Ecografia in urgenza e Sca: due incontri nel finesettimana, 19 e 20 aprile
di @SilviaAlparone
Due occasioni per incontrarsi, confrontarsi e aggiornarsi su temi cardine dell’emergenza urgenza in questo finesettimana. Si inizia oggi a Napoli, all’ospedale Monaldi con il convegno “Ecografia point-of-care in Emergenza-Urgenza, Verso un nuovo modello di gestione integrata del paziente critico”, organizzato, per la tappa napoletana, dall’Ospedale Evangelico Villa Betania in collaborazione con gli Ospedali dei Colli.
“Nel 1900 un articolo scientifico parlava del fonendoscopio come di uno strumento che avrebbe rivoluzionato la medicina nel ‘900. Oggi la vera innovazione è rappresentata dall’impiego della diagnostica ecografica, che dovrebbe avere lo stesso ruolo che ha avuto il fonendoscopio nel secolo scorso – afferma Rosario Zappalà, Direttore del Dipartimento di Medicina dell’Ospedale Evangelico Villa Betania – Ogni medico dovrebbe disporre di un v-scan, un piccolo ecografo portatile per effettuare una diagnosi rapida in situazioni di emergenza o urgenza. Ciò consentirebbe di salvare molte vite. La diagnostica ecografica nei reparti di emergenza e urgenza è la vera nuova rivoluzione del pronto soccorso”.
Sabato 20 aprile all’ospedale Gradenigo di Torino fa tappa il corso “Il medico d’urgenza nella sindrome coranarica acuta” rivolto a medici chirurghi dell’emergenza-urgenza, di anestesia e rianimazione, di cardiologia e medicina interna per la realizzazione e l’applicazione di protocolli diagnostico-terapeutici nella gestione della Sca, attualmente la patologia cardiovascolare a più alta mortalità. La giornata di Torino, come già quella di Napoli dello scorso marzo, è imperniata sulla centralità del ruolo del medico di emergenza nella gestione di questi casi clinici.
I problemi, in una situazione ancora molto frammentata sul territorio nazionale, risultano essere legati alla necessità dell’esistenza di una Rete Cuore, che in Campania ad esempio, luogo dell’ultimo appuntamento del corso, ancora non esiste, e all’integrazione fra le diverse figure professionali che partecipano al percorso clinico della Sca, che il corso in Campania ha contribuito a consolidare, soprattutto per quanto riguarda la cardiologia. In particolare, da quanto emerso nell discussione dell’appuntamento napoletano, la possibilità di intervenire con una trombolisi sul paziente ischemico sul posto – purtroppo intervento non sempre realizzabile – ha un impatto decisivo sull’esito delle cure, con conseguenze importanti, evidenziate dai dati presentati durante il corso.
aprile 21st, 2013 at 08:58
Come ben evidenziato nell’articolo, il trattamento della SCA deve iniziare sul territorio con un’adeguata pianificazione gestionale del percorso, modificato di volta in volta in base alle esigenze del paziente. Una totale presa in carico di questo tipo deve far parte integrante del comportamento del medico d’urgenza facendo leva sulla sua formazione globale. Infatti, soprattutto dove non esiste una strutturata rete dedicata, appare centrale la figura del medico d’urgenza. Punto critico del sistema è la collaborazione tra le diverse figure coinvolte nel processo (centrale operativa, UTIC etc.). Solo una totale condivisione del percorso e delle procedure da attuare nei diversi setting consente, alla fine, di salvare “muscolo”.