LETTERA APERTA AL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA ED AL MINISTRO DELLA SALUTE

Ill.mo Signor Presidente della Repubblica, Chiar.mo Prof. Sergio Mattarella
Ill.mo Signor Ministro della Salute, On. Dott. Roberto Speranza
 
 
Torino, 13 maggio 2021
 
OGGETTO: nessun rappresentante dell’Emergenza-Urgenza è stato giudicato meritevole di essere nominato Cavaliere dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana
 
La recente assegnazione dei Cavalierati dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana agli operatori della Sanità che si sono distinti per meriti morali e professionali nel corso della pandemia da SarsCov-2, se da un lato è stato un momento di riconoscimento e di orgoglio per la professione medica e infermieristica, dall’altro, come specialisti della Emergenza-Urgenza, ci ha lasciato profondamente amareggiati.
 
L’elenco di stimati colleghi e professionisti insigniti del pregiato e meritato titolo NON comprende infatti la presenza di alcun operatore di Pronto Soccorso, Medicina d’Urgenza o Emergenza Territoriale, nonostante fossero sotto gli occhi di tutti le immagini delle barelle stipate nei Pronto Soccorso, delle ambulanze in coda per ore in attesa, dei malati trattati direttamente in ambulanza. Il numero dei pazienti accolti, curati e gestiti, con il relativo peso che le unità operative hanno dovuto sopportare a “protezione” di TUTTA la struttura ospedaliera, se non addirittura dell’intero Sistema Sanitario, esprime l’immane sforzo, umano e professionale, di tutti gli operatori dei Pronto Soccorso, la vera prima linea nella lotta contro la pandemia, sopperendo alle evidenti e riconosciute carenze della Medicina del Territorio ed alle mancanze di posti letto nei reparti.
 
La narrazione mediatica nell’ultimo anno si è finalmente accorta dell’esistenza della Medicina di Emergenza-Urgenza, specialità poco riconosciuta nonostante la sua importanza, certamente in misura inferiore alla maggiore esposizione riservata ad altre competenze come le Terapie Intensive, le Direzioni Mediche e i reparti di Malattie Infettive e Pneumologia.
 
Accanto a ciò, è davvero triste constatare ancora una volta - soprattutto in occasione di simbolici riconoscimenti - che il lavoro di medici, infermieri e operatori sanitari del Pronto Soccorso e più in generale dell’Emergenza - Urgenza passi inosservato. Silenziosi ed affidabili, ispirati e guidati dal senso di responsabilità professionale, i sanitari MEU hanno affrontato il nuovo sconosciuto nemico con la medesima forza e convinzione che caratterizza da sempre il loro quotidiano. Poco esposti ai riflettori hanno affrontato la pandemia con caparbietà, abnegazione e senso di responsabilità nonostante gli anni di cronica penuria di risorse che questi servizi essenziali hanno subito.
Già prima della pandemia i servizi di Emergenza-Urgenza versavano in condizioni di grave carenza di organico, disinvestimento tecnologico e strutturale, tra l’altro molto spesso evidenziati nel passato da questa Società Scientifica.
Per tali ragioni ci permettiamo di far sentire la nostra voce e di segnalarVi che i Dipartimenti di Emergenza ed i Pronto Soccorso, spesso collegati ai reparti di Medicina d’Urgenza ed al sistema di Emergenza Territoriale, hanno preso in carico il 100% dei pazienti affetti da COVID-19 che hanno necessitato di ospedalizzazione, oltre alla valutazione, osservazione e trattamento in acuto di molti pazienti poi dimessi e gestiti a domicilio.
 
Questa presa in carico non ha riguardato solo il momento dell’accettazione e stabilizzazione del paziente critico, come erroneamente si tende a pensare, ma troppo spesso si è estesa a vere e proprie degenze semintensive con trattamenti regolarmente eseguiti, anche se allestiti in stanze e corridoi sovraffollati o in strutture architettonicamente non adatte, con la necessità di gestire doppi percorsi (sporco/pulito) e riorganizzare lo scarso personale.
 
I Pronto Soccorso sono e sono stati luoghi di accoglienza, degenza e cura in supporto a quanto non gestito nell’extra ed intraospedaliero a causa della cronica carenza di posti letto nei reparti specialistici, con il dato delle nostre osservazioni da cui risulta che il 70% dei pazienti ha subito un prolungamento del percorso prima di poter accedere al ricovero.
 
I Pronto Soccorso, l’Emergenza Territoriale e la Medicina d’Urgenza sono da oltre un anno i reparti più duramente colpiti dalla crisi sanitaria, non solo per numeri o per carico di lavoro, ma anche per il continuo mutamento infrastrutturale, procedurale e di percorsi interni a cui sono costretti. Sono sorte esigenze diverse all’interno degli ospedali e gli operatori dell’Emergenza sono riusciti a tenere il ritmo rimanendo a presidiare con tutte le loro competenze gli avamposti di quella che è stata definita, a torto o a ragione, una vera e propria guerra.
 
Nei nostri reparti, soprattutto dopo la prima ondata, hanno trovato accoglienza e cura ANCHE i pazienti con patologie urgenti DIVERSE dal COVID-19, utenti con patologie croniche, persone sole e con difficoltà di gestione domiciliare, aggravate o rese impossibili dalla necessità di garantire l’isolamento.
Tutto questo, ossia la sommatoria di più problemi, è stato affrontato con le stesse scarse risorse precedenti la pandemia.
 
La porta dell’ospedale non si è mai chiusa.
Nessun paziente è stato abbandonato, indipendentemente dalla gravità della sua malattia, grazie al costante lavoro di donne e uomini che si sono prodigati a coprire i turni, nonostante tutte le difficoltà di numeriche di organico, garantendo assistenza per le reti delle patologie tempo-dipendenti, anche nelle unità più piccole e nelle zone più remote.
 
Vogliamo sottolineare anche l’azione di accoglimento per le criticità sociali rivolto anche alle tante persone prive di sostegno economico, l’impegno nel contrastare le forme di violenza domestica e di genere ed oggi anche l'azione di filtro per mantenere le corsie dei reparti ospedalieri prive di malati Covid-positivi.
 
In questa quotidianità è confermato il rispetto dei principi fondanti le professioni sanitarie e del dettato imprescindibile della nostra Costituzione che ci dichiara tutti uguali nel diritto alle cure.
 
Se vale la metafora della guerra, la Medicina di Emergenza-Urgenza è una scelta di vita “in trincea”, di oggettiva generosità, spesso sacrificio, per il bene dei pazienti e in difesa dei dipartimenti interni agli ospedali.
 
Come Società Scientifica che rappresenta medici ed infermieri che vivono la loro professione nei Pronto Soccorso e nei Dipartimenti d’Emergenza d’Italia con un incontestabile senso del dovere, chiediamo la Vs attenzione.
 
Chiediamo di essere visti.
Chiediamo di essere rispettati.
Chiediamo che anche nelle sedi istituzionali si comprenda e valorizzi finalmente l’importanza del nostro insostituibile ruolo e soprattutto delle nostre reali competenze.
Chiediamo riconoscimento, non per difendere o cavalcare posizioni corporative ma per poter infondere e comunicare un messaggio di gratitudine e di speranza alle migliaia di medici, infermieri e operatori che a diverso titolo lavorano nella nostra specialità o si stanno formando per farlo e che vorrebbero sentire vicino il Paese al quale hanno offerto qualcosa di più che semplici ore di lavoro.
Per le loro famiglie, che inevitabilmente sono state coinvolte, per i tanti nostri colleghi che in questa pandemia hanno perso la vita.
 
Il nostro alzare la voce non è una pretesa di essere premiati, ma è una pretesa di essere ascoltati con equità e simmetria rispetto agli altri ambienti sanitari ed alle altre specialità della Medicina coinvolte nella gestione del Covid-19.
Oltre ogni personalismo, sarebbe apprezzato anche un esplicito riconoscimento alla SIMEU, la Società Scientifica che ci rappresenta tutti, un gesto di gratitudine e testimonianza delle Istituzioni diretto verso tutto il mondo della Medicina d’Emergenza e Urgenza.
 
Non per noi scriventi, ma per le future generazioni di medici, infermieri, operatori sanitari a sostegno del loro entusiasmo per quella che qualcuno ha definito la professione più difficile e più bella del mondo.
Senza di loro i Pronto Soccorso non potranno più esserci.
 
Con osservanza e cordialità
 
Dott. Salvatore Manca – Presidente Nazionale SIMEU
 
Promotori dell'iniziativa, per i Consigli Direttivi Regionali della Società Italiana di Medicina d’Emergenza Urgenza - SIMEU
Dott. Biagio Epifani _ Presidente regionale SIMEU Veneto, Trento e Bolzano
Dott. Lorenzo Iogna Prat _ Presidente regionale SIMEU Friuli – Venezia Giulia
 
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