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Somministrazione farmaci nelle unità operative di pronto soccorso

di Giovanni Lo Baido


Mi chiamo Giovanni e sono un infermiere che lavora da circa due anni presso un’Azienda Sanitaria Palermitana. Vorrei porre un quesito ai colleghi che svolgono la propria attività lavorativa presso le U.O. di Pronto soccorso circa la somministrazione dei farmaci e in particolare in che modo poterla attuare in sicurezza.

Nella mia realtà lavorativa alla richiesta verbale da parte del medico di somministrare un farmaco segue l’atto della somministrazione dello stesso, senza poter verificare a priori la corretta prescrizione . Abbiamo solo la possibilità di accertarci della prescrizione terapeutica non a priori ma solo alla chiusura del verbale di referto, dove alla voce Terapia Praticata risulta quello che realmente dovrebbe corrispondere, ma non sempre purtroppo è così, alla richiesta verbale antecedente l’atto della somministrazione. Il quesito che mi pongo è: in che modo possiamo tutelarci e svolgere in sicurezza l’atto della somministrazione? Sappiamo che è compito dell’infermiere la somministrazione dei farmaci ai pazienti e affinché possa legalmente compiere questo atto, è necessaria la prescrizione medica.

Quest’ultima deve essere completa, e deve consentire al professionista di avere tutte le informazioni che gli permettono di mettere in atto correttamente questa fase del processo assistenziale:

paziente al quale somministrare il farmaco

tipo di farmaco

dosaggio

orario e tempi di somministrazione

via di somministrazione

forma farmaceutica (fiale, compresse,..)

data e firma del medico

Qualora la prescrizione si presenti incompleta o con informazioni che non possono essere interpretate in modo univoco, è compito dell’infermiere chiedere ulteriori delucidazioni al medico in modo da poter attuare in sicurezza la somministrazione.

L’atto della prescrizione è di competenza medica e quello della somministrazione è infermieristica: ogni professionista è responsabile degli errori legati al proprio ambito.

Per questo motivo rimuovere le comuni cause di errore è importante per il paziente e per entrambi i professionisti.

Nella mia realtà lavorativa al verificarsi di un evento avverso in seguito alla somministrazione di un farmaco, non potendo prendere visione a priori della prescrizione che dovrebbe essere firmata dal medico e successivamente dall’infermiere dopo l’atto della somministrazione, lo stesso medico, potrebbe negare di aver richiesto di somministrare quel farmaco, o di aver richiesto di somministrarne un altro o addirittura di non aver richiesto nulla, vista la possibilità di cambiare la terapia praticata a posteriori l’atto della somministrazione. Infatti, ripeto, solo e soltanto alla chiusura del verbale di referto abbiamo la possibilità di accertarci della prescrizione terapeutica praticata.

Chiedo a tutti i colleghi che svolgono attività nelle U.O. di pronto soccorso se è pratica comune la redazione di un unico foglio di terapia scritto dal medico e controfirmato dall’infermiere per la presa in carico della prescrizione in modo da co-responsabilizzare entrambi gli operatori e svolgere in sicurezza l’atto della somministrazione.

Mi piacerebbe sapere qual è la prassi utilizzata negli altri P.S. e se posso proporre delle azioni di miglioramento al fine di rendere più sicuro l’atto della somministrazione nella mia realtà lavorativa.

Grazie

One Response to “Somministrazione farmaci nelle unità operative di pronto soccorso”

  1. Fabio De Iaco Says:

    È un problema reale ed è correttissimo lanciare la discussione ma, come spesso accade, la soluzione non è affatto semplice.
    Da un punto di vista generale e formale è tutto vero: prescrizione competenza del medico, somministrazione dell’infermiere, doverosa la tracciabilità.
    Ma i problemi che sorgono sono diversi:
    1) È impossibile affrontare il problema se non in presenza di una gestione informatica: la letteratura (soprattutto americana) è piena di esempi di prescrizioni scritte “a mano” interpretabili erroneamente. Credo che ci siano anche begli esempi di cause legali per motivi di questo tipo.
    Ma in Italia, incredibilmente, ci sono ancora PS sprovvisti di supporto informatico…
    2) Qual è il nostro obiettivo? Se parliamo di aumentare la sicurezza del paziente sono d’accordo, ma non possiamo diventare “difensivisti”. La tracciabilità di un corretto percorso prescrizione – somministrazione è importantissima, ma come comportarsi con un paziente in codice rosso, quando gli ordini si succedono rapidamente ed almeno un medico e due infermieri rincorrono insieme la sopravvivenza di un paziente?

    Proprio in questi giorni abbiamo affrontato il problema con gli infermieri che lavorano con me: stiamo iniziando a utilizzare un sistema in cui prescrizione e somministrazione vengono formalizzati a livello informatico, attraverso password personali ed almeno due computer, uno per il medico ed uno per l’infermiere. Alla fine tutto sarà verificabile e tracciabile. Ma i presupposti inevitabili sono che il medico scriva la prescrizione e l’infermiere la controlli prima della somministrazione (senza considerare che questo sistema impone la presenza di almeno due computer per ogni sala visita).

    È sempre possibile nei nostri PS? Ma soprattutto proprio nei pazienti più critici, nei quali le prescrizioni sono più complesse e incalzanti, è sempre corretto o semplicemente possibile occuparsi in tempo reale anche della procedura informatica? Inevitabilmente il sistema non sarà applicato sempre. Ed è ovvio che compilare a posteriori una scheda informatica sarà comunque utile, ma non avrà nessuna influenza sulla sicurezza del sistema.
    Continuando a puntare la nostra attenzione sull’errore che il risk management definisce “di sistema” arriveremo anche ad introdurre il lettore ottico per il riconoscimento della singola fiala di farmaco: ben venga, se troveremo sistemi praticabili anche in Pronto Soccorso. Ma siamo sicuri che questa soluzione sia ciò di cui il Pronto Soccorso ha realmente necessità?

    Ancora una volta non possiamo non riconoscere l’assoluta peculiarità dell’ambiente della Medicina d’Emergenza Urgenza rispetto ad altri settings. Dobbiamo accettare che nel nostro lavoro c’è una quota di rischio imparagonabile rispetto ad altri. Molte soluzioni che si dimostrano applicabili nei reparti di degenza non lo sono nei nostri Pronto Soccorso.
    Credo che non ci possa essere sistema di controllo infallibile: continuo a pensare che il sistema di controllo del quale abbiamo la massima necessità sia rappresentato dal coltivare ed incrementare la nostra stessa consapevolezza, pur sapendo che sarà difficile (ma non impossibile, spero) farla passare come evidenza inoppugnabile nel corso di un ipotetico processo…
    Resto aperto a qualunque proposta possa migliorare il sistema, naturalmente.

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