Settimana nazionale Simeu del Pronto Soccorso, 13-21 maggio 2017: Il Sovraffollamento
mercoledì, maggio 10th, 2017di Maria Pia Ruggieri, Presidente nazionale Simeu
di Maria Pia Ruggieri, Presidente nazionale Simeu
“Tempo, appropriatezza e formazione” sono le parole chiave per Simeu per dare la migliore assistenza in PS al paziente emofilico su tutto il territorio nazionale: lo ha ribadito Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale della Società italiana della medicina di emergenza-urgenza a Roma durante la XIII Giornata mondiale dell’#emofilia, organizzata lunedì 10 aprile da Fedemo, federazione delle associazioni emofilici.
La giornata di quest’anno si è concentrata sulle cure in emergenza. Il paziente emofilico deve immediatamente ricevere l’infusione e successivamente le indagini diagnostiche, perché l’emofilia è una malattia tempo dipendente: prima si infonde il fattore, prima viene scongiurato qualsiasi esito che possa avere importanti o gravi ripercussioni sulla salute della persona. Inoltre, sono notevoli le difficoltà che un paziente emofilico si trova ad affrontare. Deve infatti dichiarare la propria patologia, essere cosciente e avere il farmaco con sé, perché a volte i Pronto Soccorso non hanno a disposizione il fattore di coagulazione.
“Ancora oggi la principale causa di morte negli emofilici è l’emorragia in urgenza (30% dei casi) – ha affermato Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeu – per questo motivo la nostra società scientifica è costantemente impegnata nella sensibilizzazione e formazione dei professionisti dell’emergenza-urgenza, medici ed infermieri, affinché il paziente emofilico soccorso in ambulanza e al pronto soccorso possa ricevere le cure migliori nel minor tempo possibile”.
“Abbiamo ideato questa Giornata – ha spiegato il Cristina Cassone, presidente FedEmo – perché sul territorio italiano non esiste un’organizzazione omogenea nella gestione del paziente emofilico. Il panorama delle Regioni all’avanguardia sul tema dell’accettazione Pronto Soccorso è decisamente vasto. Tra queste figura l’Emilia Romagna, dove i Pronto Soccorso sono inseriti nella rete delle Asl: il paziente emofilico è facilmente riconoscibile e viene immediatamente soccorso. Registriamo invece notevoli difficoltà in Sicilia, Campania, Molise e parte della Puglia, insomma, in gran parte delle Regioni del Sud, nelle quali non è presente un’organizzazione capillare, dove non esiste un centro d’eccellenza e dove a volte non si conosce il significato della parola ‘emofilico’ o non si hanno competenze specifiche sulle malattie rare. Ma si tratta delle stesse difficoltà che si trovano ad affrontare i pazienti emofilici di alcune regioni del Centro Nord come, ad esempio, la Lombardia”.
Alla giornata ha partecipato anche Paola Caporaletti, segretario nazionale Simeu, che ha portato l’esperienza della regione Puglia: “La nostra regione – ha affermato Caporaletti – ha aderito con etusiasmo già nel 2014 alla sperimentazione del progetto SaMeDa L.I.F.E.- Safety Medical Database-Local Informed For Emergency : il progetto prevedeva la condivisione di informazioni cliniche tra esperti dei Centri Emofilia e medici della emergenza-urgenza attraverso un braccialetto contenente un supporto informatico che alcuni emofilici disposti a collaborare avrebbero indossato. In emergenza infatti non sempre il paziente può dare indicazioni sulla propria malattia, in particolare in caso di situazioni molto critiche (si pensi ad esempio ad un trauma grave) proprio laddove l’intervento sanitario dovrebbe essere più rapido e preciso. Il braccialetto, arancione, ben identificabile con il simbolo di Asclepios o il logo SaMeDa LIFE avrebbe potuto fornire i dati sanitari utili e “salvavita”, dati clinici inseriti e controllati solo dal Centro Emofilia di riferimento, incluso il farmaco da somministrare, superando le difficoltà di comunicazione tra le varie strutture ed i confini territoriali”.
Fra i relatori anche Fabiola Arancio, medico Simeu di PS dell’ospedale Cannizzaro di Catania sull’esperienza delle’emergenza-urgenza della Sicilia.
Prima competizione amatoriale italiana di simulazione medica per specializzandi, Novara 7-8 aprile 2017
@SilviaAlparone
Dieci squadre di quattro partecipanti ciascuna (medici d’emergenza, anestesisti, chirurghi, geriatri, pediatri, ginecologi ecc.) si affronteranno nell’arco di due giornate gestendo diversi scenari clinici possibili, che rappresentano globalmente l’attività sanitaria di area critica.
E’ la Simcup Italia, giunta alla sua terza edizione, che si tiene a Novara venerdì 7 e sabato 8 aprile: organizzato dal Centro Simnova dell’Università del Piemonte Orientale, Centro interdipartimentale di didattica innovativa e di simulazione in medicina e professioni sanitarie, Simcup è un evento che utilizza la simulazione e l’elemento ludico della gara come strumenti per la formazione medica.
Durante la prima giornata di venerdì, ciascuna squadra dovrà portare a termine un circuito diviso in dieci tappe, ognuna delle quali è costituita da una stazione in cui si presenta un caso da soccorrere in ps, oppure in ambulanza, in casa, in ospedale: si può trattare di un caso rappresentato da un paziente adulto oppure un bambino, oppure ancora della comunicazione ai familiari del paziente del decesso del loro caro. Ogni tappa si deve concludere in dieci minuti. Al termine, la squadra viene valutata in base a un sistema validato dalla letteratura e poi segue l’analisi del caso. Dopodiché si passa alla stazione successiva, fino alla conclusione del circuito. Le simulazioni sono condotte su manichini di base e avanzati, modelli che riproducono parti anatomiche e simulatori di realtà virtuale, ma anche attori in carne e ossa.
La seconda giornata inizia con l’annuncio delle sei squadre che hanno passato la selezione del girono precedente e con la lectio magistralis di Loredana Bessone, astronauta dell’Esa, European Space Agency e responsabile per conto dell’Agenzia di uno specifico programma di formazione sul “Cave training”. Le squadre affronteranno tre scenari clinici diversi, questa volta però su un palco davanti al pubblico delle altre squadre, anche coloro che non hanno passato la selezione che faranno in questo caso da studenti-spettatori. E in pubblico si terrà anche la parte di debriefing sull’analisi del caso.
Al termine saranno premiate le tre squadre migliori, che rappresenteranno l’Italia ai Simwar 2017 organizzati dall’Eusem, European Society for emergency medicine, il cui presidente è l’italiana Roberta Petrino, presidente anche di Simeu Piemonte.
“Negli anni ci siamo resi conto – aggiunge Pier Luigi Ingrassia, direttore di Simnova – che i partecipanti iniziano ad allenarsi già nelle settimane precedenti la competizione, per arrivare preparati. E dal momento che scopo di Simcup è la formazione, la sua efficacia va ben oltre il limite delle due giornate della gara”.
Simcup ha il patrocinio, tra gli altri, anche di Simeu: la sezione Giovani della Società scientifica è responsabile dell’organizzazione e della gestione della simulazione relativa all’ecografia in urgenza.
Tutte le informazioni e il teaser dell’iniziativa sul sito Simcup.
La posizione di Simeu sui procedimenti disciplinari decisi dall’Ordine dei Medici
La Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza esprime rammarico e preoccupazione per i provvedimenti disciplinari dell’Ordine dei Medici di Bologna che hanno colpito i colleghi che hanno avallato o elaborato protocolli sanitari in merito alle funzioni e al ruolo degli infermieri dell’emergenza territoriale, agendo nell’interesse dei pazienti e della funzionalità del Ssn.
Sul merito si ricorda che: “In linea con le linee guida internazionali sulla gestione dell’arresto cardiaco e dell’infarto del miocardio, pubblicate nel mese di ottobre 2015 – ribadisce Maria Pia Ruggieri, presidente nazionale Simeu – che raccomandano sempre più un’alleanza tra i sistemi di emergenza territoriale la popolazione generale e una forte integrazione di competenze tra operatori sanitari centrata sul paziente e sulla qualità dell’intervento, Simeu ed Irc hanno elaborato insieme un Policy Statement sul ‘Trattamento farmacologico da parte degli infermieri nell’emergenza territoriale’ nel novembre 2015. Nel documento si sottolinea in particolare che è dimostrato ormai da anni che per aumentare la sopravvivenza dei pazienti affetti da un gruppo ben definito di patologie acute e gravissime è necessario il trattamento precoce sul territorio da parte di personale specificatamente formato e che opera, sotto il coordinamento delle centrali operative, sulla base di algoritmi basati sull’evidenza e condivisi internazionalmente. In Italia esistono numerose e collaudate esperienze che riguardano la gestione precoce sul territorio delle patologie tempo-dipendenti anche da parte di personale infermieristico addestrato e competente. Grazie all’integrazione tecnologica delle centrali operative 118, alle procedure standardizzate e al trattamento farmacologico precoce sul territorio da parte del personale infermieristico autorizzato è stato possibile salvare molte vite. Ci stanno a cuore principalmente la salute e la sicurezza dei cittadini; per questo supportiamo l’approccio multiprofessionale alle emergenze attraverso procedure standardizzate basate sull’evidenza e percorsi di formazione certificata condivisi con la comunità scientifica internazionale”.
@SilviaAlparone
E’ uscito il nuovo numero di The Italian Journal of Emergency Medicine, la rivista scientifica di Simeu. Molte le novità del primo numero del 2017, a partire dalla conquista dell’Issn: da quest’anno infatti la rivista possiede un suo codice identificativo, il numero internazionale che identifica le pubblicazioni in serie. L’International standard serial number consente a studenti, ricercatori, specialisti e bibliotecari di riferirsi in maniera precisa a una determinata pubblicazione periodica. Il prossimo passo sarà l’ottenimento del Doi, Digital object identifier, che permetterà, più nello specifico, l’identificazione di ogni articolo pubblicato on line sul sito della rivista, utile per la citazione bibliografica dei singoli contributi.
Le principali novità nell’editoriale del direttore scientifico. Giuliano Bertazzoni.
@SilviaAlparone
la Federazione degli Ordini dei Medici della Puglia ha recentemente promosso un incontro aperto alla stampa per discutere dell’aumento preoccupante dei casi di aggressioni a danno di personale sanitario, medici e infermieri, che lavorano per il Servizio sanitario nazionale. Dopo il caso della Sicilia, già denunciato anche da Simeu lo scorso gennaio, ora è la Puglia che lancia l’allarme su una situazione generalizzata per il territorio della regione.
In particolare l’Omceo pugliese ha sottolineato la preoccupante situazione legata alla mancata sicurezza delle sedi di guardia medica e dei presidi dell’emergenza ospedaliera. “Continuano a ripetersi – denuncia la Federazione degli ordini della Puglia – gli episodi di violenza che coinvolgono medici della continuità assistenziale o del pronto soccorso. Ultime aggressioni in ordine di tempo, quella di Ascoli Satriano del 30 gennaio scorso e quella di Statte di qualche giorno fa”. E i dati pugliesi confermano che sono i medici donne le principali vittime di questa “mattanza”.
Per il mondo del pronto soccorso era presente Paola Caporaletti, Segretario nazionale Simeu, che ha affermato: “I professionistei dell’emergenza sono fra i più colpiti da questi episodi di violenza. Si tratta di un probelma sottostimato perché non denunciamo le aggressioni, a partire da quelle verbali, che sono diventate progressivamente nel tempo quotidiane manifestazioni della dinamica con i pazienti, in una situazione in costante peggioramento. E non si può parlare sempre di situazioni limite perché particolarmente critiche per le condizioni del paziente: dal primo gennaio ci sono state due aggressioni a due équipe del 118: in entrambi i casi non si trattava di situazioni di particolare gravità, tale da spiegare un particolare stress emotivo dei protagonisti, ma di casi clinicamente non allarmanti, il che racconta bene il livello di conflittualità ormai raggiunto. La situazione è particolarmente esposiva nei pronto soccorso Negli ultimi due mesi del 2016 sono state cinque le aggressioni a Foggia in ps. E altri episodi si sono ripetutti in altre province della Puglia, anche in sedi considerate tranquille”. Paola Caporaletti ha anche ricordato l’impegno di Simeu per l’annuale manifestazione della “Settimana del Pronto Soccorso” in collaborazione con Cittadinazattiva, che ha proprio lo scopo di avvicinare il mondo dell’emergenza sanitaria alla cittadinanza, spiegandone dinamiche e problemi, alla ricerca di un’alleanza che contrasti la conflittualità dilagante.
Del probelma, sollevato dall’Omceo Puglia ha parlato anche il Tg regionale.
L’Italian Journal of Emergency Medicine è il giornale ufficiale della Società Italiana di Medicina d’Emergenza-Urgenza e si propone, nella sua rinnovata veste on line, di pubblicare lavori scientifici rilevanti nell’ambito della Medicina d’Emergenza e Urgenza.
È stato intrapreso un percorso che punta a costruire una solida posizione della rivista all’interno del panorama della letteratura medico-scientifica internazionale, in primo luogo perseguendo la sua indicizzazione nei principali database bibliografici internazionali. L’intenzione di pubblicare solo lavori scientifici in inglese è funzionale a questa volontà di raggiungere un’audience veramente globale.
La rivista è aperta alla pubblicazione di lavori scientifici riguardanti tutti gli ambiti dell’Emergenza-Urgenza, tra cui l’emergenza pre-ospedaliera, il nursing d’emergenza, la tossicologia, il miglioramento dell’organizzazione dei Dipartimenti di Emergenza, la protezione dei pazienti fragili. È prevista la pubblicazione sia di lavori scientifici originali che di articoli di approfondimento e revisione.
Pubblicare sull’Italian Journal of Emergency Medicine garantirà agli Autori:
Per sottoporre proposte di collaborazione si può scrivere a itjem@simeu.it.
di Vito Procacci, presidente Simeu Puglia
I Medici e gli Infermieri appartenenti alla Sezione Pugliese della Società Italiana di Medicina di Emergenza – Urgenza (SIMEU) esprimono tutta la propria solidarietà e vicinanza ai Colleghi Operatori e Responsabili del Pronto Soccorso di Nola, rimanendo amareggiati ed increduli davanti a provvedimenti che puniscono assurdamente Chi, pur in condizioni operative impossibili, ha avuto il coraggio di curare comunque i pazienti, senza riserve, onorando la propria missione e la propria professione.
La situazione attuale, nella sua drammaticità, non è altro che l’esasperazione di una situazione persistente di insostenibile carico assistenziale da parte dei servizi di Emergenza – Urgenza che la SIMEU nazionale denuncia da tempo e che in alcune Regioni, come la Campania, sconta i disastrosi effetti di un persistente piano di rientro dal deficit economico, con conseguente blocco di assunzioni e di acquisizione di beni e servizi.
Se Coloro che curano i pazienti, nonostante tutto, sono considerati degni di essere licenziati, allora riteniamo che tutti i Medici di Emergenza Italiani dovrebbero essere passibili di licenziamento.
Clemente Giuffrida, presidente Simeu Sicilia: “La sicurezza degli operatori di ps deve essere inserita fra gli obiettivi dei Direttori generali”
C’è una allarmante escalation di violenza nelle strutture di emergenza sanitaria della regione: negli ultimi quattro mesi sono stati sei i casi di aggressione a danno di medici e infermieri nel solo pronto soccorso dell’Azienda ospedaliero-universitaria Vittorio Emanuele di Catania, come la cronaca locale ha riportato. L’ultimo caso è del primo giorno del 2017.
Il personale dell’emergenza 24 ore su 24 e per 365 giorni all’anno accoglie, pur nella nota carenza di risorse di una sanità pubblica in cronica difficoltà, la richiesta di salute della popolazione, spesso di particolare gravità e quindi con una componente importante di stress emotivo nei pazienti, in aggiunta alla necessità strettamente clinica. Questa è la condizione di emergenza quotidiana, per la quale medici e infermieri di pronto soccorso sono formati e su cui costruiscono buona parte della propria identità professionale, confermandosi come primo punto di riferimento del servizio sanitario nazionale per la popolazione. E proprio per questo la violenza verso gli operatori è particolarmente odiosa.
È inaccettabile che la sicurezza di questi professionisti non sia fra gli obiettivi che la politica assegna ai Direttori generali delle aziende ospedaliere. Spesso nei nostri pronto soccorso manca la necessaria vigilanza e gli operatori sono esposti a qualsiasi tipo di reazione dell’utenza, affidati unicamente al senso civico, umanità e sensibilità del singolo. Una situazione di abbandono che ormai troppo frequentemente produce una incontrollata serie di atti illeciti contro la sicurezza di medici e infermieri di pronto soccorso, che, ormai abituati a ciò che dovrebbe essere inaccettabile, hanno sviluppato una rassegnazione al fenomeno che spesso impedisce di arrivare alla denuncia dell’aggressione. Si tratta quindi di un fenomeno che, a oggi, non è neppure quantificabile con precisione e perciò ancora più preoccupante, contro il quale il personale dell’emergenza non ha alcuna possibilità di difesa.
@SilviaAlparone
I traumi causati da botti di capodanno e l’influenza stagionale sono al centro di due recenti interventi di Maria Pia Ruggieri, Presidente nazionale Simeu, sui mezzi di informazione.
Nella puntata di venerdì 30 dicembre di UnoMattina condotta fa Francesca Fialdini e Franco Di Mare, Maria Pia Ruggieri è stata intervistata (dal minuto 00.43.00) sui pericoli per la salute dei fuochi d’artificio dell’ultimo dell’anno, vietati in molte città. Cosa fare in caso di ferita, quali azioni intraprendere in attesa dei soccorsi.
L’agenzia di Stampa nazionale Ansa ha invece chiesto e rilanciato un commento della presidente della Società italiana di Medicina di emergenza urgenza sull’anticipato e improvviso picco dell’influenza stagionale, che ha causato negli ultimi giorni un iperafflusso di pazienti nei pronto soccorso italiani, già in strutturale difficoltà, come più volte denunciato dalla Società scientifica. Il lancio Ansa è stato ripreso da moltissimi siti e canali di informazione nazionali e locali.