STORIA DI UN MEDICO GUARITO - Dott. Franco Grilli

STORIA DI UN MEDICO GUARITO
Dott. Franco Grilli _ dirigente medico presso il reparto di Pronto Soccorso e Medicina d'Urgenza e Osservazione Breve Intensiva dell'Ospedale G.B. Morgagni - L. Pierantoni di Forlì
 
Buongiorno, lavoro continuativamente in PS dal 92, ho sempre pensato di aver fatto la scelta giusta anche se faticosa e ho avuto quasi sempre una motivazione che mi ha fatto andare in ospedale con il sorriso.
Poi è arrivato il covid 19 e le mie certezze si sono rapidamente ridotte.
Tutti i giorni comprensibilmente le indicazioni cambiavano e probabilmente sono tra quelli che ha inizialmente sottovalutato i rischi reali; in fondo la Cina è lontana, pensavo, sicuramente quelli che muoiono sono solo i più anziani e i più fragili, e poi basta stare attenti ai pazienti con febbre alta! Poi il covid è arrivato anche da noi e nessuno di noi era realmente preparato ad affrontarlo. Soprattutto all’inizio nessuno aveva capito quali erano le caratteristiche dei pazienti a rischio! E pur essendo vecchio del mestiere probabilmente sono passato vicino ad un covid non riconosciuto e mi sono contagiato.
Cinque giorni a casa con la febbre persistente e una spossatezza mai provata prima, poi mi accorgo di diventare dispnoico da sforzo e vado in ospedale: morale una bella polmonite interstiziale bilaterale ed una ipossia severa! Segue l’ovvio ricovero in ambiente pneumologico dedicato ai covid con terapia medica empirica e con supporto di ossigeno.
Le cose peggiorano non riesco più ad alzarmi dal letto e perdo l’autonomia anche per le cose più semplici (lavarsi, funzioni corporali ecc) Ecco che allora rivedi come in un film la tua vita, quella che è stata, quello che sei e che hai è quello che progettavi di fare insieme ai tuoi cari. Un misto di frustrazione per non essere stato capace di evitare il contagio, di paura per il tuo futuro a breve e di preoccupazione per chi è a casa e non può entrare in reparto covid!
Sei solo e ti rendi conto che hai la fortuna di capire cosa ti prospetta il collega ma che si viaggia entrambi alla cieca, senza una terapia specifica e senza paracadute. O il tuo organismo risponde o si finisce intubato e magari si muore! 
Per fortuna sono qui, credo che il tocilizumab e la cpap mi abbino salvato la vita- 
Ora le mie priorità sono ovviamente cambiate, mi sento un privilegiato e perciò devo vivere questa seconda vita con le persone che amo e con cui voglio condividere ancora tante cose.
Certamente però quando terminerà la convalescenza e tornerò al lavoro spero di farlo sempre con la stessa motivazione perché la medicina d’urgenza rimane comunque una scelta di vita.

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