IL BLOG DI SIMEU

 

MUBEE#14. Leggere i risultati di un studio: number needed to treat

dicembre 9th, 2014 | NO COMMENTS

 

Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti

 

Internet, dandoci la possibilità di accedere più facilmente a studi scientifici originali, ci ha consentito di poggiare la nostra pratica clinica su basi più solide. Questi lavori, però, possono presentare l’efficacia del trattamento che esaminano in modi molto diversi, e ciò può influenzare la decisione del professionista di adottare il trattamento in questione o meno. In un precedente post abbiamo già parlato di riduzione relativa e assoluta del rischio, in questo post ci occuperemo del “number need to treat” (NNT).

Cos’è l’NNT e come si calcola

Proposto per la prima volta circa 25 anni fa’, l’NNT è una misura dell’efficacia di un intervento terapeutico e indica il numero di pazienti che devono essere trattati per prevenire un evento avverso aggiuntivo (1, 2). Dal punto di vista matematico è il reciproco della riduzione assoluta del rischio (1):

  • NNT = 1/ Riduzione Assoluta del Rischio = 1/ (tasso di eventi nel gruppo di controllo – tasso di eventi nel gruppo di trattamento);

nel caso il tasso di eventi sia presentato in forma percentuale:

  • NNT = 100/Riduzione Assoluta del Rischio = 100/(tasso di eventi nel gruppo di controllo – tasso di eventi nel gruppo di trattamento).

Maggiore è il valore dell’NNT, minore è l’efficacia dell’intervento terapeutico. Utilizziamo come esempio i dati di un recente trial sulla trombolisi nei pazienti con embolia polmonare, il PEITHO Trial, in cui la mortalità nei pazienti trattati è pari all’1,2% mentre nei controlli all’1,8%. Dunque: NNT = 100/(1,8 – 1,2) = 100/0,6 = 167. Ciò significa che è necessario sottoporre a trombolisi con tenectaplase 167 pazienti con embolia polmonare a rischio intermedio per prevenire un decesso (3).

Ecco alcuni esempi, giusto per avere un’idea del NNT di alcuni provvedimenti terapeutici che adottiamo abitualmente:

 

Tabella 1. Alcuni esempi di NNT.

 

Come si interpreta

Per interpretare correttamente l’NNT (soprattutto se si vogliono confrontare strategie terapeutiche diverse) bisogna tenere in considerazione quattro aspetti: il rischio nei pazienti non trattati (baseline risk), l’intervallo di tempo considerato, il trattamento di confronto e l’outcome.

Per quanto riguarda il primo, dato che la riduzione relativa del rischio tende ad essere costante per popolazioni con profili di rischio diversi, nelle popolazioni dove quest’ultimo è più alto, la riduzione assoluta del rischio è maggiore e dunque l’NNT minore. Per capire meglio riprendiamo nella tabella 2 l’esempio già utilizzato nel precedente post, riguardante l’impiego di antibiotici nella riacutizzazione di BPCO (4).

Tabella 2. Variazioni dell’NNT al variare del rischio di base (che corrisponde alla mortalità dei controlli). In UTI, dove la mortalità è maggiore, minore è il numero di pazienti da trattare per risparmiare un decesso. La riduzione relativa del rischio considerata è 5,7.

 

In altri termini, nei pazienti ricoverati in UTI, verosimilmente con rischio più alto di morte, il numero di pazienti da trattare per evitare un decesso è minore rispetto a ciò che succede in Medicina Interna e dunque si può ipotizzare che l’impatto del trattamento sia maggiore.

In secondo luogo, l’NNT tende a variare in base alla durata del follow up: per uno stesso farmaco e uno stesso outcome, l’NNT si riduce al prolungarsi della durata del periodo di osservazione (1). Ciò è più importante per le terapie croniche: spesso infatti si estrapolano i risultati di studi con 2-3 anni a periodi di trattamento molto più lunghi, come succede per esempio con gli anti-ipertensivi. Nel caso dell’Emergenza-Urgenza, i follow up sono più brevi e le differenze meno significative.

Terzo: l’NNT non è una proprietà intrinseca di un intervento terapeutico ma dipende dal trattamento adottato nel gruppo di controllo, sia in modo esplicito sia sotto l’etichetta di “usual care”. Per esempio, è possibile che l’NNT dell’aspirina nei pazienti con STEMI che abbiamo riportato prima, se misurato oggi in cui la terapia farmacologica è molto più ampia e comprende tra l’altro eparina e beta-bloccanti, sarebbe probabilmente più alto.

Infine, l’outcome: un farmaco ha un impatto su più esiti differenti (per es., mortalità, necessità di ricovero, etc.) e chiaramente l’NNT è diverso: per questo è necessario fare attenzione a confrontare trattamenti diversi facendo riferimento al medesimo outcome.

Come utilizzare l’NNT

Leggendo la tabella 1 vi sareste chiesti: “quando un NNT è sufficientemente piccolo per poter essere considerato interessante?”. Chiaramente non ci sono risposte univoche. Tra gli aspetti da tenere in considerazione, innanzitutto, la natura dell’outcome: per esiti particolarmente rilevanti, come la morte, è possibile prendere in considerazione NNT più alti. La rilevanza, se possibile, dovrebbe essere stabilita con il paziente.

In secondo luogo, dato che la decisione di somministrare un trattamento dovrebbe scaturire sempre da un bilancio tra rischi e benefici, oltre che l’NNT sarebbe opportuno tenere conto anche del Number Needed to Harm (NNH), ovvero il numero di pazienti che è necessario trattare per ottenere un effetto avverso. L’NNH permette di una avere una rappresentazione sintetica dei potenziali rischi cui la terapia espone, in modo tale da permettere di semplificare la valutazione dei “pro e contro” nel processo decisionale.

Limiti dell’NNT

Un limite importante dell’NNT riguarda l’intervallo di confidenza. In caso di risultati non statisticamente significativi, l’intervallo di confidenza della riduzione assoluta del rischio comprende anche il valore 0; in base alla nostra formula, l’NNT in questo caso sarebbe pari a “infinito” (∞), un risultato chiaramente inutilizzabile. Per questo, spesso l’intervallo di confidenza dell’NNT, soprattutto per risultati non significativi, non viene riportato: per questo è opportuno non accontentarsi ed è meglio sempre valutare anche il Rischio relativo, alla riduzione relativo del rischio e a quella assoluta da cui l’NNT è derivato e i relativi intervalli di confidenza.

Nonostante in origine si pensasse che la possibilità di racchiudere una stima di efficacia terapeutica in un singolo numero potesse semplificare la condivisione della informazioni con i pazienti, ciò purtroppo non si è rilevato vero. I pazienti (5), e probabilmente anche alcuni medici e infermieri, hanno difficoltà a comprendere l’NNT e ciò ne limita l’impiego.

NNT.com

Se siete rimasti positivamente impressionati da questa misura statistica, un fonte affidabile di risultati è il sito www.NNT.com, amministrato dal dott. David Newman (figura sempre più nota in America) e da alcuni colleghi. Vi sono raccolti numerosi NNT, principalmente inerenti alla Medicina d’Urgenza, organizzati in rapporto alla disciplina e all’utilità (in termini di rapporto rischio-beneficio), simboleggiata da simpatici “semafori”, di immediata comprensione.

 

Bibliografia

  1. McAlister FA. The “number needed to treat” turns 20 – and continues to be used and misused. Can Med Ass J 2008; 179: 549 – 553. Link to free ful text

  2. Barratt A, Wyer PC, Hatala R, McGinn T, Dans AL, Keitz S, Moyer V, Guyatt G, for the Evidence-based Medicine teaching Tips Working Group. Tips for learners of evidence-based medicine: 1. Relative risk reduction, absolute risk reduction and number needed to treat. Can Med Ass J 2004; 171: 353-358. Link to free full text

  3. Meyer G, Vicaut E, Danays T, et al for the PEITHO Investigators. Thrombolysis for patients with intermediate-risk pulmonary embolism. New Engl J Med 2014; 370: 1402-1411. Link

  4. Vollenweider DJ, Jarrett H, Steurer-Stey CA, Garcia-AimerichJ, Puhan MA. Antibiotics for exacerbations of chronic obstructive pulmonary disease. Cochrane Database of Systematic Reviews 2012; 12: CD010257. Link

  5. Zipkin DA, Umscheid CA, Keating NL, et al. Evidence-based risk communication: a systematic review. Ann Intern Med. 2014 Aug 19;161(4):270-80. Link

 

Al congresso Simeu del Triveneto si parla di Obi, principi e sviluppi futuri

dicembre 3rd, 2014 | NO COMMENTS

Centro Congressi Park Hotel Villa Fiorita – Monastier di Treviso, 4 e 5 dicembre 2014

Dieci anni di Obi: dal Friuli- Venezia Giulia un bilancio di cosa è cambiato dal congresso nazionale di Trieste del 2004, da cui uscirono le linee guida nazionali sull’Osservazione breve intensiva.

@SilviaAlparone

A partire dalla pubblicazione del documento regionale sull’Osservazione temporanea del Friuli Venezia Giulia nel 2002, il percorso di questo modello organizzativo, che ha trasformato profondamente il lavoro e l’identità dei pronto soccorso italiani e dei professionisti, medici e infermieri, che ci lavorano, è ancora in pieno svolgimento e ricco di nuove possibilità di sviluppo futuro.

Il congresso nazionale sull’Obi di Trieste del 2004 ha certamente contribuito in maniera importante all’affermazione del nuovo modello organizzativo nella pratica clinica della medicina d’urgenza italiana. Da lì è partito un percorso importante che oggi, a dieci anni esatti, vede ormai una diffusione capillare su tutto il territorio nazionale, dell’Obi, modello organizzativo fondamentale per l’attività di gestione dei flussi in ogni pronto soccorso.

In questi anni l’Obi ha permesso di gestire in sicurezza pazienti complessi che in passato venivano ricoverati o la cui dimissione presentava un rischio elevato; ha aumentato le competenze e la consapevolezza del proprio ruolo medici di pronto soccorso; ha radicalmente modificato l’impatto del Pronto Soccorso sui ricoveri.

La disponibilità di risorse dedicate all’Obi, e l’agilità dello strumento, hanno permesso di adattarlo alle diverse esigenze organizzative, e quindi di usarlo di volta in volta, con successo, anche per attività non esattamente appropriate dal punto di vista concettuale, (ad esempio posti letto di attesa per il ricovero, posti di terapia subintensiva) ma importanti per la stabilizzazione di situazioni critiche, sempre nell’ottica di rispondere alle reali esigenze del paziente, superando le rigidità dei modelli organizzativi statici.

Oggi, dieci anni dopo Trieste, si impone una revisione dei modelli clinici ed organizzativi, in funzione di quello che l’Obi è diventata, in linea con l’evoluzione delle richieste cui devono far fronte i pronto soccorso italiani, sempre più impegnati nella gestione di pazienti anziani e con multiple patologie. Negli anni sono cambiati non solo gli strumenti diagnostici, ma anche le aspettative che ospedale e pazienti hanno nei confronti di questo strumento.

In particolare, gli anziani con elevate richieste assistenziali che in passato non sarebbero mai stati considerati adatti a un’osservazione breve oggi sono i pazienti sui quali è più importante un’azione di rapidi inquadramento diagnostico e dimissione, con conseguente miglioramento dell’efficacia delle cure per i pazienti e un alleggerimento del carico per i reparti dell’ospedale.

Da qui la necessità di riconsiderare con attenzione, accanto ai percorsi clinici, gli aspetti organizzativi, soprattutto in relazione alle necessità assistenziali.

Il congresso di Monastier inizia giovedì 4 dicembre con i corsi precongressuali al mattino, seguiti nel pomeriggio da una prima sessione di casi clinici, ciascuno su una patologia specifica, sempre affrontati dal punto di vista triplice del medico specializzando, del medico giovane ma già strutturato e del medico esperto, per mettere a confronto approccio e metodiche diverse fra le generazioni. Si prosegue venerdì 5 ancora con sessioni parallele di discussione di casi clinici e modalità assistenziali in Obi e poi con la sessione plenaria del pomeriggio.

Sul sito Simeu, nella sezione Convegni, la locandina e i dettagli del congresso.

Mi sta a cuore: una campagna di Cittadinanzattiva con la collaborazione di Simeu

novembre 26th, 2014 | NO COMMENTS


@SilviaAlparone

Le malattie cardiovascolari sono la prima causa di morte al mondo: i dati e l’analisi dell’Organizzazione mondiale della Sanità sul tema mettono in luce come lo stile di vita possa essere un importantissimo strumento di prevenzione anche per le patologie più gravi, in particolare di cuore e cervello. Parte di qui lo spunto per la campagna di Cittadinanza attiva Mi sta a cuore, realizzata anche con la collaborazione di Simeu, che si tiene ancora negli ultimi giorni del mese di novembre e per tutto dicembre 2014.

La campagna

In oltre trenta città italiane, i volontari di Cittadinanzattiva – Tribunale per i diritti del malato distribuiranno ai cittadini gratuitamente la guida “Mi sta a cuore”: si tratta di un vademecum sulle abitudini da evitare e quelle invece da coltivare per mantenere un buono stato di salute, su quali sono i campanelli di allarme delle più comuni patologie cardiovascolari e cerebrovascolari, e a quali figure e servizi far riferimento in caso di necessità. L’opuscolo è stato redatto anche in base alla fondamentale esperienza dei pronto soccorso, osservatorio principale sui danni ultimi e più gravi di uno stile di vita scorretto. La pubblicazione ha anche lo scopo di educare i cittadini al ricorso immediato al pronto soccorso in casi specifici di sintomatologia cardiovascolare.

Sul sito http://j.mp/mistaacuore è disponibile il calendario degli eventi.

L’impegno di Simeu sul sociale

Il recente congresso nazionale della società scientifica, che si è tenuto a Torino dal 6 all’8 novembre scorsi, ha messo in luce come il 20% dei casi di pronto soccorso presentino un’emergenza sociale oltre che sanitaria. La salute, anche in emergenza, è quindi sempre una questione sociale e in questo senso è compito anche del pronto soccorso promuoverla attraverso una corretta informazione su come seguire un sano stile di vita, che consenta di prevenire fino ad evitare problemi sanitari anche molto gravi.

Simeu organizza e partecipa a progetti di educazione sanitaria e progetti specifici di educazione e prevenzione dei rischi. Nell’ottica di un sempre maggiore coinvolgimento del cittadino nelle scelte per la salute, la società scientifica sostiene il potenziamento del ruolo tanto dei pazienti quanto degli operatori sanitari nel miglioramento della qualità dei servizi: un patto di alleanza tra i professionisti della sanità e i cittadini che abbia a cuore la Salute. E’ questo lo scopo innanzitutto della Settimana del Pronto Soccorso, manifestazione nazionale che dopo l’edizione dello scorso anno, tornerà nella primavera del 2015.

 

#SIMEU14: Un primo bilancio del IX Congresso nazionale di Torino e i commenti degli organizzatori

novembre 13th, 2014 | NO COMMENTS

 @SilviaAlparone

 

Si è concluso sabato 8 novembre il IX Congresso nazionale Simeu: come già reso noto, al Centro congressi del Lingotto di Torino, gli incontri e corsi del fitto calendario sui temi della medicina di emergenza-urgenza sono stati frequentati da circa 1.400 persone da tutta Italia, fra iscritti, relatori e visitatori. I numeri sono ancora provvisori, ma sul totale, hanno partecipato più di 1.000 medici e circa 200 infermieri. I giovani medici, under 35, sono stati circa 400, più del doppio della scorsa edizione, a Rimini, nel 2012.

Gli appuntamenti sono stati seguiti con grande interesse dal pubblico del congresso, a partire dalla tavola rotonda inaugurale, giovedì 6 novembre presso l’Auditorium del Lingotto, che ha visto in particolare la partecipazione di Roberta Petrino in rappresentanza dell’Eusem come direttore della Formazione della Società europea; Giuseppe Montrucchio, direttore della Scuola di Specializzazione in medicina di emergenza-urgenza dell’Università di Torino; Antonio Saitta, assessore alla Sanità della regione Piemonte; Elide Tisi, vicesindaco di Torino.

Durante la tavola rotonda è stato anche lanciato il video per il web realizzato da Simeu in collaborazione con Africa Unite. Il video, campagna per un uso responsabile del pronto soccorso, è pubblicato sul canale youtube e sul profilo facebook della Società scientifica. A oggi, 13 novembre, ha già superato le 14 mila visualizzazioni on line, solo su facebook.

A breve saranno disponibili una galleria di immagini della tre giorni di Torino sul profilo flickr di Simeu e sul sito della Società scientifica gli atti del congresso nell’area dedicata.

Sono stati tre giorni emozionanticommenta Giorgio Carbone, presidente del Comitato scientifico del congresso di Torinoin cui il mondo della medicina di emergenza-urgenza italiana ha affollato le sale del centro congressi del Lingotto: abbiamo parlato dei problemi etici della nostra professione, del difficile confronto con le esigenze sociali oltre che sanitarie dei pazienti, di come cambia la nostra professione. Ci siamo incontrati per fare il punto sul nostro lavoro e sulla nostra identità per trovare una strada comune da percorrere insieme per migliorare la qualità del servizio da offrire ai cittadini”.

Ci siamo concentrati su ciò che è ‘essenziale’: chi siamo e dove andiamo – conclude Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu-. “Da luogo di puro smistamento dei casi in arrivo verso gli altri reparti, il pronto soccorso è diventato il cuore dell’ospedale, luogo di diagnosi e cura di molti pazienti che ormai possono essere dimessi senza necessità di ulteriore ricovero. Questo certamente grazie all’impegno e alla crescita professionale di medici e infermieri dell’emergenza, tema su cui la nostra società scientifica conferma e vuole rafforzare sempre più il proprio impegno”.

Appuntamento a tutti a Torino per EuSEM 2015, Il congresso internazionale della Società scientifica europea dell’emergenza-urgenza, al Centro congressi del Lingotto, 11-14 ottobre 2015.

Sul sito simeu dedicato al congresso sono disponibili la lectio magistralis di Fabio De Iaco Etica e Medicina d’Urgenza che ha ufficialmente inaugurato il congresso di Torino e la relazione conclusiva di Gian Alfonso Cibinel L’Essenziale per l’infermiere e il medico d’urgenza.

 

#SIMEU14: Concluso il congresso nazionale di Torino, una tre giorni intensa di corsi, incontri e relazioni

novembre 9th, 2014 | NO COMMENTS

@SilviaAlparone

 

Si è concluso sabato 8 novembre il IX Congresso nazionale Simeu: nei tre giorni di lavori al Centro congressi del Lingotto di Torino, gli incontri e corsi del fitto calendario sui teme della medicina di emergenza-urgenza sono stati frequentati da circa 1.400 persone da tutta Italia, fra iscritti, relatori e visitatori. Sul totale, hanno partecipatopiù di 1.000 medici e circa 200 infermieri. I giovani medici, under 35, sono stati circa 400, più del doppio della scorsa edizione, a Rimini, nel 2012.

Fabio De Iaco alla lectio magistralis su “Etica e Medicina d’urgenza”, Auditorium del Lingotto, 6 novembre

Cocktail al termine dell’inaugurazione del Congresso

Rapidamente esauriti i corsi precongressuali; molte sale affollate oltre i posti a sedere; quasi 400 abstract presentati.

Un momento durante il corso di ecografia toraco-polmonare

A breve saranno disponibili una galleria di immagini della tre giorni di Torino sul profilo flickr di Simeu e sul sito della Società scientifica gli atti del congresso.

GRAZIE A TUTTI!!!

#SIMEU14: L’Italia vista dal Pronto soccorso: i problemi e le possibili soluzioni

novembre 8th, 2014 | NO COMMENTS

@SilviaAlparone

IL IX CONGRESSO NAZIONALE DELLA SIMEU, LA SOCIETÀ ITALIANA DI MEDICINA DI EMERGENZA URGENZA, CHE COMPRENDE OLTRE 3.000 FRA MEDICI E INFERMIERI, È L’OCCASIONE PER FARE IL PUNTO SU COME FUNZIONANO OGGI I PRONTO SOCCORSO IN ITALIA, QUALI SONO I VERI PROBLEMI E QUALI LE SOLUZIONI POSSIBILI PER FARLI FUNZIONARE MEGLIO.

Su tutto il territorio nazionale ci sono 844 pronto soccorso, in cui lavorano 12.000 medici e 25.000 infermieri. Ogni anno gli accessi sono circa 24.000.000, 2.000.000 al mese, 67.000 al giorno, 2.800 all’ora, 45 al minuto, quasi uno ogni secondo.

Sul totale dei pazienti, il 20% ha un problema sociale prevalente, povertà, fragilità, maltrattamenti, solitudine, abbandono. Il fenomeno del disagio sociale, da sempre ben noto al pronto soccorso, non ha mai avuto un impatto così rilevante in passato sulle strutture di emergenza ospedaliera.

La problematica clinica più frequente (un terzo dei casi totali), è il trauma, categoria in cui rientrano ferite, ustioni, fratture, distorsioni, lesioni agli organi interni da incidenti stradali, sul lavoro, domestici, sportivi, aggressioni; seguito dalle malattie cardio-vascolari (ictus cerebrali, infarti cardiaci, tromboflebiti ed embolie polmonari).

Il problema: il sovraffollamento e le attese dei pazienti

L’alta prevalenza di casi sociali oltre che sanitari è una delle cause del sovraffollamento dei dipartimenti di emergenza ospedalieri, così come il gran numero di codici con bassa priorità sanitaria (bianchi e verdi), che però spesso celano casi di emergenza sociale e quindi presentano comunque un bisogno importante a cui dare risposta, anche se non strettamente sanitario.
Ma soprattutto il sovraffollamento è dovuto all’impossibilità di ricovero dal pronto soccorso verso gli altri reparti dell’ospedale, in costante overbooking per il ridotto numero dei letti a disposizione e per la difficoltà nella dimissione dei pazienti.

Il sovraffollamento è associato alle lunghe attese che hanno reso noti alla cronaca i nostri pronto soccorso. Le attese in pronto sono in parte per la prima visita dopo l’accettazione, da parte del medico del pronto soccorso, e in questo caso riguardano i pazienti con codici a bassa priorità. Ma il fenomeno delle lunghe attese riguarda in particolare il paziente in barella, che, dopo aver terminato il suo percorso in emergenza, attende di essere ricoverato in un reparto dell’ospedale.

La soluzione: una rete sul territorio e un pronto soccorso con la possibilità di dimettere i pazienti in sicurezza

Per tentare di risolvere il problema del sovraffollamento e dare una risposta ai crescenti bisogni sociali oltre che sanitari della popolazione è necessario cambiare l’organizzazione dei percorsi di cura fra territorio, pronto soccorso e altri reparti dell’ospedale.

Innanzitutto è necessario creare una rete sul territorio, che sia in grado di offrire alternative al ricorso all’ospedale per i casi meno gravi: servizi e associazioni che, in stretta collaborazione con il pronto soccorso, prendano in carico i casi già visitati e seguiti in pronto soccorso evitando il ricovero in ospedale attraverso una dimissione “protetta”, un percorso che garantisce una continuità delle cure anche dopo la dimissione. Si registrano molte esperienze positive in varie regioni, ma spesso attuate in ambiti territoriali limitati da parte di singole aziende ospedaliere; una strategia globale è necessaria per standardizzare gli interventi e renderne più efficiente la realizzazione.
Contemporaneamente, all’interno dell’ospedale risulta vincente l’organizzazione dell’emergenza in tre aree e attività distinte e complementari: pronto soccorso, osservazione breve, terapia semintensiva. Pronto soccorso per l’accoglienza e la prima visita; OBI, osservazione breve-intensiva, con letti e personale dedicato per una degenza breve, fino a 24-30 ore, che consenta di dimettere i pazienti in sicurezza dopo una prima fase di cura oppure di avviare percorsi di assistenza per i pazienti fragili o con problematiche sociali; terapia subintensiva multidisciplinare, per pazienti acuti che abbiano bisogno di cure ad alta intensità, con i diversi specialisti a disposizione in ospedale coordinati dal medico di emergenza-urgenza.

È il futuro dei nostri ospedali, sempre più organizzati per aree a diversa intensità di cura non più per reparti. Una soluzione che può dare una risposta adeguata a molti problemi del nostro sistema sanitario e soprattutto ai bisogni sanitari e sociali dei cittadini.

#Simeu14: un fittissimo calendario di incontri al Congresso nazionale di Torino

novembre 7th, 2014 | NO COMMENTS

@SilviaAlparone

 

Perché si commettono errori in medicina; la qualità della medicina di emergenza-urgenza; il triage e la sua evoluzione; la gestione della violenza di genere in pronto soccorso; libro contro nuovi media per la formazione del medico e edell’infermiere di pronto soccorso: sono solo alcuni dei temi su cui oggi si discute al centro congressi del Lingotto e su cui intervengono relatori del mondo dell’emergenza sanitaria ma non solo.

La tre giorni di lavori è stata ianugurata ufficialmente ieri sera con un talk show durante il quale l’assessore alla Sanità della regione Piemonte, Antonio Saitta – come riportato oggi dai quotidiani torinesi – si è impegnato a trovare i fondi per finanziare nuove borse di studio per la specializzazione in emergenza-urgenza e a inserire negli obiettivi dei direttori genrali delle aziende sanitarie di prossima nomina in Piemonte anche le necessità emerse dalla discussione della serata Simeu.

Gian Alfonso Cibinel presidente nazionale Simeu

Auditorium Centro congressi Lingotto – serata inaugurale congresso Simeu

#SIMEU14: Inizia il IX Congresso nazionale: il programma di giovedì 6 novembre

novembre 6th, 2014 | NO COMMENTS


@SilviaAlparone

Inizia oggi al Centro Congressi del Lingotto di Torino il congresso nazionale 2014 della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza.

  • Alle 17 si terrà la lectio magistralis di Fabio De Iaco, responsabile della Faculty di Sedoanalgesia in urgenza della società scientifica sul tema Etica e medicina d’urgenza (Auditorium).
  • Alle 17.30 tavola rotonda Pronto soccorso: riferimento più sociale che sanitario (Auditorium). Si discuterà della situazione dei pronto soccorso in Italia, dei problemi e delle possibili soluzioni, a partire dal sovraffollamento e dal disagio sociale che sempre più spesso si rivolge al pronto soccorso anche senza un bisogno sanitario specifico.
  • Alle 19.15, in conclusione della tavola rotonda, presentazione del video per la campagna di sensibilizzazione a un uso responsabile del pronto soccorso. In collaborazione con gli Africa Unite.
  • 19.30 I Sessione plenaria: Il Trauma (Auditorium).

Alla tavola rotonda partecipano:

  • Gian Alfonso Cibinel – Presidente SIMEU (Società Italiana di Medicina di Emergenza Urgenza)
  • Roberta Petrino – responsabile dell’Education Commitee dell’EuSEM (European Society of Emergency Medicine)
  • Giacomo Milillo – Segretario FIMMG (Federazione Italiana Medici di Medicina Generale)
  • Elide Tisi – Vice-sindaco Città di Torino – in rappresentanza del Sindaco di della Città Torino, Piero Fassino
  • Antonio Saitta – Assessore alla Salute Regione Piemonte
  • Giuseppe Montrucchio – Direttore della Scuola di Specializzazione in Medicina di Emergenza Urgenza dell’Università di Torino

Modera Luisella Costamagna – Giornalista.

Il programma e le info sul congresso sono disponibili tramite la app gratuita per dispostivi mobili SIMEU 2014.

I lavori del congresso si possono seguire su Twitter #SIMEU14 e sulla pagina facebook della società scientifica.

#SIMEU14: Simeu e Africa Unite: una campagna di sensibilizzazione sul tema dell’uso responsabile del pronto soccorso

novembre 5th, 2014 | NO COMMENTS


@SilviaAlparone

Un video per il web, della durata di due minuti, per raccontare cos’è il pronto soccorso: un terzo degli italiani ogni anno, 24 milioni di persone in tutto, bussano alla porta dell’emergenza ospedaliera. Sono pazienti in pericolo di vita oppure casi meno gravi, ma spesso complicati da un’emergenza di tipo sociale. Il pronto soccorso accoglie tutti. Ci può salvare la vita: tutti, sanitari e pazienti, dobbiamo usarlo responsabilmente.

Il video è stato realizzato in collaborazione con Africa Unite, gruppo musicale reggae-dub nato a Pinerolo, in provincia di Torino nel 1981, da un’idea di Bunna, cantante e chitarrista, e Madaski, cantante e tastierista. Sono la prima band del panorama reggae italiano, da oltre vent’anni al centro della scena musicale alternativa nazionale.

La musica è originale, composta per il video dagli Africa Unite.

La regia è di Alex Caroppi, regista e producer torinese.

Gli Africa Unite non sono nuovi all’impegno civile a favore di associazioni di tipo sanitario: nel 2003, in particolare, hanno collaborato con Emergency nella realizzazione di un video sulle vittime civile dei conflitti nel mondo e sul lavoro dei sanitari della Ong di Gino Strada in Afghanistan.

Il video sarà presentato durante la prima giornata del congresso, giovedì 6 novembre alle 19.30, in conclusione della tavola rotonda inaugurale e sarà poi disponibile sul sito e sui canali social di Simeu.

Una serata dj e live dub set con Bunna&Madaski – Hiroshima mon amour, venerdì 7 novembre ore 22

Tra gli eventi collaterali del congresso nazionale simeu si terrà all’Hiroshima mon amour, in via carlo bossoli, 83 a torino, venerdì 7 novembre, a partire dalle ore 22, la serata “Africa Unite system of a sound Bunna dj set & Madaski live dub set: diamo voce al pronto soccorso”, ingresso gratuito per i partecipanti al congresso dietro presentazione del badge. Consumazione a pagamento.

#SIMEU14 su Sanità del Sole24ore: i temi del congresso di Torino

novembre 4th, 2014 | NO COMMENTS

@SilviaAlparone

 

Una pagina dedicata al IX Congresso nazionale Simeu sull’edizione di questa settimana della Guida Sanità de Il Sole 24 ore. Dopo l’apertura con un articolo a firma di Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu, sui principali temi del congresso, la pagina prosegue con una sintesi della Lectio magistralis di Fabio de Iaco, “Etica e medicina d’urgenza” che aprirà ufficialmente i lavori del congresso di Torino.

 

 

 

 

 

Nel pezzo d’apertura, Cibinel sottolinea in particolare il crescente ruolo sociale dell’emergenza ospedaliera e  l’importanza di una revisione dei percorsi dei pazienti all’interno del pronto soccorso e dell’organizzazione degli ospedali per intensità di cure, concetti cardine della proposta Simeu per gli ospedali del futuro, di cui si parlerà al IX Congresso nazionale Simeu, Centro Congressi del Lingotto, 6-8 novembre 2014.


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🔴 #SIMEU lo denuncia da anni❗️ Il #BOARDING è tra i principali problemi che #medici, #infermieri e #specializzandi #MEU si trovano a gestire in #PS. Il fenomeno del boarding incrementa le probabilità di decesso in una proporzione variabile tra il 2,5 e il 4,5%. Ogni persona ferma in #prontosoccorso in attesa di ricovero in #reparto causa un ritardo medio di 12 minuti sugli accessi successivi. Si accumulano le ore di ritardo e il numero dei #pazienti in attesa, bisognosi di assistenza, si moltiplica all’interno di spazi che non prevedono questa attività.🔵 Ribadiamo che il fenomeno non è imputabile ai #professionisti dell’#emergenza #urgenza che si spendono ogni giorno a colmare le falle di un sistema in crisi: siamo certi che le “ispezioni” cui si fa riferimento nell'ampio servizio curato da Giulio Valesini e Cataldo Ciccolella nell’ultima puntata di Report non sono rivolte al #personale che del fenomeno è vittima tanto quanto i pazienti.⚫️ La crisi di “vocazione" nei giovani medici di fatto non sarebbe cosi profonda se gli #specialistiMEU potessero svolgere il loro lavoro nelle corrette, e dovute, condizioni di lavoro❗️👉 L’intera puntata diretta da Sigfrido Ranucci, cui hanno partecipato anche rappresentanti della #SocietàScientifica, è fruibile su RaiPlay.#GOLDENmedicine #GOLDENdoctors #prontosoccorsoinprimalinea #fieridivoi #fieridiMEU #piusiamomegliofacciamo #primalinea ... Vedi altroVedi meno
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1 week ago

SIMEU - Società Italiana di Medicina d'Emergenza e Urgenza
🔵 #Medici, #infermieri, #specializzandi #MEU sono gli specialisti dell’#emergenza #urgenza il cui RUOLO UNICO all’interno del #SSN deve essere riconosciuto come INDISPENSABILE al fine di migliorare la qualità del servizio, superare la crisi strutturale e arrivare a un benessere organizzativo a favore di #pazienti, #familiari e #professionisti.#GOLDENmedicine #GOLDENdoctors #prontosoccorso #primalinea #piusiamomegliofacciamo #fieridivoi #fieridiMEU ... Vedi altroVedi meno
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Ogni giorno a Gaza si cancella l'umanità.Distruzione senza fine, carestia, negazione degli aiuti.Ospedali e operatori sanitari bombardati.Non esistono posizioni politiche o credo religiosi che possano accettare quanto accade.Medici e infermieri di emergenza urgenza italiani invocano l'immediato cessate il fuoco e l'ingresso senza condizioni di aiuti internazionali.DA TROPPO TEMPO NON C'È PIÙ TEMPO.#SIMEU - Società Italiana di Medicina d'Emergenza Urgenza ... Vedi altroVedi meno
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❗️ Caterpillar Radio2 in passaggio nel #prontosoccorso di Matera accolti dalla dott.ssa Francesca Mancini, #medico esperto ed entusiasta #specializzanda #MEU al quinto anno, appena rientrata dall’esperienza di formazione della Prima Giornata Nazionale di Studi #biennaleSIMEU. Il progetto di viaggio nell'Italia dell’#emergenza #urgenza di Massimo Cirri, Sara Zambotti e Paolo Labati perché “i #PS sono un pezzo importante del #SSN”❗️❣️ “Ho lasciato la #medicinagenerale, una scelta folle agli occhi dei più, ma consapevole e ragionata perché credo e difendo il #sistemauniversalistico che assicura assistenza a tutti. Il mondo del pronto soccorso rapisce per la sua intensità e io provo molto orgoglio quando un turista straniero mostra gratitudine e sorpresa per essere stato curato nella evoluta e civile modalità a cui noi siamo abituati” #fieridiMEU🔴 Appuntamento a stasera su Rai Radio2, solita ora! #piusiamomegliofacciamo#GOLDENmedicine #GOLDENdoctors #prontosoccorsoinprimalinea #infermieri #primalinea #SIMEU ... Vedi altroVedi meno
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🔴 Dopo il periodo di grande concentrazione sui contenuti della #biennaleSIMEU torna attivo, ad accogliere i pensieri e il sapere dei #professionisti #MEU, il consueto appuntamento con il #BLOGdiSIMEU. A firmare il nuovo articolo è il dott. Emiliano Fanicchia, #infermiere a Roma, Consigliere nazionale #SIMEU nonchè formatore nella Faculty nazionale #Triage della #società #scientifica.🔵 "L’autonomia infermieristica in triage non è solo una questione di competenze: è una questione di identità, di orgoglio professionale, di passione. È sapere che, in quel momento, sei tu a fare la differenza. E quando, alla fine del turno, ripensi a quel paziente a cui hai riconosciuto un codice rosso al volo, o a quel bambino a cui hai alleviato il dolore, sai che – ancora una volta – ne è valsa la pena.” #fieridivoiDa leggere qui 👉 www.simeu.it/blog/#fieridiMEU #GOLDENdoctors #GOLDENmedicine #emergenza #urgenza #prontosoccorso #medici #specializzandi #primalinea #piusiamomegliofacciamo ... Vedi altroVedi meno
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