I PRONTO SOCCORSO AL TEMPO DEL CORONAVIRUS

NON VORREI FARE NESSUN ALTRO LAVORO CHE QUESTO

Dott. Marco Cortigiani

Specialista in Medicina Interna, dirigente medico Medicina e Chirurgia d’accettazione e d’Urgenza Ospedale Morgagni - Pierantoni, Forlì.

 

In questo periodo di timore e di caos sociale siamo continuamente a contatto con pazienti potenzialmente infetti e contagiosi e spesso lontani dalle   nostre famiglie in un “volontario” isolamento precauzionale.

Siamo bombardati da protocolli che inevitabilmente cambiano di ora in ora e, in accordo con una situazione igienico-sanitaria in continua mutazione, spesso risultano incoerenti e incompleti.

Soffriamo carenza di materiale - inevitabile in contesti di crisi come quello attuale - e di direttive chiare.

Viviamo l’incertezza al lavoro e portiamo a casa con noi la paura di esporre chi amiamo a pericoli.

Dovremmo essere un punto di arrivo di pazienti già selezionati sul territorio, ma siamo in realtà una sorta di porto di mare dove giungono pazienti con le più disparate sintomatologie, che parlano spesso lingue incomprensibili e che utilizzano talvolta il servizio come un distributore di prestazioni sanitarie.

A tutto ciò si aggiungono ora i cittadini con sindromi infettive riguardo le quali è difficile, se non impossibile, discriminare arbitrariamente la compartecipazione del Coronavirus-19.

Viviamo soprattutto la difficoltà di ricoverare i bisognosi in ambienti che siano sicuri per loro stessi, per gli altri degenti e anche per i nostri colleghi.

Dobbiamo caricarci anche del peso di essere una cerniera tra la cittadinanza e l’Igiene Pubblica, inventandoci ogni giorno percorsi nuovi, spesso non contemplati nelle direttive.

Ci rechiamo al lavoro talvolta senza riposo, a turni serrati per la nota mancanza di personale, non lo facciamo per eroismo o temerarietà, non per gli onori e la gloria - che abbiamo imparato trovarsi molto distanti dagli ambulatori e le sale d’aspetto di un Pronto Soccorso o per le strade - facciamo tutto ciò per senso del dovere e perché ci viene richiesto dalle circostanze di emergenza sanitaria nella quale ci troviamo, in qualsiasi condizione ed in qualsiasi frangente ci troviamo lungo lo stivale.

Dopotutto, adesso, non vorrei fare nessun altro lavoro che questo.