IL BLOG DI SIMEU

 

Al via la Settimana nazionale Simeu del Pronto soccorso 2016 -21/29 maggio

maggio 20th, 2016 | NO COMMENTS

In dieci anni sono aumentati del 60% i pazienti over 80 dei Pronto soccorso italiani

@SilviaAlparone

Torna anche quest’anno la Settimana nazionale Simeu del Pronto soccorso, giunta alla sua terza edizione. Dal 21 al 29 maggio 2016, nelle principali città italiane, medici e infermieri dellaSimeu,Società italiana di medicina di emergenza-urgenza, organizzano incontri con i cittadini e simulazioni di attività cliniche in pubblico per spiegare meglio le dinamiche dell’emergenza sanitaria e ascoltare le esigenze dei pazienti. Il tema di quest’anno è il paziente anziano over 80.

Il paziente anziano fragile: i dati

I pazienti con più di 80 anni aumentano nei Pronto soccorso italiani al ritmo di circa 100.000 persone in più ogni anno. È la stima di Simeu, Società italiana della medicina di emergenza-urgenza che dedica la Settimana nazionale del pronto soccorso a questo tema.

Su un campione di 132 pronto soccorso presi in considerazione dalla Società scientifica su tutto il territorio nazionale, i pazienti over 80 erano l’8% del totale nel 2005, il 10% nel 2010 e il 12 % nel 2015.

 

132 Pronto Soccorso

2005

2010

2015

N. Utenti totali

5.200.000

5.000.000

5.000.000

N. Utenti >80 aa (% sul tot.)

416.000 – (8%)

507.000 – (10%)

624.000 – (12%)

 

Partendo dal campione analizzato, Simeu stima che rispetto ai 20 milioni di accessi totali nei pronto soccorso italiani, l’incremento annuale, dal 2005 al 2015, si attesti intorno ai 100.000 pazienti anziani ogni anno, e che in dieci anni sia stato circa del 60%. Con un aumento di ricoveri pari al 50%.

Stima Italia (20 M)

2005

2010

2015

05 vs. 15

Incremento anno

N. Utenti >80 aa

1.580.000

2.017.000

2.492.000

+ 58%

+ 100.000

N. Ricoveri >80 aa

570.000

816.000

856.000

+ 50%

+26.000

 

Un trend che è prevedibile si confermi nei prossimi anni, tenendo conto della stima Istat 2007 che dava la popolazione dei “grandi vecchi” (over 85 anni) in aumento fra il 2007 e il 2050 da 1,3 a 4,8 milioni di persone.

 

Di cosa ha bisogno il paziente anziano fragile e che cure trova in pronto soccorso

Il paziente con più di 80 anni che si rivolge all’emergenza sanitaria si definisce “fragile” perché ha spesso un quadro clinico complicato, con malattie croniche, spesso più di una, riacutizzate per un evento scatenante che costituisce la causa della corsa in pronto soccorso. Richiede quindi cure particolari, con competenze plurispecialistiche in un approccio che nella maggioranza dei casi comporta la necessità di un ricovero ospedaliero

per necessità di un percorso di cura e non si esaurisce in pronto soccorso. In questi dieci anni – sottolinea Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeula professionalità di medici e infermieri di Pronto soccorso si è radicalmente trasformata per rispondere alle nuove esigenze dei pazienti di un sistema sanitario nazionale in rapida e profonda trasformazione. Parallelamente alla nascita nel 2009 della Scuola di specializzazione in Medicina di emergenza-urgenza, da cui escono annualmente gli specialisti italiani dell’emergenza sanitaria, i professionisti del pronto soccorso sono in grado oggi di intervenire e stabilizzare pazienti complicati come il paziente anziano fragile, che spesso arriva in ospedale per la riacutizzazione di problemi cronici di salute, in un quadro di molteplici malattie di cui è portatore, tanto da rendere necessario un ricovero”. Spesso la situazione clinica è ulteriormente complicata da una situazione di disagio sociale che aggrava le condizioni di salute e soprattutto rende difficile la dimissione del paziente, che per condizioni di povertà o solitudine, frequentemente non ha una rete di sostegno che possa assicurarne una convalescenza sicura o una corretta prosecuzione delle cure. “Per questo il personale dei pronto soccorso – spiega ancora Maria Pia Ruggierianche al di là delle specifiche competenze sanitarie,si attiva con i servizi socio-sanitari del territorio, associazioni e istituzioni per costruire la rete con le strutture esistenti e che possano essere coinvolte sul singolo caso. Ma la situazione è ancora troppo diversa da regione a regioneper poter garantire a tutti lo stesso servizio”.

Le iniziative della Settimana del Pronto soccorso: dalle piazze alle scuole

 Sul tema dei percorsi di cura socio sanitaria necessari per il paziente anziano fra ospedale e territorio, saranno organizzati in molte città incontri con istituzioni e associazioni negli spazi di Centri anziani, Case del quartiere e altri luoghi pubblici, oltre a iniziative di piazza e Porte aperte nei pronto soccorso di alcuni ospedali.

Anche quest’anno il Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva conferma la collaborazione con Simeu in occasione della Settimana nazionale del Pronto Soccorso, condividendo la necessità di far rete in difesa del Servizio sanitario nazionale che anima la manifestazione. Èimportante la collaborazione con Simeu – spiega Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva per migliorare uno dei servizi simbolo del Ssn, aperto ai cittadini a tutte le ore del giorno e della notte. Frutto del nostro lavoro congiunto è il monitoraggio sulle caratteristiche strutturali – organizzative e sull’attenzione alla persona nei Pronto Soccorso, di cui presenteremo prossimamente i dati. 

Per iniziativa dei Giovani medici Simeu, nei pronto soccorso aderenti alla Settimana nazionale Simeu sarà distribuito un questionario, da compilare in forma anonima, per registrare alcune caratteristiche della popolazione di pazienti anziani dell’emergenza, dal motivo di accesso in pronto soccorso, al livello di fragilità e alle necessità di assistenza quotidiana del singolo caso, al livello economico della famiglia di appartenenza.

Più genericamente, in molte scuole primarie e secondarie di primo grado, sul territorio delle diverse regioni, saranno attivati corsi di primo soccorso per i ragazzi che seguiranno moduli formativi studiati appositamente dalla società scientifica, che prevedono una parte teorica e anche una applicazione pratica dei principi di pronto intervento, sotto la guida dei formatori Simeu.

Tutti gli eventi in calendario avranno visibilità sul sito www.simeu.it in uno spazio dedicato alla Settimana del Pronto soccorso. Il blog e i canali social della Società scientifica daranno spazio ad approfondimenti sui temi della manifestazione, aperti a Istituzioni e cittadini. Su twitter #SettimanaPS16. Per chi volesse rivedere alcuni dei momenti salienti delle SettimanaPS2014 e 2015, sul profilo flickr Simeu sono on line le gallery delle manifestazioni degli anni precedenti.

 

Simeu sui media sulla proposta di riforma dell’assistenza territoriale H16

maggio 16th, 2016 | NO COMMENTS

@SilviaAlparone

 

Continua la ferma presa di posizione sugli organi di stampa da parte di Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeu, a proposito della riforma proposta con il nuovo Atto di indirizzo per la riforma dell’assistenza territoriale. Dopo gli interventi di aprile su Ansa e Doctor33, giovedì 12 maggio è andato in onda sulla rubrica quotidiana Fuori Tg del Tg3 Rai un ampio servizio a più voci che include un’intervista a Maria Pia Ruggieri (dal minuto 00.08.50 circa).

La posizione di Simeu è anche ben rappresentata da quanto diffuso da Adelina Ricciardelli, presidente di Fimeuc, la Federazione italiana della medicina di emergenza urgenza e delle catastrofi, di cui Simeu fa parte e che, per natura, è la realtà più indicata per dar voce a istanze relative a dinamiche strettamente professionali, come quella in discussione con il Progetto H16.

Qui di seguito il comunicato Fimeuc, steso in collaborazione anche con Simeu.

Presa visione dell’Atto di indirizzo per la Medicina Convenzionata e sua successiva revisione in Conferenza Stato Regioni “Progetto h16”, la Fimeuc esprime notevoli perplessità e preoccupazioni rispetto a quello che si configura come una riduzione dell’offerta assistenziale rivolta ai cittadini nelle ore notturne, nei giorni prefestivi e festivi. Il “Progetto h16” prevede la scomparsa del medico di continuità assistenziale (ex guardia medica): il cittadino sarà così obbligato a rivolgersi sistema di emergenza territoriale (118) ed ai pronto soccorso.

Chiedere ai cittadini di rivolgersi al 118 ed ai pronto soccorso, già notoriamente in affanno nel garantire quanto oggi richiesto, per situazioni prima gestite dalla “guardia medica”, non potrà che cagionare loro ulteriori disagi.

Fimeuc, pur consapevole della necessità di riorganizzazione del sistema di risposta della medicina territoriale, chiede che in caso venga realizzato tale progetto, si dovrà prevedere un potenziamento del sistema di emergenza territoriale e dei Pronto Soccorso proporzionale alle esigenze che emergeranno, anche grazie all’auspicata collaborazione tra Fimeuc ed istituzioni in merito alla corretta ed obiettiva rilevazione di tutti i dati necessari a comprendere il fenomeno.

 

In Pronto Soccorso per farsi accogliere e curare da chi è competente: l’Asst Spedali Civili di Brescia non è d’accordo

maggio 11th, 2016 | NO COMMENTS

di Maria Pia Ruggieri, Presidente nazionale Simeu e Gian A. Cibinel past-president nazionale Simeu*


La domanda appropriata, sanitaria e personale, dei cittadini che accedono ai pronto soccorso italiani è molto ampia: dalle situazioni di emergenza-urgenza di patologie gravi che richiedono diagnosi e cure tempestive, a situazioni cliniche croniche in aggravamento che richiedono una valutazione attenta anche se non in emergenza, alla richiesta di aiuto e protezione delle fasce più deboli (anziani, donne e bambini vittime di violenza), al supporto alle forze dell’ordine e alle autorità sanitarie per la prevenzione e il contrasto di comportamenti a rischio per la salute, a tutta una costellazione di richieste sociali, amministrative e giudiziarie che accompagnano le domande sanitarie.

La complessità e la peculiarità dell’impegno professionale in pronto soccorso sono state riconosciute dallo Stato con l’istituzione di una disciplina specifica nel 1998, la Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza, e di una specializzazione post-laurea nel 2008, la Medicina di Emergenza Urgenza; il curriculum della scuola di specializzazione, così come la formazione permanente del personale già in servizio nelle strutture di emergenza, prevedono l’acquisizione e il mantenimento di tutte le competenze ed attitudini necessarie allo svolgimento del lavoro in pronto soccorso.

Le norme vigenti, a tutela della qualità del servizio e della salute dei cittadini, prevedono che ai concorsi per medici e per primari da destinare all’attività in pronto soccorso possano accedere solo gli specialisti in Medicina d’urgenza (o altre specializzazioni equivalenti) o medici che abbiano maturato almeno dieci anni di servizio nella stessa disciplina.

In alcune realtà del nostro Paese i principi descritti stentano ad affermarsi, per motivi incomprensibili se si considera l’interesse della popolazione e la qualità del Servizio sanitario nazionale. Succede in questi giorni a Brescia, in particolare agli Spedali Civili, dove si è appena chiuso un concorso per il conferimento dell’incarico di primario di Pronto soccorso aperto solo a candidati con specializzazione in Anestesia e rianimazione, disciplina non equipollente alla Medicina d’urgenza e inserita in una diversa area funzionale, quella della Medicina diagnostica e dei servizi; sono stati invece esclusi tutti gli specialisti in Medicina d’urgenza e i medici con esperienza di decine di anni nel settore specifico. Si tratta di una chiara violazione delle normative vigenti, e di una scelta che penalizza i cittadini compromettendo la qualità del servizio di pronto soccorso, servizio che verrebbe diretto da professionisti senza i requisiti minimi necessari; si tratta di professionisti che garantiscono competenza e professionalità di alto livello per la loro disciplina, ma non per l’attività clinica e gestionale da svolgere in pronto soccorso, che riguarda anche una maggioranza di pazienti non critici da valutare e da avviare tempestivamente al percorso più appropriato (ricovero in ospedale, osservazione breve, dimissione con attivazione supporti territoriali).

Peraltro, nella stessa azienda sono in corso procedure per l’assunzione di dirigenti medici per il pronto soccorso nella disciplina “Medicina d’urgenza”; si verificherebbe l’incongruenza dell’assunzione, per la stessa struttura, di dirigenti medici e di un primario appartenenti ad aree funzionali e discipline diverse, che non sono affini né equipollenti.

Lo scorso 2 dicembre, Simeu, insieme a Fimeuc, La Federazione italiana della medicina di emergenza-urgenza e delle catastrofi di cui Simeu fa parte, aveva chiesto alla direzione degli Spedali Civili di Brescia di sospendere la procedura e aveva segnalato il caso alla Regione Lombardia e al Ministero della Salute. Ciononostante, l’iter del concorso è andato avanti e la selezione per l’affidamento dell’incarico si è conclusa martedì 3 maggio con la partecipazione di quattro candidati, medici di Anestesia e Rianimazione, fra cui sarà scelto il primario del pronto soccorso.

Ci siamo nuovamente rivolti al Ministro Beatrice Lorenzin, al presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, ai vertici dell’azienda sanitaria protagonista della vicenda con una lettera ufficiale, per protestare vivacemente contro quanto sta accadendo. Data la gravità delle violazioni e il danno indotto per il Ssn (anche per l’aspetto erariale), se la procedura non sarà bloccata, saremo costretti a presentare un esposto alla Procura, a tutela dei cittadini e dei professionisti che operano in Pronto Soccorso.

*La doppia firma vuole sottolineare la durata dell’impegno di Simeu sul caso, iniziata già a dicembre quando presidente nazionale era Gian Alfonso Cibinel e confermata con forza ora dall’attuale presidente Maria Pia Ruggieri.

Nuovo fascicolo dell’Italian Journal of Emergency medicine

maggio 9th, 2016 | NO COMMENTS

Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti

 

Tempo di cambiamenti per ltalian Journal of Emergency Medicine! Sta prendendo infatti corpo il progetto di rinnovare, sia nei contenuti che nella forma, la nostra rivista, per mantenerla al passo con le prospettive di crescita della Società e la continua evoluzione dei mezzi di comunicazione. Tutte le novità in preparazione sono sintetizzate nell’Editoriale dell’Ufficio Stampa Simeu che apre l’ultimo fascicolo dell’organo ufficiale di Simeu.

Segue un ampio spazio dedicato ai Case Report, i quali rappresentano sempre un’importante occasione di approfondimento e di sfida delle proprie abilità diagnostiche. La panoramica offerta non potrebbe essere più ampia: si passa da un grave embolia polmonare al mixoma atriale, dall’arteriopatia calcifica infantile alla rottura dell’arteria gastrica di sinistra, sempre con ampio corredo iconografico.

Non è mai superfluo ricordare come il Pronto Soccorso, più di altre Strutture Sanitarie, è indissolubilmente legato alla Società che lo circonda. A questo riguardo, il lavoro proposto dai colleghi del DEA dell’Ospedale Belcolle di Viterbo, analizza le necessità e le richieste della popolazione “fragile” che afferisce al Pronto Soccorso, mettendole in rapporto a ciò che viene offerto dalla Rete Assistenziale territoriale. Lo studio individua le principali criticità che conducono i pazienti a fare riferimento al Pronto Soccorso piuttosto che ai Servizi del Territorio, fornendo infine una fondamentale serie di proposte di miglioramento.

Il Gruppo di Studio Regionale Simeu – Toscana condivide sulla Rivista due importanti documenti che riguardano la gestione dei pazienti in trattamento anti-coagulante orale in caso di specifici eventi vascolari acuti: lo stroke, sia ischemico che emorragico, e la sindrome coronarica acuta. Entrambe i lavori sono corredati da chiare flow chart che ne permettono un’agevole adozione pratica.

La gestione del dolore in Pronto Soccorso rimane un ambito ricco di nuove idee e dati; in questo fascicolo dell’IJEM i colleghi del Dipartimento di Emergenza dell’Ospedale di Cuneo esplorano, con una solida metodologia statistica, quali possono essere fattori che influenzano la soddisfazione dei pazienti riguardo alla modalità con cui è stato gestito il loro dolore rilevandone una solida correlazione con un’adeguata comunicazione e la somministrazione di una terapia anti-dolorifica, qualunque essa sia.

Anche l’urgenza pre-ospedaliera è rappresentata: Compostella e collaboratori approfondiscono le nozioni più importanti per il personale dell’Emergenza territoriale nella gestione del paziente portatore di device di assistenza ventricolare sinistra.

Di fronte alle continue polemiche sul ruolo e la professionalità degli infermieri nell’Emergenza- Urgenza, Simeu conferma la sua posizione garantendo ampio spazio alle tematiche infermieristiche: in primo luogo una revisione delle insidie medico-legali della gestione infermieristica del triage e dell’attesa della visita redatta dal dott. Zagra. Segue una valutazione dell’accuratezza nell’individuazione dei principali quadri cardiologici acuti da parte di uno studente di scienze infermieristiche per mezzo di un esame ecocardiografico mirato: lo studio, condotto presso il DEA dell’Ospedale di S. Benedetto del Tronto, dimostra la sostanziale sovrapponibilità tra la valutazione infermieristica e quella medica sia in termini di riconoscimento della patologia cardiaca che nell’attribuzione del conseguente codice di priorità. Infine, due analisi della letteratura: una riguardante l’impiego in emergenza-urgenza dei cateteri venosi mini-mid line, cannula periferica lunga (redatta da Morosini e coll.), e una sui trasporti urgenti inter-ospedalieri, che include anche dati reali provenienti dalla provincia di Macerata.

Conclude sempre degnamente la revisione delle principali novità della letteratura curata dal dott. Rodolfo Ferrari.

Buona lettura!

 

Osservatorio sul dolore acuto: un progetto di Simeu e Simg

maggio 5th, 2016 | NO COMMENTS

@SilviaAlparone

 

Circa la metà dei casi di pronto soccorso associano alla patologia principale il sintomo del dolore acuto, per un totale circa di dieci milioni di persone all’anno. Così come il 60% dei pazienti dei medici di medicina generale si rivolgono al curante perché accusano dolore. E’ quanto emerge dal progetto sperimentale Osservatorio del dolore acuto promosso da Simg, Società italiana della medicina generale e da Simeu, Società italiana della medicina di emergenza-urgenza, che ha preso in considerazione tre casi “guida” contemporaneamente nei due ambiti: la lombalgia, la cefalea e la colica renale.

I dati dell’Osservatorio sono stati presentati in Senato, nella Biblioteca “Giovanni Spadolini” nel corso di una mattinata di confronto, giovedì 5 maggio, a cui hanno partecipato tra gli altri Maria Pia Ruggieri e Andrea Fabbri, rispettivamente presidente nazionale e direttore del Centro Studi e Richerche Simeu, Claudio Cricelli e Pierangelo Lora Aprile, presidente nazionale e Segretario scientifico Simg e Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità. Moderava Annalisa Manduca, giornalista Rai.

Walter Ricciardi, Annalisa Manduca, Claudio Cricelli e Maria Pia Ruggieri alla presentazione dell’Osservatorio sul dolore acuto Simg-Simeu, giovedì 5 maggio, Biblioteca del Senato “Giovanni Spadolini”

“Si tratta appena del 5% dei casi che ogni anno passano dal pronto soccorso – afferma Maria Pia Ruggieri – eppure anche da un campione numericamente poco pesante, emergono dati interessanti che indicano quanto potrebbe essere utile un osservatorio stabile e strutturale sul dolore in emergenza, che tenga conto di tutte le patologie associabili al dolore”. Il progetto, per quanto riguarda la medicina d’emergenza-urgenza, ha preso in considerazione 865.000 diagnosi per le tre patologie campione in 16 pronto soccorso italiani.

“Tra le conclusioni della raccolta dati – commenta Andrea Fabbri – emerge che il trattamento precoce del dolore contribuirebbe certamente a un significativo risparmio in termini di ore di sofferenza per il paziente oltre che a un miglioramento della prognosi. Ad esempio, per i pazienti colpiti da colica renale, un anticipo di venti minuti nella somministrazione della terapia consentirebbe un risparmio di oltre 4.000 ore/dolore annue”.

“Quella del dolore acuto – ha sottolineato Claudio Cricelli – è un’esperienza che tutti nella vita hanno porvato almento una volta, il che rende il dolore un caso frequente, un fenomeno che ci riguarda tutti e la necessità di raccogliere i dati sul dolore un bisogno immediatamente comprensibile. Eppure mancano dati su questo tema”. “Bisogna avere i dati per prendere decisioni in settori complessi – ha affermato con decisione Walter Ricciardi, presidente dell’Istituto superiore di sanità – e la Salute è certamente un settore complesso. In questo ambito i dati spesso ci sono ma non vengono organizzati per essere messi a disposizione dei cittadini. Ma ci sono casi, come il trattamento del dolore, in cui devono ancora essere raccolti. Per questo l’iniziativa Simg – Simeu è particolarmente apprezzabile.

Il dolore è un tema prioritario di salute pubblica tanto che è stato preso in carico dalla legge 38/2010 sull’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, ma ancora oggi l’approccio al dolore acuto è un ambito in cui esistono margini di miglioramento. Scopo dell’Osservatorio è stato l’acquisizione e l’elaborazione dei dati clinici per individuare i migliori percorsi clinici per l’ottimizzazione dei percorsi terapeutici dei pazienti.

Il tema dell’incontro di giovedì 5 maggio è statao ripreso, tra gli altri, da Corriere Salute ed HealthdeskQui la rassegna stampa cpmpleta dell’evento.

Alla presentazione, organizzata con il sostegno non condizionato di Ibsa Farmaceutici Italia, hanno partecipato anche Alessandro Solipaca, Coordinatore scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla salute nelle regioni italiane; Domenico Panuccio, coordinatore Fondazione Fadoi, Diego Fornasari, docente di Farmacologia all’Università degli Studi di Milano; Romano Tripodi, Colonnello medico e capo Ufficio Sanità della Croce rossa italiana, Livio De Angelis, Direttore Sues Roma Ares 118 e consigliere Simeu Lazio.

 

 

Franco Perraro, un rivoluzionario gentile

aprile 19th, 2016 | NO COMMENTS

A due mesi dalla morte un ricordo per continuare sulla sua strada

di @SilviaAlparone

Il sindaco di Udine Furio Honsell consegna a Franco Perraro la targa della città, 29 maggio 2015

  Ci sono individui la cui vicenda personale, in uno specifico ambito di attività, lascia un segno profondo, tracciando la direzione per molti che verranno dopo. Tra questi alcuni rivestono una esemplarità che supera i confini della disciplina in cui si sono mossi, rivestendo un ruolo importante, etico, soprattutto in tempi difficili come quelli che stiamo attraversando, in cui tutto si trasforma non sempre con la chiarezza dell’orizzonte da raggiungere. È il caso di Franco Perraro, medico, veneto ma friulano d’adozione, tra i fondatori della medicina di emergenza-urgenza italiana.

Questa breve ricostruzione, non certo esaustiva di una vicenda umana e professionale così ricca, esce dopo un po’ di tempo dalle prime commosse commemorazioni, per sottolineare come il ricordo di chi ha fatto tanto non si esaurisca con il tempo del lutto, ma anzi sia un seme da cui a lungo, ben oltre il termine del percorso personale, germogliano insegnamenti utili e nuovi progetti. E i primi e più importanti insegnamenti sono custoditi da chi ha condiviso con Franco Perraro un tratto di strada. “Chi lo ha conosciuto – racconta Rodolfo Sbrojavacca, suo allievo e oggi direttore della struttura di Medicina di emergenza fondata da Perraro all’Ospedale di Udine – ricorda innanzitutto l’entusiasmo e la profonda umanità che Franco metteva in ogni sua iniziativa. Queste qualità, insieme alla competenza scientifica e all’acutissima sagacia, ne hanno fatto un medico brillantissimo, che ha saputo immaginare, insieme a pochi altri allora, un futuro diverso per la Medicina di emergenza e per la Qualità in medicina, i suoi due grandi ambiti di attività. Un’incredibile capacità di cogliere il vento dai suoi primi soffi, gli permise di portare in Italia il 118, sperimentandolo in Friuli, cogliendo spunti e bozze di organizzazione in altri Paesi. Come segretario dell’Anaao, fu uno dei protagonisti della Riforma Mariotti che nel 1968 diede agli ospedali italiani una organizzazione omogenea, come la conosciamo oggi, su tutto il territorio nazionale, contribuendo in maniera sostanziale all’idea e alla stesura del testo di quella riforma”. E come tutti i veri Maestri, non mancò della generosità sincera necessaria per fare scuola, lasciando dietro di sé persone capaci di proseguire il lavoro iniziato: fu tra i fondatori della Società italiana dell’emergenza urgenza, di cui era presidente onorario e tra i primi fautori della scuola di specialità.

“La Medaglia d’oro al Merito della Sanità pubblica, che gli venne conferita dal Presidente della Repubblica nell’aprile del 2013, ben rappresenta il valore della sua opera” ricorda Aldo Panegrossi, presidente onorario Simeu, che conobbe Perraro nell’ambito dell’Anaao. “Fu un vate della ricerca della Qualità nella sanità italiana: fu tra i fondatori dell’International Society for Quality in Health Care, insieme ad Andrea Gardini, suo primo allievo”. E dalla società scientifica internazionale germogliò poi la Siquas Vrq, Società Italiana di Verifica e Revisione della Qualità delle cure mediche e dell’assistenza sanitaria. A Franco Perraro si deve l’introduzione in Italia di un criterio di validità dell’agire medico basato sull’audit clinico e sulla peer review, valutazione basata su indicatori di qualità strutturali, di processo e di risultato. Con una enorme ricaduta positiva sulla salute dei pazienti. L’opera e l’opinione di Perraro hanno informato tutte le leggi dello Stato italiano sulla Qualità varate negli Anni 90 e che oggi sono la base per le procedure sanitarie. Ma la qualità è un processo continuo e un miglioramento è sempre possibile: questo sistema che deve molto a Perraro deve essere sempre più capillarmente diffuso, come già accade in Canada e negli Stati Uniti molto più che da noi”.

Ancora negli ultimi anni, l’instancabile desiderio di innovazione e qualità del servizio pubblico aveva avvicinato Franco Perraro al movimento internazionale di Choosing wisely che in Italia si riconosce sotto lo slogan “Fare di più non significa fare meglio”, portato avanti dall’associazione Slow medicine insieme a Siquas e che si concentra sul tema dell’appropriatezza clinica. Sempre insieme al suo allievo Andrea Gardini, che lo ricorda così: “Franco era brillante, che giocasse a basket nella Reyer Venezia o nel Treviso o nella nazionale alle Universiadi, che studiasse medicina o ballasse il boogy-woogy, che suonasse il pianoforte o la fisa, che lavorasse di notte nel Pronto soccorso del Fatebenefratelli a Milano o conducesse, assieme a medici entrati nella leggenda, come Piero Paci o Aldo Pagni trattative sindacali mediche serrate o contribuisse a scrivere la Legge Mariotti sugli ospedali, ancora valida e vigente. Poi a da metà degli Anni 80 inizia l’avventura della Qualità in sanità: fondammo la Vrq e parole e pratiche come Accreditamento, Appropriatezza, Efficacia, Efficienza, Adeguatezza, Accessibilità, Sostenibilità, Soddisfazione dei pazienti, Continuità assistenziale, Percorsi assistenziali, sono diventate oggetto comune di discussione, organizzazione e di studio. Era la fine degli anni ’80. Tanto tempo fa. Il tutto poteva avvenire perché eravamo all’inizio della fondazione del sistema sanitario pubblico ed universale, dove prevenzione cura e riabilitazione erano diventati un diritto di tutti i cittadini italiani, e noi ne eravamo orgogliosi”. L’ultima apparizione pubblica di Franco avvenne il 30 maggio 2015, durante il convegno Siquas “Le radici del futuro” a cui contribuì con un intervento con un filo di voce ma lucido e lieve, nonostante la malattia che da tempo ormai ne minava le forze. (L’intervento di Franco Perraro inizia al minuto 3.36.15).

Il prossimo autunno Simeu celebrerà il suo X congresso nazionale, a Napoli dal 17 al 20 novembre. Si tratta dell’appuntamento più importante nella vita della Società scientifica, che ogni due anni si riunisce per valutare il lavoro compiuto e per definire con maggior chiarezza la strada da intraprendere nell’immediato futuro: su questa strada la vita e l’esempio di Franco Perraro sono una luce che aiuta a vedere più lontano e a intraprendere nuove vie con la sicurezza che può dare solo la consapevolezza della propria storia.

Franco Perraro, è morto a Udine il 15 febbraio 2016, nel reparto di medicina di emergenza-urgenza dell’Ospedale che aveva fondato e diretto.

La sua perdita lascia nel mondo dell’emergenza-urgenza un profondo senso di mancanza ma anche l’orgoglio di far parte di una disciplina che lui seppe immaginare e contribuì a realizzare, che oggi è fondamentale per l’organizzazione sanitaria e che ancora moltissimo può dare in futuro al Sistema sanitario nazionale, nel segno del suo insegnamento e di coloro che verranno dopo di lui.

Cochrane Corner: I corticosteroidi nel trattamento dei pazienti affetti da sepsi

aprile 7th, 2016 | NO COMMENTS

Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti

 

Conoscenze attuali

L’impiego di steroidi nella sepsi ha una lunga storia. Inizialmente furono proposti trattamenti con alte dosi per brevi periodi, la cui è efficacia è stata smentita da alcune revisioni alla metà degli anni’90 (1). Per questo motivo sono stati proposti regimi terapeutici a basati su dosi più basse, ma le evidenze a riguardo risultano tutt’ora contraddittorie con i due più importanti trial randomizzati che riportano conclusioni conflittuali (Annane 2002 e Sprung 2008).

Secondo le linee guida della Surviving Sepsis Campaing, i corticosteroidi non andrebbero impiegati nei pazienti con sepsi. Nel caso di pazienti con shock settico, la somministrazione andrebbe riservata a coloro i quali permangono ipotesi dopo adeguato riempimento volemico e introduzione di vasopressori. Qualora indicato, viene consigliato l’impiego di idrocortisone con dose massima giornaliera di 200 mg. Il trattamento andrebbe scalato quando non vi è più necessità di supporto aminico (2).

La revisione sistematica che andremo a vedere affronta nuovamente il tema, proponendosi di sintetizzare le evidenze fin qui pubblicate.

 

La Revisione Cochrane (3)

Titolo: Corticosteroids for treating sepsis.

Autori: Annane D, Bellissant E, Bollaert PE, Briegel J, Keh, Kupfer Y.

Citazione bibliografica: Cochrane Database Syst Rev 2015; 12: CD002243.

Link: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/2663326

Obiettivo: Esaminare gli effetti dei corticosteroidi sulla mortalità ad un mese e valutare se la dose e la durata del trattamento influenzano la risposta al trattamento.

Studi inclusi: trial randomizzati controllati, in cieco o meno.

Outcome primario: mortalità totale a 28 giorni

Outcome secondari: mortalità in Terapia Intensiva, mortalità intra-ospedaliera, regressione dello shock a 7 e 28 giorni, entità della disfunzione d’organo, durata della degenza in Terapia Intensiva, durata della degenza ospedaliera, eventi avversi.

N°. di studi inclusi: 33

N° di pazienti: 4268

Risultati:

 

 

Parametro

Risultato

N° di pazienti

Mortalità a 28 giorni

Corticosteroidi vs. controllo*

Risk ratio

0,87 (I.C. 95% 0,76 – 1,00)

3176

Corticosteroidi (basse dosi, lunga durata) vs. controllo

Risk ratio

0,87 (I.C. 95% 0,78 – 0,97)

2266

Corticosteroidi (alte dosi, breve durata) vs. controllo

Risk ratio

0,96 (I.C. 95% 0,80 – 1,16)

910

Corticosteroidi vs. controllo (solo studi con doppio cieco adeguato)

Risk ratio

0,95 (I.C. 95% 0,84 – 1,08)

2259

Corticosteroidi vs. controllo (solo pazienti con shock settico)

Risk ratio

0,88 (I.C. 95% 0,78 – 0,99)

1444

Mortalità intra-ospedaliera

Corticosteroidi vs. controllo

Risk ratio

0,85 (I.C. 95% 0,73 – 0,98)

2014

Corticosteroidi (basse dosi, lunga durata) vs. controllo

Risk ratio

0,91 (I.C. 95% 0,82 – 1,01)

1708

Differenza del SOFA score a 7 giorni

Corticosteroidi vs. controllo

Differenza delle medie

-1,53 (I.C. 95% -2,04 – 1,03)

1132

Eventi avversi

Sovrainfezioni

Risk ratio

1,02 (I.C. 95% 0,87 – 1,20)

2567

Iperglicemia

Risk ratio

1,26 (I.C. 95% 1,16 – 1,37)

2081

Emorragia digestiva

Risk ratio

1,24 (I.C. 95% 0,92 – 1,67)

2382

 

Tabella 1. Riassunto dei principali risultati. * solo due studi non prevedevano placebo. Basse dosi sono definite come dosi inferiori a 400 mg al giorno di idrocortisone o dosaggi equivalenti; se la durata del trattamento è ≥ a 3 giorni è definita lunga.

 

Interpretazione – conclusioni

Anche questa revisione evidenzia come l’impiego di corticosteroidi abbia un’efficacia molto scarsa nel trattamento del paziente con sepsi, anche nel caso si impieghino basse dosi per periodi prolungati. Parte dell’efficacia registrata potrebbe essere legata puramente alle limitazioni metodologiche degli studi primari, come dimostrato dalle analisi per sottogruppi: qualora vengano presi in considerazione solo gli studi di migliore qualità, l’impatto sulla sopravvivenza a 28 giorni viene completamente vanificato.

Anche l’impiego nei soli pazienti con shock settico, suggerito dalla Surviving Sepsis Campaign, sembrerebbe avere un impatto modesto, ai limiti della significatività statistica. Tali effetti devono essere considerati alla luce di un aumento del rischio di iperglicemia pari al 26%.

Questi dati potrebbero essere in qualche modo in accordo con la visione proposta recentemente nelle nuove definizione di sepsi e shock settico proposte dalla Society for Critical Care Medicine e l’European Society for Intensive Care Medicine secondo cui l’elemento con il maggior impatto sulla sopravvivenza del paziente con infezione e sepsi non è l’entità della risposta infiammatoria (la cui riduzione è l’obiettivo del trattamento con corticosteroidi) ma l’insorgenza di disfunzione d’organo. A questo riguardo, comunque, l’impiego di steroidi sembrerebbe avere un effetto benefico, garantendo la riduzione del SOFA score di circa 1,5 punti: questo dato potrebbe portare a riconsiderarne le indicazioni nei pazienti a maggiore rischio.

 

Bibliografia

  1. Lefering R, Neugebauer EAM. Steroid controversy in sepsis and septic shock: a meta-analysis. Crit Care Med 1995;23(7):1294–303. Link

  2. Dellinger RP, et al. Surviving Sepsis Campaign: International Guidelines for Management of Severe Sepsis and Septic Shock: 2012. Crit Care Med 2013; 41:580–637. Link

  3. Annane D, Bellissant E, Bollaert PE, Briegel J, Keh D, Kupfer Y. Corticosteroids for treating sepsis. Cochrane Database Syst Rev 2015; 12: CD002243. Link

  4. Singer M, et al. The Third International Consensus Definitions for Sepsis and Septic Shock (Sepsis-3). JAMA 2016;315(8):801-810. Link

Congresso Nazionale Simeu 2016: in chiusura il calendario

aprile 1st, 2016 | NO COMMENTS

E’ scaduto giovedì 31 marzo il termine per la presentazione delle proposte di contributi al calendario del X Congresso Nazionale Simeu. Il Comitato Scientifico, presieduto da Gian Alfonso Cibinel, Past President Simeu, selezionerà i contributi e comunicherà ai relatori la decisione entro il 30/04/2016.
Il luogo scelto quest’anno dalla Società italiana dell’emergenza-urgenza è Napoli: la città partenopea ospiterà i professionisti del settore provenienti da tutta Italia dal 17 al 21 novembre prossimi.

L’indirizzo di riferimento per i soci Simeu che ancora desiderassero proporre contributi da aggiungere al calendario è proposte.congresso2016@simeu.it. Per l’invio delle proposte è necessario utilizzare il modulo predisposto da compilare secondo le istruzioni incluse e aggiungendo cognome e nome del proponente al fondo della stringa di denominazione del file (Proposte Congresso SIMEU_Napoli2016_CognomeNome).

Il sistema sanitario italiano e la gestione delle maxiemergenze

marzo 26th, 2016 | NO COMMENTS

Simeu alla trasmissione Zapping di Radio Rai 1

La sicurezza delle nostre città in caso di emergenza per un eventuale attentato terroristico: a questo argomento, di primissima attualità a seguito delle esplosioni di Bruxelles dello scorso martedì, la puntata di Zapping di Radio Rai 1 di venerdì 25 marzo ha dedicato un articolato approfondimento. Fra gli ospiti della trasmissione, Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeu, (dal minuto 00.40.40 circa) si è concentrata in particolare su come è organizzato il sistema sanitario per la gestione delle maxiemergenze e in cosa consiste un Peimaf ospedaliero, il Piano di emergenza interno per il massiccio afflusso di pazienti.

Altri ospiti della puntata sono stati Andrea Manciulli, direttore del Rapporto sul terrorismo jihadista per l’Assemblea Nato e Renata Pepicelli esperta di Islam dell’Università  romana Luiss.

Il ruolo dell’infermiere di Triage in Pronto Soccorso

marzo 22nd, 2016 | NO COMMENTS

Precisazioni e richiesta di rettifica a firma della Presidente nazionale Simeu in merito alla puntata di Tagadà di La7 di venerdì 18 marzo 2016

“Il Triage infermieristico è una delle più importanti conquiste della sanità internazionale” specifica Maria Pia Ruggieri, Presidente nazionale Simeu in una nota diffusa alla stampa a commento della puntata della trasmissione Tagadà, andata in onda su La7 venerdì 18 marzo. “Consiste nella valutazione della condizione clinica dei pazienti e del loro rischio evolutivo attraverso l’attribuzione di una scala di codici colore che indica la priorità di trattamento, non la gravità del singolo caso, cioè un ordine di pazienti in base alle loro necessità di salute e alle risorse disponibili. Dal 1996 il triage è previsto dalla legge italiana, in particolare tramite l’attuazione del decreto n.76/1992 che afferma che in ogni Dipartimento di emergenza e accettazione deve essere prevista la funzione di triage come primo momento di accoglienza e valutazione di pazienti. “Tale funzione – recita il decreto – è svolta da personale infermieristico adeguatamente formato che opera secondo protocolli prestabiliti dal dirigente del servizio”. Competenza infermieristica che è stata negli anni confermata da una serie di adeguamenti legislativi nazionali e regionali.

Il professionista del triage dell’emergenza sanitaria per la legge italiana è quindi l’infermiere: attraverso una formazione specifica, basata sulla metodologia del problem solving, e attraverso l’esperienza quotidiana in area critica, l’infermiere apprende il corretto processo metodologico decisionale per il triage telefonico nelle centrali operative del 118 e per il triage ospedaliero. Dopo il triage, il medico e l’infermiere continuano la presa in carico come équipe per gli accertamenti e le cure del caso.

I Pronto Soccorso italiani accolgono in media ogni anno oltre 20 milioni di persone, circa un terzo di tutta la popolazione italiana. E il sovraffollamento delle strutture di emergenza è un fenomeno ormai endemico che si può affrontare unicamente con soluzioni di tipo organizzativo. L’indiscussa professionalità dell’infermiere di Pronto Soccorso, a cui la normativa nazionale affida il triage, è uno dei cardini del sistema d’emergenza sanitaria.

Il Sistema sanitario nazionale riconosce perciò all’infermiere la capacità decisionale di collocare il paziente giusto, nel tempo giusto, nel posto giusto, secondo il livello giusto di assistenza di cui necessita. E organizzando l’intervento successivo alla valutazione del caso, con una corretta gestione e ottimizzazione delle risorse. In Italia, come nel resto del mondo, il triage è volto a standardizzare le procedure di valutazione e regolamentare in modo affidabile gli accessi dei pazienti che sopraggiungono nei Pronto Soccorso sempre più affollati. La standardizzazione aumenta la sicurezza dei pazienti e facilita l’equità d’accesso alle strutture di emergenza garantendo la qualità delle cure alla popolazione.

Durante la puntata di Tagadà, andata in onda su La7 venerdì 18 marzo 2016, tutto questo è stato negato, a fronte di opinioni personali prive di fondamento e fonte di errata informazione rivolta al pubblico televisivo della trasmissione.

Simeu, Società italiana della medicina di emergenza-urgenza rappresenta circa 3.000 medici e infermieri dell’emergenza sanitaria nazionale ed è impegnata nella formazione per l’acquisizione delle competenze dei professionisti del settore, medici e infermieri.

Inoltre ha contribuito a elaborare, insieme ad altre società scientifiche le linee di indirizzo oggi all’esame del Tavolo ministeriale sul triage.

La Società scientifica chiede una rettifica delle informazioni diffuse in occasione della trasmissione di venerdì 18 marzo, affinché un’errata comunicazione ai cittadini non metta in discussione la fiducia della popolazione nei confronti del Sistema sanitario nazionale, soprattutto in un momento di estrema necessità come è quello dell’accesso alle cure in urgenza”.

 


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‼️ Inizia oggi a Cervia in Piazza Garibaldi il #CaterRaduno 2025 organizzato da Caterpillar Radio2 ON AIR dal palco con curiose iniziative benefiche e molti ospiti prestigiosi. Tra questi per #SIMEU anche il dott. Rodolfo Ferrari #medico #MEU il cui intervento potremo ascoltare stasera attorno alle 19 per l’ultima tappa del viaggio attraverso i #prontosoccorso d’Italia intrapreso dagli amici dell’#emergenza #urgenza Massimo Cirri, Paolo Labati e Sara Zambotti. Grazie dell'invito❗🔴 Intanto riproponiamo il puntuale intervento del collega dott. Luca Dallatomasina, Direttore a Livorno, che evidenzia l’importanza della costante #formazione per chi lavora in #prontosoccorso, le ripercussioni pratiche, nel quotidiano, della carenza di #professionisti e soprattutto ben descrive il fenomeno dell’aumento esponenziale delle #azioni #legali: “non si muore più per #malattia, si muore per la #cura”; ogni anno ci sono circa 35.000 cause intentate nei confronti di #medici e ben il 45% sono cause penali con una ricaduta spaventosa sulla serenità di chi opera. “Solo Italia e Polonia in Europa non hanno ancora affrontato il tema della #depenalizzazione dell’atto medico che ha come effetto collaterale una spesa di #medicinadifensiva calcolata in circa 10 miliardi di euro l'anno: il 10% del totale della spesa per la #Sanità”. #primalinea#GOLDENmedicine #GOLDENdoctors #piusiamomegliofacciamo #fieridivoi #infermieri #specializzandi #fieridiMEU ... Vedi altroVedi meno
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