Arresto cardiaco nei luoghi pubblici. L'importanza della diffusione in ambito extra-ospedaliero dei defibrillatori semiautomatici e della formazione dei laici da parte dei professionisti
Il caso di Piermario Morosini, il calciatore del Livorno morto per arresto cardiaco durante un incontro con il Pescara, riporta all'attenzione pubblica la necessità dell'uso dei defibrillatori in ambiente extra-ospedaliero.
In Italia l'arresto cardiaco al di fuori di una struttura sanitaria è responsabile del 60-70% di tutte le cause di morte cardiovascolare, e ogni anno i decessi per arresto cardiaco improvviso sono circa 73.000, con un ritmo di 200 vittime al giorno, una ogni 7,2 minuti (fonte ISS 08/2010).
Tutti possiamo contribuire a migliorare la sopravvivenza di una persona vittima di arresto cardiaco. La rianimazione cardio-polmonare eseguita da testimoni dell’arresto può raddoppiare le possibilità di sopravvivenza del paziente.
Per questo la nostra Società scientifica da anni ormai collabora con l'American Heart Association (AHA), la più importante società scientifica mondiale di ricerca, di diffusione e di didattica sulla prevenzione e il trattamento delle emergenze cardiovascolari. In virtù di tale collaborazione, che si concretizza nell'International Training Center AHA-SIMEU, la Simeu è impegnata a diffondere, più capillarmente possibile, i corsi Heartsaver AED AHA con certificazione internazionale, cioè addestramento alle manovre di rianimazione su adulto, bambino e infante e all'uso del defibrillatore semiautomatico AED (Automatic External Defibrillator), un apparecchio tecnologicamente sofisticato, ma semplicissimo e sicuro da usare, in grado di riconoscere la fibrillazione ventricolare e guidare il soccorritore ad erogare lo shock elettrico controllato che può interromperla. La tempestiva rianimazione cardio-polmonare e la defibrillazione con AED da parte di un testimone, immediatamente dopo l'evento e in attesa che arrivino i soccorsi, incide significativamente sui dati relativi alla sopravvivenza dei pazienti.
In Italia il Decreto del Ministero della Salute del 18 marzo 2011 promuove la pervasiva diffusione degli AED in specifici luoghi e strutture (auditorium, cinema, teatri, parchi divertimento, discoteche, sale gioco e strutture ricreative, stadi, centri sportivi, scali per mezzi di trasporto aerei, ferroviari e marittimi, strutture industriali, centri commerciali, ipermercati, grandi magazzini, alberghi, ristoranti, stabilimenti balneari e stazioni sciistiche, istituti penitenziari, istituti penali per i minori, centri di permanenza temporanea e assistenza, strutture di enti pubblici - scuole, università, uffici, farmacie, postazioni estemporanee per manifestazioni o eventi artistici, sportivi, civili, religiosi).
L'attuazione pratica della normativa però è stata delegata alle singole Regioni e la diffusione è ancora troppo a macchia di leopardo.
Negli Stati Uniti e in molti Paesi europei, gli AED ormai si trovano ovunque: negli aeroporti, nelle stazioni ferroviarie o della metropolitane, nei grandi magazzini. In Francia di possono trovare gli AED posizionati in strada vicino ai bancomat, in Germania in ogni ufficio pubblico, in Olanda perfino nelle chiese. Dobbiamo arrivare a questo risultato anche in Italia per poter intervenire con la massima rapidità e ridurre efficacemente la mortalità in caso di arresto cardiaco nei luoghi pubblici.
Giorgio Carbone
Presidente nazionale SIMEU – Società Italiana Medicina di Emergenza-Urgenza
Patrizia Vitolo
Responsabile International Training Center AHA-SIMEU
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