IL BLOG DI SIMEU

 

Settimana nazionale Simeu del #PS: i dati e lo spirito dell’iniziativa

Medici e infermieri, istituzioni, associazioni e cittadini insieme per capire come funziona l’emergenza sanitaria e come farla funzionare meglio

Incontri e dimostrazioni pratiche in luoghi pubblici di molte città italiane

 

@SilviaAlparone

ROMA 18 GIUGNO 2014 – Ogni anno circa un terzo degli italiani si rivolge a un Pronto soccorso: circa 24 milioni in tutto. Sul totale i codici rossi sono l’1% del totale degli accessi, i gialli il 18%, i verdi il 66% e i bianchi, i meno gravi, il 14%. Fra tutti i casi, solo il 15% viene ricoverato: circa l’84% viene curato e dimesso senza più bisogno di ricovero, perché il personale oggi è specializzato oltre che nell’emergenza anche nella definizione dei percorsi di cura per i pazienti non critici. Perché sono molto cambiate sia la professionalità dei medici dell’emergenza che l’organizzazione sanitaria delle cure.

È la fotografia scattata da Simeu, Società italiana di medicina dell’emergenza-urgenza, che ha promosso la Settimana nazionale di Pronto soccorso per far dialogare professionisti della sanità e cittadini in una occasione diversa dal momento di crisi in cui ci si rivolge all’emergenza, per spiegare in cosa consiste oggi e come è cambiata negli anni l’attività sanitaria di pronto soccorso, perché si aspetta, cos’è il triage, quale medico e quale infermiere si trovano oggi nei reparti di emergenza-urgenza. E per ascoltare le esigenze delle associazioni e della popolazione.

Per tutta la settimana fra lunedì 16 e domenica 22 giugno, in molte città italiane sono previsti incontri, dimostrazioni in piazza, spettacoli teatrali e convegni aperti alla cittadinanza sui temi dell’emergenza, con un fitto calendario di appuntamenti, organizzati in collaborazione con le istituzioni, gli enti locali e con varie componenti del mondo del volontariato.

I casi socio-sanitari. Tutti i giorni, nei pronto soccorso italiani si presentano problemi di salute gravissimi e meno gravi, che spesso, nel 25% dei casi, sono problemi anche sociali oltre che sanitari: violenze di genere, anziani con malattie complicate dall’età, tossicodipendenti, persone senza fissa dimora, incidenti domestici, incidenti stradali, incidenti sul lavoro.

Sono ambiti che richiedono un lavoro di collaborazione stretta fra il personale sanitario, le forze dell’ordine, i servizi sociali e le associazioni di volontariato e raccontano una realtà in cui il Pronto soccorso è diventato il centro di una rete di assistenza alla popolazione non più esclusivamente sanitaria, a cui il personale dell’emergenza cerca di far fronte.

In un contesto in cui l’organizzazione sanitaria sta cambiando – afferma Gian Alfonso Cibinel, presidente nazionale Simeu – in funzione di una minore disponibilità di risorse economiche e di una una crescente richiesta di cure dalla parte della popolazione, il sistema dell’emergenza rischia di vedere esplodere i propri problemi legati al sovraffollamento, alle attese per i ricoveri e alla limitata disponibilità di personale formato e motivato, fenomeni che possono avere pesanti conseguenze: pericolo per la salute dei cittadini, deterioramento della qualità dei servizi erogati e peggioramento delle condizioni di lavoro degli operatori, che a volte diventano insostenibili. La Settimana del Pronto soccorso ha lo scopo di spiegare alla popolazione quale lavoro quotidianamente svolgono gli operatori dell’emergenza sanitaria, aprendo un canale di dialogo fra chi cura e chi viene curato, lontano dai momenti di sofferenza e di tensione, per cercare di costruire insieme un sistema sanitario migliore, in collaborazione con le istituzioni”.

Siamo lieti di avviare la collaborazione con Simeu – ha dichiarato Giulia Mannella, Area Salute e progetti del Tribunale dei diritti del malato/Cittadinanzattivaper difendere e valorizzare i servizi dei emergenza-urgenza, anche in relazione ai casi di fragilità sociale che sempre più si rivolgono ai pronto soccorso. E’ necessario promuovere una rete sempre più stretta fra pronto soccorso, 118 e servizi del territorio e d’altro canto favorire l’uniformazione di procedure aziendali e regionali, a cominciare proprio da quelle relative al triage”.

Gli incidenti e le violenze. Quali casi arrivano in pronto soccorso? Una delle voci più importanti fra i motivi per cui i pazienti si rivolgono al Pronto soccorso è il trauma, in seguito a incidente o violenza.

Circa il 30% degli accessi in pronto soccorso si deve a incidenti o violenze, per un totale di oltre 7 milioni di casi ogni anno, di cui il 31% sono incidenti domestici, il 13,8% incidenti stradali, il 7% incidenti sul lavoro, il 3,8% incidenti sportivi e l’1,6% incidenti scolastici.

In queste voci si celano però problemi sociali ad altissimo impatto, come le violenze di genere, spesso denunciate come incidenti domestici, cadute o inciampi, e su cui non esiste pertanto un dato preciso di rilevazione del fenomeno. Si stima che a ogni accesso per trauma che si rivela essere un caso di violenza di genere ne corrispondano tre di violenza non dicharata. Studi in corso su iniziativa Simeu puntano proprio a far emergere il dato del sommerso nel totale degli accessi di pronto soccorso, in particolare fra quelli relativi ai traumi accidentali e agli incidenti domestici, partendo dall’evidenza che molti dei casi sospetti sono donne che si presentano al pronto soccorso in maniera ripetuta.

(dati 2011 Simeu rielaborati da fonte Nsis-Emur – Nuovo sistema informativo sanitario per il monitoraggio dell’assistenza in emergenza-urgenza del Ministero della Salute e Siniaca, Sicurezza in ambiente domestico – Istituto superiore di Sanità. A confronto con la situazione generale nazionale ed europea grazie ai dati Istat ed Eurostat).

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