gli anti-ipertensivi. Nel caso dell’Emergenza-Urgenza, i follow up sono più brevi e le differenze meno significative.

Terzo: l’NNT non è una proprietà intrinseca di un intervento terapeutico ma dipende dal trattamento adottato nel gruppo di controllo, sia in modo esplicito sia sotto l’etichetta di “usual care”. Per esempio, è possibile che l’NNT dell’aspirina nei pazienti con STEMI che abbiamo riportato prima, se misurato oggi in cui la terapia farmacologica è molto più ampia e comprende tra l’altro eparina e beta-bloccanti, sarebbe probabilmente più alto.

Infine, l’outcome: un farmaco ha un impatto su più esiti differenti (per es., mortalità, necessità di ricovero, etc.) e chiaramente l’NNT è diverso: per questo è necessario fare attenzione a confrontare trattamenti diversi facendo riferimento al medesimo outcome.

Come utilizzare l’NNT

Leggendo la tabella 1 vi sareste chiesti: “quando un NNT è sufficientemente piccolo per poter essere considerato interessante?”. Chiaramente non ci sono risposte univoche. Tra gli aspetti da tenere in considerazione, innanzitutto, la natura dell’outcome: per esiti particolarmente rilevanti, come la morte, è possibile prendere in considerazione NNT più alti. La rilevanza, se possibile, dovrebbe essere stabilita con il paziente.

In secondo luogo, dato che la decisione di somministrare un trattamento dovrebbe scaturire sempre da un bilancio tra rischi e benefici, oltre che l’NNT sarebbe opportuno tenere conto anche del Number Needed to Harm (NNH), ovvero il numero di pazienti che è necessario trattare per ottenere un effetto avverso. L’NNH permette di una avere una rappresentazione sintetica dei potenziali rischi cui la terapia espone, in modo tale da permettere di semplificare la valutazione dei “pro e contro” nel processo decisionale.

Limiti dell’NNT

Un limite importante dell’NNT riguarda l’intervallo di confidenza. In caso di risultati non statisticamente significativi, l’intervallo di confidenza della riduzione assoluta del rischio comprende anche il valore 0; in base alla nostra formula, l’NNT in questo caso sarebbe pari a “infinito” (∞), un risultato chiaramente inutilizzabile. Per questo, spesso l’intervallo di confidenza dell’NNT, soprattutto per risultati non significativi, non viene riportato: per questo è opportuno non accontentarsi ed è meglio sempre valutare anche il Rischio relativo, alla riduzione relativo del rischio e a quella assoluta da cui l’NNT è derivato e i relativi intervalli di confidenza.

Nonostante in origine si pensasse che la possibilità di racchiudere una stima di efficacia terapeutica in un singolo numero potesse semplificare la condivisione della informazioni con i pazienti, ciò purtroppo non si è rilevato vero. I pazienti (5), e probabilmente anche alcuni medici e infermieri, hanno difficoltà a comprendere l’NNT e ciò ne limita l’impiego.

NNT.com

Se siete rimasti positivamente impressionati da questa misura statistica, un fonte affidabile di risultati è il sito www.NNT.com, amministrato dal dott. David Newman (figura sempre più nota in America) e da alcuni colleghi. Vi sono raccolti numerosi NNT, principalmente inerenti alla Medicina d’Urgenza, organizzati in rapporto alla disciplina e all’utilità (in termini di rapporto rischio-beneficio), simboleggiata da simpatici “semafori”, di immediata comprensione.

 

Bibliografia

  1. McAlister FA. The “number needed to treat” turns 20 – and continues to be used and misused. Can Med Ass J 2008; 179: 549 – 553. Link to free ful text

  2. Barratt A, Wyer PC, Hatala R, McGinn T, Dans AL, Keitz S, Moyer V, Guyatt G, for the Evidence-based Medicine teaching Tips Working Group. Tips for learners of evidence-based medicine: 1. Relative risk reduction, absolute risk reduction and number needed to treat. Can Med Ass J 2004; 171: 353-358. Link to free full text

  3. Meyer G, Vicaut E, Danays T, et al for the PEITHO Investigators. Thrombolysis for patients with intermediate-risk pulmonary embolism. New Engl J Med 2014; 370: 1402-1411. Link

  4. Vollenweider DJ, Jarrett H, Steurer-Stey CA, Garcia-AimerichJ, Puhan MA. Antibiotics for exacerbations of chronic obstructive pulmonary disease. Cochrane Database of Systematic Reviews 2012; 12: CD010257. Link

  5. Zipkin DA, Umscheid CA, Keating NL, et al. Evidence-based risk communication: a systematic review. Ann Intern Med. 2014 Aug 19;161(4):270-80. Link

 

Al congresso Simeu del Triveneto si parla di Obi, principi e sviluppi futuri

dicembre 3rd, 2014 | NO COMMENTS

Centro Congressi Park Hotel Villa Fiorita – Monastier di Treviso, 4 e 5 dicembre 2014

Dieci anni di Obi: dal Friuli- Venezia Giulia un bilancio di cosa è cambiato dal congresso nazionale di Trieste del 2004, da cui uscirono le linee guida nazionali sull’Osservazione breve intensiva.

@SilviaAlparone

A partire dalla pubblicazione del documento regionale sull’Osservazione temporanea del Friuli Venezia Giulia nel 2002, il percorso di questo modello organizzativo, che ha trasformato profondamente il lavoro e l’identità dei pronto soccorso italiani e dei professionisti, medici e infermieri, che ci lavorano, è ancora in pieno svolgimento e ricco di nuove possibilità di sviluppo futuro.

Il congresso nazionale sull’Obi di Trieste del 2004 ha certamente contribuito in maniera importante all’affermazione del nuovo modello organizzativo nella pratica clinica della medicina d’urgenza italiana. Da lì è partito un percorso importante che oggi, a dieci anni esatti, vede ormai una diffusione capillare su tutto il territorio nazionale, dell’Obi, modello organizzativo fondamentale per l’attività di gestione dei flussi in ogni pronto soccorso.

In questi anni l’Obi ha permesso di gestire in sicurezza pazienti complessi che in passato venivano ricoverati o la cui dimissione presentava un rischio elevato; ha aumentato le competenze e la consapevolezza del proprio ruolo medici di pronto soccorso; ha radicalmente modificato l’impatto del Pronto Soccorso sui ricoveri.

La disponibilità di risorse dedicate all’Obi, e l’agilità dello strumento, hanno permesso di adattarlo alle diverse esigenze organizzative, e quindi di usarlo di volta in volta, con successo, anche per attività non esattamente appropriate dal punto di vista concettuale, (ad esempio posti letto di attesa per il ricovero, posti di terapia subintensiva) ma importanti per la stabilizzazione di situazioni critiche, sempre nell’ottica di rispondere alle reali esigenze del paziente, superando le rigidità dei modelli organizzativi statici.

Oggi, dieci anni dopo Trieste, si impone una revisione dei modelli clinici ed organizzativi, in funzione di quello che l’Obi è diventata, in linea con l’evoluzione delle richieste cui devono far fronte i pronto soccorso italiani, sempre più impegnati nella gestione di pazienti anziani e con multiple patologie. Negli anni sono cambiati non solo gli strumenti diagnostici, ma anche le aspettative che ospedale e pazienti hanno nei confronti di questo strumento.

In particolare, gli anziani con elevate richieste assistenziali che in passato non sarebbero mai stati considerati adatti a un’osservazione breve oggi sono i pazienti sui quali è più importante un’azione di rapidi inquadramento diagnostico e dimissione, con conseguente miglioramento dell’efficacia delle cure per i pazienti e un alleggerimento del carico per i reparti dell’ospedale.

Da qui la necessità di riconsiderare con attenzione, accanto ai percorsi clinici, gli aspetti organizzativi, soprattutto in relazione alle necessità assistenziali.

Il congresso di Monastier inizia giovedì 4 dicembre con i corsi precongressuali al mattino, seguiti nel pomeriggio da una prima sessione di casi clinici, ciascuno su una patologia specifica, sempre affrontati dal punto di vista triplice del medico specializzando, del medico giovane ma già strutturato e del medico esperto, per mettere a confronto approccio e metodiche diverse fra le generazioni. Si prosegue venerdì 5 ancora con sessioni parallele di discussione di casi clinici e modalità assistenziali in Obi e poi con la sessione plenaria del pomeriggio.

Sul sito Simeu, nella sezione Convegni, la locandina e i dettagli del congresso.

Mi sta a cuore: una campagna di Cittadinanzattiva con la collaborazione di Simeu

novembre 26th, 2014 | NO COMMENTS


@SilviaAlparone

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte al mondo: i dati e l’analisi dell’Organizzazione mondiale della Sanità sul tema mettono in luce come lo stile di vita possa essere un importantissimo strumento di prevenzione anche per le patologie più gravi, in particolare di cuore e cervello. Parte di qui lo spunto per la campagna di Cittadinanza attiva Mi sta a cuore, realizzata anche con la collaborazione di Simeu, che si tiene ancora negli ultimi giorni del mese di novembre e per tutto dicembre 2014.

La campagna

In oltre trenta città italiane, i volontari di Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato distribuiranno ai cittadini gratuitamente la guida “Mi sta a cuore”: si tratta di un vademecum sulle abitudini da evitare e quelle invece da coltivare per mantenere un buono stato di salute, su quali sono i campanelli di allarme delle più comuni patologie cardiovascolari e cerebrovascolari, e a quali figure e servizi far riferimento in caso di necessità. L’opuscolo è stato redatto anche in base alla fondamentale esperienza dei pronto soccorso, osservatorio principale sui danni ultimi e più gravi di uno stile di vita scorretto. La pubblicazione ha anche lo scopo di educare i cittadini al ricorso immediato al pronto soccorso in casi specifici di sintomatologia cardiovascolare.

Sul sito http://j.mp/mistaacuore è disponibile il calendario degli eventi.

L’impegno di Simeu sul sociale

Il recente congresso nazionale della società scientifica, che si è tenuto a Torino dal 6 all’8 novembre scorsi, ha messo in luce come il 20% dei casi di pronto soccorso presentino un’emergenza sociale oltre che sanitaria. La salute, anche in emergenza, è quindi sempre una questione sociale e in questo senso è compito anche del pronto soccorso promuoverla attraverso una corretta informazione su come seguire un sano stile di vita, che consenta di prevenire fino ad evitare problemi sanitari anche molto gravi.

Simeu organizza e partecipa a progetti di educazione sanitaria e progetti specifici di educazione e prevenzione dei rischi. Nell’ottica di un sempre maggiore coinvolgimento del cittadino nelle scelte per la salute, la società scientifica sostiene il potenziamento del ruolo tanto dei pazienti quanto degli operatori sanitari nel miglioramento della qualità dei servizi: un patto di alleanza tra i professionisti della sanità e i cittadini che abbia a cuore la Salute. E’ questo lo scopo innanzitutto della Settimana del Pronto Soccorso, manifestazione nazionale che dopo l’edizione dello scorso anno, tornerà nella primavera del 2015.

 

#SIMEU14: Un primo bilancio del IX Congresso nazionale di Torino e i commenti degli organizzatori

novembre 13th, 2014 | NO COMMENTS

 @SilviaAlparone

 

Si è concluso sabato 8 novembre il IX Congresso nazionale Simeu: come già reso noto, al Centro congressi del Lingotto di Torino, gli incontri e corsi del fitto calendario sui temi della medicina di emergenza-urgenza sono stati frequentati da circa 1.400 persone da tutta Italia, fra iscritti, relatori e visitatori. I numeri sono ancora provvisori, ma sul totale, hanno partecipato più di 1.000 medici e circa 200 infermieri. I giovani medici, under 35, sono stati circa 400, più del doppio della scorsa edizione, a Rimini, nel 2012.

Gli appuntamenti sono stati seguiti con grande interesse dal pubblico del congresso, a partire dalla tavola rotonda inaugurale, giovedì 6 novembre presso l’Auditorium del Lingotto, che ha visto in particolare la partecipazione di Roberta Petrino in rappresentanza dell’Eusem come direttore della Formazione della Società europea; Giuseppe Montrucchio, direttore della Scuola di Specializzazione in medicina di emergenza-urgenza dell’Università di Torino; Antonio Saitta, assessore alla Sanità della regione Piemonte; Elide Tisi, vicesindaco di Torino.

Durante la tavola rotonda è stato anche lanciato il video per il web realizzato da Simeu in collaborazione con Africa Unite. Il video, campagna per un uso responsabile del pronto soccorso, è pubblicato sul canale youtube e sul profilo facebook della Società scientifica. A oggi, 13 novembre, ha già superato le 14 mila visualizzazioni on line, solo su facebook.

A breve saranno disponibili una galleria di immagini della tre giorni di Torino sul profilo flickr di Simeu e sul sito della Società scientifica gli atti del congresso nell’area dedicata.

Sono stati tre giorni emozionanticommenta Giorgio Carbone, presidente del Comitato scientifico del congresso di Torinoin cui il mondo della medicina di emergenza-urgenza italiana ha affollato le sale del centro congressi del Lingotto: abbiamo parlato dei problemi etici della nostra professione, del difficile confronto con le esigenze sociali oltre che sanitarie dei pazienti, di come cambia la nostra professione. Ci siamo incontrati per fare il punto sul nostro lavoro e sulla nostra identità per trovare una strada comune da percorrere insieme per migliorare la qualità del servizio da offrire ai cittadini”.

Ci siamo concentrati su ciò che è ‘essenziale’: chi siamo e dove andiamo – conclude Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu-. “Da luogo di puro smistamento dei casi in arrivo verso gli altri reparti, il pronto soccorso è diventato il cuore dell’ospedale, luogo di diagnosi e cura di molti pazienti che ormai possono essere dimessi senza necessità di ulteriore ricovero. Questo certamente grazie all’impegno e alla crescita professionale di medici e infermieri dell’emergenza, tema su cui la nostra società scientifica conferma e vuole rafforzare sempre più il proprio impegno”.

Appuntamento a tutti a Torino per EuSEM 2015, Il congresso internazionale della Società scientifica europea dell’emergenza-urgenza, al Centro congressi del Lingotto, 11-14 ottobre 2015.

Sul sito simeu dedicato al congresso sono disponibili la lectio magistralis di Fabio De Iaco Etica e Medicina d’Urgenza che ha ufficialmente inaugurato il congresso di Torino e la relazione conclusiva di Gian Alfonso Cibinel L’Essenziale per l’infermiere e il medico d’urgenza.

 

#SIMEU14: Concluso il congresso nazionale di Torino, una tre giorni intensa di corsi, incontri e relazioni

novembre 9th, 2014 | NO COMMENTS

@SilviaAlparone

 

Si è concluso sabato 8 novembre il IX Congresso nazionale Simeu: nei tre giorni di lavori al Centro congressi del Lingotto di Torino, gli incontri e corsi del fitto calendario sui teme della medicina di emergenza-urgenza sono stati frequentati da circa 1.400 persone da tutta Italia, fra iscritti, relatori e visitatori. Sul totale, hanno partecipatopiù di 1.000 medici e circa 200 infermieri. I giovani medici, under 35, sono stati circa 400, più del doppio della scorsa edizione, a Rimini, nel 2012.

Fabio De Iaco alla lectio magistralis su “Etica e Medicina d’urgenza”, Auditorium del Lingotto, 6 novembre

Cocktail al termine dell’inaugurazione del Congresso

Rapidamente esauriti i corsi precongressuali; molte sale affollate oltre i posti a sedere; quasi 400 abstract presentati.

Un momento durante il corso di ecografia toraco-polmonare

A breve saranno disponibili una galleria di immagini della tre giorni di Torino sul profilo flickr di Simeu e sul sito della Società scientifica gli atti del congresso.

GRAZIE A TUTTI!!!

#SIMEU14: L’Italia vista dal Pronto soccorso: i problemi e le possibili soluzioni

novembre 8th, 2014 | NO COMMENTS

@SilviaAlparone

IL IX CONGRESSO NAZIONALE DELLA SIMEU, LA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA DI EMERGENZA URGENZA, CHE COMPRENDE OLTRE 3.000 FRA MEDICI E INFERMIERI, È L’OCCASIONE PER FARE IL PUNTO SU COME FUNZIONANO OGGI I PRONTO SOCCORSO IN ITALIA, QUALI SONO I VERI PROBLEMI E QUALI LE SOLUZIONI POSSIBILI PER FARLI FUNZIONARE MEGLIO.

Su tutto il territorio nazionale ci sono 844 pronto soccorso, in cui lavorano 12.000 medici e 25.000 infermieri. Ogni anno gli accessi sono circa 24.000.000, 2.000.000 al mese, 67.000 al giorno, 2.800 all’ora, 45 al minuto, quasi uno ogni secondo.

Sul totale dei pazienti, il 20% ha un problema sociale prevalente, povertà, fragilità, maltrattamenti, solitudine, abbandono. Il fenomeno del disagio sociale, da sempre ben noto al pronto soccorso, non ha mai avuto un impatto così rilevante in passato sulle strutture di emergenza ospedaliera.

La problematica clinica più frequente (un terzo dei casi totali), è il trauma, categoria in cui rientrano ferite, ustioni, fratture, distorsioni, lesioni agli organi interni da incidenti stradali, sul lavoro, domestici, sportivi, aggressioni; seguito dalle malattie cardio-vascolari (ictus cerebrali, infarti cardiaci, tromboflebiti ed embolie polmonari).

Il problema: il sovraffollamento e le attese dei pazienti

L’alta prevalenza di casi sociali oltre che sanitari è una delle cause del sovraffollamento dei dipartimenti di emergenza ospedalieri, così come il gran numero di codici con bassa priorità sanitaria (bianchi e verdi), che però spesso celano casi di emergenza sociale e quindi presentano comunque un bisogno importante a cui dare risposta, anche se non strettamente sanitario.
Ma soprattutto il sovraffollamento è dovuto all’impossibilità di ricovero dal pronto soccorso verso gli altri reparti dell’ospedale, in costante overbooking per il ridotto numero dei letti a disposizione e per la difficoltà nella dimissione dei pazienti.

Il sovraffollamento è associato alle lunghe attese che hanno reso noti alla cronaca i nostri pronto soccorso. Le attese in pronto sono in parte per la prima visita dopo l’accettazione, da parte del medico del pronto soccorso, e in questo caso riguardano i pazienti con codici a bassa priorità. Ma il fenomeno delle lunghe attese riguarda in particolare il paziente in barella, che, dopo aver terminato il suo percorso in emergenza, attende di essere ricoverato in un reparto dell’ospedale.

La soluzione: una rete sul territorio e un pronto soccorso con la possibilità di dimettere i pazienti in sicurezza

Per tentare di risolvere il problema del sovraffollamento e dare una risposta ai crescenti bisogni sociali oltre che sanitari della popolazione è necessario cambiare l’organizzazione dei percorsi di cura fra territorio, pronto soccorso e altri reparti dell’ospedale.

Innanzitutto è necessario creare una rete sul territorio, che sia in grado di offrire alternative al ricorso all’ospedale per i casi meno gravi: servizi e associazioni che, in stretta collaborazione con il pronto soccorso, prendano in carico i casi già visitati e seguiti in pronto soccorso evitando il ricovero in ospedale attraverso una dimissione “protetta”, un percorso che garantisce una continuità delle cure anche dopo la dimissione. Si registrano molte esperienze positive in varie regioni, ma spesso attuate in ambiti territoriali limitati da parte di singole aziende ospedaliere; una strategia globale è necessaria per standardizzare gli interventi e renderne più efficiente la realizzazione.
Contemporaneamente, all’interno dell’ospedale risulta vincente l’organizzazione dell’emergenza in tre aree e attività distinte e complementari: pronto soccorso, osservazione breve, terapia semintensiva. Pronto soccorso per l’accoglienza e la prima visita; OBI, osservazione breve-intensiva, con letti e personale dedicato per una degenza breve, fino a 24-30 ore, che consenta di dimettere i pazienti in sicurezza dopo una prima fase di cura oppure di avviare percorsi di assistenza per i pazienti fragili o con problematiche sociali; terapia subintensiva multidisciplinare, per pazienti acuti che abbiano bisogno di cure ad alta intensità, con i diversi specialisti a disposizione in ospedale coordinati dal medico di emergenza-urgenza.

È il futuro dei nostri ospedali, sempre più organizzati per aree a diversa intensità di cura non più per reparti. Una soluzione che può dare una risposta adeguata a molti problemi del nostro sistema sanitario e soprattutto ai bisogni sanitari e sociali dei cittadini.

#Simeu14: un fittissimo calendario di incontri al Congresso nazionale di Torino

novembre 7th, 2014 | NO COMMENTS

@SilviaAlparone

 

Perché si commettono errori in medicina; la qualità della medicina di emergenza-urgenza; il triage e la sua evoluzione; la gestione della violenza di genere in pronto soccorso; libro contro nuovi media per la formazione del medico e edell’infermiere di pronto soccorso: sono solo alcuni dei temi su cui oggi si discute al centro congressi del Lingotto e su cui intervengono relatori del mondo dell’emergenza sanitaria ma non solo.

La tre giorni di lavori è stata ianugurata ufficialmente ieri sera con un talk show durante il quale l’assessore alla Sanità della regione Piemonte, Antonio Saitta – come riportato oggi dai quotidiani torinesi – si è impegnato a trovare i fondi per finanziare nuove borse di studio per la specializzazione in emergenza-urgenza e a inserire negli obiettivi dei direttori genrali delle aziende sanitarie di prossima nomina in Piemonte anche le necessità emerse dalla discussione della serata Simeu.

Gian Alfonso Cibinel presidente nazionale Simeu

Auditorium Centro congressi Lingotto – serata inaugurale congresso Simeu


Post di Facebook

🔵 Il Vicepresidente nazionale #SIMEU dott. Mario Guarino è stato invitato in studio a #UnoMattinaEstate MattinaRai1 in occasione dell’apertura del nuovo anno accademico della Facoltà di #Medicina per esprimere la posizione della #società #scientifica sulla riforma che ha eliminato il #test di ingresso e introdotto il tema del “numero chiuso”. 👉 “Avremmo auspicato una più ampia pianificazione dei bisogni reali. Il punto cruciale non riguarda strettamente il numero dei #medici da formare quanto una visione strategica e programmata degli #specialisti davvero necessari nel prossimo futuro. Rimandare di 6 mesi la verifica, seppur basandola su competenze acquisite, non sembrerebbe una vera soluzione alle necessità del nostro #SSN”. #fieridiMEU #GOLDENdoctors #GOLDENmedicine #Emergenza #Urgenza #infermieri #specializzandi #primalinea #prontosoccorso #fieridivoi #piùsiamomegliofacciamo #MEU ... Vedi altroVedi meno
Visualizza su Facebook
In un recente articolo pubblicato su #Panorama, ora anche on line su Panorama.it, Maddalena Bonaccorso analizza i processi e il contesto nel quale si colloca il tema della #stabilizzazione di quello che è stato definito “scudo penale” per i camici bianchi nel Disegno di Legge Delega di riforma delle #professioni #sanitarie approvato lo scorso 4 settembre dopo un primo insuccesso del 4 agosto.👉 Nell’articolo troviamo anche le considerazioni del Presidente regionale #SIMEU Umbria dott. Paolo Groff."Non chiediamo uno scudo che ci renda intoccabili, contestiamo che un errore diagnostico o terapeutico frutto di un ragionamento clinico puntuale venga trattato come un reato." #fieridiMEU #GOLDENmedicine #GOLDENdoctors #medici #infermieri #specializzandi #Emergenza #Urgenza #MEU #SOSprontosoccorso #prontosoccorso #piusiamomegliofacciamo #fieridivoi ... Vedi altroVedi meno
Visualizza su Facebook
❗️ BREAKING NEWS. Una delle novità di ieri legate all'approvazione dal #ConsigliodeiMinistri del #DDL #Delega sulle professioni #sanitarie, è che la norma sulla #responsabilitàmedica di #colpagrave diventa strutturale. Contemporaneamente si designano i nuovi limiti della #procedibilità nei confronti di un #medico quando le linee guida siano rispettate e le buone pratiche cliniche applicate. 🔴 È il primo passo di un #iter #legislativo che deve ancora svolgersi ma è un traguardo importante che segna un deciso cambio culturale.‼️È un risultato dovuto ai #professionisti - che nel 97% dei casi di denuncia risultavano poi assolti per infondatezza - ma anche a tutti i #cittadini in quanto l’attuazione dello “scudo penale” oltre a porre il #sanitario in uno stato di maggiore serenità di diagnosi, può contribuire alla riduzione delle liste di attesa grazie a una maggiore razionalizzazione delle attività oggi legate a quella che si definisce #medicinadifensiva. Lo spiega bene il Past President #SIMEU dott. Fabio De Iaco nell’intervista rilasciata in serata a Radio 24 #EffettoEstate. #fieridimeu#piùsiamomegliofacciamo #GOLDENdoctors #GOLDENmedicine #prontosoccorso #infermieri #specializzandi #SOSprontosoccorso #fieridivoi ... Vedi altroVedi meno
Visualizza su Facebook
#SIMEU organizza corsi sui principali temi clinici e organizzativi della medicina di #emergenza #urgenza e del #management delle #maxiemergenze.Dal 1999 è International training center di American Heart Association.Ampio calendario di #attivitàformativa in #aula e a distanza #FAD curato dalle #facultysimeu.SCOPRILO SUL SITO www.simeu.it#piùsiamomegliofacciamo#medici #infermieri #specializzandi #GOLDENdoctors #Goldenmedicine #prontosoccorso #PrimaLinea #fieridivoi #fieridimeu ... Vedi altroVedi meno
Visualizza su Facebook

2 weeks ago

SIMEU - Società Italiana di Medicina d'Emergenza e Urgenza
🔵 Torna la Scuola Estiva riservata ai giovani professionisti - #specializzandi, #infermieri, #medici - associati a #SIMEU.La #SumSchool SIMEU, diretta dalla dott.ssa Anna Maria Brambilla, si svolgerà a Bertinoro presso il CEUB - Centro Residenziale Universitario - dal 20 al 24 settembre 2025. #fieridivoi#Goldenmedicine #GOLDENdoctors #fieridimeu #PrimaLinea ... Vedi altroVedi meno
Visualizza su Facebook



SIMEU - SOCIETA' ITALIANA di MEDICINA D'EMERGENZA-URGENZA

Segreteria Nazionale:
Via Valprato 68 - 10155 Torino
c.f. 91206690371 - p.i. 2272091204

E-mail: segreteria@simeu.it
pec: simeu@pec.simeu.org
Tel. 02 67077483 - Fax 02 89959799
SIMEU SRL a Socio Unico

Via Valprato 68 - 10155 Torino
p.i./c.f. 11274490017
pec: simeusrl@legalmail.it