IL BLOG DI SIMEU

 

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La lotta al dolore in urgenza: Simeu in un articolo del Corriere Salute

venerdì, febbraio 7th, 2014

@SilviaAlparone

 

Su circa tre milioni di accessi ai Pronto Soccorso gli analgesici sono usati in Italia solo in pochissimi casi: il paziente è trattato secondo le procedure necessarie al singolo caso, ma senza una cura specifica per il dolore implicito nella patologia specifica o nella lesione.

E’ il risultato di un’indagine Simeu, tradizionalmente impegnata nella lotta contro il dolore: i corsi per medici e infermieri organizzati dalla faculty Sau, Sedazione e analgesia in urgenza, hanno coinvolto nel 2013 operatori sanitari di tutta Italia. E il programma dei corsi prevede un fitto calendario di appuntamenti anche per il 2014. Sarà presto disponibile sul sito della società l’elenco degli appuntamenti con le date, città per città. Scopo del corso Sau è proprio trasmettere agli operatori le corrette procedure per gestire e alleviare il dolore del paziente di pronto soccorso, soprattutto nel caso si tratti di bambini o anziani.

Di tutto questo si parla oggi in un articolo del Corriere Salute, con un’intervista a Fabio De Iaco, responsabile faculty Sau di Simeu.

I corsi di sedazione e analgesia sono rivolti al personale sanitario coinvolto nell’attività di pronto soccorso, medici e infermieri. Nel 2013 hanno partecipato specialisti non solo di Medicina d’urgenza ma anche di Anestesia e rianimazione, Pediatria, Ginecologia e Medicina interna.

Buon Anno dalla Sau, Faculty di Sedazione e analgesia in urgenza Simeu, alla fine della “Campagna d’Italia”

giovedì, gennaio 2nd, 2014

di Fabio De Iaco

Responsabile Faculty Sau Simeu

@fabiodeiaco

 

Pochi giorni fa a Viareggio abbiamo finito un’avventura lunga un anno, quella del corso “Sedazione ed Analgesia in Urgenza”: quasi 900 discenti (che brutta parola!) tra medici ed infermieri, circa 150 ore di lezioni, più o meno 100.000 km percorsi dalla faculty.

Diciotto edizioni, dalla “prima” di Torino (il neo-presidente tra gli iscritti, e tante cose da correggere) agli appuntamenti di Messina, di Aosta, di Gallipoli, di Oristano, passando per Milano, Roma, Cagliari, Bologna, Savona, Genova, Pavia, Napoli, Pistoia (forse ne dimentico qualcuna…). Scherzando l’abbiamo battezzata la “Campagna d’Italia”.

Aule sempre piene. A Gallipoli anche un cane… educato e attentissimo!

Un’esperienza irripetibile per noi del gruppo, che ci ha insegnato moltissimo.

Abbiamo imparato il valore dei messaggi chiari e forti, rafforzato la convinzione delle nostre idee, scoperto la forza comunicativa dei concetti semplici e pratici, dei video che mostrano le urgenze di tutti i giorni, dei sorrisi (talvolta una risata) che sdrammatizzano ma lasciano il segno.

 

Soprattutto abbiamo scoperto la formidabile voglia di miglioramento che c’è tra i nostri colleghi, la sensibilità rispetto alle esigenze dei nostri pazienti spesso soffocata tra priorità malintese e abitudini invalse.

Abbiamo capito che una Medicina d’Emergenza Urgenza “centrata sul paziente” è possibile, anche tra le decine di barelle del Pronto Soccorso.

Ce lo hanno insegnato i nostri iscritti, tutte le volte in cui con un po’ di imbarazzo abbiamo parlato di “presa in carico”, di “vissuto del paziente”, di dolore e sofferenza, ed in cambio abbiamo ottenuto attenzione e partecipazione. Tutte le volte in cui li abbiamo invitati a “mettersi dall’altra parte” e abbiamo scoperto che lo avevano già fatto mille volte.

A Viareggio si è avvicinato uno dei nostri giovani (scusa se non ricordo il nome), uno di quelli bravi e determinati (ce ne sono tanti, per fortuna), un “summerista” dell’anno scorso, che mi ha detto: “Quattro anni fa, quando parlavi di queste cose al congresso di Rimini, sembravano arrivare da un altro mondo. Guarda adesso…”.

È vero: abbiamo fatto un sacco di strada. Soprattutto nella consapevolezza di tutti noi. Ma ne abbiamo ancora tanta davanti.

Presto rivisiteremo il corso, cercando di migliorarlo: nuovi casi, messaggi più incisivi, qualche farmaco in più.

Presto (speriamo) proporremo un altro corso: ce l’hanno chiesto in tanti un corso avanzato sulla sedazione.

Presto verranno pubblicate le linee guida intersocietarie sulla gestione del dolore acuto (tenete d’occhio il nostro giornale, aspettiamo solo la pubblicazione ufficiale in inglese per rilasciare anche la versione italiana).

Presto avremo delle novità per quanto riguarda il trattamento in urgenza del dolore nel paziente oncologico ed il fine vita: un argomento che abbiamo gettato sul tavolo con un po’ di pudore, ma che abbiamo scoperto costituire un vero nervo scoperto del nostro mondo.

Presto (o quasi) uscirà il manuale del corso.

È evidente che il viaggio appena iniziato non si può fermare: lo capiamo dal numero di iscritti ai corsi, dalla loro partecipazione entusiasta, dalle richieste che continuiamo a ricevere, dalla splendida esperienza di una joint-venture etica (passatemi l’espressione) con l’industria.

L’aiuto e il sostegno di Angelini sono stati preziosi per la Società, indispensabili per molti Soci, utilissimi (ne sono convinto) per i nostri pazienti: abbiamo potuto lavorare in assoluta libertà, senza condizionamenti, esattamente come, con grande onestà, c’eravamo detti prima di cominciare. “L’importante è sollevare il problema del dolore acuto”, c’eravamo detti.

Il bilancio, dunque, è assolutamente positivo.

Mi chiedo se si possano mettere a bilancio i concetti. Se così fosse, quali? Alcune semplici parole: appropriatezza, monitoraggio, oppiacei, competenze, consapevolezza. E poi, forse più di tutto, identità. Credo proprio che questi messaggi siano passati.

Ma il vero bilancio positivo lo daranno, ancora una volta, i numeri: misurando la quantità di FANS somministrata in PS, di paracetamolo, di morfina e fentanyl.

Questo sta a tutti noi, che abbiamo o no seguito il corso.

È stato un anno speciale: tutti, da un lato e dall’altro della cattedra (ma abbiamo cercato di non usarla mai, la cattedra), ne usciamo un po’ cresciuti.

Ci arrivano segnalazioni di miglioramenti, di cambiamenti in intere strutture di Pronto Soccorso: sono in molti a essersi rimboccati le maniche, ad aver contagiato con qualche concetto i loro colleghi. Questa è la soddisfazione più grande.

Ed è anche la miglior consolazione per chi, come me, ha dovuto sperimentare amaramente sulla propria pelle l’attualità dei messaggi che proviamo a trasmettere: la splendida sensazione di fare qualcosa di utile. È proprio in questo che troviamo la più profonda ragione di appartenenza alla Società.

Per me, per noi tutti, l’immagine conclusiva di quest’anno dovrebbe essere una lunga sfilata di primi piani: un sacco di belle facce oneste e attente, sorridenti e orgogliose, qualcuna giovane qualcun’altra un po’ meno. Le facce della nostra gente, quella che abbiamo incontrato per tutto l’anno.

Queste immagini non le abbiamo: fatevela da voi la vostra immagine di fine anno. Scegliete un paziente e fissatevi in testa il suo volto, dopo che lo avrete trattato con tutta la vostra umanità e la vostra competenza.

E scusate se, ancora una volta, sembro proprio un po’ retorico.

Buon anno a tutti noi.

 

BUON ANNO!!!!

Fabio De Iaco

e tutti i componenti della faculty SAU, come sempre in rigoroso ordine alfabetico:

Gaetano Diricatti

Enrico Gandolfo

Mario Guarino

Alessandro Riccardi

Maria Paola Saggese

e l’insostituibile Silvia Aghittino


Accesso alle Scuole di Specialità: la posizione del ministro Carrozza e la lettera del presidente Carbone

mercoledì, dicembre 4th, 2013

Buone notizie dal ministro dell’Istruzione, Maria Chiara Carrozza, in tema di accesso all’Università, in particolare alla Facoltà di medicina e chirurgia e alle Scuole di specialità. In un’intervista rilasciata al Sole24ore lo scorso 28 novembre, il ministro ha affermato: “Ho trovato una situazione catastrofica sia sui test di ammissione, che nel 2014 saranno ad aprile, sia sulla formazione e la specializzazione dei medici. Abbiamo test di accesso per 10mila studenti di medicina e borse di studio per 2.500 specializzandi. Sto provando a trovare risorse nel campo del Fondo sociale europeo per sostenere la spesa per la specializzazione dei medici”. Nel testo dell’intervista il ministro ha poi annunciato l’impegno affinché nella legge di stabilità alla Camera vengano recuperati i 41 milioni per gli atenei.

Queste informazioni sono state accolte con favore dal mondo della formazione universitaria in medicina, settore in sofferenza continua a causa della carenza di specialisti. In particolare, per quanto riguarda la Medicina di emergenza, il presidente nazionale Simeu, Giorgio Carbone, in una lettera inviata al ministro lo scorso ottobre, aveva sottolineato come si tratti di una disciplina in particolare difficoltà.

“La rilevanza della formazione in tale specialità – scriveva Carbone – è sottolineata dai numerosi contratti finanziati in autonomia da alcune Regioni e dall’elevato numero di candidati che si presentano agli esami di ammissione (rapporto candidati/contratti, il più alto tra le specialità mediche). A fronte di queste evidenze, peraltro, i contratti a carico della nostra Specialità hanno subito un taglio dell’8% (passando da 50 posti a 46). Questa percentuale è certamente in linea con la riduzione generale del 10%, ma sottovaluta gravemente le priorità di sistema e, di conseguenza, la ricaduta sul SSN”.

Intanto per il prossimo 12 dicembre è prevista una giornata di mobilitazione nazionale non sindacale  organizzata dai Giovani Medici contro il maxi-emendamento governativo al ddl Stabilità, approvato lo scorso 26 novembre: il testo non include i provvedimenti richiesti dal Sigm (Segretariato Italiano dei Giovani Medici) per l’implementazione del capitolo di spesa per la formazione specialistica dei laureati in medicina e chirurgia ed in altre discipline di area sanitaria.

Foam, l’aggiornamento professionale on line e gli hangout di Simeu

giovedì, ottobre 10th, 2013

@SilviaAlparone

Una vera e propria rivoluzione, un nuovo modo per studiare, aggiornarsi e comunicare: Foam, Free open access meducation nasce a Dublino nel 2012, a margine di un convegno sui temi della critical care. I fondatori sono Mike Cadogan e Chris Nickson, entrambi medici dell’emergenza in strutture sanitarie australiane. Si tratta di un vero movimento culturale, di cui abbiamo già parlato su questo blog, che inizia come tentativo di mettere ordine fra i siti e i blog internazionali che si occupano di medicina di emergenza. Tutte le realtà on line allora esistenti, circa 80, vengono raccolte e citate su Life in the fast lane, il blog di Cadogan e Nickson. Oggi, a distanza di poco più di un anno i blog sono diventati 150, e Foam ha avuto un enorme successo, diffondendosi rapidamente in tutti i Paesi anglosassoni e oltre, e trasformandosi in una vera e propria grande corrente di informazioni. Foamed si può seguire su twitter (#FOAMed), iscrivendosi al sito www.foamem.com, che invia quotidianamente agli iscritti gli aggiornamenti (rss) dei blog di Foam, oppure ancora tenendo d’occhio www.lifeinthefastlane.com, il blog dei fondatori.

ecco alcuni esempi di tweet della corrente #FOAMed

 

oppure ancora


Essere in questa rete internazionale on line, prendere parte alla discussione anche solo come fruitori se non come partecipanti attivi, è un modo completamente nuovo di aggiornarsi. I vantaggi sono la gratuità e l’accessibilità di informazioni e di contatti che prima per molti erano difficili da ottenere, mentre ora basta un click e in tempo reale ci si può confrontare con i maestri della disciplina nei diversi Paesi del mondo oppure ottenere un confronto professionale su argomenti specifici. Ventiquattr’ore su ventiquattro.

Il debutto di Foam nel mondo reale è stato Smacc, il Congresso internazionale di medicina di area critica che si è tenuto a Sidney, lo scorso marzo, di cui abbiamo già parlato su queste pagine in un precedente articolo (prossima edizione, Smacc Gold, sulla gold coast australiana nel marzo del 2014). Al congresso parteciparono circa 800 persone, e sviluppò un traffico di circa tre milioni di tweet, in un confronto continuo via web fra partecipanti da molti Paesi del mondo collegati in streaming ai diversi panel o workshop, tutti disponibili on line.

Da allora, nonostante sia trascorsa solo una manciata di mesi, molte cose sono cambiate, e anche in Italia il movimento stra pendendo piede. Nell’ottica delle occasioni di confronto professionale on line, Simeu promuove una serie di appuntamenti in hangout, incontri in videochat, che possono essere seguiti in diretta oppure in differita tramite il blog della società e il suo canale youtube.

La Società vanta al suo interno la presenza di diversi blogger e autori di siti di successo sui temi della professione, tra gli altri MedEmIt di Gemma Morabito, a EM Pills di Carlo d’Apuzzo a A life at Risk di Ciro Paolillo e Ilenia Spallino, in un panorama nazionale sempre più vivace che annovera molti altri casi fra cui ad esempio Medest118, sull’emergenza extraospedaliera, e EM on the edge blog di medicina militare, solo per citarne alcuni. Alcune di queste esperienze a confronto con la redazione del blog Simeu e con eventuali altri partecipanti, nello spirito di Foam, saranno l’anima della discussione che verterà sui temi dei nuovi strumenti per l’aggiornamento professionale via internet, ambito ancora recente in cui si cercherà di fare un po’ d’ordine. Iniziando proprio dall’offerta Italiana sul web a proposito della medicina di emergenza.

Appuntamento con il primo hangout sul canale Google+ di Simeu domani, venerdì 11 ottobre, ore 16.30. La registrazione dell’hangout sarà poi disponibile sul canale Youtube della società. All’appuntamento di domani parteciperanno Carlo D’Apuzzo, della Medicina di emergenza-urgenza e pronto soccorso dell’Ospedale Mauriziano di Torino, coordinatore e ideatore di Em Pills, Pillole di medicina di emergenza, Ciro Paolillo, della Medicina di emergenza-urgenza dell’Azienda ospdaliera Santa Maria della Misericordia di Udine, ideatore e coordinatore di A Life at Risk, Paolo Balzaretti, della Medicina di emergenza-urgenza e pronto soccorso dell’Ospedale Mauriziano di Torino, della redazione del blog Simeu.

Una storia di impegno, passione e coraggio: il significato più alto della formazione

lunedì, giugno 17th, 2013

Il racconto di un’esperienza del gruppo di formatori American Heart Association – Simeu

Di Patrizia Vitolo Responsabile Italian ITC AHA-SIMEU

 

A Torino, alle Molinette, abbiamo tenuto a giugno il secondo corso BLS AHA che ha avuto tra i partecipanti alcuni sanitari non vedenti. È stata un’esperienza utile e interessante per tutti, che ha dato moltissimo soprattutto a noi istruttori. E’ con grande orgoglio che presento quest’esperienza, che rappresenta il significato più alto della formazione, ai soci Simeu e ai lettori di questo blog.

Qualcuno ha detto ” La mente umana è come un paracadute: funziona solo quando è aperta” (Albert Einstein e Frank Zappa…). Questi nostri partecipanti al corso BLS non ci hanno aperto solo la mente, ma anche il cuore.

Il racconto che segue è di Marco Sovrani Formatore BLS, Membro della NF ITC corsi AHA-SIMEU

Practice while watching, vale a dire fare pratica mentre si osserva; è il metodo didattico che caratterizza i corsi di American Heart Association. E’ la carta vincente per un apprendimento immediato. La mission è divulgare più capillarmente possibile tra i sanitari e la popolazione, le capacità di salvare una vita umana. Come istruttori AHA abbiamo questo compito ed anche alcuni doveri specifici: è espressamente richiesto a tutti noi ed in particolare ai Direttori di Corso, di adeguare gli spazi ed adottare gli accorgimenti necessari per favorire l’apprendimento anche in quelle persone che temporaneamente o in modo permanente hanno difficoltà o deficit di qualche natura. Noi abbiamo accolto la sfida, ma ancor più ne abbiamo compreso il senso, quando un gruppo di sanitari non vedenti hanno chiesto di iscriversi ai nostri corsi di BLS ed utilizzo dell’AED. Iscriversi ad un corso “normale” insieme ad altri sanitari, loro colleghi di vari reparti dell’ospedale. Come conciliare “fare pratica mentre si osserva come si fa” e la disabilità visiva? Ci siamo immersi nella loro differente abilità per tentare di capire come suppliscono ai deficit sensoriali sviluppandone ed amplificandone altri. Abbiamo così sostituito, ad esempio, alla lettura, l’ascolto del testo del manuale, appositamente registrato per loro su supporto informatico: abbiamo fatto un “audiolibro” solo per loro. Abbiamo impegnato un istruttore che per tutta la durata del corso si è integrato tra loro descrivendo tutto quanto non si poteva vedere, ma che loro potevano invece sentire, toccare……. Questo è avvenuto conservando la struttura classica del corso, del programma, dei tempi, delle valutazioni. Contestualmente si è consentito loro di manipolare il materiale didattico (manichino, AED ecc…) affinché potessero immaginare e capire attraverso il tatto, senza interferire sulla fluidità del corso. Il risultato finale è stato vederli entrare per la valutazione pratica finale, dentro la stanza, muoversi con discreta disinvoltura tra compressioni toraciche, ventilazioni con pocket-mask, pallone auto-espandibile ed utilizzare l’AED. Una emozione impagabile. Questo risultato si raggiunge se si incontrano impegno, passione e coraggio”.

Ecografia in urgenza e Sca: due incontri nel finesettimana, 19 e 20 aprile

venerdì, aprile 19th, 2013

di @SilviaAlparone

 

Due occasioni per incontrarsi, confrontarsi e aggiornarsi su temi cardine dell’emergenza urgenza in questo finesettimana. Si inizia oggi a Napoli, all’ospedale Monaldi con il convegno “Ecografia point-of-care in Emergenza-Urgenza, Verso un nuovo modello di gestione integrata del paziente critico”, organizzato, per la tappa napoletana, dall’Ospedale Evangelico Villa Betania in collaborazione con gli Ospedali dei Colli.

“Nel 1900 un articolo scientifico parlava del fonendoscopio come di uno strumento che avrebbe rivoluzionato la medicina nel ‘900. Oggi la vera innovazione è rappresentata dall’impiego della diagnostica ecografica, che dovrebbe avere lo stesso ruolo che ha avuto il fonendoscopio nel secolo scorso – afferma Rosario Zappalà, Direttore del Dipartimento di Medicina dell’Ospedale Evangelico Villa Betania – Ogni medico dovrebbe disporre di un v-scan, un piccolo ecografo portatile per effettuare una diagnosi rapida in situazioni di emergenza o urgenza. Ciò consentirebbe di salvare molte vite. La diagnostica ecografica nei reparti di emergenza e urgenza è la vera nuova rivoluzione del pronto soccorso”.

Sabato 20 aprile all’ospedale Gradenigo di Torino fa tappa il corso “Il medico d’urgenza nella sindrome coranarica acuta” rivolto a medici chirurghi dell’emergenza-urgenza, di anestesia e rianimazione, di cardiologia e medicina interna per la realizzazione e l’applicazione di protocolli diagnostico-terapeutici nella gestione della Sca, attualmente la patologia cardiovascolare a più alta mortalità. La giornata di Torino, come già quella di Napoli dello scorso marzo, è imperniata sulla centralità del ruolo del medico di emergenza nella gestione di questi casi clinici.

I problemi, in una situazione ancora molto frammentata sul territorio nazionale, risultano essere legati alla necessità dell’esistenza di una Rete Cuore, che in Campania ad esempio, luogo dell’ultimo appuntamento del corso, ancora non esiste, e all’integrazione fra le diverse figure professionali che partecipano al percorso clinico della Sca, che il corso in Campania ha contribuito a consolidare, soprattutto per quanto riguarda la cardiologia. In particolare, da quanto emerso nell discussione dell’appuntamento napoletano, la possibilità di intervenire con una trombolisi sul paziente ischemico sul posto – purtroppo intervento non sempre realizzabile – ha un impatto decisivo sull’esito delle cure, con conseguenze importanti, evidenziate dai dati presentati durante il corso.





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