NEW YORK 1932 - Dott.ssa Cristina Cena

NEW YORK 1932
Dott.ssa Cristina Cena _ Strumentista di sala operatoria presso l’Ospedale Humanitas Gradenigo di Torino
 
Durante l'unico momento di pausa dal lavoro, undici operai se ne stanno sospesi a quasi 300 metri d'altezza.
Col vuoto che gli accarezza i piedi, privi di alcuna protezione, consumano il loro pranzo consapevoli del rischio sotto le loro suole.
Ma non si legge traccia di paura sui loro volti placidi.
A volte l'uomo è impavido solo perché incosciente, ma non è il loro caso e non è stato il mio.
Sono una dei tanti infermieri impegnati per due mesi contro il COVID-19. O meglio, impegnata a prendermi cura dei miei pazienti, che siano essi colpiti dal COVID-19, da un tumore o da un arresto cardiaco.
Per questo non mi sento un "eroe" come siamo stati definiti in corso di pandemia, dopo decenni di indifferenza sociale e politica.
Così come probabilmente non si sentivano eroi quegli operai impegnati nella Ricostruzione del loro Paese dopo la Grande Depressione.
La notte in cui io e altri sette colleghi, facenti parte di un gruppo di più di cinquanta tra infermieri e OSS, siamo stati ritratti su quella panca di fronte alla tenda del triage, ho carpito un'affinità con quegli uomini seduti su di una panchina librata nel cielo.
Poggiando le suole dei nostri zoccoli su un terreno precario ed incerto, sediamo uno di fianco all'altro, uniti dal senso di solidarietà, dallo spirito di squadra e dal supporto reciproco che ci ha reso dei professionisti ancora più forti di quanto già non ci sia richiesto per svolgere questo mestiere.
Nella tragicità di una pandemia che ha creato una coda continua di bare che fuoriuscivano dal nostro ospedale, che ha creato paura, insicurezza ed incertezza di fronte ad un killer invisibile e sconosciuto al mondo, io ho trovato l'orgoglio e la gioia di essere un'infermiera grazie ai professionisti, nonché persone, che hanno combattuto al mio fianco.
La mia equipe è stata la vera sicurezza sul lavoro.
Fremevamo per far "ripartire" i nostri pazienti e il nostro Paese, ci siamo uniti e sostenuti per combattere insieme e.…ci siamo riusciti.
Perciò un GRAZIE immenso allo straordinario gruppo del Pronto Soccorso e Terapia Intensiva del Gradenigo per avermi accolta come solo loro hanno saputo fare, regalando una connotazione positiva alla mia personale esperienza della pandemia da COVID-19 del 2020.
Grazie a tutti gli instancabili OSS e a tutti i medici per avermi insegnato ogni giorno qualcosa e dato la possibilità di sorridere nonostante tutto. Grazie alla Coordinatrice Infermieristica, nonché grande e vero collante di tutto il piano terra del Gradenigo, Cecilia Deiana per avermi valorizzata come professionista.
E grazie ai miei colleghi infermieri: Deborah M., Andrea S., Ivan C., Chiara B., Stefania A., Antonella D., Francesca A., Fabio F., Luigi T., Florin C., Claudio M., Francesca B., Daniele M., Alex M., Roxana N., Morena C., Luigi D., Simona A., Arianna A., Monica P., Gaetano T., Mirko P., Luca T., Rosanna S., Denise Piztalis, Paolo C., Laura G., Tiziana R., Giorgio C., Cristina B., Alberto T., Margherita M., Marta D., Martina B., Paola A.

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