Sono la figlia di una mamma tradita.
febbraio 2nd, 2025
di Barbara Campi, figlia
Oggi la mia mamma non c’è più e desidero scrivere qualche riga.
La mia mamma era una donna d’altri tempi ma al passo con gli attuali.
Come tutti con pregi e difetti ed oggi mi sento di dire che il suo più grande difetto fosse quello di mettere subito dietro agli affetti familiari un senso dello Stato e del dovere civico ammirevole.
E proprio questo è stato il maggior tradimento che potesse ricevere.
Infatti è stata proprio tradita da uno Stato a cui la sanità pubblica interessa zero.
A scanso di equivoci non mi riferisco ovviamente solo a questo governo ma al susseguirsi degli stessi, indipendentemente dal colore, poiché tutti padri dei finti finanziamenti (in realtà tagli) come vessillo.
La mia mamma ha trascorso l’ultima fase della vita su una brandina del pronto soccorso, soffrendo per giorni in un ospedale incolpevole, dove il personale medico e sanitario si spende ammirevolmente con dedizione e determinazione combattendo una sanità tanto in debito da obbligare i familiari dei degenti del PS a portare cibo e coperte per i propri cari.
Pena la fame, la sete ed il freddo.
Solo alla fine del suo tragitto si è trovato per mamma un letto in corsia.
La carenza di letti e di brandine è paradossale e vergognosa ed i parenti arrabbiati, ahimè, in discussione col personale. In quanto ultimi di una catena sono anch’essi vittime del degrado.
La mia mamma è andata in cielo tradita da ciò per cui non ha mai vacillato nel credere. Una beffa.
Il mio dolore è certo nella perdita ma parimenti la rabbia lo compensa perché quello che era stato il prima della Sanità è defunto negli anni. Lentamente.
Come lentamente si è spenta lei.
Lentamente e nella sofferenza.
Sua, nostra, del personale ospedaliero e di chi altri ci si trova.
E sono tanti.
Sono il popolo italiano.
Quello che negli anni vota.
E vota sempre meno perché non ci crede più.
Ma la mia mamma ci credeva stoicamente.
Sanità, istruzione e giustizia sono i cardini di uno Stato serio e coerente con i cittadini.
Mi sento di dire che il nostro Paese li abbia persi tutti e tre.
La mia mamma non c’è più ma a tutto il personale medico che ho incontrato dico solo un grande grazie per la quotidiana capacità di essere presenti, nonostante tutto.
A voi che un tempo non lontano vi hanno chiamato eroi aggiungerei un … sigh … dimenticati.
Concludendo, penso di meritare la possibilità di un augurio a tutti i conclamati coinvolti nella mala sanità, a chi l’ha fatta franca ed a chi semplicemente ignora lo stato delle cose, di trovarsi per una volta nei panni in cui mi ci sono, per loro colpa o indolenza, ritrovata io.
Inerme nel veder soffrire la persona che mi ha dato la vita.
Un sentito vergognatevi da parte mia che scrivo e da parte di chi sta soffrendo in silenzio.
La mia mamma non c’è più e per tutto il personale ospedaliero sarà un’altro giorno di guerra.
NOTA DEL PRESIDENTE SIMEU
PorgerLe le condoglianze è doveroso e sentito da parte nostra, anche se non cancella quanto avvenuto. Come Presidente SIMEU le dico che la risoluzione di questo problema rappresenta una priorità assoluta del quotidiano della nostra società scientifica a livello nazionale.
E’ importante che le voci e le storie dei cittadini entrino insieme alle nostre nelle sedi istituzionali di fronte ai decisori, con l’obiettivo di risolvere in modo coordinato e condiviso questa situazione insostenibile per tutti.
La ringrazio davvero per il tono Civile – inteso nel senso più alto del termine – del Suo scritto.