RIFLESSIONI DA FASE 2

L’emergenza Covid-19 ci ha impartito una grandissima lezione.
La pandemia oltre ad aver dimostrato che salute pubblica ed economia sono tra loro strettamente legate, ha fatto emergere in maniera palese e spesso anche amplificata, tutte le debolezze e le molte criticità del Sistema Sanitario che gli allarmi provenienti dalla comunità medico-scientifica avevano precedentemente sottolineato e che finalmente sono state recepite (ed in parte anche ammesse) dalla classe politica.
Seppur nella sua imperfezione, il nostro SSN ha comunque ancora una volta dimostrato tutto il suo valore, in termini di qualità del personale impiegato, con la sua formazione, la dedizione, lo spirito di squadra oltre che per l’universalità di accesso alle cure, di tutela di diritto alla salute e rispetto del malato. Valori questi di cui dobbiamo sicuramente andare tutti molto fieri.
 
Ma ora da dove dobbiamo ripartire?
Un primo utile passo è stato l’emanazione del DL n° 34 del 19/05/2020 che contiene, nel capitolo relativo agli interventi a favore della Sanità, la disposizione di finanziamenti finalizzati all’adeguamento strutturale delle Unità Operative di Emergenza-Urgenza e alla creazione di ulteriori posti letto di terapia intensiva e sub-intensiva.
 
Auspichiamo che le Regioni e tutti gli apparati istituzionali preposti siano velocemente proattivi nella fase di legiferazione e operatività per intervenire, con giusta progettualità e tempistica, a risanare il vergognoso stato di abbandono in cui versa l’edilizia sanitaria in molte aree del nostro Paese. In particolare mi riferisco alle strutture dedicate alla Medicina dell’Emergenza-Urgenza, i Pronto Soccorso Medicine d’Urgenza e le postazioni 118.
 
L’invisibile virus che ha sconvolto l’economia planetaria a livello locale ha reso drammaticamente visibili sia l’inadeguatezza strutturale che le carenze di dotazione organica delle nostre Unità Operative, certamente non predisposte a rispondere alle esigenze e/o a contrastare i rischi della contemporaneità e soprattutto non proprio corrispondenti ad una visione innovativa della Medicina di Emergenza-Urgenza.
 
Nei Pronto Soccorso Medicine d’Urgenza, alle carenze strutturali si sommano poi quelle croniche e spesso gravissime del deficit di personale, difficile da fronteggiare, nonostante le numerose soluzioni prospettate. E su questo punto è davvero importante intervenire.
 
Secondo il mio parere, credo occorra “rendere giustizia” a questa splendida specialità con una modalità nuova di narrazione ripensata a favore dei giovani neolaureati e le nuove generazioni di studenti, specie quelli degli ultimi anni del corso di laurea in Medicina.
 
Abbiamo il dovere di trasmettere ai neo-specialisti il senso di ricchezza che ci deriva da un quotidiano mai pianificato e l’entusiasmante soddisfazione che si prova nello svolgere una professione sicuramente speciale, mettendo a disposizione degli stessi strutture adeguate e dotazioni all’avanguardia, giustamente proporzionate alle aspettative di una disciplina che vuole e deve guardare avanti in funzione delle sfide della complessità del mondo attuale e futuro.
 
E non ultimo è il tema del riconoscimento delle nostre competenze, della nostra identità.
Siamo professionisti trasversalmente capaci che approcciano a largo raggio molte specialità.
 
Non possiamo davvero più permetterci di essere percepiti come quegli operatori sanitari che in maniera ripetitiva e confusa hanno svolto per anni il loro lavoro nelle stesse affollate, a volte poco ospitali e decadenti strutture, in spazi spesso organizzati rispetto esigenze superate dove - di fatto e nonostante tutto - si è riusciti a gestire la recente crisi sanitaria con la determinazione di non tralasciare di occuparsi anche di tutto il non Covid.
 
Credo si possa affermare senza presunzione che i professionisti dell’Emergenza-Urgenza abbiano fatto la differenza nella pronta reazione nell’applicare soluzioni di differenziazione dei percorsi in strutture certo non pensate per essere flessibili, organizzando e ri-organizzando lo scarso personale a disposizione nella gestione differenziata dei pazienti con lo scopo di dare continuità a tutte le cure e limitare la diffusione dell’epidemia.
 
Anche durante la faticosa fase 1 si sono utilizzate tutte le competenze eseguendo in tempi rapidissimi una diagnostica precoce, un supporto al monitoraggio, nella ventilazione, nella sedazione, nell’individuare una terapia adeguata alla tipologia di evento, alla gestione del rapporto con i parenti del paziente e tanto altro.
 
Abbiamo già ribadito di come forte sia il nostro desiderio di superare la retorica degli eroi a favore del riconoscimento delle nostre qualità professionali: siamo Medici e Infermieri professionisti dell’Emergenza-Urgenza e tali vogliamo restare.
Crediamo in quello che facciamo e amiamo profondamente la nostra professione.
 
Pensiamo e decidiamo a velocità sostenuta e sempre in funzione del bisogno del paziente e non è più concepibile permettere che il nostro ruolo possa essere considerato marginale e le nostre strutture possano essere giudicate solo come luoghi mal organizzati e/o affollati da richieste di prestazioni che nulla avrebbero a che fare con le nostre posizioni, ma che tanta energia ci assorbono.
 
Chiediamo il rispetto che meritiamo.
La nostra capacità di mixare tante competenze è la nostra vera identità. 
 
Se vogliamo che questa disciplina della Medicina prosegua e non torni alla percezione della “normalità di prima”, dobbiamo certamente investire sui giovani, dobbiamo coinvolgerli, entusiasmarli al fine di poter formare un numero adeguato di specialisti, anche chiedendo l’incremento delle Scuole di Specializzazione e la quantità dei posti disponibili, da calcolarsi in base alle reali necessità.
Come SIMEU, come Società Scientifica, sosteniamo le recenti rivendicazioni degli studenti di Medicina e dei neo laureati, che hanno manifestato a favore dell’adeguamento delle Borse di Specialità in funzione del numero dei dottori con l’abolizione dell’imbuto formativo e la possibilità di proseguire nel percorso di studi.
 
E’ nostro desiderio, in generale, promuovere la Medicina di Emergenza-Urgenza in quanto riteniamo non sempre presa nella meritata considerazione perché giudicata gravosa, carica di responsabilità, poco remunerativa e probabilmente anche poco appealing.
La nostra identità è invece di una straordinaria bellezza che dobbiamo imparare a far apprezzare.
 
Salvatore Manca _ Presidente Nazionale SIMEU

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