Una campagna in Puglia contro le aggressioni a medici e infermieri
martedì, ottobre 1st, 2013@SilviaAlparone
Un manifesto per denunciare le violenze sempre più frequenti di cui sono oggetto medici e infermieri che lavorano negli ospedali italiani. E’ comparso al Policlinico di Bari in questi giorni dopo i recenti casi di cronaca accaduti in Puglia, il più grave dei quali ha provocato la morte di Paola Labriola, psichiatra, aggredita da un paziente. Il tragico evento, all’inizio di settembre, era stato seguito dopo pochissimi giorni dall’aggressione questa volta di un infermiere del triage del Policlinico che, colpito a calci e pugni da un paziente in attesa, aveva riportato lesioni con prognosi di trenta giorni.
Il manifesto è solo l’ultimo strumento di denuncia dei sanitari pugliesi, che da tempo lamentano aggressioni e violenze ormai quotidiane negli ospedali e nelle altre strutture pubbliche della regione. Ma non si tratta di un caso isolato in Italia. In particolare, a segnalare più spesso episodi di violenza è il personale di pronto soccorso: medici e infermieri a più diretto contatto con il pubblico e che quotidianamente affrontano situazioni di maggior tensione per l’emergenza dei casi trattati. Sul problema alcune sigle sindacali dei medici ospedalieri si sono spinte fino a proporre il coinvolgimento di forze di polizia o di società private di sicurezza a tutela del personale ospedaliero.
Già un anno fa il presidente nazionale Simeu, Giorgio Carbone, si era rivolto all’allora ministro della Salute Renato Balduzzi, lamentando l’escalation di violenza nei pronto soccorso italiani e segnalando che i problemi cronici dell’emergenza ospedaliera erano ancora – e restano oggi – senza soluzione e senza una vera attenzione politica. In quell’occasione si era trattato dell’aggressione al direttore del dipartimento di emergenza dell’ospedale di Foggia e di un medico di turno, entrambi colpiti a calci dai familiari di un paziente. Era il 2012. I fatti del settembre 2013 sono quelli già ricordati.
Un problema spesso sottovalutato quello delle aggressioni ai sanitari italiani, sia nelle cause, tra cui le associazioni dei pazienti indicano la crescente esasperazione del pubblico per le conseguenze dei tagli sulle prestazioni sanitarie, che nelle conseguenze su cui la cronaca, nei casi più gravi, accende i riflettori.