La comunicazione dell’avvenuto decesso ai tempi del COVID-19

LINEE GUIDA PER GLI OPERATORI SANITARI
 
Avessimo saputo fare la pizza ve l’avremmo fatta, o la focaccia o la torta di mele.
Ma voi meritate la cosa che sappiamo fare meglio, perché state mostrando al mondo, strappandola con le unghie e con i denti,  la parte migliore di voi. 
Ve lo porgiamo con umiltà, sapendo che state fronteggiando in prima linea una situazione che non ha pari nella nostra generazione e quindi diventa anche difficile appoggiarsi alla letteratura.
Siete voi la letteratura. 
Noi più che darvi consigli, volevamo dirvi grazie.
 
Dott. Paolo Vergnani _ Spell Srl
 
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LA SOLITUDINE DEGLI OPERATORI DI PS NELLA GESTIONE DEI DECESSI COVID-19
 
In Pronto Soccorso non facciamo altro che il nostro lavoro: salvare il maggior numero possibile di vite, contenere al massimo i danni e con l’esperienza vissuta scrivere un nuovo capitolo in tema di sanità e crisi emergenziale.
È il compito al quale, in questo provante periodo, siamo stati chiamati e non possiamo fare altrimenti. Ormai da molti giorni stiamo cercando in ogni modo di combattere la pandemia, non ci sono colpe, non responsabilità se un paziente affetto da Covid-19 muore. Purtroppo succede.
Rabbia e disperazione. Probabilmente sono i sentimenti che maggiormente ci avvicinano ai familiari dei nostri pazienti defunti ma noi, professionisti, abbiamo una consapevolezza che può sfuggire ai parenti con i quali ci confrontiamo.
Solitudine. Questo è lo stato emotivo che invece ci rende simili ai nostri pazienti colpiti dal virus.
Si muore soli, lontani dai propri affetti e per gli operatori sanitari la notifica della dipartita ai congiunti è anch’essa un’esperienza di grande solitudine: nessun setting adeguato, nessuna compagnia se non i nostri pensieri.
Ricordiamocelo sempre: non esiste un modo indolore per comunicare la perdita di una persona cara, lo si fa nel miglior modo che ci è possibile con un linguaggio diretto, semplice ed empatico per dare al familiare la certezza di essergli emozionalmente vicino, con l’attenzione di partecipare alla qualità ma non alla intensità del suo dolore.
A volte le parole sono insignificanti, a volte il nostro tono di voce deve alzarsi per poter essere ascoltato. Dobbiamo scegliere i nostri pensieri ed indirizzarli nella direzione che riteniamo essere la più funzionale. Certo, vogliamo fare di tutto per rendere il fine vita il più umano possibile ma non possiamo non richiamare alla nostra mente che le reazioni dei familiari sono fisiologiche e non riguardano noi o la nostra professionalità.
Come SIMEU ci adoperiamo ancora una volta ad essere attivi nel cercare di farvi sentire parte di un team coeso mettendo a disposizione alcuni strumenti finalizzati a proteggersi – per quanto possibile – da quei fenomeni di burn out che la gestione dei molti decessi può creare.
L’antidoto più forte allo smarrimento è l’azione e sono le azioni a determinare i risultati.
Speriamo davvero che, in momenti di stanchezza e difficoltà come quello attuale, i consigli di questa nuova risorsa possano esservi di conforto o aiuto.
 
Salvatore Manca _ Presidente Nazionale SIMEU

 


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