FERMI TUTTI! NON SI PUO’ PIU’ CORRERE - Dott. Nicola Placucci

FERMI TUTTI! NON SI PUO’ PIU’ CORRERE
Dott. Nicola Placucci _ Medico d'Urgenza in forza al Pronto Soccorso di Cesena
 
Niente gare, niente allenamenti. E così, il virus, in pochi giorni ha stravolto la mia vita professionale e quella di runner in un colpo solo.
Mi chiamo Nicola Placucci, ho 36 anni e sono Medico d'Urgenza in forza al Pronto Soccorso di Cesena da ormai 10 anni, e, sempre da 10 anni o poco più, la mia vita è segnata da una grande passione per la corsa.
Dalle sgambate attorno casa, alle prime corse impegnate; poi le Maratone, più di 70, fino a scoprire di avere una particolare predisposizione, forse più mentale che fisica, per le lunghissime distanze. Le notti in PS con allenamenti sullo smonto, le uscite mattutine prima di entrare in turno, le guardie al PPI periferico raggiunto di corsa di buon mattino, pezzi di vita tra l'asfalto e l'ambulatorio del PS o l'automedica.
Sono Medico d'Urgenza, adoro le sfide, e non mi tiro indietro volentieri. Così, iniziano le gare vere: 100 km del Passatore, poi Nove Colli Running (202 km), Atene-Sparta (246 Km), 100 miglia di Berlino, Nakasendo Trail da Kyoto a Tokyo (480 Km in 5 giorni), Brazil 135 (217 Km); anni di sacrifio e di perseveranza, alcuni piazzamenti importanti, e così riesco a qualificarmi per l'edizione 2020 della più ambita, la più dura ultramaratona al mondo: Badwater 135, il 6 luglio attraverso la Valle della Morte in California, uno di 100 in tutto il pianeta, unico italiano. Apprendo di essere stato selezionato per la gara il 15 febbraio, in ambulanza mentre accompagno uno STEMI in emodinamica dopo una RCP con ROSC: massaggio, FV...3 shock, IOT, 2 adrenaline, FV...2 shock...FV...no, aspetta...TdP...magnesio solfato...ok, ST sopra in inferiore: eparina, ASA, liquidi...e via, di corsa! Il malato arriva bene, trattato, stabile. E che gioia quella sera! Doppia la soddisfazione.
Ma poi, pochi giorni dopo, arriva lui, il virus. Che ci costringe ai turni infernali, ai presidi di protezione insopportabili, ai cambiamenti di abitudini sul lavoro e nella vita impensabili fino a qualche settimana fa. E anche correre, si, anche correre diventa illegale.
E allora, ti inventi qualcosa. Perchè non puoi smettere di allenarti, e perchè hai bisogno di fare il vuoto dopo un turno micidiale. Quindi vai di notte, vai all'alba, vai di soppiatto tra le colline, dove non incontrerai nessuno. E i giorni passano, i chilometri si susseguono, i malati aumentano. E giunge la consapevolezza che queste corse, queste giornate, non te le dimenticherai mai. Ti cambieranno per sempre.
Ora non è dato sapere se potrò correre in California quest'estate; il mondo, lo sappiamo, è sospeso in una bolla. Ma, mai come ora sono orgoglioso della mia Professione, e mai come ora trovo salutare e salvifica una corsa solitaria tra le colline.

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