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L’importanza dell’EMERGENCY MEDICINE DAY

Da alcuni anni il 27 maggio si celebra nel mondo la Giornata Internazionale della Medicina di Emergenza e Urgenza: l’EMDay– Emergency Medicine Day. L’iniziativa è nata grazie al lavoro della Società Europea in Medicina di Emergenza (EuSEM) nella data corrispondente alla sua stessa fondazione avvenuta il 27 maggio 1995. Ha un’ ideatrice italiana, la dott.ssa Roberta Petrino, attuale Consigliere Nazionale SIMEU che lo ha fortemente voluto nel periodo della sua Presidenza EuSEM.

Lo scopo principale dell’EMDay è promuovere conoscenza e cultura della disciplina sottolineando l’importanza di avere servizi di Emergenza e Urgenza competenti e ben organizzati, del loro utilizzo consapevole e del grande valore che essi hanno in sé in termini di riduzione della morbilità e mortalità in casi di situazioni sanitarie di emergenza.

Con l’emergenza Covid è risultato evidente quanto l’attività di pronto Soccorso abbia fatto da argine ad un fiume in piena, pur con le note e croniche difficoltà di personale e di struttura.

Abbiamo intervistato la dott.sa Petrino.

Per capire occorre conoscere. Questa la grande sfida dell’ EMDay: sensibilizzare opinione pubblica e decisori.

Come spiega alle persone che cos’è la Medicina di Emergenza-Urgenza?

E’ la disciplina specialistica che garantisce la prima valutazione, la stabilizzazione e la cura  nelle prime fasi di ogni patologia acuta o trauma, sia nella fase pre-ospedaliera che intraospedaliera. Si occupa anche di risposta alla maxiemergenza in collaborazione con molti altri attori, incluse le pandemie. Le strutture di lavoro sono i mezzi di soccorso pre-ospedaliero (ambulanze, auto-mediche, elicottero), i Pronto Soccorso con l’Osservazione Breve Intensiva (OBI) e le terapie Subintensive.

Perché secondo Lei è cosi poco “riconoscibile” rispetto le altre specialità della medicina?

E’ un problema culturale della popolazione, perchè fino a 20-30 anni fa a seconda delle diverse regioni, il Pronto Soccorso era un luogo in cui i pazienti in condizioni di acuzie venivano accettati e poi smistati ad altri specialisti, e solo i pazienti in pericolo di vita venivano valutati dall’anestesista. Da molti anni la Medicina di Emergenza e Urgenza si sta sviluppando come disciplina specifica – in tutto il mondo – con le proprie competenze che sono uniche e che hanno permesso, dove ben sviluppate, di ridurre la mortalità e la disabilità dei pazienti.

Si sottovaluta la forza e l’importanza di ciò che medici e infermieri del Pronto Soccorso fanno, nel primissimo luogo di accesso agli ospedali?

In molti casi sì perchè purtroppo è ancora vivo il concetto che al Pronto Soccorso “si passa” e non si viene curati. Invece da tempo ormai il Pronto Soccorso è il luogo in cui si viene valutati e immediatamente classificati per gravità o rischio di evoluzione sfavorevole, si viene trattati in urgenza, viene quasi sempre fatta una diagnosi precisa, spesso si dimettono i pazienti dopo un periodo di trattamento o osservazione in OBI . Grazie allo sviluppo delle OBI si sono negli anni ridotti moltissimo i ricoveri aumentando l’appropriatezza.

Perchè si sceglie di lavorare in Pronto Soccorso?

Normalmente per passione, chi sceglie l’Emergenza-Urgenza la ritiene la disciplina in assoluto più interessante. Si vedono pazienti e patologie di ogni tipo, quindi se l’attività di medico ti appassiona per davvero è questo il posto più adatto. E’ sfidante, toglie ripetizione e continuità della cura perchè i pazienti passano e rimangono poche ore, al massimo pochi giorni e non si sa mai di cosa avrà bisogno il prossimo paziente. E poi è un grandissimo lavoro di squadra!

 

Nella foto di Lella Beretta da sinistra Michela Ghisio (Infermiera di Emergenza-Urgenza), Roberta Petrino (Direttore Unità di Emergenza-Urgenza Ospedale S. Andrea di Vercelli), Roberta Marino (Medico di Emergenza-Urgenza), Patrizia Vacca (Infermiera di Emergenza-Urgenza).

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