IL BLOG DI SIMEU

 

FORMARE NELLA TEMPESTA. DOPO IL COVID, VERSO UN FUTURO INCERTO PER LA NOSTRA IDENTITÀ

di Alessandro Riccardi

 

Due anni di formazione, ovvero l’esperienza stimolante che mi è stata offerta in SIMEU.

E due anni di pandemia, di blocco della formazione tradizionale, di problemi e di nuove necessità, di una malattia del tutto nuova da curare, da capire, da affrontare, da studiare.

Due anni trascorsi nell’occhio del ciclone, tra varie ondate e riflussi che erano quasi peggio delle ondate perché riportavano i problemi di sempre: due anni passati ad essere considerati eroi e poi di nuovo quelli di sempre, due anni che hanno però dimostrato una cosa con estrema chiarezza.

SIMEU non poteva, nonostante tutto, non essere presente con il suo programma di formazione, ma è stato subito evidente che non era possibile proseguire nel percorso già segnato da chi mi aveva preceduto. No, dovevamo fare i conti con un contesto tutto da sperimentare e per fortuna non ero solo.

Grazie allo sforzo di tutti i suoi formatori, alla sua solida organizzazione interna, la Società Scientifica è stata in grado di rispondere all’emergenza, si è adattata, a volte reinventata, ha continuato a formare, seppur in modo diverso e senza mai interrompere la sua attività.

Ecco, potrei usare un termine che non amo molto – usato, abusato – ma che talvolta è essenziale per spiegare la capacità di risposta e di reazione: resilienza. I medici e gli infermieri dell’emergenza-urgenza sono abituati a rispondere in modo rapido alle situazioni che cambiano, a volte in modo improvviso e inatteso, e di variare il proprio comportamento in reazione a quello che accade. Lo facciamo abitualmente, ogni qual volta dobbiamo affrontare un nuovo paziente, o si apre la porta del pronto soccorso e non sappiamo che cosa ci attenderà.

In questi due anni è capitato qualcosa di simile anche con la Formazione.

Già, la Formazione… una delle anime della SIMEU, e che rappresenta di per sè un concetto piuttosto ampio e variegato. Richiama naturalmente l’arte di “plasmare” la materia “informe” per donargli una struttura, ma questo non è il ruolo della nostra Formazione: questo compito spetta all’Università, ovviamente.

 

La nostra Formazione si occupa di qualcosa di differente, ed è qualcosa di meno definito e definibile, più impalpabile: riguarda le Competenze che ogni medico ed infermiere dell’emergenza-urgenza deve possedere e sviluppare. Rappresenta il complesso di elementi che dovremmo possedere per essere ciò che siamo.

In ultima analisi, dunque, riguarda la nostra Identità.

L’identità dei professionisti dell’emergenza-urgenza e del loro ruolo all’interno del Servizio Sanitario Nazionale, un ruolo che oggi sta vivendo una profonda crisi, e che è sminuito da proposte e soluzioni che non tengono in considerazione proprio quelle competenze.

 

Le nostre competenze.

Nessuno potrebbe pensare di affidare un servizio di cardiologia, o gli ambulatori di una chirurgia a non specialisti, a neolaureati, o a specialisti di altri reparti – eppure spesso ciò accade con il pronto soccorso, e vediamo ogni giorno proposte tra le più disparate che hanno la funzione dichiarata di “salvare” un servizio ma che in realtà lo affossano, privandolo appunto delle competenze che dovrebbe possedere.

Eppure, lo abbiamo provato durante la pandemia, soprattutto durante la prima ondata: abbiamo utilizzato le nostre competenze in ecografia clinica per fare diagnosi precoci e monitoraggio dei pazienti. Abbiamo usato le nostre competenze nella ventilazione e nell’uso delle cpap per ventilare un numero enorme di pazienti. Abbiamo dimostrato le nostre competenze nella sedazione procedurale per permettere di tollerare giorni e giorni di caschi o maschere. Abbiamo fatto valutazioni etiche, abbiamo gestito una situazione prossima alla medicina delle catastrofi, abbiamo organizzato, riorganizzato, adattato e modificato la nostra struttura, più e più volte, anche all’interno di una stessa settimana, rispondendo alla realtà che cambiava velocemente.

Abbiamo usato le nostre degenze, che non sempre vengono chiamate in modo adeguato o appropriato, e ci siamo fatti carico di un grandissimo numero di ricoveri. Abbiamo valutato EGA, posizionato vie arteriose, drenato pneumotorace, abbiamo comunicato con i familiari, gestito i flussi di pazienti che transitavano per le nostre strutture, rispondendo ad ogni singola nuova esigenza.

 

Abbiamo risposto a quanto accadeva, e abbiamo aiutato i nostri pazienti. 

E abbiamo fatto squadra, noi medici con i nostri preziosi infermieri, perché di squadra si tratta, e ognuno ha portato un contributo costruendo un piccolo pezzo di questa grande storia.

Tutto questo necessita di Competenze, e  non può né deve essere affidato ad altri specialisti: il nostro lavoro di professionisti dell’emergenza-urgenza non può essere assegnato a chi è istruito per svolgere altre tipologie di attività.

 

L’impegno di SIMEU sarà sempre rivolto a Formare i veri professionisti MEU attraverso lo sviluppo di una identità chiara, forte, comune,con l’intento di poter fare quadrato, tutti insieme sempre, e soprattutto nei momentI di grande difficoltà come quello attuale.

Perché se il pronto soccorso e la medicina d’Emergenza non troveranno una strada, ed un aiuto da parte delle Istituzioni, chi ci rimetterà saranno soltanto i cittadini.

E dopo tutta questa dedizione, ne siamo convinti, proprio non lo meritiamo.

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