2012: UN MILIONE DI ACCESSI IN PRONTO SOCCORSO IN MENO RISPETTO ALL'ANNO PRECEDENTE. LA POSIZIONE DI SIMEU NAZIONALE SUL DATO DIFFUSO DA AGENAS

“Il dato recentemente reso pubblico da Giovanni Bissoni, presidente Agenas, sul milione di accessi in meno nei Pronto soccorso italiani nel 2012 non è assolutamente indice del fatto che i problemi cronici dell’emergenza sanitaria, e in particolare di quella ospedaliera, siano risolti o anche solo migliorati.

Innazitutto il problema principale dei Pronto soccorso non è l’elevato numero di accessi, ma il boarding, cioè lo stazionamento dei pazienti, che dopo aver ricevuto, quasi sempre rapidamente la visita del medico dell’emergenza, poi restano spesso in barella nei corridoi del Pronto soccorso, perché la carenza di letti per acuti nei reparti per i ricoveri ordinari spesso non permette di concludere il loro percorso di cura ospedaliero in tempi ragionevoli. E a seguito dei tagli sulla sanità pubblica, che riguardano tutte le regioni, i letti disponibili negli ospedali sono sempre meno a fronte di un insufficiente incremento del numero di posti letto per la post-acuzie e soprattutto la mancanza della rete di sostegno sociale, il tutto con conseguente e progressivo aggravamento del boarding.

I percorsi di cura sul territorio, a cui Giovanni Bissoni attribuisce in parte il minor numero di accessi in Dea e che sarebbero davvero una fondamentale e concreta risposta al problema del sovraffollamento dei pronto soccorso, ancora non esistono: quasi tutte le regioni sono ancora sguarnite di Cap e Case della salute funzionanti e seriamente integrate con i percorsi dell’assistenza ospedaliera.

In conclusione il calo di accessi al Pronto soccorso non può essere inteso come segnale della soluzione di un problema, quanto piuttosto è interpretabile come risultato delle campagne di dissuasione dall’abuso delle strutture di emergenza ospedaliera da parte di casi clinici più lievi, che in alcune regioni, con l’introduzione del ticket sui codici bianchi, si vedono oggi attribuire interamente il costo delle prestazioni mediche eseguite. Un fattore che, in tempi di grave recessione economica, può incidere effettivamente sulla decisione di rivolgersi alla struttura di emergenza ospedaliera”.

 

Giorgio Carbone, presidente nazionale Simeu

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