IL BLOG DI SIMEU

 

Le emergenze pediatriche: il successo del confronto fra medici di emergenza-urgenza e pediatri

ottobre 13th, 2014 | NO COMMENTS

 

Un commento sul primo congresso Interregionale Simeu Giovani Lazio – Toscana – Umbria “Le emergenze pediatriche: alla teoria alla pratica. SIMEU Giovani incontra SIMEUP” che si è tenuto lo scorso 12 settembre a Roma

 

di Federico Germini, rappresentante Giovani SIMEU Umbria; Maria Teresa Spina, rappresentante Giovani SIMEU Lazio; Stefano Sartini, rappresentante Giovani SIMEU Toscana

Il tutto nacque circa otto mesi fa, durante l’ormai famoso corso “Tecniche e Procedure nel malato critico” (ovviamente quello del Dott. Schiraldi a Napoli), a cui abbiamo partecipato tutti e tre.

In parte ispirati proprio dal corso che stavamo frequentando, in parte vogliosi di proporre un’iniziativa per i Giovani SIMEU delle nostre regioni e inoltre per portare argomenti sempre nuovi nel panorama della formazione SIMEU, ci siamo confrontati sulla possibilità di poter organizzare un evento formativo interregionale Lazio-Toscana-Umbria!

Avendo in mente come destinatari i nostri Giovani SIMEU, abbiamo cercato di strutturare tale evento formativo partendo da due principali questioni: “cosa” proporre e “come”! Per affrontare la questione del “come” potevamo facilmente attingere dalla modalità proposta dal corso del Dr. Schiraldi: solidi contenuti scientifici basati sull’evidenza da un lato e interattività, con tanto di parte pratica, dall’altro. Sul “cosa”, ovvero quale tematica affrontare, ci siamo interrogati su quali argomenti non fossero già oggetto di altre iniziative SIMEU giovani ma, soprattutto, quale potesse essere un argomento ancora deficitario per molti di noi giovani medici dell’emergenza… è nata così l’idea delle Emergenze Pediatriche!

È tale esigenza di crescita che ci ha spinto a cercare l’aiuto degli “esperti” in materia, così come la voglia di aprirsi a collaborazioni esterne e con altre società scientifiche (in questo caso  SIMEUP), per poter sfruttare la loro esperienza quotidiana nella gestione del piccolo malato critico.

Pertanto, supportati dai nostri Presidenti SIMEU Regionali, abbiamo cercato e ottenuto la collaborazione del Prof. Lubrano (Vice Presidente SIMEUP Nazionale)  e della Dott.ssa Musolino (Presidente SIMEUP Lazio) che si sono dimostrati estremamente sensibili e propensi a tale iniziativa e così, il 12 Settembre, a Roma, si è svolto il Primo Congresso Interregionale SIMEU Giovani Lazio – Toscana – Umbria “Le emergenze pediatriche: dalla teoria alla pratica. SIMEU Giovani incontra SIMEUP”.
Sessione plenaria la mattina, stazioni pratiche e discussione di casi clinici il pomeriggio: è così che giovani medici d’urgenza, specializzandi e neo-specialisti in medicina d’emergenza – urgenza, pediatri operanti in area critica di ospedali del calibro del Meyer di Firenze o del Bambin Gesù di Roma, si sono alternati a discutere di trauma, di insufficienza respiratoria, di monitoraggi invasivi e non, di shock e di tematiche come l’abuso; nelle stazioni pomeridiane, grazie all’utilizzo di supporti video, materiale didattico per la simulazione abbiamo messo in pratica e discusso in piccoli gruppi quanto emerso e appreso dalle relazioni della mattina.

Pur consapevoli che la nostra scelta di lasciare ampio campo ai Pediatri avrebbe reso tale evento un Congresso SIMEU Giovani un po’ atipico, abbiamo pian piano e con alcune difficoltà portato avanti la nostra iniziativa spinti dall’unico intento di fornire una formazione quanto più di qualità e di esperienza in un campo per molti di noi ancora poco esplorato.

Il numero di iscritti e soprattutto la provenienza da diverse regioni d’Italia (dal Veneto, dalle Marche, dalla Puglia, dalla Sardegna oltre che dalle dirette regioni interessate Lazio, Toscana e Umbria) ci ha ripagato delle difficoltà, dell’impegno richiesto e, con grande soddisfazione, ci ha confermato la validità della tematica scelta e di tale esigenza di crescita.

Pur perfettibile, il corso è stato per noi un vero successo, oltre che in termini di partecipazione, per il buonissimo livello dei contenuti. Ovviamente questo è solo l’inizio! Siamo determinati a riproporre in forma simile un nuovo congresso per il prossimo anno, magari su altre tematiche, perché abbiamo bisogno di formarci e di conoscerci, di consolidare le buone pratiche della medicina d’urgenza di oggi e costruire assieme l’ancora migliore medicina d’urgenza di domani.

#Simeu2014: Una guida alla lettura del programma del prossimo congresso nazionale, Torino 6/8 novembre

ottobre 2nd, 2014 | NO COMMENTS

@SilviaAlparone

Si inizia il 6 novembre con una fitto calendario di corsi precongressuali e si entra nel vivo con la lettura magistrale di Fabio De Iaco, L’Etica e il Medico d’Urgenza, seguita dalla tavola rotonda inaugurale sul Pronto soccorso, riferimento più sociale che sanitario, occasione in cui è atteso l’arrivo del ministro della Salute Beatrice Lorenzin.

Il congresso Simeu2014 fotografa lo stato dell’arte della disciplina, mettendo al centro dell’attenzione le figure del medico e dell’infermiere dell’emergenza, definendone l’identità, le dinamiche, i problemi e gli sviluppi professionali alla luce delle profonde trasformazioni che hanno investito negli ultimi anni tutto il sistema sanitario nazionale.

Giorgio Carbone, past president Simeu e presidente del congresso di novembre, qual è l’offerta per i circa 1.500 professionisti dell’emergenza attesi per novembre a Torino?

I contenuti del prossimo congresso si possono dividere in tre filoni, uno relativo alle problematiche socio-sanitarie che sempre più spesso il personale di pronto soccorso deve fronteggiare; un secondo concernente prettamente la nostra attività clinica e un terzo specifico su aspetti professionali importanti dell’attività del medico e dell’infermiere di pronto soccorso.

I problemi di tipo sociale sono sempre più tema quotidiano per il pronto soccorso, accanto all’emergenza sanitaria.

In questi anni abbiamo visto aumentare esponenzialmente i casi di pazienti fragili come gli anziani soli, per i quali un problema sanitario di piccola entità può diventare ingestibile per il contesto di solitudine in cui versa la persona; così come sempre più spesso bussano alla porta dell’ospedale individui o interi nuclei familiari rimasti senza casa e che non hanno le risorse sufficienti alla sopravvivenza; per non parlare dei casi di violenza di genere o di violenza sui bambini a cui è dedicato ampio spazio fra gli incontri del congresso. E poi ancora i casi legati alle nuove droghe, anche questi in aumento. Si tratta di fenomeni non nuovi per il pronto soccorso, ma che non hanno mai avuto le dimensioni che hanno assunto di recente. E’ un segnale di difficoltà sociale che non può essere ignorato e davanti al quale i servizi di emergenza ospedaliera non possono essere lasciati soli.

Accanto alla tematica sociale resta in primo piano l’attività sanitaria: su questo fronte durante il congresso si potranno approfondire diversi temi, con un’ampia offerta di opzioni.

Ci saranno sessioni dedicate ai casi clinici e alle singole tecniche più in uso in pronto soccorso, dal trauma allo stroke, dall’ecografia in emergenza alla ventilazione. Sui diversi temi ci saranno ancora incontri con l’esperto, che abbiamo chiamato Torniamo a scuola, mettendo l’accento sulla necessità fondamentale di un costante aggiornamento professionale per medici e infermieri di ogni età. Oltre naturalmente ai corsi precongressuali, in cui abbiamo dato spazio anche al problema del burn-out del personale sanitario dell’emergenza, in particolare con un momento di formazione su La mindfulness nel contesto della medicina d’urgenza, per recuperare la capacità di rispondere, invece di reagire, alle esigenze dei pazienti.

A proposito della definizione dell’identità del medico/infermiere dell’emergenza, e di come cambia la professione, quali temi in particolare saranno trattati?

Dai macrotemi dei cambiamenti organizzativi a cominciare dalle terapie semi-intensive, alla possibilità di errore in medicina, affrontata da un punto di vista innanzitutto cognitivista, si discuterà di quali sono i corretti strumenti e metodi per valutare la qualità in medicina d’urgenza; per passare poi anche alla questione delle coperture assicurative e degli aspetti dell’attività dell’emergenza che possono costituire situazioni ambigue per le compagnie di assicurazione.

Evidence based medicine, Cochrane Collaboration e Foam, il movimento culturale internazionale che vive sul web e che sta trasformando l’aggiornamento professionale in medicina sono altri temi che saranno affrontati in incontri fondamentali per la qualità della discussione durante il congresso; accanto a intere giornate o focus dedicati alla professione infermieristica e a i giovani di Simeu.

Per finire, è in fase di elaborazione anche un calendario di offerte di intrattenimento culturale in città, come opportunità da offrire ai congressisti a margine dei lavori delle tre giornate.

Il programma del congresso di Torino è consultabile sul sito internet dedicato.

Per seguire i lavori del Congresso su twitter #Simeu2014.

COCHRANE CORNER: I corticosteroidi nel trattamento della riacutizzazione della broncopneumopatia cronico ostruttiva in Pronto Soccorso

settembre 29th, 2014 | NO COMMENTS


Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti

 

Conoscenze attuali

La riacutizzazione della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) rappresenta la causa di dispnea acuta nel 22% dei pazienti in Pronto Soccorso (1). La diagnosi è espressamente clinica e si basa sul peggioramento di disturbi respiratori (dispnea, tosse ed espettorazione) che va oltre alle oscillazioni abituali per il paziente e che richiede una modificazione del regime terapeutico (2).

Una di queste modificazioni consiste nella somministrazione di corticosteroidi per via sistemica. Il razionale del loro impiego è legato alla loro attività anti-infiammatoria, essendo stato dimostrato un incremento dei segni di flogosi delle vie aeree nel corso delle riesacerbazioni (3).

Nella tabella seguente sono sintetizzate le raccomandazioni delle linee guida GOLD (2) e NICE (4) riguardanti l’impiego di corticosteroidi sistemici.

 

Ente

Anno

Raccomandazione

Forza della raccomandazione

GOLD

2014

E’ raccomandata la somministrazione di 40 mg al giorno di prednisone per 5 giorni.

Livello di evidenza B

Il trattamento con prednisolone orale è preferibile.

NICE

2010

In assenza di controindicazioni significative dovrebbero essere impiegati corticosteroidi orali, congiuntamente ad altre terapie, in tutti i pazienti ricoverati in ospedale per riacutizzazione di BPCO.

Dovrebbe essere prescritto prednisolone 30 mg al giorno per 7-14 giorni. Non vi è alcun vantaggio a proseguire la terapia oltre ai 14 giorni.

 

Tab. 1. Sintesi delle raccomandazioni attuali riguardanti la somministrazione di corticosteroidi sistemici nella riacutizzazione di BPCO.

La Revisione Cochrane (5)

Titolo: Systemic Corticosteroids for acute exacerbations of chronic obstructive pulmonary disease.

Autori: Walters JAE, Tan DJ, White CJ, Gibson PG, Wood-Baker R, Walters EH.

Obiettivo: valutare gli effetti dei corticosteroidi somministrati per via orale o parenterale per il trattamento delle riacutizzazione di BPCO, e di confrontare l’efficacia della forma orale rispetto a quella parenterale.

Outcome primario: fallimento terapeutico (necessità di intensificare farmacologico, il ricovero ospedaliero durante la gestione ambulatoriale o il ritorno in Pronto Soccorso durante la gestione ambulatoriale), recidiva e mortalità.

Outcome secondari: eventi avversi farmacologici, parametri emogasanalitici, intensità dei sintomi, funzione respiratoria, qualità della vita, capacità funzionale, durata del ricovero ospedaliero, durata della ventilazione meccanica.

N°. di studi inclusi: 20, 16 per il confronto tra corticosteroidi sistemici e placebo e 4 per il confronto tra corticosteroidi somministrati per via endovenosa e per via orale.

Qualità degli studi inclusi: nel complesso, vi era basso o non chiaro rischio di bias per quanto concerne il selection bias.

N° di pazienti: 1620 pazienti per il confronto tra corticosteroidi sistemici e placebo e 298 per il confronto tra corticosteroidi somministrati per via endovenosa e per via orale.

Risultati:

 

Parametro

Risultato

N° di pazienti

Qualità dell’evidenza

Corticosteroidi sistemici vs placebo

Fallimento terapeutico

Odds Ratio

0,48 (I.C. 95% 0,35 – 0,67)

917

Alta

Recidiva (30 giorni)

Odds Ratio

0,78 (I.C. 95% 0,63 – 0,97)

596

Moderata

Mortalità (30 giorni)

Odds Ratio

1,00 (I.C. 95% 0,60 – 1,66)

649

Alta

Eventi avversi

Odds Ratio

2,33 (I.C. 95% 1,59 – 3,43)

736

Alta

Corticosteroidi per via parenterale vs corticosteroidi per via orale

Fallimento terapeutico

Odds Ratio

0,67 (I.C. 95% 0,34 – 1,3)

298

Moderata

Recidiva (1 – 3 mesi)

Odds Ratio

0,95 (I.C. 95% 0,5 – 1,8)

298

Moderata

Mortalità (1 – 3 mesi)

Odds Ratio

1,40 (I.C. 95% 0,44 – 5,1)

298

Moderata

Eventi avversi (iperglicemia)

Odds Ratio

4,89 (I.C. 95% 1,2 – 19,94)

298

Moderata

 

Tab.2. Sinossi dei risultati della revisione sistematica di Walters e colleghi.

Inoltre, i corticosteroidi sistemici rispetto al placebo migliorano la funzione polmonare, la sensazione di dispnea e la durata del ricovero ospedaliero.

Conclusioni

Questa revisione sistematica conferma che il trattamento con corticosteroidi sistemici è in grado di ridurre la probabilità di fallimento del trattamento e di recidiva a breve, al costo di un significativo incremento degli eventi avversi, soprattutto l’iperglicemia. La modalità di somministrazione dei farmaci non sembrerebbe avere alcun impatto sugli outcome considerati; per tanto, in considerazione dell’aumentato rischio di iperglicemia nei pazienti trattati per via endovenosa, la scelta dovrebbe essere orientata verso le formulazioni orali. Il dosaggio di prednisone impiegato nei singoli lavori varia tra i 30 e i 60 mg al giorno.

Qual è la durata ottimale del trattamento? Una revisione Cochrane ha affrontato l’argomento nel 2011 (6). Nel complesso, un trattamento più lungo di sette giorni non garantisce alcun vantaggio in termini di riduzione del rischio di fallimento terapeutico (O.R 0,82 (C.I. 95% 0,24 – 2,79)) o di miglioramento funzionale rispetto a una terapia più breve; anche il profilo di sicurezza è analogo. In realtà l’ampio intervallo di confidenza impedisce di trarre conclusioni definitive, così come si può dedurre anche dalle indicazioni NICE (4).

 

Bibliografia

  1. Burri E, Potocki M, Drexler B, Schuetz P, Mebazaa A, Ahlfeld U, Balmelli C, Heinisch C, Noveanu M, Breidthardt T, Schaub N, Reichlin T, Mueller C. Value of arterial blood gas analysis in patients with acute dyspnea: an observational study. Crit Care 2011; 15: R145. Link al Free Full Text

  2. Decramer M, Vestbo J, Bourbeau J, et al for the Global Initiative for Chronic Obstructive Lung Disease (GOLD). Global strategy for the diagnosis, management, and prevention of Chronic Obstructive Lung Disease (Update 2014). Disponibile sul sito: http://www.goldcopd.org/

  3. Wedzicha JA. Exacerbations: etiology and pathophysiologic mechanisms. Chest 2002; 121 (5 Suppl): 136S – 141S. Link

  4. National Institute for Health and Clinical Excellence. Management of Chronic Obstructive Pulmonary Disease in adults in primary and secondary care (NICE clinical guideline 101). 2010. Disponibile sul sito: http://www.nice.org.uk/guidance/cg101

  5. Walters JAE, Tan DJ, White CJ, Gibson PG, Wood-Baker R, Walters EH. Systemic Corticosteroids for acute exacerbations of chronic obstructive pulmonary disease. Cochrane Database Syst Rev 2014; 9: CD001288. Link

  6. Walters JAE, Wang W, Morley C, Soltani A, Wood-Backer R. Different durations of corticosteroid therapy for exacerbations of chronic obstructive pulmonary disease. Cochrane Database Syst Rev 2011; 10: CD006897. Link

EuSEM, l’Europa della medicina d’emergenza-urgenza a raccolta – Amsterdam, 28 settembre/1° ottobre 2014

settembre 26th, 2014 | NO COMMENTS

 

@SilviaAlparone

 

E’ l’Olanda quest’anno la sede del congresso Eusem, European society of emergency medicine, atteso per il 2015 a Torino, città che scalda i motori già nel 2014 ospitando il congresso nazionale della Società italiana di emergenza-urgenza, dal 6 al’8 novembre prossimi.

Fra domenica 28 settembre e mercoledì 1° ottobre ad Amsterdam si farà il punto sulle sfide dell’emergenza ospedaliera e pre-ospedaliera a livello europeo, confrontando situazioni diverse nei diversi Paesi, con lo scopo di definire e diffondere uno standard comune per la medicina di emergenza-urgenza.

Si parlerà, fra i molti temi trattati, di tecnologie e metodiche proprie della specialità, prassi cliniche e sistemi di triage, gestione dei casi più frequenti o critici in emergenza, sempre in un’ottica comparativa fra i diversi Paesi e puntando ad uniformare l’offerta sanitaria al livello qualitativo più alto possibile.

In quest’ottica, un momento particolare delle giornate congressuali si terrà lunedì 29 settembre, con la premiazione dei 12 medici che hanno ottenuto il premio Eusem, su un totale di 84 iscritti. L’esame prevedeva una parte teorica e una parte pratica relativa alla gestione di casi clinici, di situazioni di particolare difficoltà relazionale con i pazienti e i loro familiari e di rilevanti questioni organizzative. Fra i premiati, ci sono anche due medici che lavorano a Firenze, Nazarian Peiman e Gabriele Viviani. Il premio attesta una preparazione conforme agli standard europei, definiti sulla base del curriculum europeo del medico medicina di emergenza-urgenza, che ancora non ha valore legale, a differenza di altre specialità, ma che costituisce un importante traguardo nella definizione di un’identità unica del medico dell’emergenza in Europa.

Le lezioni magistrali di quest’anno saranno tenute da Lance Becker, fondatore e direttore del Center for Resuscitation Science dell’Università della Pennsylvania; Peter Cameron, past president della Federazione internazionale della Medicina di Emergenza; Louise Cullen (Australia); Sten Rubertsson (Svezia); David Huang (Usa).

Per i dettagli sul congresso Eusem di Amesterdam http://www.eusem2014.org/en/.

Summer School Simeu 2014: anche quest’anno la sede è Brucoli in Sicilia

settembre 17th, 2014 | NO COMMENTS

di @SilviaAlparone


Torna anche quest’anno la Summer school Simeu, nella doppia versione inaugurata lo scorso anno, una per i medici, dal 18 al 23 settembre, l’altra dedicata alla professione infermieristica, dal 23 al 27 settembre (quest’ultima accreditata ecm).

Per il quarto anno consecutivo, la full immersion di formazione estiva si tiene in Sicilia: se prima la location era Noto, dal 2013 le intense giornate di lavoro si tengono a Brucoli, in provincia di Siracusa, in una struttura esclusivamente dedicata ai corsi: dalle 8.30 del mattino fino al brek di pranzo, la formazione si concentra sulla teoria, mentre il pomeriggio, fino alle 19, è dedicato interamente alla pratica, con workshop e simulazioni di casi clinici. I temi trattati sono relativi ai principali problemi metodologici di approccio e gestione della medicina di emergenza-urgenza, affrontati sotto la guida dei migliori formatori delle faculty Simeu. Il programma didattico affronta i temi fondamentali della disciplina, cominciando dall’ecografia in urgenza, la gestione fluidi, l’emogas analisi, la rianimazione cardio-polmonare nell’adulto e nel bambino, la Niv.

La sera è dedicata invece a incontri sulle questioni più complesse dell’attività dell’emergenza, dal trattamento del dolore in pronto soccorso ai temi etici legati al fine vita, alle questioni connesse all’identità professionale del medico/infermiere dell’emergenza-urgenza.

Responsabile della Summer school Simeu è Anna Maria Ferrari, Direttore dell’Unità Operativa di Medicina d’Urgenza, Pronto Soccorso e CO118 dell’Azienda Ospedaliera (IRCCS) Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia.

La Summer School è un’iniziativa interamente finanziata da Simeu, escluso il viaggio che è a carico dei partecipanti, ed è aperta a infermieri e medici soci della società scientifica, fra cui specializzandi indicati dai direttori di ciascuna delle scuole di specializzazione in medicina di emergenza-urgenza presenti in Italia e medici strutturati con meno di 35 anni indicati dai singoli presidenti regionali, dietro presentazione del curriculum vitae da parte degli interessati.

I dettagli della Summer school Simeu 2014 si trovano sul sito Simeu nella sezione Corsi.

MUBEE#13. Leggere i risultati di un studio: riduzione assoluta e relativa del rischio

settembre 16th, 2014 | NO COMMENTS

 

Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

@P_Balzaretti

 

Supponiamo che dobbiate scegliere quale tra due farmaci di nuova produzione introdurre nella vostra pratica clinica. Sareste più propensi ad adottare:

a) il farmaco A, che riduce dal probabilità di morte dal 6,6% al 2,8%, o

b) il farmaco B, che riduce il rischio di morte del 57%?

Come vedremo, molti di noi, sia medici che pazienti, sono più interessati al farmaco B sebbene in realtà il farmaco A e il farmaco B siano lo stesso (un antibiotico) e quelli riportati siano i dati riguardanti l’efficacia nei pazienti con riacutizzazione di BPCO nei pazienti ospedalizzati (1).

Questo piccolo esperimento ci permette di farci una prima idea di quanto possa essere importante il modo con cui i dati vengono presentati sulle decisioni che prendiamo, motivo per cui ho pensato di dedicare all’argomento un post. Esistono 3 principali misure di efficacia degli interventi terapeutici: la riduzione assoluta del rischio (RAR), riduzione relativa del rischio (RRR) e numero di pazienti da trattare (in inglese number needed to treat, NNT). In questo post ci occuperemo delle prime due, riservando l’NNT ad un prossimo post.

Come calcolare RAR e RRR

Come si calcolano RAR e RRR? Iniziamo con la definizione di un linguaggio comune, riportato nella tabella seguente.

 

Gruppo di controllo

Gruppo di trattamento

Dimensioni del gruppo

nC

nT

N° di eventi

xC

xT

Tasso di eventi

(xC/nC) * 100

(xT/nT) * 100

 

• Riduzione Assoluta del Rischio = tasso di eventi nel gruppo di controllo – tasso di eventi nel gruppo di trattamento

• Riduzione Relativa del Rischio = ((tasso di eventi nel gruppo di controllo – tasso di eventi nel gruppo di trattamento( / tasso di eventi nel gruppo di controllo) * 100. (2)

Proviamo a riprendere l’esempio iniziale:

Gruppo di controllo

Gruppo di trattamento

Dimensioni del gruppo

273

351

N° di eventi

18

10

Tasso di eventi (%)

6,6

2,8

 

• Riduzione Assoluta del Rischio = 6,6% – 2,8% = 3,8%

• Riduzione Relativa del Rischio = ((6,6 – 2,8) / 6,6) = 57,6%

 

Entrambe i valori descrivono l’efficacia del medesimo intervento ma hanno sicuramente un impatto diverso: mentre saremmo senza dubbio propensi ad adottare un trattamento che ci viene presentato come in grado di dimezzare il rischio di morte nei pazienti con cui viene applicato, l’adozione di una terapia di cui ci viene segnalata la capacità di ridurre in termini assoluti il rischio di morire di meno del 4% probabilmente ci vedrebbe meno pronti, spingendoci a prendere in considerazione i potenziali effetti avversi, i costi e le difficoltà organizzative.

Il limite principale della RAR è che non prende in considerazione la classe di rischio di partenza (o baseline risk, ovvero il tasso di eventi nel gruppo di controllo). Per capire meglio, proseguiamo con il nostro esempio sull’impiego di antibiotici nella riacutizzazione di BPCO (1).

Se suddividiamo i pazienti in due gruppi, quelli ricoverati nei reparti di Medicina Interna e quelli ricoverati in Unità di Terapia Intensiva, avremo due risultati ben diversi:

• Medicina Interna: mortalità nei pazienti non trattati: 3,5%, RAR: 2%

• Unità di Terapia Intensiva: mortalità dei pazienti non trattati: 21,7%. RAR: 12,4%

In altri termini, nel primo caso il trattamento evita 2 morti ogni 100 pazienti trattati, nel secondo 12, dimostrando una maggiore efficacia nei pazienti più gravi. Chiaramente, si assume che la RAR per un certo outcome sia costante per tutte la classi di rischio di partenza, una proprietà valida nella maggior parte dei casi (3).

Quali conseguenze?

Non c’è da stupirsi dunque che le modalità di presentazione delle stime di efficacia nella forma di riduzione relativa del rischio garantisca giudizi più favorevoli verso un trattamento rispetto alla riduzione assoluta (4) in quanto spesso è numericamente consistente anche per rischi di base bassi. Per avere un’informazione completa, sarebbe dunque sufficiente che nei report degli studi fossero presenti sia le stime assolute di rischio e non solo quelle relative. Ciò avviene meno frequentemente di quanto si possa immaginare: un’analisi del 2006 segnalava che le stime assolute erano assenti dagli abstract del 68% degli articoli analizzati (222 lavori provenienti dalle principali riviste mediche generali); inoltre, solo il 48% di questi riportava queste misure nel resto dell’articolo (5).

Considerazioni finali

Lo scopo di questo post non è certo quello di suggerire di imparare a memoria tutti i rischi di base e i RRR per ogni patologia e ogni trattamento bensì quello di tenere sempre presente, prendendo una decisione, che, a parità di RRR, un trattamento può avere un impatto differente a seconda della classe di rischio di partenza e ciò può modificare il bilancio tra rischi e benefici (1). Inoltre, quando leggiamo un lavoro scientifico, è sempre bene ricercare la presenza di entrambe le stime di efficacia del trattamento. Nel caso sia riportata unicamente la RRR, potrebbe essere utile cercare il tasso di eventi nel gruppo di controllo per calcolare RAR autonomamente.

 

Bibliografia

1. Vollenweider DJ, Jarrett H, Steurer-Stey CA, Garcia-AimerichJ, Puhan MA. Antibiotics for exacerbations of chronic obstructive pulmonary disease. Cochrane Database of Systematic Reviews 2012; 12: CD010257. Link

2. Barratt A, Wyer PC, Hatala R, McGinn T, Dans AL, Keitz S, Moyer V, Guyatt G, for the Evidence-based Medicine teaching Tips Working Group. Tips for learners of evidence-based medicine: 1. Relative risk reduction, absolute risk reduction and number needed to treat. Can Med Ass J 2004; 171: 353-358. Link to free full text

3. Furakawa TA, Guyatt GH, Griffith LE. Can we individualize the “number needed to treat”? An empirical study of summary effect measures in meta-analysis. Int J Epidemiol 2002; 31: 72-76. Link

4. Cowey J. A meta-analysis of the effects of presenting treatment benefits in different formats. Med Decis Making 2007; 27: 638 – 654. Link

5. Schwartz LM, Woloshin S, Dvorin EL, Welch HG. Ratio measures in leading medical journal: structured review of accessibility of underlying absolute risks. BMJ 2006; 333: 1248. Link to free full text

Torino si prepara ad accogliere i professionisti dell’emergenza-urgenza nazionale

settembre 12th, 2014 | NO COMMENTS

Congresso nazionale Simeu, 6-8 novembre 2014

 

di @SilviaAlparone

 

Tutto esaurito per i corsi precongressuali e oltre 800 iscritti alle tre giornate di lavori; circa 200 fra ospiti e relatori di tutto il mondo dell’emergenza-urgenza nazionale e internazionale; quasi 400 abstract presentati: sono questi i numeri, in costante aggiornamento, del prossimo congresso nazionale Simeu che si terrà a Torino da giovedì 6 a sabato 8 novembre.

Tre giorni in cui al Centro Congressi del Lingotto si raduneranno i circa 500 medici già iscritti e in continuo aumento, in buona parte under 35, e oltre 100 infermieri, provenienti da tutte le regioni d’Italia per discutere dello stato dell’arte e dello sviluppo di una disciplina in costante trasformazione, che vede mutare quotidianamente necessità e bisogni, in funzione delle sempre più specifiche richieste della popolazione che si rivolge all’emergenza sanitaria. Dal trattamento del dolore in emergenza, alla gestione dei casi clinici più frequenti in pronto soccorso, alle più recenti metodiche e tecnologie di approccio ai problemi sempre nuovi, gli operatori della sanità riuniti a Torino si troveranno a discutere di strumenti e processi a disposizione oggi per la loro attività quotidiana e di nuove strategie per migliorare l’offerta di salute ai cittadini.

Un terzo di tutta la popolazione nazionale passa per i pronto soccorso italiani ogni anno: le richieste sanitarie sono diventate sempre più varie e si sono aggiunti problemi di tipo sociale. Sempre di più l’emergenza ospedaliera sta diventando la cerniera fra l’ospedale e il mondo esterno, filtrando e sempre più spesso gestendo in proprio i casi clinici, che frequentemente concludono il loro percorso di cura fra le mura del pronto, spesso risolvendolo senza bisogno di ulteriore ricovero in reparto.

Tutto questo ha però trasformato profondamente il lavoro dei professionisti dell’emergenza, che quest’anno hanno salutato l’arrivo dei primi 82 medici specializzati alla Scuola di emergenza- urgenza, inaugurata solo nel 2009 e che quest’anno ha concluso il primo ciclo di studi.

Il mondo dell’emergenza sanitaria italiana radunato a Torino discuterà di tutto questo, dal punto di vista non solo sanitario ma anche dalla prospettiva dell’impatto sociale della propria attività.

Il programma aggiornato è disponibile sul sito del Congresso Simeu di Torino 2014.

Un manifesto per l’emergenza-urgenza

settembre 4th, 2014 | NO COMMENTS

 

@SilviaAlparone

 

Nasce dall’iniziativa delle principali società scientifiche del mondo dell’emergenza-urgenza, fra cui Simeu, unitamente alle organizzazioni sindacali del settore, il documento diffuso in questi giorni da Fimeuc che riassume in un elenco di 14 priorità le necessità principali di uno degli ambiti più delicati del servizio sanitario nazionale, per il triennio 2014-2016.

Il mondo dell’emergenza territoriale e ospedaliera vive in questi anni un processo di profonda trasformazione, parallelo ad altrettanto profondi cambiamenti nella richiesta della popolazione, a cui deve necessariamente far seguito una risposta in termini organizzativi, il più possibile omogenea su tutto il territorio nazionale, per garantire un alto standard del servizio ai cittadini.

Sul tema è uscita oggi un’intervista a Gian Alfonso Cibinel su Doctor33, consultabile a questo link, a cui si accede previa registrazione gratuita al sito.

 

Invito alla collaborazione con il blog SIMEU

agosto 29th, 2014 | NO COMMENTS

Lavori nella Medicina d’Emergenza/Urgenza e vuoi esprimere la tua opinione sulla realtà che ti circonda? Hai letto un articolo che ritieni importante condividere con i tuoi colleghi? Vuoi diffondere un’iniziativa in cui sei coinvolto o segnalare un evento scientifico alla comunità della medicina d’Urgenza?

Scrivi un post per il blog SIMEU!

Mantenendo fede al progetto di creare un luogo aperto di informazione e confronto su temi riguardanti la Medicina d’Urgenza, accettiamo volentieri testi scritti dai soci SIMEU che coprano tutti gli aspetti dell’Emergenza-Urgenza, da quelli organizzativi a quelli più strettamente clinici, dalle segnalazioni di eventi o iniziative al commento di fatti di attualità collegati con la vita in Pronto Soccorso. L’idea dovrebbe essere quella di dare il via a discussioni su scala nazionale che rispecchino almeno in parte i dibattiti spesso molto “vivaci” che ogni giorno si accendono nei nostri DEA. Al contrario, non ci poniamo l’obiettivo di pubblicare i risultati di ricerche scientifiche originali (per quello c’è l’Italian Journal of Emergency Medicine!!).

Alcune indicazioni:

• I testi possono essere di lunghezza variabile, preferibilmente inferiore alle 950-1000 parole;
• Il materiale inviato verrà vagliato dalla Redazione del blog che stabilirà di volta in volta l’opportunità o meno di pubblicarlo. Verranno respinti sempre i lavori contenenti volgarità, attacchi a singole persone, franche manifestazioni di sostegno a singoli partiti politici o interventi che possano essere interpretati come chiara pubblicità a prodotti farmaceutici o apparecchiature diagnostiche.
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Dunque fatevi avanti e condividete con noi le vostre idee.

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La Redazione del blog SIMEU

Le cure di Fine Vita in area critica

agosto 27th, 2014 | 2 COMMENTS


di Bartolomeo Lorenzati, redazione blog Simeu

@BatoLorenzati


Nel mese di giugno è stata pubblicata una review sul New England Journal of Medicine dal titolo “Dying with Dignity in the Intensive Care Unit”.

Questo è un tema che mi sta a cuore, tuttavia ho avuto alcune esitazioni nel parlarne all’interno del blog, in quanto tratta di un argomento estremamente delicato come quello del “fine vita”. Il mio intervento vuole solamente offrire uno spunto di riflessione sulla questione.

L’assunto di partenza della review è l’alta percentuale di pazienti che vanno incontro ad un decesso durante il ricovero in una terapia intensiva. Dati della letteratura, infatti, indicano che un paziente su cinque, fra i ricoverati in ICU, muore durante la degenza. Credo che si possano ottenere analoghi dati, con differenti proporzioni, sui Dipartimenti di Emergenza ed Accettazione e sulle nostre Medicine d’Urgenza (sub-intensive).

Quando la disfunzione multiorgano non risponde più ad alcun trattamento, quando il goal terapeutico non può più essere raggiunto o quando gli interventi terapeutici porterebbero solamente a prolungare le sofferenze del paziente, l’intensivista/urgentista deve assicurare al paziente il “dying with dignity”, cioè la morte con dignità. Mantengo volutamente il termine anglosassone perché lo ritengo più calzante e d’impatto rispetto alla traduzione italiana che priva la sentenza del suo significato più profondo.

Alcuni potrebbero obbiettare che, nel suo significato intrinseco, non può esistere una morte con dignità, ma il termine deve essere preso nella sua accezione più ampia, derivata dalla parola latina dignitas che significa rispettabilità e nobiltà.

I termini Medicina d’Urgenza/Critical Care e Medicina Palliativa sembrano, ad un primo sguardo poco attento, antitetici, invece sono due facce di una stessa medaglia. L’obbiettivo della Medicina d’Urgenza è la diagnosi ed il trattamento delle patologie acute, il trattamento delle ferite e la stabilizzazione clinica dei pazienti, ma talvolta, quando nulla si può più tentare, la medicina palliativa diventa il nostro ultimo, ma principale, obbiettivo.

Numerosi sono i pazienti con importanti patologie croniche che vengono visitati e trattati nel loro ultimo mese di vita in un Pronto Soccorso e numerosi sono i pazienti con patologie croniche che muoiono in un Pronto Soccorso. Pertanto nel 2006, a supporto del crescente interesse per la medicina palliativa, l’American Board of Emergency Medicine riconobbe tale disciplina come una sub-specialità instituendo l’“Education and Palliative and End of Life Care Project” e sviluppando un percorso formativo per gli specialisti in Medicina d’Urgenza (EPEC-EM) con lo specifico intento ‘‘to educate all emergency healthcare professionals on the essential clinical competencies in emergency palliative care”.

Al contrario dell’eutanasia, la sospensione delle cure o l’interruzione delle terapie (cosiddetta “eutanasia passiva”) costituisce un diritto inviolabile in base all’articolo 32 della Costituzione italiana in base al quale: “Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Le decisioni di fine vita sono decisioni personalissime e, in quanto tali, devono essere prese con la massima libertà dalla persona per se stessa. In Italia, benché la Costituzione riconosca che nessuno può essere obbligato ad alcun trattamento sanitario contro la propria volontà, non vi sono leggi che regolino l’affermazione delle volontà della persona: né una legge sul testamento biologico, né sull’eutanasia.

Purtroppo il più delle volte si affronta l’argomento troppo tardi. Un evento improvviso che può portare ad un ricovero in un ICU o in una Medicina d’Urgenza può essere l’inizio di una traiettoria inarrestabile ed irreversibile che conduce alla morte. I pazienti ricoverati il più delle volte non possono sostenere una conversazione cosciente per la criticità delle condizioni cliniche e per i farmaci sedativi in corso e pertanto la decisione sull’aggressività o meno dei trattamenti si basa su aspetti probabilistici senza tenere in alcun conto le volontà del paziente. La bassa probabilità di sopravvivenza, l’alta probabilità di compromissione cognitiva residua etc. diventano così più importanti dell’età del paziente, delle comorbillità, del suo performance status precedente al ricovero o della gravità della patologia nell’influenzare l’aggressività o meno dell’approccio terapeutico.

Il metodo decisionale deve essere individualizzato su ogni paziente e la discussione sul fine vita deve essere intrapresa quanto prima dai parenti e dal medico curante. Il processo decisionale è un continuum che parte dal tradizionale approccio paternalistico in cui il curante condivide le informazioni riguardanti la salute del paziente, ma risulta il principale responsabile delle decisioni sino ad arrivare a demandare totalmente le decisioni al paziente stesso. In Nord America e in alcune parti dell’Europa il metodo più diffuso è quello della condivisione in cui il curante, il paziente e i parenti condividono tra loro le informazioni e partecipano congiuntamente al processo decisionale.

I curanti possono cercare di mitigare lo stress inevitabilmente correlato alle ultime ore di vita di un familiare discutendo e cercando di spiegare cosa sta succedendo (rumori inconsueti, cambio del colore della pelle con la comparsa di marezzature, respiro agonico ed eventuali clonie) durante il dying process. Nella tabella qui di seguito sono indicate le precauzioni e gli accorgimenti da intraprendere della progressiva riduzione del supporto alle funzioni vitali proposto nella review del NEJM.

In un articolo pubblicato nel 2007 sul NEJM da titolo “A communication stretegy and brochure for relatives of patients dying in the ICU” (link articolo) viene proposto un mnemonico “VALUE” per riassumere i cinque obbiettivi da perseguire durante la comunicazione con i familiari. VALUE (Value, Acknowledge, Listen, Understand, Elicit) cioè: (V) valutare e comprendere cosa dicono i membri della famiglia; (A) comprendere le emozioni dei membri della famiglia; (L) ascoltare le loro argomentazioni; (U) comprendere quale era l’autonomia e la qualità di vita del paziente prima del ricovero; (E) rispondere alla domande dei familiari.

I pazienti inseriti nell’approccio basato sul VALUE ricevevano un minor numero di interventi non-benefici e pertanto inutili rispetto al gruppo convenzionale con una differenza non significativa tra i due gruppi in quanto a permanenza in ICU ed in ospedale. Inoltre i caregivers del gruppo sperimentale superavano più rapidamente l’esperienza negativa e presentavano una più bassa percentuale di ansia, depressione e sintomi correlati allo stress a 90 giorni dalla morte del parente.

Negli ultimi anni da un lato il lavoro presso i nostri Pronto Soccorso e nelle nostre Medicine d’Urgenza si è fatto sempre più caotico, complesso, esigente e stressante, dall’altro lato l’identità del Medico d’Urgenza si è rafforzata ed ha assunto un ruolo fondamentale per le dinamiche di un Ospedale. Tutto questo ha reso la nostra professione molto stimolante, ma anche molto difficile e caratterizzata, a volte, più dalla quantità che dalla qualità dei rapporti con i pazienti e famigliari. A volte, spendere del tempo per discutere la situazione clinica e le possibilità concrete di risposta terapeutica potrebbe essere veramente un importante e fondamentale atto del nostro processo di assistenza al malato e risultare un estremo gesto di rispetto verso la dignità del paziente.

Concludo il post condividendo con voi i quattro farmaci individuati in un articolo pubblicato sul Journal of Palliative Medicine nel 2013 come essenziali per un corretto approccio alle fasi finali della vita: morfina (oppioide), midazolam (benzodiazepine), aloperidolo (neurolettico) ed infine un antimuscarinico per ridurre le secrezioni.


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🎥 Proponiamo il servizio di sintesi del Comunicato recentemente diffuso ai media dall’#UfficioStampa #SIMEU, curato da Emanuela Ambrosino andato in onda a #Timeline su Sky tg24, cui ha fatto seguito l’intervista in diretta al Past President dott. Fabio De Iaco che riporta i dati di aggiornamento sullo stato reale delle strutture di #emergenza #urgenza, in vista delle prossime scadenze dei contratti delle #Cooperative. 📌 Secondo il report da poco diffuso "ben il 17% dei #medici necessari non ha, in questo momento, alcun tipo di copertura.” #primalinea#specializzandi #MEU #infermieri #GOLDENmedicine #GOLDENdoctors #prontosoccorso #fieridiMEU #piusiamomegliofacciamo #SOSprontosoccorso ... Vedi altroVedi meno
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🔴🔴 NOTA IMPORTANTE AI FOLLOWERS La nostra #policy di gestione della #piattaforma cambia dalla data odierna. Teniamo molto che venga mantenuta la possibilità di espressione nella totale trasparenza di pensiero e posizione confermando piena apertura nei confronti di opinioni, anche molto diverse. Apprezziamo che siano espresse e creino dibattito - anche acceso purché educato e costruttivo - mediante i liberi commenti di tutti coloro che ritengano di manifestare le proprie idee o posizioni.‼️ Abbiamo però rilevato alcuni atteggiamenti polemici reiterati da parte di utenti che hanno al contempo bloccato i profili del #presidente #SIMEU e di altre cariche societarie che in questa condizione non possono leggere i loro script sulla nostra pagina social.In questo modo, l'interazione risulta oggettivamente del tutto sbilanciata. Non è infatti corretto che rappresentanti del Board e addirittura il Presidente non possano interagire prontamente e direttamente in eventuale risposta a questi utenti.⚠️ Per questo, da oggi, chiunque blocchi i membri dell'Ufficio di Presidenza o del Consiglio Direttivo Nazionale, verrà a sua volta automaticamente bloccato. Non nascondiamo che prendiamo questa dovuta decisione con un certo rammarico. Buona giornata a tutti. ⭐️ ... Vedi altroVedi meno
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‼️ Abbiamo percorso con Caterpillar Radio2 18 tappe nei #prontosoccorso d’Italia; 9 professionisti e 9 professioniste dell’emergenza urgenza hanno descritto e raccontato al pubblico di #MassimoCirri le principali tematiche legate alla gestione, organizzazione e loro personale coinvolgimento nelle unità operative #MEU.📍 Siamo andati in Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Emilia-Romagna, Lombardia, Sardegna, Puglia, Liguria, Piemonte, Campania, Lazio, Valle d’Aosta, Basilicata, Veneto, Marche e Toscana.❗️ Nell’ultima tappa il dr Rodolfo Ferrari, da Imola, direttamente sul palco del #CaterRaduno2025 del 26 giugno in Piazza Garibaldi a Cervia che ha chiuso la stagione della popolare trasmissione radiofonica di #RaiRadio2.❤️ Ai conduttori e a tutta la redazione di #Caterpillar va il più sentito ringraziamento di #SIMEU per aver permesso a #medici, #infermieri e #specializzandi di avvicinarsi in maniera inusuale ai #cittadini, tutti potenziali pazienti. #fieridiMEU🎥 Non fermatevi alle prime battute. È una registrazione video del palco.#GOLDENmedicine #GOLDENdoctors #primalinea #piùsiamomegliofacciamo #fieridivoi ... Vedi altroVedi meno
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❗️ NON LASCIATECI SOLI è l’appello che arriva da un nostro associato che abbiamo appena pubblicato sul #BlogdiSIMEU > "Alle porte dell’estate, noi #medici #infermieri #specializzandi dell’#emergenza #urgenza, rimarremo ancora una volta da soli: senza provvedimenti straordinari, senza la benevolenza di #cittadini esasperati da #listediattesa infinite, senza l’indulgenza dei social media e di altri mezzi di comunicazione alla ricerca di notizie di “malasanità”, senza la #politica che non ha il coraggio di parlare chiaramente ai suoi elettori”🔴 Il #prontosoccorso non può essere lasciato da solo a fronteggiare IL problema del #SSN ossia garantire le cure e i ricoveri ospedalieri a chi ne ha bisogno quando la domanda cresce e l’offerta si riduce. SE CADE LA #PRIMALINEA CADE TUTTO IL RESTO”. Non lasciateci soli. #fieridiMEU👉Da leggere qui: www.simeu.it/blog/#GOLDENmedicine #GOLDENdoctors #prontosoccorsoinprimalinea #piusiamomegliofacciamo #fieridivoi #SIMEU ... Vedi altroVedi meno
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