CORONA

Dott.ssa Luisa Tammaro _ Infermiera Medicina d’Urgenza MCAU CTO Napoli

 

Fino a poco fa per me CORONA era un nome che mi riportava al mondo dello spettacolo.

CORONA, durante la mia infanzia mi faceva pensare alle principesse, alle favole.

CORONA, in piena gioventù e spensieratezza significava qualcosa di freddo, da bere con sale e limone.

Poi da grande, al lavoro, ho scoperto che CORONA e anche il nome di un maledetto male che si appiccica al tuo polmone e ti tormenta fino a toglierti il respiro e che, se non sei fortunato e non lo aggredisci in tempo, ti può portare a miglior vita senza che te ne accorgi... magari passando gli ultimi giorni con un tubo ficcato in gola.

Io CORONA l'ho conoscevo. Aveva invaso alcuni ospiti delle corsie dell'ospedale dove lavoro e, l'infame, ha pensato bene di fare un giro anche nel mio di corpo facendomi passare al momento in cui scrivo 37 giorni a penare, tra alti e bassi, isolata in un ospedale, che se pur un’eccellenza della sanità, è pur sempre un ospedale e non certo un albergo a 4 stelle. Esperienza che non auguro a nessuno, vissuta con la paura di essere "untrice" e sentirti in ansia non solo per la tua salute ma soprattutto per quella dei tuoi cari con i quali vivi ed hai condiviso spazi e azioni quotidiane.  In un attimo sono passata da assistente ad assistita, lasciando fuori tutto un mondo, il mio mondo, fatto di affetti familiari, di amicizie, di relazioni sociali e umane che con l'aiuto del buon DIO mi voglio riprendere presto.

Perché io di CORONA non ne voglio più sentir parlare... a meno che non si tratti di un "bel fusto moro e affascinante", o di un copricapo da indossare come una "regina", o ancor meglio di una birra fredda da bere in riva al mare.