IL BLOG DI SIMEU

 

REFLUSSO DI COSCIENZA

di Un MEU Qualunque

 

*biip*

La timbratrice segna 19:56, sono in ritardo.

Stasera ho mangiato poco e velocemente.

Vabbè.

Questa divisa comincia a puzzare, non ho il ricambio, che palle.

C’è un brusio in lontananza.

Temo che la sala d’attesa sia piena; 25 in totale, dice lo schermo. Di cui 3 rossi, come i capelli di Paola.

Mi dà le consegne, “pensavo peggio” dice – letteralmente 19 persone.

Vabbè, solito disagio.

“Ma sono tutti sistemati”, aggiunge, ma le si vuole bene comunque.

Sono in ambulatorio con Mass e mi rendo conto di quanto io sia fortunato ad avere un infermiere scattante.

Chiamo, visito, chiedo, concludo and repeat.

Sono le 22:10 e tutto scorre, in qualche modo.

 

*driiiiiiin*

“Arriva un rosso cardiaco, uno STEMI, già allertato il cardiologo” ok, che te devo dì, we are ready.

C’è tanto rumore in questo posto.

Il collega di stasera, Luca, è simpatico, non si lamenta mai, è collaborativo, lavora tanto.

“Dopo ci facciamo un caffè, Mattì” ma per forza dico io, qua è ancora lunga la notte.

Polmonite, calcoli renali, pancreatite acuta da colelitiasi – tante storie, tante vite su un barella.

Di già 00:35.

Inizia a diminuire la coda, iniziano a diminuire le forze.

Caffè, è ora.

 

*tump tump, tump – toc toc*

Col suo solito passo pesante arriva Piero, 57 anni, un passato da muratore, un amore sregolato per il Gin.

Un nostro abitué, chiaramente.

Ma stavolta è più strano del solito, “ho un dolore forte e improvviso, come una trave che BAM trapassa la schiena, mi fa male dottò”.

Sono solo le 2:40 e la situazione non mi piace.

Ne parlo con Luca, “Piero non si è mai controllato a fondo, non ha alito alcolico, l’alcolemia è negativa, attendo gli esami”, “fammi sapere Mattì”.

Nel mentre un ragazzo con distorsione di caviglia mi racconta delle sue imprese a calcetto, un gol clamoroso dice, la scivolata un po’ meno aggiungo – e la fila si svuota.

Le 3:45, vabbè, ho fame.

Solito disagio.

C’è tanto rumore però, tutto nella mia testa.

Piero ha un dimero altissimo, mi serve una TC con contrasto.

Sta male, troppo.

Piero comunque scherza sempre, ma nei suoi occhi corvini brilla il brivido del terrore notturno.

“Senti Luca, io temo una dissecazione, la radice aortica mi pare larghetta, quel versamento pericardico non mi piace, aspetto che sia pronto il radiologo”.

“Eccomi sono pronto, fallo venire con l’infermiere ” – passano 2 minuti, la diagnosi è implacabile – Stanford A.

 

*beep*

Mi sfugge tra i denti un’imprecazione necessaria, grazie a Dio non mi ha visto nessuno, grazie a Dio non mi ha sentito nessuno.

Piero torna in sala, mi vede al telefono, lo fisso negli occhi, il suo sguardo è sempre più assente – ha sonno, è debole.

Sono le 5:00 e il cardiochirurgo mi fa storie.

Le solite storie, il solito disagio.

Lo stomaco inizia a bruciare, dannato caffè.

Piero inizia ad essere poco stabile, ma regge, è la tempra di tanti anni difficili.

“Senti, prepara la sala ché ti mando Piero”.

Piero mi sorride, “grazie dottò”, “sei una roccia ” gli dico.

C’è sempre tanto rumore, persino in questo raro momento di silenzio (assordante).

Luca mi dice di riposare un attimo, sono le 6:30 e devo ancora far pipì.

Luca ha sempre la parola giusta, non so come faccia.

Appoggio la nuca contro il muro, mi levo la dannata mascherina, espiro.

Piero è tanto solo, Piero mi preoccupa, dovrebbe riallacciare con suo figlio – ma non ha voluto che gli dicessi nulla, ché “non voglio essere un peso per lui”.

Spero che cambi idea.

 

*Vrooom vrooom*

Tante auto si avvicinano, il turno sta finendo.

Ogni notte finisce – e va bene così, pur rimanendo legato a questo gomitolo di storie.

È la mia libertà, mi sento a mio agio in questo disagio.

Sono solo un MEU qualunque, d’altronde.

 

dalla Sum_School SIMEU 2022

P.A. Buonaccorsi, P.Canepa, A.P. D’Ambrosio, S. Di Gregorio, E. Di Pietro, F. Farolfi, A. Filipponi, A. Foci, G. Gabassi, A. Monti, D. Padula, F. Russo, M. Scarponi, M. Sperandio, I. Trapin, C.I. Trotta, M. Valenzano, P.I. Virdis

 

 

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