ABBIAMO DIMOSTRATO DI ESSERCI - Dott.ssa Anna Maria Ferrari

ABBIAMO DIMOSTRATO DI ESSERCI
Dott.ssa Anna Maria Ferrari _  Medico d’emergenza urgenza, Direttore Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia e del DEU provinciale.
 
Stiamo respirando! Siamo reduci da settimane che hanno stravolto la nostra vita professionale e famigliare. Il nostro impegno lavorativo è stato totalizzante.
L’ondata di polmoniti Covid che ci ha travolto si sta ritirando. Sappiamo però che non è finita, continuiamo a visitarne circa 15-20 al giorno ma non sono nulla se confrontate alle 60-80 polmoniti che ogni giorno, per 10 giorni dal 15 al 25 marzo, sono state valutate nel nostro Pronto Soccorso. Dal 1’ marzo ad oggi abbiamo accumulato esperienza su circa 1500 polmoniti Covid in Pronto Soccorso e in OBI, oltre alla gestione NIV in Medicina d’Urgenza.
Sono numeri che non avremmo mai immaginato potessero verificarsi. Con gli altri Pronto Soccorso del DEU provinciale ne abbiamo valutate un totale di circa 2500, il 57% delle quali rimandate a domicilio con terapia.
Dal punto di vista professionale la sfida è stata e rimane enorme, abbiamo dovuto affrontare a ritmo serrato una nuova malattia, velocemente progressiva, priva di terapie specifiche riconosciute, notevolmente contagiosa, necessitante di risorse ospedaliere tutte da implementare.
Per affrontare tutto questo abbiamo cambiato continuamente l’organizzazione degli spazi e del lavoro, adattandoci alle variazioni di casistica e alle esigenze dei pazienti.
L’organizzazione dell’ospedale si è modificata ad una velocità impressionante, seguendo le travolgenti necessità di assistenza e cura di questi pazienti: letti di rianimazione quintuplicati,  aree di semintensiva completamente dedicate alla ventilazione non invasiva, trasformazione di 700 posti letto in letti Covid, rientro di medici ed infermieri da pensione e da altre Unità Operative, reclutamento di specializzandi degli ultimi anni di corso, accanto ad assenze di medici ed infermieri contagiati, fortunatamente senza gravi conseguenze.  L’adattamento di tutto il personale alle continue modifiche organizzative è stato eccezionale.
Nel DEU provinciale abbiamo inoltre scelto di chiudere due Pronto Soccorso periferici, per le difficoltà ad adeguare i percorsi locali ad una pandemia, e di conseguenza è cambiata tutta l’organizzazione della rete, anche di quella territoriale. L’esistenza di un DEU provinciale ha facilitato enormemente la riorganizzazione dei percorsi e la ricollocazione delle risorse strumentali e professionali.
La peculiarità della malattia e del percorso dei pazienti in Ospedale, completamente affidati a noi per l’impossibilità di lasciare vicini i loro cari, ci ha caricato di particolari responsabilità che esulavano da quella esclusivamente clinica: dei nostri pazienti siamo diventati custodi, interpreti e messaggeri nei confronti dei loro cari. È un’esperienza che, dal punto di vista umano, ci ha spesso segnato profondamente.
In tutto questo le nostre equipe medico-infermieristiche si sono dimostrate eccezionali, composte da donne e uomini di grande valore professionale e umano, hanno dimostrato coraggio, senso di responsabilità e grande empatia.
Le ricadute di questa esperienza sono tante:
  • Noi medici d’emergenza urgenza, con rianimatori, infettivologi, pneumologi, internisti, coinvolti nella gestione integrata dei pazienti, ci siamo trovati a combattere fianco a fianco un nemico sconosciuto ed estremamente aggressivo e questo aspetto ha fatto si che ci si sentisse regolarmente per aggiornarci sul decorso dei pazienti e sulle novità diagnostiche e terapeutiche da mettere in atto, stringendo una solida alleanza, che dovrà continuare.
  • In questo periodo sono misteriosamente scomparse dalla nostra osservazione le patologie non Covid, in parte per motivi comprensibili, come per la traumatologia e per i codici minori, ma per il resto ci aspettiamo di vedere in seguito un aggravamento in patologie che i pazienti hanno trascurato.
  • Con pazienti e parenti si è ristabilito un clima di fiducia che da tempo sembrava minato
  • La solidarietà della cittadinanza e delle altre Istituzioni è stata quasi sorprendente e a tratti commovente e qui cito solo la visita a sorpresa dei Vigili del fuoco che ci hanno donato il loro casco rosso in segno di riconoscenza e fratellanza.
In questo periodo non c’è stato tempo per nulla che non fosse l’affrontare questo nuovo letale nemico. Ora possiamo contare su una tregua ma sappiamo che il nostro impegno su questo fronte non è finito, l’infezione da Coronavirus entrerà a far parte delle nostre sfide quotidiane, cambiando per molto tempo le nostre organizzazioni e le nostre modalità operative.
E intanto la prima sfida ci è data dal dovere riprendere in carico tutte le altre patologie che si stanno riaffacciando, in un ospedale che si sta riconvertendo ad accoglierle, ma con grande difficoltà per la necessità di evitare contagi non opportuni. In Pronto Soccorso la necessità di mantenere alte le protezioni individuali e tutelati i percorsi dei pazienti critici.
Questa esperienza ci sta cambiando, come medici e come organizzazioni, e spero che sapremo fare tesoro di tutto quanto ci ha travolto per indirizzare il cambiamento nella giusta direzione. Abbiamo dimostrato di esserci, di essere decisivi per la tenuta del sistema sanitario e di potere contare su professionisti all’altezza di ogni sfida.

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