7 MARZO 2020
Dott.ssa Eleonora Giorgini _ Medico presso la Medicina e Chirurgia d'accettazione e d'urgenza dell’AO di Baggiovara (BO)
Sembra una mattina uguale alle altre. È da poco l’alba e l’autostrada sembra un corridoio vuoto.
Arrivo in ospedale con la voglia di caffè bruciato a cui nel tempo mi sono affezionata.
Lo continuiamo a bere sempre tutti insieme ma con cautela per non contaminare quella preziosa mascherina che ci proteggerà, nelle ore a seguire.
Un sorriso con gli occhi, una chiacchera disartrica dietro quello scudo e si parte.
Fermandomi un attimo, a guardare, non capisco se sono dentro un quadro dipinto da Màrquez, ai tempi del colera o se all’ incipit di un film di fantascienza , dove con un flash back , ti spiegano perché l’ uomo è scappato su Marte…
Poi mi viene in mente la penna di Manzoni, delle innumerevoli volte che sono stata costretta a leggere quel dannato romanzo che alla fine ho amato e che mi fa capire che da sempre abbiamo lottato contro nemici invisibili.
Un battito di ciglia e si ritorna nel presente, nel qui e ora.
Qui e ora le cose cambiano velocemente, bisogna informarsi, adeguarsi, rimanere al passo, come in una cucina dove arrivano tante comande tutte insieme. E tutti, anche oggi, insieme, continuiamo a lavorare, rifugiando lo sconforto e la stanchezza nel prossimo caffè, che sarà, ovvio ancora dolcemente bruciato.
E come sempre grazie a chi, più volte al giorno continua a prepararcelo, anche in tempi di Corona.