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#SIMEU14: L’Italia vista dal Pronto soccorso: i problemi e le possibili soluzioni

sabato, novembre 8th, 2014

@SilviaAlparone

IL IX CONGRESSO NAZIONALE DELLA SIMEU, LA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA DI EMERGENZA URGENZA, CHE COMPRENDE OLTRE 3.000 FRA MEDICI E INFERMIERI, È L’OCCASIONE PER FARE IL PUNTO SU COME FUNZIONANO OGGI I PRONTO SOCCORSO IN ITALIA, QUALI SONO I VERI PROBLEMI E QUALI LE SOLUZIONI POSSIBILI PER FARLI FUNZIONARE MEGLIO.

Su tutto il territorio nazionale ci sono 844 pronto soccorso, in cui lavorano 12.000 medici e 25.000 infermieri. Ogni anno gli accessi sono circa 24.000.000, 2.000.000 al mese, 67.000 al giorno, 2.800 all’ora, 45 al minuto, quasi uno ogni secondo.

Sul totale dei pazienti, il 20% ha un problema sociale prevalente, povertà, fragilità, maltrattamenti, solitudine, abbandono. Il fenomeno del disagio sociale, da sempre ben noto al pronto soccorso, non ha mai avuto un impatto così rilevante in passato sulle strutture di emergenza ospedaliera.

La problematica clinica più frequente (un terzo dei casi totali), è il trauma, categoria in cui rientrano ferite, ustioni, fratture, distorsioni, lesioni agli organi interni da incidenti stradali, sul lavoro, domestici, sportivi, aggressioni; seguito dalle malattie cardio-vascolari (ictus cerebrali, infarti cardiaci, tromboflebiti ed embolie polmonari).

Il problema: il sovraffollamento e le attese dei pazienti

L’alta prevalenza di casi sociali oltre che sanitari è una delle cause del sovraffollamento dei dipartimenti di emergenza ospedalieri, così come il gran numero di codici con bassa priorità sanitaria (bianchi e verdi), che però spesso celano casi di emergenza sociale e quindi presentano comunque un bisogno importante a cui dare risposta, anche se non strettamente sanitario.
Ma soprattutto il sovraffollamento è dovuto all’impossibilità di ricovero dal pronto soccorso verso gli altri reparti dell’ospedale, in costante overbooking per il ridotto numero dei letti a disposizione e per la difficoltà nella dimissione dei pazienti.

Il sovraffollamento è associato alle lunghe attese che hanno reso noti alla cronaca i nostri pronto soccorso. Le attese in pronto sono in parte per la prima visita dopo l’accettazione, da parte del medico del pronto soccorso, e in questo caso riguardano i pazienti con codici a bassa priorità. Ma il fenomeno delle lunghe attese riguarda in particolare il paziente in barella, che, dopo aver terminato il suo percorso in emergenza, attende di essere ricoverato in un reparto dell’ospedale.

La soluzione: una rete sul territorio e un pronto soccorso con la possibilità di dimettere i pazienti in sicurezza

Per tentare di risolvere il problema del sovraffollamento e dare una risposta ai crescenti bisogni sociali oltre che sanitari della popolazione è necessario cambiare l’organizzazione dei percorsi di cura fra territorio, pronto soccorso e altri reparti dell’ospedale.

Innanzitutto è necessario creare una rete sul territorio, che sia in grado di offrire alternative al ricorso all’ospedale per i casi meno gravi: servizi e associazioni che, in stretta collaborazione con il pronto soccorso, prendano in carico i casi già visitati e seguiti in pronto soccorso evitando il ricovero in ospedale attraverso una dimissione “protetta”, un percorso che garantisce una continuità delle cure anche dopo la dimissione. Si registrano molte esperienze positive in varie regioni, ma spesso attuate in ambiti territoriali limitati da parte di singole aziende ospedaliere; una strategia globale è necessaria per standardizzare gli interventi e renderne più efficiente la realizzazione.
Contemporaneamente, all’interno dell’ospedale risulta vincente l’organizzazione dell’emergenza in tre aree e attività distinte e complementari: pronto soccorso, osservazione breve, terapia semintensiva. Pronto soccorso per l’accoglienza e la prima visita; OBI, osservazione breve-intensiva, con letti e personale dedicato per una degenza breve, fino a 24-30 ore, che consenta di dimettere i pazienti in sicurezza dopo una prima fase di cura oppure di avviare percorsi di assistenza per i pazienti fragili o con problematiche sociali; terapia subintensiva multidisciplinare, per pazienti acuti che abbiano bisogno di cure ad alta intensità, con i diversi specialisti a disposizione in ospedale coordinati dal medico di emergenza-urgenza.

È il futuro dei nostri ospedali, sempre più organizzati per aree a diversa intensità di cura non più per reparti. Una soluzione che può dare una risposta adeguata a molti problemi del nostro sistema sanitario e soprattutto ai bisogni sanitari e sociali dei cittadini.

#SIMEU14: Inizia il IX Congresso nazionale: il programma di giovedì 6 novembre

giovedì, novembre 6th, 2014


@SilviaAlparone

Inizia oggi al Centro Congressi del Lingotto di Torino il congresso nazionale 2014 della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza.

  • Alle 17 si terrà la lectio magistralis di Fabio De Iaco, responsabile della Faculty di Sedoanalgesia in urgenza della società scientifica sul tema Etica e medicina d’urgenza (Auditorium).
  • Alle 17.30 tavola rotonda Pronto soccorso: riferimento più sociale che sanitario (Auditorium). Si discuterà della situazione dei pronto soccorso in Italia, dei problemi e delle possibili soluzioni, a partire dal sovraffollamento e dal disagio sociale che sempre più spesso si rivolge al pronto soccorso anche senza un bisogno sanitario specifico.
  • Alle 19.15, in conclusione della tavola rotonda, presentazione del video per la campagna di sensibilizzazione a un uso responsabile del pronto soccorso. In collaborazione con gli Africa Unite.
  • 19.30 I Sessione plenaria: Il Trauma (Auditorium).

Alla tavola rotonda partecipano:

  • Gian Alfonso Cibinel – Presidente SIMEU (Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza)
  • Roberta Petrino – responsabile dell’Education Commitee dell’EuSEM (European Society of Emergency Medicine)
  • Giacomo Milillo – Segretario FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale)
  • Elide Tisi – Vice-sindaco Città di Torino – in rappresentanza del Sindaco di della Città Torino, Piero Fassino
  • Antonio Saitta – Assessore alla Salute Regione Piemonte
  • Giuseppe Montrucchio – Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza Urgenza dell’Università di Torino

Modera Luisella Costamagna – Giornalista.

Il programma e le info sul congresso sono disponibili tramite la app gratuita per dispostivi mobili SIMEU 2014.

I lavori del congresso si possono seguire su Twitter #SIMEU14 e sulla pagina facebook della società scientifica.

Il Refresher Course EuSEM: cronaca di una interessante esperienza formativa

lunedì, maggio 26th, 2014


Di Bartolomeo Lorenzati, redazione blog Simeu

@BatoLorenzati

Ritorno entusiasta da una nuova avventura formativa: il Refresher Course 3 organizzato dall’EuSEM-YEMD (European Society for Emergency Medicine- Young Emergency Medicine Doctors Section) tenutosi dal 15-18 Maggio a Novara, con il patrocinio dell’Università degli Studi del Piemonte Orientale “Amedeo Avogadro” e del “Centro di Ricerca Interdipartimentale in Medicina di Emergenza e dei Disastri e di Informatica applicata alla Didattica e alla Pratica Medica (CRIMEDIM)”.

Formidabili sono stati lo spirito internazionale e l’entusiasmo che si sono percepiti sin dall’inizio. Emergency Physicians o aspiranti tali provenienti da differenti parti dell’Europa (Belgio, Slovenia, Olanda, Polonia, Croazia, Finlandia, Francia e Romania) e non solo (Turchia ed Emirati Arabi Uniti) che si riuniscono per formarsi e accrescere le proprie conoscenze: finalmente ci si sente parte di una categoria!! Sentirsi parte di un qualcosa è quanto mai fondamentale per mantenere alto il nostro entusiasmo e passione messi a dura prova dalle fatiche e dai problemi che il nostro lavoro e la nostra formazione quotidianamente comportano.

Nella prima giornata abbiamo potuto visitare la Centrale Operativa del Sistema di Emergenza Territoriale Lombarda (AREU) che ha sede presso l’Ospedale Niguarda di Milano.

La seconda giornata ha avuto come argomento principale il trauma e si è svolta con alcune lezioni frontali riguardanti l’organizzazione del Sistema di Emergenza Territoriale in Romania, la coagulopatia da trauma e la gestione dei pazienti ustionati. Il pomeriggio è stato interamente dedicato alle sessioni pratiche rivolte soprattutto alla gestione integrata del paziente vittima di trauma e/o ustionato con simulazioni di scenari differenti.

Nella terza giornata ci siamo occupati dell’insufficienza respiratoria acuta con lezioni sull’utilizzo della ventilazione non invasiva e sulla valutazione ecografica del polmone e della pleura. Successivamente, nel pomeriggio, non sono mancate le occasioni per effettuare differenti simulazioni sull’utilizzo dell’ecografia e della ventilazione non invasiva in numerosi scenari clinici gestiti secondo il metodo dell’ “Advanced High Fidelity Simulation”.

L’ultima giornata ha visto come protagonisti l’ABM (Astuteness Based Medicine) con i suoi differenti trucchi ed accorgimenti per renderci meno difficile la vita in PS, le nuove possibilità di formazione online con il FOAMed (Free Open Access Medical Education) e la presentazione del Curriculum Europeo in Emergency Medicine proposto dall’EuSEM.

I punti forti di questo corso per i quali consiglierei a tutti i “giovani” Urgentisti (e non solo) di frequentarlo sono stati la possibilità di conoscere nuove realtà lavorative in Europa, ritengo infatti che solamente con il confronto si possa crescere professionalmente e culturalmente, e l’ampio spazio concesso alle simulazioni su manichini, alcune delle quali eseguite utilizzando il metodo dell’ “Advanced High Fidelity Simulation”.





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