IL BLOG DI SIMEU

 

#SettimanaPS15: parte domani la manifestazione nazionale Simeu

maggio 15th, 2015 | NO COMMENTS
@SilviaAlparone
Inizia domani, sabato 16 maggio a Roma, e in contemporanea in molte altre città italiane, la Settimana nazionale Simeu del Pronto Soccorso, manifestazione nazionale per avvicinare i cittadini al pronto soccorso, alle sue dinamiche e ai suoi problemi, in un momento lontano dall’urgenza sanitaria.
Attività previste in centri commerciali, scuole e pronto soccorso cittadini, secondo i calendari delle singole regioni, consultabili nella sezione dedicata alla Settimana sul sito Simeu.
In particolare a Roma si inizia sabato 16 con un appuntamento al Centro Commerciale Euroma2 alle ore 14, mentre lunedì 18 maggio ci sarà una mattinata di open day in diversi pronto soccorso cittadini, a cominciare dal San Giovanni Addolorata, in occasione del quale partirà il monitoraggio nazionale del Pronto Soccorso Simeu-Tdm: verrà distribuita ai pazienti e ai familiari una scheda condivista dalle due associazioni che consentirà il rilevamento dei dati tecnici e organizzativi sull’attività dei PS da parte della Società scientifica. La somministrazione del questionario proseguirà nelle strutture di tutta Italia fino al prossimo settembre.

Ancora nei giorni successivi in tutta Italia sono state organizzate attività con le scuole, con giochi ed esercitazioni di attività salva vita, incontri con le istituzioni, trasmissioni televisive di approfondimento sui temi dell’emergenza, spettacoli di teatro e salute e stand Simeu in luoghi pubblici di passaggio cittadino.

In molti pronto soccorso italiani verrà diffuso il video prodotto da Simeu in collaborazione con Africa Unite  e già presentato al congresso nazionale di Torino lo scorso novembre, sull’uso responsabile del pronto soccorso.

#SettimanaPS15: presentata a Roma l’edizione di quest’anno

maggio 11th, 2015 | NO COMMENTS

 @SilviaAlparone

Torna anche quest’anno la Settimana nazionale Simeu del Pronto soccorso, giunta alla sua seconda edizione. Dal 16 al 24 maggio 2015, nelle principali città italiane, medici e infermieri della Simeu, Società italiana di medicina di emergenza-urgenza, organizzeranno incontri con i cittadini e simulazioni di attività cliniche in pubblico per spiegare meglio le dinamiche dell’emergenza sanitaria e ascoltare le esigenze dei pazienti. Caratteristica dell’edizione di quest’anno è la partnership con il Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva.

La Settimana del Pronto Soccorso è l’occasione per fare il punto sul sistema italiano dell’emergenza-urgenza, sulla situazione attuale, sui problemi e sulle possibili soluzioni.

La presentazione si è aperta con una lettera di saluto da parte del ministro Beatrice Lorenzin.

I DATI E LE DIFFICOLTÀ DELL’EMERGENZA-URGENZA

Su tutto il territorio nazionale ci sono 844 pronto soccorso, in cui lavorano 12.000 medici e 25.000 infermieri. Ogni anno gli accessi in pronto soccorso sono circa 24 milioni, 2 milioni al mese, 67.000 al giorno, 2.800 all’ora, 45 al minuto, quasi uno ogni secondo.

Questo sistema è ormai in uno stato di grave difficoltà strutturale, che è stato evidente a tutti all’inizio del 2015, quando i PS italiani hanno dovuto fronteggiare l’epidemia influenzale più pesante dell’ultimo decennio, in termini di popolazione coinvolta e di complicazioni gravi. Davanti a questo fenomeno, il sistema dell’emergenza ospedaliera nazionale è andato in crisi, soprattutto nelle grandi città. Ovunque in Italia, da nord a sud, si sono ripetute le stesse situazioni: pazienti in barella che affollavano i corridoi, attese di ore o giorni per un posto letto di ricovero in ospedale, personale medico e infermieristico sottoposto a un carico orario, professionale ed emotivo, insostenibile.

Le possibili soluzioni: UN PIANO DI GESTIONE DEL SOVRAFFOLLAMENTO

Dall’analisi di quella situazione, e soprattutto in seguito alla constatazione del tipo di risposta, spesso tardiva, data dagli amministratori di diverse aziende sanitarie per tamponare una situazione fuori controllo, emerge la necessità di introdurre negli ospedali italiani, un Piano di gestione del sovraffollamento (PGS).

Ogni ospedale italiano dispone di un PEIMAF (Piano di Emergenza Interno per Massiccio Afflusso di Feriti), quasi nessuno di un PGS (Piano di Gestione del Sovraffollamento) – afferma Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeueppure il massiccio afflusso di feriti è un evento raro e non prevedibile, mentre il sovraffollamento dei PS si ripete regolarmente tutti gli inverni, con aumento significativo dei rischi per i pazienti. Per far fronte a questa crisi annunciata, in una condizione di sofferenza endemica delle nostre strutture di emergenza, è necessaria un’organizzazione preventiva e non solo reattiva, per ottenere un sistema più efficace ed efficiente e più rispettoso della dignità delle persone. Alcune regioni, come la Lombardia e il Piemonte, hanno prodotto delibere e linee guida, che vincolano o invitano le aziende sanitarie ad elaborare i PGS, ma è necessario passare dalle indicazioni alle risposte concrete. I professionisti sanitari, medici e infermieri, sono da coinvolgere nell’analisi organizzativa delle situazioni locali e nella definizione dei piani, i quali devono includere interventi strategici come la riorganizzazione dei percorsi di cura per garantire dimissioni più fluide dei pazienti dall’ospedale al territorio”.

Il coinvolgimento dei cittadini: LA PARTNERSHIP CON IL TRIBUNALE PER I DIRITTI DEL MALATO E IL MONITORAGGIO CONDIVISO

La Settimana di quest’anno vede una stretta e importante collaborazione con il Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva, per sottolineare che per avere un sistema sanitario pubblico efficace ed efficiente è necessaria la collaborazione fra professionisti e cittadini-pazienti. Prima azione comune sarà un monitoraggio civico condiviso delle strutture di PS, che rileverà tempi, qualità, caratteristiche strutturali, organizzative, i flussi di accesso e di ricovero, attenzione prestata ai pazienti e umanizzazione dell’assistenza. La rilevazione sarà avviata durante la Settimana del Pronto Soccorso a partire dall’Azienda ospedaliera San Giovanni – Addolorata di Roma, il 18 maggio, per chiudersi entro settembre. La nostra attività, in occasione dei 35 anni del Tribunale per i diritti del malato, vede al centro la protezione ed il rilancio del Servizio sanitario pubblico e la tutela dei diritti del malato. E per farlo abbiamo scelto di unire le forze con chi ha a cuore questi temi”, spiega Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva. “Da qui l’alleanza con Simeu per migliorare uno dei servizi simbolo del Ssn per i cittadini. Aperto tutti i giorni, a tutte le ore del giorno e della notte, il Pronto soccorso è sempre più spesso in sofferenza con professionisti alle prese con turni massacranti, con evidenti disagi e attese estenuanti per i cittadini che vi ricorrono perché non trovano alternative valide sul territorio. Permigliorare questo servizio e rimettere al centro la dignità della persona, abbiamo messo a disposizione di questa partnership una nostra tecnologia di tutela storica: il monitoraggio del Pronto soccorso, attraverso le oltre 300 sedi del Tdm. I dati che raccoglieremo saranno funzionali alladefinizione di azioni migliorative concrete e ad una applicazione dei nuovi standard ospedalieri capace di garantire i diritti delle persone”.

LA FORMAZIONE PER UN PRONTO SOCCORSO SENZA DOLORE

Oltre agli aspetti organizzativi descritti, la Simeu propone per Settimana del PS 2015 anche un tema clinico: la gestione del dolore in emergenza. È un’area in cui sono stati individuati ampi margini di miglioramento. La diffusione nei pronto soccorso italiani di protocolli per il controllo tempestivo del doloreè ancora limitata.Dal programma IN-DOLORE con cui il Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva ha coinvolto, nel 2014, 46 ospedali di 15 regioni, emerge che solo nel 52% dei pronto soccorso esistono protocolli o procedure per ridurre il dolore durante manovre o interventi dolorosi; nel 36% dei casi al triage si somministrano analgesici per dolore moderato. Per modificare questa situazione a favore dei pazienti la Simeu negli ultimi quattro anni ha investito le proprie risorse umane e professionali in ambito scientifico ed educativo, partecipando alla stesura delle Linee Guida sul trattamento del dolore in emergenza (pubblicate nel 2014) e realizzando un programma capillare di formazione. Uno studio di impatto dopo l’intervento formativo ha evidenziato che circa il 90% dei professionisti ha modificato la modalità di approccio al dolore e circa l’80% ha aumentato la somministrazione precoce di farmaci appropriati; in alcune realtà più sensibilizzate il consumo di oppiacei è aumentato di oltre il 100%. Molte aziende, stimolate dagli operatori, hanno promosso protocolli ad hoc, ma è necessario continuare nella diffusione della cultura e nell’adeguamento organizzativo per garantire a tutti i pazienti del nostro Paese un Pronto soccorso senza dolore.

Un video per un uso responsabile del Pronto soccorso

Come strumento per la promozione di un uso responsabile del pronto soccorso, Simeu ha prodotto un video per il web, in collaborazione con Africa Unite, gruppo musicale reggae-dub torinese da oltre vent’anni al centro della scena musicale alternativa nazionale.

Il video è disponibile su canale youtube di Simeu.

Per la Settimana nazionale Simeu del Pronto Soccorso è stato richiesto il patrocinio del Ministero della Salute.

Tutti gli eventi in calendario avranno visibilità sul sito www.simeu.it in uno spazio dedicato alla Settimana del Pronto soccorso. Questo blog e i canali social della Società scientifica daranno spazio ad approfondimenti sui temi della manifestazione, aperti a Istituzioni e cittadini. Su twitter #SettimanaPS15.

Per chi volesse rivedere alcuni dei momenti salienti della SettimanaPS2014, sul profilo flickr Simeu è on line la gallery della manifestazione dello scorso anno.

 

 

 

 

 

 

 

Settimana nazionale Simeu del pronto soccorso: presentazione lunedì 11 maggio, Ospedale San Giovanni Addolorata, Roma

maggio 4th, 2015 | NO COMMENTS

@SilviaAlparone

 

Torna anche quest’anno la manifestazione nazionale ideata nel 2014 dalla Società scientifica dell’emergenza-urgenza con lo scopo di avvicinare i pazienti e i professionisti del pronto soccorso, creando occasioni di incontro al di fuori degli ospedali per raccontare le dinamiche dell’emergenza sanitaria e ascoltare le esigenze dei cittadini. Da sabato 16 a domenica 24 maggio, in molte città italiane si terranno anche quest’anno incontri e attività pubbliche, in luoghi inconsueti per i temi sanitari, come scuole e centri commerciali, per parlare di pronto soccorso e cure in emergenza.

La novità principale di quest’anno è la partnership con il Tribunale per i diritti del malato di Cittadinazattiva, che ha partecipato all’organizzazione di alcune attività che verrano presentate lunedì 11 maggio, alle ore 11, all’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma. Il significato della collaborazione con la principale associazione nazionale di pazienti, che dà concretezza alla proposta di alleanza con la popolazione che era stata lanciata lo scorso anno, sta nella necessità di sottolineare che i cittadini-professionisti sanitari che si riconoscono nella Società italiana della medicina dell’emergenza urgenza sono dalla stessa parte dei cittadini-pazienti nell’impegno per un sistema sanitario pubblico efficiente: obiettivo della campagna comune è cercare di ottenere un servizio di emergenza-urgenza che sia concretamente nelle condizioni di poter rispondere alle esigenze della popolazione, cercando di risolvere inefficienze, come il sovraffollamento nei pronto soccorso ormai endemico, le cui conseguenze sono state recentemente al centro dell’attenzione dell’opinione pubblica in occasione dell’ultima epidemia influenzale. Un sistema più efficiente è garanzia del buon livello di qualità fornita a tutti i pazienti e di migliori condizioni di lavoro per gli operatori.

Alla presentazione parteciperanno tra gli altri Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu e Tonino Aceti, coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva.

Sono stati invitati anche Beatrice Lorenzin, ministro della Salute; Nerina Dirindin, senatore della Repubblica, componente della Commissione Igiene e Sanità; Renato Alberto Mario Botti, direttore generale della Programmazione sanitaria del Ministero della Salute; Francesco Bevere, direttore generale Agenas; Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio; Flori Degrassi, direttore Salute e Integrazione sociosanitaria della Regione Lazio.

Blog di Medicina d’Urgenza: quando fidarsi?

maggio 2nd, 2015 | NO COMMENTS

Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti


La disponibilità di risorse online per la Medicina d’Urgenza, sia che si tratti di blog o di servizi podcast, ha visto un incremento esponenziale negli ultimi anni, ulteriormente accelerato da iniziative come #FOAMed (di cui abbiamo già parlato su questo blog qui e qui). Parallelamente è cresciuto anche lo spazio che occupano tra le risorse per l’aggiornamento del medico d’urgenza: negli Stati Uniti, il 34,5% degli specializzandi in Emergency Medicine intervistati nel corso di uno studio dichiarava di spendere tra le 2 e le 4 ore alla settimana in attività di studio extra-curriculare, utilizzando principalmente i podcast, i quali venivano indicati anche come le fonti di apprendimento più efficaci (Mallin 2014).

Non conosco dati ufficiali circa la situazione italiana, ma anche dalle nostre parti ci sono numerose esperienze che hanno un folto seguito e la buona affluenza delle sessioni dedicate ai social media dell’ultimo congresso nazionale SIMEU dimostra una certa apertura verso questo tema. Secondo me l’interesse è legata dal fatto che si è organizzata solo recentemente una formazione accademica in Medicina d’Urgenza, la quale al momento presenta ancora piccole dimensioni e ciò spinge molti a cercare altrove le proprie fonti di aggiornamento. Inoltre, molti apprezzano l’attività di segnalazione circa le novità più salienti della sconfinata letteratura di interesse della Medicina d’Urgenza, le possibilità di condivisione di opinioni e di confronto caratteristiche dei social media e lo spazio dedicato all’approfondimento di casi clinici o di temi pratici, che solitamente non trovano altrettanta considerazione nelle pubblicazioni specialistiche tradizionali.

Se da un lato questo boom rende più facile l’aggiornamento, dall’altro pone dei seri problemi circa la qualità di ciò che leggiamo. Alcuni autori, come per esempio quelli di Academic Life in Emergency Medicine, hanno affrontato il problema sottoponendo i loro post alla revisione di esperti prima della pubblicazione. Sono però casi isolati e nella stragrande maggioranza dei casi siamo noi che dobbiamo riconoscere la qualità di ciò che leggiamo: ci viene in aiuto, a questo proposito, un lavoro (1) appena pubblicato on line su Annals of Emergency Medicine che ci fornisce una lista di indicatori qualitativi, frutto del consenso di alcuni importanti esperti internazionali.

A partire da un questionario inviato via posta elettronica a circa 46 tra blogger e editori di podcast, per comporre la lista finale è stato impiegato un approccio basato sulla metodologia Delphi, che si propone di trovare l’accordo tra esperti attraverso una serie di “votazioni” successive. In questo modo, a partire da circa 151 indicatori di qualità ne sono stati individuati 31, ritenuti più rilevanti. Tra questi riportiamo di seguito i 10, proposti in forma di quesito, che hanno ricevuto il consenso maggiore.

Alcune considerazioni

Il limite più importante di questo studio riguarda la sua auto-referenzialità. Sebbene sia stata fatta un’ampia ricerca di tutti i blog di Medicina d’Urgenza e Terapia Intensiva indicizzati da Google, gli Autori non si sono spinti a prendere in considerazione anche l’opinione di esperti al di fuori di quest’ambito (e al di fuori del mondo anglo-sassone). Secondo me sarebbe stato interessante coinvolgere anche professionisti dell’editoria medica non digitale, clinici, esperti di social media non medici. Dal confronto tra prospettive diverse sarebbe emersa una visione più solida e più completa.

Alcuni indicatori proposti sono molto simili tra loro, sovrapponendosi l’un l’altro. Concordo con gli Autori che sarà necessario selezionare e riscriverne alcuni per creare uno strumento di valutazione più chiaro, semplice e di immediato utilizzo. Per alcuni di essi vi è per altro una certa ambiguità di fondo: cosa significa includere una domanda del tipo “Il contenuto della risorsa è di buona qualità?” in un questionario che dovrebbe proprio definire, nel suo complesso, la qualità di una risorsa scientifica?

Al di là di alcuni limiti, la strada avviata con questo lavoro è importante perché potrebbe portarci alla definizione dei necessari strumenti di valutazione critica delle risorse “social” in Medicina d’Urgenza che, affiancandosi ai mezzi più tradizionali di aggiornamento, acquisiranno un’importanza via via crescente nei prossimi anni.

Bibliografia

  1. Thoma B, Chan TM, Paterson QS, Milne WK, Sanders JL, Lin M. Emergency medicine and critical care blogs and podcasts: establishing an International consensus on quality. Ann Emerg Med 2015 2015 Mar 25. pii: S0196-0644(15)00189-4. doi: 10.1016/j.annemergmed.2015.03.002. [Epub ahead of print] Link

On line il nuovo fascicolo dell’Italian Journal of Emergency Medicine

aprile 21st, 2015 | NO COMMENTS

Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti

 

E’ stato pubblicato l’ultimo fascicolo dell’Italian Journal of Emergency Medicine, organo ufficiale di SIMEU. Com’è ormai tradizione, passiamo in rassegna i principali temi trattati.
Innanzitutto, dall’Ufficio Stampa ci ricordano l’imminente seconda edizione della “Settimana del Pronto Soccorso”, che si terrà dal 16 al 24 maggio prossimi. Mentre la formula dell’evento è simile a quella della scorso anno con iniziative sparse in tutte le regioni italiane, la grande novità riguarda la collaborazione con Cittadinanza Attiva – Tribunale dei Diritti del Malato. La sinergia con la più grande organizzazione di rappresentanza dei malati in Italia contribuirà a rendere più concreto quel patto con i cittadini che anima l’iniziativa di SIMEU.

L’articolo successivo, appartenente alla serie “sulle tracce dell’ECG”, traendo spunto da un caso clinico, fornisce un interessante approfondimento su un quadro clinico raro ma rilevante come la torsione di punta, di cui vengono trattati i criteri diagnostici, i fattori di rischio e le strategie terapeutiche.

Un altro case report cardiologico descrive la corretta identificazione di una massa cardiaca in fase di triage da parte di uno studente di Scienze Infermieristiche con uno specifico training ecocardiografico. Ciò a riprova dell’importanza di conoscere quanto meno gli aspetti di base dell’ecocardiografia da parte dei professionisti dell’Emergenza-Urgenza.

Il confronto con lo specialista radiologo occupa una parte consistente di ogni turno di un medico d’Urgenza e può diventare piuttosto aspro quando si richiede una tomografia computerizzata (TC). E’ chiaro però che quando l’iter diagnostico riguarda un paziente con sospetta occlusione intestinale, questo esame costituisce ormai una tappa “obbligata”. A questo proposito, un’analisi della dott.ssa Capalbo ci conferma che la nostra fiducia in questo test è ben riposta: utilizzando come gold standard l’atto operatorio, risulta che l’accuratezza diagnostica della TC circa la causa e la sede dell’occlusione intestinale sia pari al 94,9% e al 96,1% rispettivamente.

Rimanendo nel campo delle urgenze addominali, Rizzi e colleghi ci propongono una corposa revisione dell’iter diagnostico e terapeutico della colite ulcerosa nel DEA, partendo dal presupposto che un riconoscimento tempestivo e un trattamento iniziato altrettanto precocemente possono ridurre in modo significativo le relative morbidità e mortalità.

Infine, dalle Scuole di Specializzazione in Medicina d’Emergenza-Urgenza e Medicina Interna di Pavia viene proposto  un caso di trombosi della vena mesenterica superiore, un disturbo che sebbene raro dovrebbe essere preso in considerazione nel paziente con dolore addominale, soprattutto in considerazione della prognosi non sempre favorevole.

Ci sono evidenze sempre più consistenti in letteratura che uno dei principali determinanti dell’outcome dei pazienti in arresto cardiaco sia il ritmo di presentazione. Il lavoro epidemiologico di Brugioni e collaboratori, oltre a fornire molti dati interessanti sulle caratteristiche demografiche di questapopolazione di pazienti, conferma questa osservazione: solo l’0,2% dei pazienti che presentavano come ritmo iniziale l’asistolia sopravvivevano, contro il 31,2% di coloro in cui si rilevava una fibrillazione ventricolare. Da qui la più che condivisibile esortazione degli Autori a diffondere la tecniche di BLSD per migliorare ulteriormente la prognosi delle vittime di arresto cardiaco.

Non solo infarto: la diagnosi differenziale del dolore toracico è ampia e una delle possibili cause, talvolta difficile da distinguere rispetto all’ischemia miocardica, è la pericardite acuta. Qual’è l’iter diagnostico e terapeutico in Pronto Soccorso? Ne parlano De Luca et al. in un’interessante revisione sull’argomento, ricca di materiale iconografico.
Infine, l’appuntamento irrinunciabile con le pillole dalla letteratura internazionale, curate con costanza dal dott. Rodolfo Ferrari.

Buona lettura!

 

 

L’appropriatezza in pronto soccorso e medicina d’urgenza. Congresso Simeu Piemonte, lunedì 20 aprile, Cuneo

aprile 18th, 2015 | NO COMMENTS

@SilviaAlparone


Con la necessaria riorganizzazione dei servizi che la sanità nazionale sta vivendo in questi anni, il concetto cardine spesso invocato in contrapposizione alla politica dei tagli lineari è quello dell’appropriatezza. L`Oms, Organizzazione mondiale della sanità, stima che una percentuale della spesa sanitaria compresa tra il 20% e il 40% rappresenti uno spreco causato da un utilizzo inefficiente delle risorse. “Ma ragionare in termini di appropriatezza – sottolinea Franco Aprà, presidente Simeu Piemonte – non è una necessità dettata dalla contingenza economica, quanto piuttosto una necessaria trasformazione culturale per migliorare l’efficacia delle cure e quindi una strada da intraprendere nell’interesse del paziente”.

Il congresso regionale di Cuneo, che si tiene lunedì 20 aprile al Centro Incontri della Provincia di Cuneo – è stato organizzato come giornata di riflessione sul tema, da diversi punti di vista, quello del medico d’urgenza, dell’infermiere e del paziente. “Esistono conclamate evidenze – spiega Aprà – chefare e spendere di più non migliora la qualità della salute e quindi offrire un numero illimitato di prestazioni non migliora la salute della popolazione, anzi entro un certo limite la peggiora, a cominciare dai possibili effetti collaterali che queste comportano”. Less is more quindi, come recita la sempre più diffusa campagna di Choosing wisely, a dimostrazione del fatto che se un trattamento è buono, non è necessariamente un bene prescriverlo un numero illimitato di volte.

Nella prima sessione del congresso di Cuneo si discuterà del perché si debba essere appropriati nell’erogazione delle cure e dell’assistenza in pronto soccorso e la discussione di questa prima parte della giornata si concluderà con la lettura Mode e tendenze nella medicina contemporanea: risparmio e appropriatezza possono andare d’accordo?, di Giulio Fornero, direttore della struttura complessa di Qualità e Risk management della Città della Salute di Torino. Seguiranno due sessioni tecniche, la prima dedicata all’appropriatezza in alcuni momenti topici dell’attività del medico di emergenza; in successione, la seconda, dedicata al lavoro degli infermieri. Le due sessioni saranno scandite dalla lettura di Fabio De Iaco, coordinatore del pronto soccorso di Imperia, sulle Linee guida intersocietarie per la gestione del dolore in emergenza, elaborate fra gli altri da Siaarti e Simeu. Infine, nella quarta e ultima parte della giornata sarà presentato, come contraltare del punto di vista del medico, quello del paziente: prenderà la parola il Tribunale dei diritti del Malato, con un intervento di Elisabetta Sasso, referente del Tdm per Torino, su come conciliare appropriatezza e soddisfazione del paziente.

Il programma completo della giornata nella sezione Convegni del sito Simeu.

 

SIMEU Giovani: formazione tra Scuola di Specializzazione e iniziative societarie

aprile 14th, 2015 | NO COMMENTS

Intervista a Valeria Donati, rappresentante nazionale Simeu Giovani

Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti


È passato poco più di un anno dal Flash Mob che ha visto coinvolti gli specializzandi di Medicina d’emergenza-Urgenza (MEU) di tutta Italia, di cui abbiamo parlato a più riprese su questo blog (leggiqui, qui, quiequi).

Il successivo concorso nazionale per le Scuole di Specializzazione, tenutosi tra il 28 e il 31 ottobre 2014, prevedeva circa 71 posti per la Medicina d’emergenza-Urgenza, più alcuni ulteriori ministeriali e regionali.

Cos’è cambiato da allora? Ne abbiamo con la dott.ssa Valeria Donati, rappresentante nazionale diSIMEU Giovani, la sezione della Società che raggruppa i colleghi under 35.

In questi giorni è stato bandito il prossimo concorso nazionale di specializzazione: ci sono informazioni su quanti saranno i posti disponibili per gli aspiranti MEU?

Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca sostiene che il bando del prossimo concorso nazionale di specializzazione verrà pubblicato entro il 30 aprile e si svolgerà non oltre il 31 luglio. Per quanto riguarda i posti riguardanti la MEU, al momento non abbiamo notizie certe.

A questo proposito, SIMEU ha sempre sostenuto la necessità della collaborazione con l’Università: ci sono novità a questo proposito?

E’ iniziata una collaborazione attiva fra i direttori delle scuole di specialità e la nostra Società scientifica, stiamo provando ad attivare programmi di scambio formativi, fra le sedi universitarie ma anche attraverso ospedali non universitari riconosciuti da SIMEU come sedi di eccellenza per particolari skills quali l’ecografia in urgenza o la ventilazione non invasiva.

La creazione di una rete formativa è sempre stato uno degli obiettivi fondamentali di SIMEU Giovani, per contribuire ulteriormente alla crescita formativa dei colleghi che si apprestano a iniziare la loro carriera nell’Emergenza-Urgenza. Come procede il progetto?

Ad oggi la rete fra gli specializzandi e giovani SIMEU è sempre più stretta, con interscambi di idee e percorsi formativi volti a creare giovani MEU di livello internazionale.

Già almeno tre dei nostri specialisti MEU lavorano fra Francia, Inghilterra ed Irlanda, con ottimi risultati, dimostrandosi all’altezza degli standard qualitativi europei.

Da sempre impegnata per contribuire a migliorare le Scuole di Specializzazione in Medicina d’emergenza e Urgenza c’è COSMEU, il Coordinamento degli Specializzandi in Medicina d’emergenza Urgenza?

La COSMEU, continua la sua opera divulgativa, informativa e di cooperazione fra gli specializzandi e la SIMEU stessa, partecipando alla conferenza dei direttori delle scuole di specializzazione e proponendo idee ed attività volte a migliorare ed ad unificare il programma formativo dei 5 anni di specialità. Proprio il 28 marzo si è tenuta a Genova l’assemblea COSMEU, con il rinnovo del suo direttivo nazionale.

Ringraziamo la dott.ssa Donati per la disponibilità e gli aggiornamenti che ci ha dato. Per chi volesse saperne di più su SIMEU Giovani, può scrivere a questo indirizzo.

La voce dell’infermiere in Simeu

aprile 8th, 2015 | NO COMMENTS

di Zora Juricich

Coordinatore Nazionale Area Nursing Simeu e I Coordinatori Regionali Area Nursing Simeu

 

Riceviamo e volentieri pubblichiamo la voce degli infermieri Simeu sulla situazione ormai endemica di sovraffollamento dei pronto soccorso, che si aggrava periodicamente in occasione di situazioni eccezionali come il picco dell’influenza stagionale. Il punto di vista degli infermieri è complementare a quello dei medici: insieme danno una panoramica preziosa perché completa, clinico-assistenziale, della situazione di grave crisi in cui versano le strutture di emergenza italiane.

Mentre si ragiona sulla 566, sulla cabina di regia e sulle competenze Infermieristiche avanzate, nei 118, Pronto Soccorsi e nelle Medicine d’urgenza in Italia gli INFERMIERI “soffocano” insieme ai loro pazienti.

Nei primi mesi del 2015 si è registrato un incremento della richiesta di prestazioni di pronto soccorso, legato all’epidemia influenzale, con maggiore aumento dei casi più gravi; la contemporanea diminuzione dei posti letto ospedalieri, non accompagnata da un adeguamento dei servizi territoriali e delle risposte organizzative interne, porta all’impossibilità di ricoverare tempestivamente i pazienti nei reparti e l’accentuazione del fenomeno dell’affollamento, in un contesto di sproporzione tra le risorse disponibili e la domanda di salute concentrata nei PS. Ne derivano alcune conseguenze, ampiamente confermate dall’esperienza quotidiana degli operatori e dai dati della letteratura scientifica:

– rischio aumentato per i pazienti (con incremento di mortalità e peggioramento della prognosi per alcune patologie);

– disparità di trattamento a secondo del problema di presentazione (chirurgico, medico specialistico, medico generale);

– impossibilità a garantire il rispetto della privacy e della dignità delle persone da assistere e curare;

– inefficienza dei processi di cura con allungamento della degenza reale, a causa della gestione in PS della maggioranza dei ricoveri nei primi giorni (ovvero nella fase più acuta);

– carico orario, professionale, emotivo per il personale medico, infermieristico e di supporto non sostenibile nel tempo.

La frustrazione degli operatori dell’emergenza-urgenza, dovuta all’impossibilità di fornire prestazioni sanitarie ottimali, unita a carichi di lavoro massacranti, necessita di risposte immediate. La professionalità e la salute degli Infermieri che operano nell’emergenza territoriale (118), in Pronto Soccorso e nelle strutture di Medicina d’Urgenza è messa a dura prova. Per l’infermiere di emergenza-urgenza il “tutto possibile” non sono solo flebo, iniezioni, farmaci e fare l’igiene al paziente!

Il centro della professione infermieristica è dare assistenza, vicinanza, relazione umana, educazione sanitaria, farsi carico del vissuto di malattia, favorire il contatto e l’informazione ai famigliari in attesa, occuparsi di cosa accadrà dopo la prestazione di Pronto Soccorso. In poche parole PRENDERSI CARICO DEL SINGOLO PAZIENTE! Nello stesso tempo però deve gestire spazi, materiali, personale di supporto e problematiche legate alla disponibilità di posti letto. Da anni in tutta l’area di emergenza-urgenza italiana (118, pronto soccorso, med. D’urgenza) gli infermieri erogano prestazioni spesso sottaciute e non tracciate che potremmo definire complesse e avanzate e che costituiscono un supporto indispensabile alla diagnosi e cura dei pazienti. Perché nessuno ne parla? Perché solo chi ha lavorato in questo contesto a qualsiasi titolo può essere testimone di quanto da anni gli infermieri dell’emergenza/urgenza svolgono con efficacia e in autonomia.

Nelle condizioni di sovraffollamento in cui versano in questo periodo i nostri Pronto soccorsi è difficile pensare alle possibilità di erogare competenze avanzate quando ci sono appena tempo e spazio per rispondere ai bisogni di base dei nostri pazienti. Per gli infermieri di emergenza/urgenza che operano in queste condizioni di lavoro paiono molto lontane e sterili le ultime diatribe su media e giornali che riguardano lo sviluppo della professione infermieristica.

Le questioni sul comma 566 (legge 23 dicembre2014, n.190) relative ai ruoli e alle competenze dei professionisti della salute, l’individuazione delle sei aree di competenze sancita dalla Conferenza Stato-Regioni, l’istituzione di una Cabina di Regia per il coordinamento nazionale sulla regolazione della vita professionale ed organizzativa degli operatori del sistema sanitario, appaiono agli infermieri che soffrono quotidianamente nella “trincea della prima linea” come meri esercizi di burocrazia ben lontani dalla risoluzione dei problemi di cittadini e infermieri. Il grido disperato che viene dagli Infermieri di emergenza/urgenza invoca l’aiuto del Collegio Professionale, dei sindacati e della parte migliore della Politica Italiana.

COCHRANE CORNER: La manovra di Epley per la vertigine parossistica posturale benigna

aprile 1st, 2015 | NO COMMENTS


Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti

 

Conoscenze attuali

La vertigine parossistica posturale benigna (VPPB) viene definita come una disturbo caratterizzato dal susseguirsi di brevi episodi di vertigini, della durata inferiore ad un minuto, generalmente indotti da cambiamenti di posizione del capo (1, 2) come può succedere quando ci si gira nel letto, si oscilla la testa all’indietro o ci si china in avanti (1). E’ un quadro di riscontro piuttosto frequente in Pronto Soccorso (circa il 9% dei casi di vertigine secondo Navi e colleghi (3)) con massima incidenza d’esordio tra i 60 e 70 anni; nella maggior parte non è possibile trovare una chiara causa scatenante. Questa diagnosi dovrebbe essere presa in considerazione solo nel momento in cui siano escluse cause centrali di vertigini, come per esempio ischemie del circolo posteriore, decisamente più rilevanti dal punto di vista prognostico.

La spiegazione fisiopatologica più accreditata chiama in causa la dislocazione all’interno dei canali semicircolari di piccoli otoliti (cristalli di carbonato di calcio), normalmente posizionati in corrispondenza della macula dell’utricolo. Essendo in posizione più declive rispetto all’utricolo, il canale semicircolare posteriore è quello più frequentemente coinvolto (1, 2).

Per il trattamento della VPPB del canale posteriore si è progressivamente diffuso l’impiego della manovra di Epley (o di riposizionamento dei canaliti), la cui base razionale risiede proprio nella mobilizzazione degli otoliti dal canale semicircolare posteriore nuovamente nell’utricolo, dove non provocano disturbi (2).

Al momento sono disponibili in letteratura due importanti linee guida relative al trattamento della VPPB. La prima, rilasciata dall’American Academy of Otolaryngology – Head and Neck Surgery Foundation, raccomanda di sottoporre il paziente con BPPV del canale posteriore a manovre di riposizionamento degli otoliti, tra le quali segnalano la manovra di Epley e quella di Semont (Bhattacharyya 2008). Il secondo documento, pubblicato dall’American Academy of Neurology, raccomanda più direttamente la prima (Fife 2008).

La revisione sistematica di cui parleremo (2) è l’aggiornamento di precedente versione del 2010 e si pone come obiettivo quello di valutare l’efficacia della manovra di Epley nel trattamento dei pazienti con VPPB.

 

La Revisione Cochrane

Titolo: The Epley (canalith repositioning) manoeuvre for benign paroxymal positional vertigo

Autori: Hilton MP, Pinder DK.

Obiettivo: valutare l’efficacia della manovra di Epley nel trattamento della VPPB.

Outcome primario: risoluzione completa della vertigine

Outcome secondari: negativizzazione del test di Dix-Hallpike, effetti avversi.

N°. di studi inclusi: 11 trial controllati e randomizzati, 10 dei quali inseriti nella meta-analisi

Qualità degli studi inclusi: mediamente bassa; i problemi principali riguardano le procedure di blinding.

N° di pazienti: 745 (tra 60 e 100 pazienti per studio)

Risultati:

 

Parametro

Risultato

N° di pazienti

Manovra di Epley vs. placebo

Risoluzione completa della vertigine

Odds Ratio

4,42 (I.C. 95%: 2,62 – 7,44)

273 (5 studi)

Negativizzazione del test di Dix-Hallpike

Odds Ratio

9,62 (I.C. 95%: 6 – 15,42)

507 (8 studi)

 

Tab. 1. Risultati della meta-analisi. Non è stata condotta la metanalisi per il confronto tra la manovra di Epley e altri trattamenti.

Gli eventi avversi sono stati pochi e non è stata riportata una sintesi. I principali sono stati l’insorgenza di nausea e vomito durante la procedura e l’intolleranza alla manovra legata alla presenza di problemi della colonna cervicale.

 

Interpretazione – conclusioni

In base a risultati di questa meta-analisi, la manovra di Epley è più efficace del placebo (nella maggior parte dei casi si trattava di manovre verosimili ma prive di rilevanza terapeutica) per la completa risoluzione della vertigine in pazienti affetti da VPPB; la decisione di trattare il paziente dovrebbe essere presa tenendo comunque conto della tendenza alla risoluzione spontanea del disturbo (1).

Il principale aspetto positivo di questo lavoro è la capacità di dimostrare un’efficacia terapeutica consistente (il trattamento quadruplica di fatto la probabilità di risoluzione del disturbo) a fronte di effetti avversi quasi trascurabili. Per altro verso, la portata di questo risultato positivo è in parte ridimensionata da alcuni problemi metodologici. In primo luogo, l’eterogeneità tra i singoli studi è alta (I2 tra 68% e 72%) e gli Autori non provano neanche ad ipotizzarne le potenziali cause (tra le quali, si possono annoverare, secondo me, il differente setting in cui sono stati eseguiti gli studi e alcune differenze nelle manovre eseguite). Inoltre, i lavori erano mediamente di bassa qualità, cosa che potrebbe aver comportato una sovrastima dei benefici stimati. Infine, un ultimo problema è legato alla natura “soft” dell’outcome principale, il quale è esposto ad una certa soggettività nell’attribuzione. Per garantire una’analisi più oggettiva è stata valutata la negativizzazione del test di Dix-Hallpike, la quale sembrerebbe anch’essa assai più probabile nei pazienti trattati.

Sempre sul tema, a corredo di questo questo post, è disponibile online il video Maneuvers to Diagnosis and Treat Benign Paroxysmal Positional Vertigo su Nejm Video, il canale youtube del New England Journal of Medicine.

Bibliografia

  1. Kim J-S, Zee DS. Benign paroxysmal positional vertigo. New Engl J Med 2014; 370: 1138-1147. Link

  2. Hilton MP, Pinder DK. The Epley (canalith repositioning) manoeuvre for benign paroxysmal positional vertigo. Cochrane Database Syst Rev. 2014;12: CD003162. Link

  3. Navi BB, Kamel H, Shah MP, et al. Rate and Predictors of Serious Neurologic Causes of Dizziness in the Emergency Department. Mayo Clin Proc 2012; 87: 1080-1088. Link

  4. Bhattacharyya N, Baugh RF, Orvidas L, et al. Clinical practice guideline: Benign paroxysmal positional vertigo. Otolaryngol Head Neck Surg 2008; 139 (5 Suppl 4): S47-S81. Link

  5. Fife TD, Iverson DJ, Lempert T. Practice Parameter: Therapies for benign paroxysmal positional vertigo (an evidence-based review). Report of the Quality Standard Subcommittee of the American Academy of Neurology. Neurology 2008; 70: 2067-2074. Link

Errore cognitivo e medicina d’emergenza-urgenza

marzo 27th, 2015 | 1 COMMENT

Nasce un gruppo di studio promosso anche da soci Simeu

 

Dott. Paolo Balzaretti, redazione Blog SIMEU

Su Twitter: @P_Balzaretti

 

Circa il 10-15% delle diagnosi che formuliamo risultano errate (Graber 2013): da sola questa stima ci fa comprendere l’importanza di questo argomento, finora trascurato nella formazione e nell’aggiornamento in medicina. Anche la Medicina d’Emergenza-Urgenza non può considerarsi esente dal problema, soprattutto in considerazione della necessità di valutare molti pazienti in poco tempo, in condizioni ambientali oggettivamente difficili. Infatti, sebbene il nostro intuito ci guidi nella direzione giusta nella maggior parte dei casi, impiegando alcune “scorciatoie” cognitive, è ormai noto che può trarci in inganno, sebbene se non ci piaccia ammetterlo.

Quali sono dunque gli errori in cui possiamo incorrere quando facciamo affidamento sul nostro intuito? È possibile migliorare le nostre capacità di formulare dei ragionamenti diagnostici corretti? Per rispondere a questi interrogativi si sta costituendo il gruppo di studio promosso da un gruppo di medici d’urgenza iscritti alla SIMEU sugli aspetti cognitivi della diagnosi e sull’errore diagnostico, in collaborazione con l’Agenzia Regionale di Sanità (ARS) della Toscana, nella cui bellissima sede di Firenze il 14 gennaio si è tenuta la sua prima riunione.

Si è così raccolto un gruppo eterogeneo di professionisti composto, oltre che da medici dell’urgenza e di altre specialità, anche da un filosofo, il dott. Augusto Cevolani, ricercatore presso il centro per la logica, il linguaggio e la cognizione del Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino, e da un psicologo, il dott. Marco Franchini, a sottolineare il carattere multidisciplinare dell’iniziativa. Non vi erano purtroppo infermieri, per i quali è previsto un coinvolgimento futuro.

I lavori sono stati aperti dal dott. Alessandro Rosselli, già direttore del DEA dell’Ospedale “Santa Maria Annunziata” di Firenze, attualmente consulente proprio dell’ARS Toscana. Nell’introduzione alla giornata Rosselli ha sottolineato come il progresso tecnologico in campo medico verificatosi negli ultimi decenni non ci ha messo al riparo dalla possibilità di sbagliare, in parte proprio per la nostra tendenza ad affidarci in modo acritico soprattutto ai moderni test di imaging. Un altro punto, emerso successivamente più volte nel corso della giornata, riguarda la necessità di superare il binomio tra errore e colpa, riuscendo al contrario ad accettare il primo come parte integrante della nostra pratica clinica.

Il dott. Franco Aprà, direttore della Medicina d’Urgenza dell’Ospedale S. Giovanni Bosco di Torino, ha poi ribadito il concetto di inevitabilità dell’errore di ragionamento, proponendo l’esempio di altri campi dove questo tema è già stato affrontato e da cui si potrebbero prendere in prestito alcune idee, come l’impiego di checklist.

In relazione all’indirizzo cui si orienterà il gruppo di studio, si è inoltre precisato che la prospettiva del Risk Management, sebbene tenuta in considerazione, non sarà predominante nell’affrontare il problema dell’errore diagnostico da parte del gruppo di studio, il quale vuole concentrarsi sulle basi cognitive dell’errore.

Particolarmente interessante l’esperienza dell’”Autopsia Cognitiva”, illustrata dal dott. Marco Barchetti, che l’ha avviata nel Pronto Soccorso dell’Ospedale di Modena dove lavora. Questa è stata articolata fin dall’inizio in due fasi: nella prima vi è stata un’adeguata formazione preliminare sui temi degli aspetti cognitivi del ragionamento clinico, aperta a tutti i professionisti. Nella seconda sono stati analizzati, per mezzo degli strumenti e della terminologia della moderna psicologia cognitiva, alcuni casi reali gestiti in DEA, in cui vi erano prove del fatto che il processo diagnostico non fosse stato condotto in modo corretto, sempre con l’unico fine di promuovere le capacità personali di ragionamento diagnostico dei partecipanti.

Le intenzioni del gruppo di studio sono però quelle di andare oltre gli aspetti teorici del problema, fornendo strategie e strumenti concreti per aiutare i professionisti a limitare l’impatto dei tranelli cognitivi nella pratica clinica quotidiana. Il programma di lavoro prevede innanzitutto di aumentare la consapevolezza dei colleghi circa gli aspetti metacognitivi del ragionamento diagnostico, quelli per intenderci, indipendenti dalla nostra competenza ma legati al nostro modo di ragionare e al setting in cui operiamo. Per molti questi argomenti saranno completamente nuovi, data la loro assenza dal curriculum degli studi di medicina. Lo strumento suggerito è quello di un corso, corredato eventualmente da strumenti di valutazione per l’impatto effettivo sui discenti.

Altro punto sollevato è la ricerca di una soluzione ad uno dei problemi storici della pratica della Medicina d’Urgenza, ovvero la mancanza, nella maggior parte dei casi, di un feedback sull’esito delle decisioni cliniche prese in Pronto Soccorso. Infatti, solo poche volte riusciamo a sapere se abbiamo operato correttamente con i pazienti dopo averli trasferiti nei reparti o inviati al domicilio, non potendo dunque sapere se abbiamo commesso errori.

Questa esperienza, certamente pionieristica, è solo agli inizi. Chi fosse interessato ad aderirvi, può scrivere il gruppo di studio all’indirizzo gs.errorecognitivo@gmail.com.

 


Post di Facebook

🔴 Massimo Cirri e Paolo Labati hanno recentemente ospitato a Caterpillar Radio2 la dott.ssa Marina Civita, #medico d’#emergenza #urgenza e Direttore di Unità Complessa a Pinerolo in Piemonte, nella Rubrica settimanale da loro pensata per poter idealmente entrare nei #prontosoccorso italiani attraverso il quotidiano vissuto dei #professionisti #SIMEU.❗️ “Sono un medico di pronto soccorso nell’anima. Il #PS è il cuore dell’ospedale, si accoglie ogni genere di problematica, anche la solitudine”. La salute in #Italia è per tutti dal 1978 ma “non bisogna dare per scontata la #sanitàpubblica, occorre difenderla e averne rispetto, se la perdessimo non ci sarebbe più una porta sempre aperta per tutti.” #fieridiMEU📌 Il nuovo appuntamento è anticipato a questa sera, alle 18:20/18:30. Sintonizzatevi! #MEU #GOLDENdoctors #GOLDENmedicine #infermieri #specializzandi #prontosoccorsoinprimalinea #fieridivoi ... Vedi altroVedi meno
Visualizza su Facebook
LA PRIMA GIORNATA DI STUDI IN EMERGENZA URGENZA è "un evento totalmente nuovo dedicato alle maggiori novità in ambito #scientifico". Lo ribadisce il dott. Beniamino Susi che riferirà su una patologia tempodipendente ad alta mortalità e ancora più alta disabilità: l’emorragia cerebrale.Mancano pochi giorni allo scadere dell’EARLY BIRD (fino al 30 aprile 2025).PROGRAMMA COMPLETO #biennaleSIMEU e ISCRIZIONI👉🏼 www.simeu.it/w/congresso2025/booking_box#fieridivoi #fieridiMEU #prontosoccorso #medici #infermieri #specializzandi #GOLDENdoctors #GOLDENmedicine #MEU #primalinea ... Vedi altroVedi meno
Visualizza su Facebook
È il dott. Francesco Quaglia da Pietra Ligure l’ospite di "Codice Rosso #prontosoccorso" la rubrica settimanale di Caterpillar Radio2 della scorsa settimana.❗️ Un #medico di #emergenza #urgenza in turno nonostante il braccio ingessato a causa di un incidente in scooter! "Ho avuto una radiografia a km zero. 😅 La mia condizione attuale crea empatia nei pazienti con trauma! Alla fine funziona!" l’ironico commento! 🔵 Vi invitiamo ad ascoltare tutta la testimonianza e a collegarvi stasera attorno alle 19 per scoprire il "nuovo pezzo di mondo’" raccontato con curiosità da Massimo Cirri, Sara Zambotti e Paolo Labati. #fieridivoi#fieridiMEU #infermieri #spacializzandi #GOLDENdoctors #GOLDENmedicine #piusiamomegliofacciamo #primalinea #MEU #SIMEU ... Vedi altroVedi meno
Visualizza su Facebook
BIENNALE SIMEU, Prima Giornata di Studi in Emergenza Urgenza.Un nuovo evento guida alla #formazione, sostegno alla comunità #professionale di #medici #infermieri #specializzandi #meu, un programma scientifico di valore ma anche incontro. Lo spirito è bene interpretato dal Vicepresidente nazionale dott. Mario Guarino.Evento accreditato ECM.LE ISCRIZIONI CONTINUANO: EARLY BIRD fino al 30 Aprile.Bari, 28 e 29 maggio 2025, Hotel Nicolaus#fieridivoi #fieridimeu #prontosoccorso #GOLDENdoctors #Goldenmedicine #piusiamomegliofacciamo #biennalesimeu #emergenza #urgenza #PrimaLinea ... Vedi altroVedi meno
Visualizza su Facebook



SIMEU - SOCIETA' ITALIANA di MEDICINA D'EMERGENZA-URGENZA

Segreteria Nazionale:
Via Valprato 68 - 10155 Torino
c.f. 91206690371 - p.i. 2272091204

E-mail: segreteria@simeu.it
pec: simeu@pec.simeu.org
Tel. 02 67077483 - Fax 02 89959799
SIMEU SRL a Socio Unico

Via Valprato 68 - 10155 Torino
p.i./c.f. 11274490017
pec: simeusrl@legalmail.it