EMOZIONI AI TEMPI DEL SARS COV2 - Dott. Davide Bertoglio

EMOZIONI AI TEMPI DEL SARS COV2
Dott. Davide Bertoglio _ medico Dea II livello Ps Medicina Urgenza Polo ospedaliero Ponente Savonese

Ognuno di noi è cambiato come persona rispetto a 2 mesi fa, sembra una vita fa ma son trascorsi solo 60 giorni.
Siamo diversi perché le nostre abitudini sia al lavoro che a casa sono variate radicalmente.
Tutto ad un tratto uno tsunami ci ha travolti cambiando le nostre abitudini e le nostre vite cominciando banalmente dal caffè al bar alla mattina per arrivare allo stare insieme con amici e parenti dopo magari un turno estenuante in ps. Gli ospedali dove lavoriamo si son riorganizzati per poter reagire a questo tsunami in maniera ancor più funzionale. Nel mio piccolo ho cambiato molti aspetti della mia vita professionale e quotidiana.
Una cosa che non è cambiata la sensibilità verso chi soffre e sta male, anzi questa sensibilità deve essere ancora maggiore non solo perché si deve superare le barriere fisiche della mascherina e della visiera ma perché bisogna superare una barriera ancora più spessa: quella della paura, da parte del paziente e dei parenti dei pazienti di una malattia a cui nessuno era abituato nella sua crudezza d'impatto.
Mi è capitato di stringere la mano a pazienti magari per tranquillizzarli e di accarezzare la loro mano per far sentire meno soli anche in situazioni delicate.
Le emozioni più brutte son quelle quando ho dovuto avvisare i parenti di situazioni critiche e irreversibili, sentire il loro dolore, il loro pianto e vedere le loro lacrime di dolore son emozioni che non auguro a nessuno.
Le emozioni più belle sono gesti semplici che i pazienti ci fanno come un saluto, un augurio, un cenno col pollice, un sorriso o una carezza.
Questi gesti ci ripagano dei tanti momenti di tristezza e di dolore che viviamo e che condividiamo con i pazienti, con i parenti dei pazienti, con i nostri colleghi e collaboratori.
Gli operatori sanitari prima di esser medici, infermieri son donne e uomini che combattono questa guerra non solo con le armi che la medicina ci da' ma anche con empatia e sensibilità ...
Robin Williams in Patch Adams disse che "Se si cura una malattia, si vince o si perde; ma se si cura una persona, vi garantisco che si vince, si vince sempre, qualunque sia l'esito della terapia" beh aveva ragione.
Grazie a tutti i medici e infermieri impegnati in questa guerra, insieme ce la faremo.

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