IL BLOG DI SIMEU

 

Posts Tagged ‘Pronto Soccorso’

Il sistema sanitario italiano e la gestione delle maxiemergenze

sabato, marzo 26th, 2016

Simeu alla trasmissione Zapping di Radio Rai 1

La sicurezza delle nostre città in caso di emergenza per un eventuale attentato terroristico: a questo argomento, di primissima attualità a seguito delle esplosioni di Bruxelles dello scorso martedì, la puntata di Zapping di Radio Rai 1 di venerdì 25 marzo ha dedicato un articolato approfondimento. Fra gli ospiti della trasmissione, Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeu, (dal minuto 00.40.40 circa) si è concentrata in particolare su come è organizzato il sistema sanitario per la gestione delle maxiemergenze e in cosa consiste un Peimaf ospedaliero, il Piano di emergenza interno per il massiccio afflusso di pazienti.

Altri ospiti della puntata sono stati Andrea Manciulli, direttore del Rapporto sul terrorismo jihadista per l’Assemblea Nato e Renata Pepicelli esperta di Islam dell’Università  romana Luiss.

Il ruolo dell’infermiere di Triage in Pronto Soccorso

martedì, marzo 22nd, 2016

Precisazioni e richiesta di rettifica a firma della Presidente nazionale Simeu in merito alla puntata di Tagadà di La7 di venerdì 18 marzo 2016

“Il Triage infermieristico è una delle più importanti conquiste della sanità internazionale” specifica Maria Pia Ruggieri, Presidente nazionale Simeu in una nota diffusa alla stampa a commento della puntata della trasmissione Tagadà, andata in onda su La7 venerdì 18 marzo. “Consiste nella valutazione della condizione clinica dei pazienti e del loro rischio evolutivo attraverso l’attribuzione di una scala di codici colore che indica la priorità di trattamento, non la gravità del singolo caso, cioè un ordine di pazienti in base alle loro necessità di salute e alle risorse disponibili. Dal 1996 il triage è previsto dalla legge italiana, in particolare tramite l’attuazione del decreto n.76/1992 che afferma che in ogni Dipartimento di emergenza e accettazione deve essere prevista la funzione di triage come primo momento di accoglienza e valutazione di pazienti. “Tale funzione – recita il decreto – è svolta da personale infermieristico adeguatamente formato che opera secondo protocolli prestabiliti dal dirigente del servizio”. Competenza infermieristica che è stata negli anni confermata da una serie di adeguamenti legislativi nazionali e regionali.

Il professionista del triage dell’emergenza sanitaria per la legge italiana è quindi l’infermiere: attraverso una formazione specifica, basata sulla metodologia del problem solving, e attraverso l’esperienza quotidiana in area critica, l’infermiere apprende il corretto processo metodologico decisionale per il triage telefonico nelle centrali operative del 118 e per il triage ospedaliero. Dopo il triage, il medico e l’infermiere continuano la presa in carico come équipe per gli accertamenti e le cure del caso.

I Pronto Soccorso italiani accolgono in media ogni anno oltre 20 milioni di persone, circa un terzo di tutta la popolazione italiana. E il sovraffollamento delle strutture di emergenza è un fenomeno ormai endemico che si può affrontare unicamente con soluzioni di tipo organizzativo. L’indiscussa professionalità dell’infermiere di Pronto Soccorso, a cui la normativa nazionale affida il triage, è uno dei cardini del sistema d’emergenza sanitaria.

Il Sistema sanitario nazionale riconosce perciò all’infermiere la capacità decisionale di collocare il paziente giusto, nel tempo giusto, nel posto giusto, secondo il livello giusto di assistenza di cui necessita. E organizzando l’intervento successivo alla valutazione del caso, con una corretta gestione e ottimizzazione delle risorse. In Italia, come nel resto del mondo, il triage è volto a standardizzare le procedure di valutazione e regolamentare in modo affidabile gli accessi dei pazienti che sopraggiungono nei Pronto Soccorso sempre più affollati. La standardizzazione aumenta la sicurezza dei pazienti e facilita l’equità d’accesso alle strutture di emergenza garantendo la qualità delle cure alla popolazione.

Durante la puntata di Tagadà, andata in onda su La7 venerdì 18 marzo 2016, tutto questo è stato negato, a fronte di opinioni personali prive di fondamento e fonte di errata informazione rivolta al pubblico televisivo della trasmissione.

Simeu, Società italiana della medicina di emergenza-urgenza rappresenta circa 3.000 medici e infermieri dell’emergenza sanitaria nazionale ed è impegnata nella formazione per l’acquisizione delle competenze dei professionisti del settore, medici e infermieri.

Inoltre ha contribuito a elaborare, insieme ad altre società scientifiche le linee di indirizzo oggi all’esame del Tavolo ministeriale sul triage.

La Società scientifica chiede una rettifica delle informazioni diffuse in occasione della trasmissione di venerdì 18 marzo, affinché un’errata comunicazione ai cittadini non metta in discussione la fiducia della popolazione nei confronti del Sistema sanitario nazionale, soprattutto in un momento di estrema necessità come è quello dell’accesso alle cure in urgenza”.

 

Concorsi pubblici e accesso degli specialisti dell’emergenza nei Dea e nei Pronto soccorso

lunedì, febbraio 15th, 2016

@SilviaAlparone


La Simeu e la Fimeuc continuano a segnalare le problematiche relative all’accesso dei medici di emergenza-urgenza ai concorsi per le strutture di Pronto soccorso e Medicina d’urgenza, sia per i ruoli iniziali che per quelli apicali. Gli interessati sono i giovani specialisti che dall’estate del 2014 hanno iniziato a uscire dalle Scuole di Specializzazione, aperte in Italia nel 2009, ma anche coloro che, con una lunga attività nelle strutture di emergenza, hanno maturato esperienze professionali e acquisito competenze cliniche e gestionali, in anni in cui la Scuola di specializzazione ancora non esisteva.

Nell’estate 2014, i primi specialisti dell’emergenza rischiarono di non poter partecipare ai concorsi per entrare nei Dipartimenti di Emergenza perché l’elenco delle specialità equipollenti non era ancora stato adeguato e la Medicina di emergenza-urgenza non rientrava nel novero. In quel caso il Ministero intervenne dopo segnalazione formale del Presidente nazionale Simeu e del Presidente della Conferenza permanente per la formazione in medicina di emergenza-urgenza: il “baco” burocratico fu sanato, senza danno per i nuovi specialisti.

La situazione è più preoccupante per l’accesso alle posizioni apicali: è recente l’intervento di Fimeuc, Federazione italiana di medicina di emergenza-urgenza, che ha inviato una lettera al presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, e al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, per l’avviso pubblico del 9 novembre 2015 relativo al conferimento dell’incarico quinquennale di direttore della struttura complessa di Pronto Soccorso, presso il Presidio “Spedali Civili” di Brescia; l’avviso è stato bandito per la disciplina Anestesia e Rianimazione, Area della Medicina Diagnostica e dei Servizi. “Ciò appare in difformità – sottolinea Adelina Ricciardelli, presidente di Fimeuccon le normative vigenti che inquadrano le strutture complesse di Pronto soccorso nell’Area medica e delle specialità mediche, disciplina Medicina e Chirurgia di accettazione e d’urgenza. Area e disciplina condizionano sia i requisiti specifici per partecipare alla selezione, sia quelli per la composizione della commissione esaminatrice. Cosa che potrebbe portare a eventuali ricorsi e contenziosi”. E il caso di Brescia non è l’unico: Fimeuc è intervenuta alcuni mesi fa per una situazione simile, in quell’occasione a Matera; concorsi con bandi irregolari sono stati attivati anche in Liguria.

A parte i casi di violazione delle norme vigenti (come nel caso del concorso citato di Brescia), i criteri di accesso ai concorsi apicali, sia per quanto riguarda le equipollenze che per quanto riguarda le discipline per la maturazione dell’anzianità di servizio, sono ambigui e discutibili; tali criteri sono peraltro un elemento decisivo per il riconoscimento dell’identità professionale del medico dell’emergenza e per garantire la qualità dei servizi di emergenza. In una lettera al Ministero della Salute, che risale allo scorso giugno 2015, la Simeu sottolineava come la normativa per la selezione dei Direttori di Medicina e chirurgia di accettazione e d’urgenza consentisse l’accesso anche a professionisti senza esperienza alcuna in pronto soccorso e penalizzasse professionisti con oltre dieci anni di servizio in Pronto soccorso, ma non in possesso di specializzazione; le norme sul reclutamento dei direttori rischiano di vanificare i progressi registrati in termini di articolazione organizzativa del sistema di emergenza ospedaliera, registrati con l’entrata in vigore del Regolamento sugli standard ospedalieri (DM 70 del 2 aprile 2015). “Come già in quella occasione – afferma Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeue alla luce delle situazioni evidenziate da Fimeuc che si sono venute a creare in questi ultimi mesi, la Società scientifica della medicina di emergenza-urgenza chiede al Ministro Beatrice Lorenzin che siano bloccati i concorsi attivati in violazione delle normative vigenti (relativamente alle aree disciplinari) e che si ponga rimedio alle storture sui criteri di accesso alle posizioni apicali, considerando condizione necessaria un’anzianità di almeno sette anni di servizio in Ps/Dea e condizione sufficiente un’anzianità di servizio di almeno dieci anni nelle strutture d’emergenza, indipendentemente dalla disciplina in cui è stata maturata l’anzianità”.

Simeu e l’operazione “Bollini Rosa” di Onda 2016-2017

lunedì, gennaio 4th, 2016

La Società italiana di medicina di emergenza-urgenza patrocina l’iniziativa e figura fra gli ideatori di alcuni percorsi premiati

@SilviaAlparone

Sono 249 gli ospedali italiani che hanno ottenuto i “bollini rosa” di quest’anno, il riconoscimento che l’Osservatorio nazionale sulla salute della donna, Onda, dal 2007 attribuisce alle strutture ospedaliere attente alla salute femminile. L’elenco completo è pubblicato sul sito www.bollinirosa.it.

I criteri di valutazione con cui sono stati giudicati gli ospedali candidati sono la presenza di servizi rivolti alla popolazione femminile all’interno delle aree specialistiche di maggior rilievo clinico ed epidemiologico; l’appropriatezza dei percorsi diagnostico-terapeutici, a garanzia di un approccio alla patologia in relazione alle esigenze della donna, e l’offerta di prestazioni aggiuntive legate all’accoglienza in ospedale e alla presa in carico della paziente, come la telemedicina, la mediazione culturale e il servizio di assistenza sociale.

Simeu è tra le organizzazioni che patrocinano l’iniziativa, per l’attenzione che riserva la tema della salute delle donne, reso evidente da una serie di iniziative che i soci portano avanti da anni nei pronto soccorso delle diverse regioni. Alcune fra le iniziative della Società scientifica hanno fatto sì che l’ospedale in cui si tengono sia nell’elenco dei premiati di Onda. Si tratta, ad esempio, del Percorso Rosa al pronto soccorso dell’Ospedale San Paolo di Napoli, struttura già insignita in passato del riconoscimento per la stessa attività. “I casi che in triage vengono riconosciuti come possibili casi di violenza, psicologica, fisica o sessuale sulle donne- spiega Mario Guarino, direttore del pronto soccorso San Paolo e socio Simeu, che ha ideato e realizzato il percorso in collaborazione con Elvira Reale, psicologa, ottengono, accanto al codice di priorità, un bollino rosa, che avvia un percorso particolare. Soprattutto, ed è la caratteristica originale del percorso, si procede a una doppia refertazione, medica e psicologica, inviate entrambe direttamente alla magistratura che attiva poi il procedimento più adatto al singolo caso. Il che evita alla vittima di violenza di passare dalle forze dell’ordine, che sono coinvolte solo per l’esecuzione del provvedimento della magistratura”. Le pazienti sono poi seguite dal servizio di psicologia del territorio con un follow up di alcuni mesi.

Il bollino rosa di Onda resterà valido fino alla fine del 2017 per le strutture premiate.

Pronto-Net: una rete per la rilevazione dei pazienti in attesa nei Pronto soccorso

giovedì, dicembre 3rd, 2015

Parte da qui la proposta Simeu per gestire il sovraffollamento contenuta in un documento inviato al Ministero della Salute

@SilviaAlparone

La stagione invernale è alle porte e i pronto soccorso italiani sono già in difficoltà, con centinaia di pazienti in barella in attesa di un ricovero nei reparti ospedalieri. Per porre riparo alla situazione ed evitare il collasso del sistema dell’emergenza dello scorso anno, Simeu, Società italiana della medicina di emergenza-urgenza lancia la rete di rilevazione dati in tempo reale Pronto-net e una possibile soluzione del sovraffollamento dei pronto soccorso italiani.

I dati della rete Pronto-net attivata dalla Simeu

Una rete di comunicazione “smart” tra i Pronto Soccorso del Paese, denominata Pronto-net per la raccolta di dati utili al Servizio sanitario nazionale: è stata promossa e rapidamente realizzata in queste ultime settimane da Simeu, Società italiana della medicina di emergenza-urgenza, coinvolgendo 42 ospedali metropolitani o provinciali, i più importanti di ogni regione. La prima rilevazione Pronto-Net si è tenuta fra il 16 e il 30 novembre scorsi. Ma la rete continuerà a funzionare, monitorando la situazione nei periodi di possibile criticità.

La prima rilevazione: 16-30 novembre 2015

La prima raccolta dati si è svolta tra il 16 e il 30 novembre e ha riguardato il problema del blocco dei ricoveri dai Pronto soccorso ai reparti, la causa principale del sovraffollamento dei dipartimenti di emergenza.

Hanno inviato dati 42 ospedali, di tutte le regioni, con disponibilità complessiva di posti letto variabile da 190 a 1183 (media pari a 686); gli accessi nel 2014 ai 42 PS sono stati in media 70.474 (193 al giorno), compresi tra 37.682 (103 al giorno) e 106.051 (290 al giorno); il campione di ospedali considerato ha accolto nel 2014 il 10,6% degli accessi totali nei PS italiani (2.537.000 su 24.000.000).

Alle 8 del mattino di lunedì 30/11/2015 erano presenti nei PS coinvolti 377 pazienti in attesa di ricovero, collocati in barelle nella maggioranza dei casi, in media 9 in ogni PS (con variazione da 0 a 39 pazienti), con un tempo massimo di permanenza in barella variabile da 0 a 144 ore (media 32 ore); la proiezione del dato su tutti gli ospedali del Paese consente di stimare in diverse centinaia ogni giorno il numero di pazienti in barella nei PS in attesa di un posto letto nei reparti, anche per molti giorni (fino a 6), un dato destinato a peggiorare criticamente nei mesi invernali. Il numero di pazienti in attesa di ricovero che possono essere curati e assistiti adeguatamente in un PS, senza ricadute negative sulle funzioni primarie del servizio di emergenza, è molto variabile; dipende dalla disponibilità di spazi e di personale, dalla collaborazione delle altre strutture ospedaliere e dal tempo di permanenza; lo standard internazionale di permanenza massima in PS di 2 ore dopo la decisione del ricovero è ampiamente “sforato” nel 76% nel campione oggetto dello studio, con situazioni critiche che riguardano circa 1/3 degli ospedali, in particolare quelli di alcune grandi città (Torino, Roma, Napoli e Palermo).

Le possibili soluzioni Simeu al sovraffollamento in un Policy Statement Affollamento PS_2015 inviato al Ministero della Salute

Il problema del sovraffollamento è un problema grave, che la Simeu ha analizzato in un recente convegno tenuto a Roma, dal titolo Il Pronto Soccorso e la folla.

I risultati del convegno e del lavoro svolto nei mesi precedenti sono stati condensati in un documento che propone strumenti di analisi e di monitoraggio e modalità di intervento organizzativo. Il documento è stato inviato al Ministero della Salute e sarà inviato a tutti gli assessorati regionali nei prossimi giorni, come base per un’alleanza tra le istituzioni e i professionisti della salute per affrontare la situazione.

Le proposte Simeu

La causa principale del sovraffollamento dei PS è l’impossibilità di ricoverare i pazienti nei reparti degli ospedali per indisponibilità di posti letto, dopo il completamento della fase di cura in PS; anche gli accessi inappropriati contribuiscono all’affollamento, ma solo in piccola parte (< 10%).

Il sovraffollamento dei PS è un problema diffuso in tutto il mondo sviluppato. In diversi Paesi con sistemi sanitari ad accesso universale (analoghi al SSN italiano), come la Gran Bretagna, il Canada, l’Australia e la Nuova Zelanda, il sovraffollamento è stato affrontato negli ultimi dieci anni con interventi mirati sul sistema, normativi e gestionali.In Italia il problema non è stato affrontato in modo sistematico e ha raggiunto proporzioni insostenibili, con permanenze in PS in barella dei pazienti anche diversi giorni. Questa situazione comporta anche una grave inefficienza, per l’aumento dei tempi complessivi di degenza in ospedale e conseguente incremento dei costi.

Ecco alcune delle proposte Simeu per affrontare e gestire il problema:

  • elaborazione di disposizioni nazionali e regionali sul sovraffollamento, con obiettivi per le regioni e per le aziende, collegati ad un sistema di incentivazioni/sanzioni, nell’ambito della costituzione di gruppi di lavoro tra istituzioni e società scientifiche sul tema del sovraffollamento, a livello nazionale e regionale;
  • definizione di standard omogenei per i tempi massimi di permanenza nei PS, dal momento della prima valutazione medica: meno di 6 ore per il 95% dei pazienti da dimettere e da ricoverare;
  • rilevamento regolaree trasmissione alle regioni e al ministerodi alcuni indicatori relativi all’affollamento dei PS, da rendere pubblici sui siti delle aziende: tempi complessivi di permanenza in PS, tempi di processo in PS, dall’arrivo alla prima valutazione – dall’inizio della valutazione alla decisione – dalla decisione del ricovero all’invio effettivo in reparto;
  • attivazione in ogni azienda/presidio (o anche area vasta) di una funzione centralizzata di gestione della risorsa posti letto (“bed management”) e di eventuali unità di pre-ricovero (holding units) e di pre-dimissione (discharge room)
  • elaborazione in ogni azienda sanitaria/ospedaliera e in ogni presidio sede di PS di un piano di gestione del sovraffollamento (PGS), così come esistono i piani per il massiccio afflusso di feriti (PEIMAF).

Pensiero lento e pensiero veloce: l’errore medico

lunedì, novembre 30th, 2015

Una riflessione e un corso Simeu

@SilviaAlparone

Errare è umano e anche i medici possono sbagliare. È un’ovvia verità che tuttavia genera sempre stupore, smarrimento e, nei casi estremi, ricorso in giudizio da parte del paziente o del familiare che di quell’errore fa le spese, a reclamare ragione per un danno reale che però può avere cause che non hanno a che fare con una colpa, nel senso di un’omissione o di una trascuratezza volontaria. Non si intende in questo caso l’errore sistemico dovuto a un problema dell’organizzazione, tema di cui si occupa il Rischio clinico, ma dell’errore legato alle dinamiche logiche attraverso le quali si sviluppa il ragionamento clinico. Su questo tema la Società italiana di emergenza-urgenza si è fermata a riflettere e ha organizzato un corso, in collaborazione con l’Agenzia regionale di Sanità della Toscana e l’Università degli Studi di Torino, che si è tenuto a Firenze lo scorso 30 settembre, dal titolo “Il ragionamento clinico: incertezza, decisione, trappole cognitive”. La giornata di lavori ha coinvolto 24 medici di emergenza-urgenza e di altre specialità provenienti da diverse regioni italiane, a fronte di una richiesta di partecipazione doppia rispetto ai posti previsti in questa prima edizione, insieme a cinque infermieri/uditori presenti per valutare la possibilità ed eventualmente le modalità di estendere l’occasione formativa anche alla professione infermieristica.

Il corso è stato ideato e organizzato da Alessandro Rosselli, già direttore del Dipartimento di emergenza-urgenza dell’Azienda Sanitaria di Firenze e oggi collaboratore scientifico presso l’Agenzia regionale di Sanità e il dipartimento di Diritto alla Salute della regione Toscana sui problemi organizzativi, epidemiologici e gestionali del Pronto Soccorso e da Franco Aprà, direttore della Medicina d’Urgenza dell’Ospedale Giovanni Bosco di Torino, presidente regionale Simeu Piemonte.“È fondamentale creare consapevolezza – spiega Alessandro Rosselli – su quanto sia importante il ragionamento del medico in questa nostra era tecnologica, in cui sembra che quest’ultima abbia quasi sostituito la necessità del ragionamento clinico, in quanto in grado di dare sempre risposte chiare e visibili a qualsiasi problema. Nella formazione di base del medico l’aspetto della metodologia clinica basata sul ragionamento è pericolosamente marginalizzato ed è quindi compito della società scientifica promuovere sensibilità e cultura tali da trovare strategie pratiche per correggere gli errori cognitivi in cui inevitabilmente, quando si ragiona, si incorre”. Il corso è stato tenuto da professionisti dell’emergenza-urgenza,Marco Barchetti, Ospedale di Sassuolo, e Fabrizio Elia, Ospedale San Giovanni Bosco di Torino, affiancati ad altre figure esterne alla professione, filosofi e psicologi, con cui è stato possibile analizzare le dinamiche del ragionamento clinico da una prospettiva diversa. Sono Vincenzo Crupi, professore associato di Logica e Filosofia della Scienza dell’Università di Torino, Gustavo Cevolani, del Dipartimento di Filosofia sempre dell’Ateneo torinese e Marco Franchini, psicologo e psicoterapeuta. Sono stati portati esempi di casi clinici che presentassero la possibilità di errori medici di tipo cognitivo: di qui è partita la discussione sulla tipologia di errore e su quali tecniche possano essere messe in pratica per evitarlo. “Uno dei problemi più seri nel caso dell’errore cognitivo – riprende Rosselli – riguarda il superamento della reazione istintiva di chiusura del medico che si rende conto del proprio errore per non sentirsi accusato: uscire dalla dinamica dell’errore vissuto come una colpa è condizione necessaria per affrontare positivamente la tematica dell’errore in genere e, in particolare, quello cognitivo. Questo deve essere visto come qualcosa che consente di migliorare: discutere dell’errore invece di nasconderlo è sempre il primo passo per superarlo e prevenirlo. In conclusione la gestione dell’errore deve essere vista come un processo formativo importante per il medico e non come una colpa.”

Le scoperte della psicologia sperimentale in campo cognitivo hanno posto le basi conoscitive per una nuova comprensione del ragionamento clinico.“ Come ci spiega Daniel Kahneman, uno dei padri del cognitivismo e premio Nobel per l’economia nel 2002, – commenta Franco Aprà – la psicologia cognitiva ha aperto una nuova visione sui meccanismi del pensiero: accanto al pensiero logico, rigoroso ma lento e faticoso, esiste infatti un pensiero rapido e immediato, che dà risposte standardizzate (euristiche) per risolvere la maggior parte delle situazioni in cui bisogna prendere decisioni. Quando però queste risposte non sono appropriate, si va incontro a errori. Per comprendere queste situazioni, occorre ricorrere al pensiero lento, ma se non si è più che attenti i pensieri veloci prendono il sopravvento. Nella loro attività i medici prendono continuamente delle decisioni, utilizzando i pensieri veloci ed intuitivi in base alla loro preparazione professionale e alle esperienze – professionali e personali. In Medicina d’urgenza la decisione è particolarmente critica, soprattutto perché è legata al fattore tempo. Per questo occorre una riflessione seria sul tema e un’attenzione formativa su un argomento che richiede necessariamente un approccio multidisciplinare, coinvolgendo esperti del ragionamento provenienti da altri ambiti di studio”. Simeu, Ars Toscana e Università di Torino, anche per le numerose richieste pervenute, stanno valutando una nuova edizione del corso per il prossimo marzo 2016 che coinvolgerà anche gli infermieri.

 

 

 

Gli infermieri, l’emergenza territoriale e la reale efficacia dei soccorsi

venerdì, ottobre 30th, 2015

di Gian Alfonso Cibinel

Presidente nazionale Simeu

 

Negli ultimi mesi si è riaperta una polemica, in particolare nella regione Emilia-Romagna, sul ruolo degli infermieri nei servizi di emergenza territoriale, con esposti all’autorità giudiziaria e avvio di procedimenti disciplinari nei confronti di dirigenti medici da parte di alcuni Ordini dei Medici provinciali. Gli esposti riguardano l’attività di assistenza e cura svolta dagli infermieri del sistema 118, contestando ai responsabili medici “la redazione di procedure e istruzioni operative” che attribuirebbero al personale infermieristico “compiti di diagnosi, prescrizione e somministrazione di farmaci soggetti a controllo medico”.

Al di là delle polemiche l’obiettivo dei sistemi di emergenza territoriale è di assicurare alla popolazione la migliore risposta possibile nelle urgenze ed emergenze, impiegando tutte le risorse disponibili, professionali (medici e infermieri) e non professionali (tecnici, volontari del soccorso e semplici cittadini), nell’ambito di un’organizzazione coerente integrata con la rete dei PS e degli ospedali. In alcuni paesi, con sistemi di emergenza molto efficaci (come gli USA), sulle ambulanze non ci sono medici o infermieri; in Europa e nelle diverse regioni italiane la presenza dei professionisti sanitari sui mezzi di soccorso è variabile. Il problema non è chi sta sulle ambulanze, ma la competenza di chi ci sta, in rapporto all’organizzazione e alle procedure da attuare.

La sopravvivenza dei pazienti più critici è garantita dai tempi di risposta brevi e dall’applicazione di protocolli con efficacia dimostrata, che includono a volte l’uso di strumenti o di farmaci, anche da parte di infermieri o di laici. La diagnosi è e resta una competenza medica, ma il rilevamento della perdita o alterazione delle funzioni vitali e gli interventi salvavita conseguenti non possono essere esclusività dei medici, pena l’inefficacia dei sistemi di emergenza e la perdita di molte vite umane. E’ da rilevare che gli strumenti più decisivi nelle emergenze sono le mani (per il massaggio cardiaco, che chiunque può fare) e i defibrillatori (disponibili attualmente in molti luoghi pubblici); e tra i farmaci che possono salvare una vita sono compresi l’acqua, il sale, lo zucchero, l’ossigeno e l’aspirina. Dobbiamo garantire a tutti i cittadini l’accesso rapido alle cure, la competenza degli operatori e la validità dei protocolli. L’attenzione dei professionisti e degli enti di governo deve essere centrata sull’efficacia e la sicurezza degli interventi e sulla funzionalità e sostenibilità dei sistemi di emergenza, non sugli interessi di questa o quella categoria professionale o sindacale.

Nel 2014 l’Ordine dei Medici di Bologna aveva già avviato procedure disciplinari dei confronti dirigenti medici per “istigazione all’abuso di professione medica” in relazione ad attività svolta dagli infermieri nei Pronto Soccorso sulla base di protocolli predefiniti; le procedure si erano concluse con l’archiviazione. La SIMEU, società scientifica dei medici e degli infermieri impegnati nell’emergenza e nell’urgenza, reputa che la questione risollevata da alcuni sindacati e da alcuni Ordini dei Medici abbia una priorità molto bassa rispetto ai problemi reali del SSN; oggi come allora la SIMEU identifica nella competenza degli operatori, nella validità dei protocolli e nella funzionalità dell’organizzazione i tre elementi critici per l’efficacia del sistema di emergenza.

Un’ultima nota personale: se fossi vittima di uno shock anafilattico vorrei essere soccorso subito da chi passa, vorrei che l’ambulanza arrivasse il prima possibile e vorrei essere trattato con il farmaco giusto (adrenalina) al più presto, non importa se da un medico o da un infermiere.

 

 

Una app per il primo soccorso

martedì, ottobre 27th, 2015

Salva una vita è un progetto Ministero della Salute, Fnomceo, Simeu e Simeup

 Redazione blog Simeu

Una app che rende velocemente accessibili a tutti le principali informazioni sul primo soccorso attraverso il proprio smartphone o tablet, in caso di necessità e in qualsiasi situazione, basta avere a disposizione un collegamento internet: tutto questo è possibile grazie a “Salva una vita”, la nuova app realizzata grazie a un progetto del Ministero della salute e di Fnomceo, la Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici e degli Odontoiatri, in collaborazione con le società scientifiche dell’emergenza sanitaria, Simeu e Simeup.

Già con le iniziative legate alle Settimane del Pronto Soccorso e la collaborazione con il Tribunale dei Diritti del Malato, Simeu ha allargato il suo impegno formativo e informativo al di là del mondo dei professionisti sanitari per raggiungere anche i cittadini e “Salva una vita” costituisce un nuovo passo in questa direzione. Patrizia Vitolo, come responsabile dell’ITC AHA-SIMEU e consigliere nazionale dell’associazione ha messo a disposizione la sua esperienza personale e quella della società scientifica per elaborare in maniera divulgativa i contenuti clinici fondamentali per corretti interventi di primo soccorso in diverse situazioni, dal trauma al soffocamento, per informare in modo semplice e diretto tutti i cittadini, compresi coloro che non hanno competenze specifiche in ambito sanitario, su ciò che potrebbe essere fondamentale in caso di emergenza, come riconoscere le diverse situazioni di pericolo, capire in quali circostanze è necessario chiamare i soccorsi e sapere come comportarsi in attesa del loro arrivo. Le informazioni possono essere consultate sia dalla app, scaricabile gratuitamente dagli store Apple e Google Play per Android, e anche attraverso il sito Appsalvaunavita. Disponibile da alcune settimane, l’applicazione ha già registrato un altissimo numero di download. Molto gradevole dal punto di vista grafico, la app è organizzata in modo da consentire una navigazione agevole tra i vari contenuti, con una pagina dedicata ad ogni singola situazione d’emergenza che comprende una breve introduzione più due schematiche sezioni su “cosa fare” e “cosa non fare”, spesso arricchite da immagini chiare. Le informazioni riguardano sia gli adulti che i bambini., parte questa curata in particolare da Simeup. Un quiz conclusivo permette di verificare il proprio grado di preparazione sull’argomento. Il campo delle app per la salute è in rapida espansione e può davvero rappresentare il futuro per la comunicazione nella medicina d’Emergenza/Urgenza, grazie alla loro immediatezza e accessibilità. Lo stesso discorso vale per il sito web, anch’esso molto facile da navigare, potenziato, così come le applicazioni, dalla funzione di ricerca (posizionata in alto a sinistra), che permette di raggiungere più velocemente l’informazione che si cerca. Per chi preferisse archiviare il materiale sul proprio computer o utilizzarlo in forma cartacea, è stato raccolto anche in file pdf scaricabili da questo link (per il materiale che riguarda gli adulti) e da questo (per i bambini).Assolutamente da segnalare anche i video, accessibili tanto dal sito quanto dalle applicazioni, che illustrano in modo sintetico le principali procedure che chiunque potrebbe essere chiamato a fare in caso di emergenza (la rianimazione cardiopolmonare nell’adulto e nel bambino, la manovra di Heimlich, la disostruzione delle vie aeree nel bambino e l’uso del defibrillatore automatico esterno).

A partire da oggi 10 ottobre la Medicina d’emergenza-urgenza si riunisce a Torino per Eusem 2015

sabato, ottobre 10th, 2015

Finalmente al via il IX Congresso Europeo di Medicina d’emergenza, quest’anno organizzato in collaborazione con Simeu e ospitato a Torino, al Centro congressi del Lingotto, dal 10 al 14 ottobre. Questo Congresso ha un importanza fondamentale perché si svolge in momento di rapida crescita di questa Specialità nel Nostro Paese, come ha avuto modo di sottolineare Roberta Petrino, Presidente eletto Eusem e promotrice dell’iniziativa, costituendo un’occasione molto stimolante di confronto con realtà, colture, percorsi e organizzazioni diverse.

Oggi si terranno i corsi pre-congressuali Eusem e Simeu mentre da domani inizieranno i lavori congressuali veri e propri cui parteciperanno tra gli altri, in qualità di relatori, Victoria Brazil,  Judith Tintinalli, Chris Nickson, Raed Arafat, Francesco Della Corte, Louise Cullen, tutte figure di spicco della Medicina d’Emergenza-Urgenza internazionale.

Tra le innumerevoli sessioni che attendono gli oltre 2000 partecipanti, ci teniamo in particolare a segnalare la volontà degli organizzatori di affrontare anche i problemi sociali più attuali, che interessano sempre da vicino chi lavora nei Sistemi d’Emergenza, tra cui le sfide legate agli ingenti movimenti di migranti e richiedenti asilo che sta avendo luogo in Europa, dietro i quali spesso si celano organizzazioni illegali dedite al traffico di esseri umani. Se ne parlerà in due sessioni distinte mercoledì prossimo, con esperienze dai Paesi in prima linea, tra cui il nostro:

Wednesday, 14 October 9h00 – 10:30

 A41 – Humanitarian Trafficking and Migrants I

Moderators: Francesco DELLA CORTE (ITALY), Abdo KHOURY (Besançon, FRANCE)

Human trafficking. Nagi SOUAIBY (Beirut, LEBANON)

Managing the Syrian crisis in Turkey. Behcet AL (Gaziantep, TURKEY)

Migrants: Our action in the Mediterranean. Federica ZAMATTO (ITALY)

 

Wednesday, 14 October 11h00 – 12:30

 A42 – Humanitarian Trafficking and Migrants II

Moderators: Janos BAOMBE (Manchester, UK), Nagi SOUAIBY (Beirut, LEBANON)

Migrants and refugees: European action. Meinie NICOLAI (BELGIUM)

The impact of refugees in Germany. Christoph DODT (München, GERMANY)

Interactive discussion.

Per chi non fosse venuto a Torino, è possibile seguire i lavori sui social media. Questi i riferimenti:

  • Hashtag dedicato: #EUSEM15.
  • Account Twitter ufficiale del congresso: @eusem15
  • Account Twitter dell’European Society for Emergency Medicine: @EuropSocEM
  • Pagina Facebook del Congresso: Link

Dunque speriamoci di poterci vedere a Torino!

Ecco i media che intanto hanno dato la notizia: Il Sole24Ore Sanità, Quotidiano Sanità, Ansa

Simeu lancia la formazione a distanza

martedì, ottobre 6th, 2015

Prima tappa, Il trattamento del dolore nella colica renale, solo per i soci, gratuito fino a fine anno

 @SilviaAlparone

 

Nuovo capitolo per l’attività formativa della Società italiana di emergenza-urgenza, che parte con il primo progetto di formazione a distanza. Il tema del primo corso, organizzato dalla Faculty Sau, Sedazione e analgesia in urgenza, è Il trattamento del dolore nella colica renale.

Si tratta della prima uscita per un’attività nuova per la Società scientifica, che consentirà di aumentare l’accessibilità ai corsi Simeu di tutte le diverse faculty oggi esistenti e, in prospettiva, anche i temi dell’offerta formativa, con una modalità che annulla le distanze fra discenti e docenti. “Gli specialisti della Medicina d’emergenza hanno bisogno di una formazione continua, forte culturalmente e con una parte pratica accuratissima – sottolinea Roberto Cosentini, responsabile Area Formazione della Società – e la nuova piattaforma Fad offre la possibilità di rafforzare la capillarità della proposta formativa sulla parte teorica, mentre i corsi residenziali continueranno a offrire percorsi che contemplino anche l’attività pratica”.

Simeu potenzia così ulteriormente il canale della Formazione, che è uno dei principali ambiti di attività della Società scientifica e che si distingue nel panorama nazionale per il numero dei corsi offerti e per la risposta di gradimento degli iscritti.

Il primo corso Fad Simeu Il trattamento del dolore nella colica renale, accreditato Ecm, sarà disponibile a partire dal 9 ottobre sul sito Simeu, nella sezione CORSI. Fino a fine 2015 sarà riservato a soci SIMEU, gratuito per i soci regolarmente iscritti per il 2015 e per tutti coloro che aderiranno alla Società scientifica entro il 31 dicembre 2015 per l’anno 2016.





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