HO SENTITO COME SI SENTONO I MIEI MALATI - Dott.ssa Roberta Petrino

HO SENTITO COME SI SENTONO I MIEI MALATI
Dott.ssa Roberta Petrino _ Responsabile del Pronto Soccorso di Vercelli
 
Fonte Corriere.it - Coronavirus, da medico a paziente curata dai colleghi: «Ho capito come si sentono i miei malati»
Estratto dall’articolo di Floriana Rullo, del 25 aprile 2020
 
Da medico in corsia per curare il coronavirus a paziente di quegli stessi dottori con cui, per più di un mese e mezzo, ha condiviso estenuanti giornate, notti e tanta fatica. Roberta Petrino, direttore di medicina e chirurgia e responsabile del Pronto Soccorso di Vercelli, ha vinto la sua battaglia contro il Covid-19. Da lunedì è tornata in corsia per dare una mano ai suoi colleghi.
«Ora so come si sentono i miei pazienti - racconta la dottoressa -. Non so nemmeno quando sono stata contagiata. Ma improvvisamente, il 21 marzo, mi sono sentita male. Ho iniziato ad avere i brividi e a sentirmi stanca. A casa è arrivata la febbre. Il tampone ha confermato il mio sospetto».
In realtà è difficile capire come Roberta abbia fatto a restare contagiata. Lei, così attenta a ogni dettaglio, in questi due mesi ha sempre avuto la divisa a posto, la maschera di protezione in volto. Ogni protezione messa con estrema cautela. «Non so davvero come l’abbia preso – racconta-. Probabilmente mentre mi cambiavo, forse durante una riunione. Pensavo di tornare al lavoro in 15 giorni ma dopo una settimana sono peggiorata e sono dovuta andare in ospedale».
Così a prendersi cura di lei ha trovato i suoi compagni di battaglia. Medici e infermieri che non si sono mai fermati. Da più di due mesi, da quando il Sant’Andrea è diventato un ospedale Covid dedicato ai positivi di coronavirus, lavorano su turni massacranti per garantire le migliori cure ai loro pazienti. «Lo hanno fatto anche con me- ricorda la responsabile del Pronto Soccorso -. Fanno così con tutti. Sono umani, gentili. Premurosi. Essere dall’altra parte della barricata mi ha fatto capire che cosa sopportano i miei pazienti. Come medici ci aspettavamo una situazione del genere, ma non un virus molto contagioso e violento. Ad inizio marzo i casi per ogni 100 mila abitanti nel Vercellese erano superiori a quelli della provincia di Torino».
Ora la dottoressa Petrino è tornata a correre nei corridoi del presidio vercellese e non nasconde di aver sentito la mancanza del lavoro in corsia. «Non ho avuto paura – dice commossa -. Mi sono affidata ai miei colleghi che mi hanno guarita. Domenica ho avuto il risultato del tampone, lunedì ero già a lavoro. Non potevo lasciarli soli in questa emergenza. Nonostante la situazione sia diversa. Ci sono stati giorni in cui arrivavano 25 pazienti, non c’erano più bombole dell’ossigeno a disposizione e nemmeno prese della corrente».
Un reparto quello di Vercelli che ora si prepara alla fase 2. «Stiamo cercando di riorganizzare l’ospedale per poter occuparci anche delle altre patologie – spiega il medico -, Ora, per paura di essere contagiati, nemmeno chi era colto da infarto si rivolgeva a noi. Bisogna cercare di tornare alla normalità».

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