Il trattamento del dolore nei Pronto Soccorso della Lombardia: Indagine

Indagine sul trattamento del dolore nei Pronto Soccorso della Lombardia

Daniele Camisa – DEA AO Melegnano - Consiglio Direttivo SIMEU Lombardia
Mara Garbi - Scuola di Specializzazione in Medicina d'Emergenza e Urgenza – Università degli Studi di Pavia

Un trattamento inadeguato del dolore nei dipartimenti d'emergenza viene segnalato diffusamente dalla letteratura internazionale. Oligoanalgesia è il neologismo coniato per descrivere questo fenomeno. Il trattamento sub-ottimale è generalizzato, ma coinvolge più gravemente alcune categorie di pazienti. Bambini, anziani, minoranze etniche sono a maggior rischio di ricevere una terapia insufficiente.
In Italia indagini non pubblicate hanno evidenziato un consumo di analgesici maggiori molto scarso in PS, indizio di diffusa inadeguatezza della cultura e della pratica dell'analgesia nei servizi d’emergenza.

La SIMEU Lombardia ha promosso un’inchiesta mirata a verificare cultura, organizzazione e pratiche sul dolore nei PS del territorio. L’indagine è stata condotta attraverso l’invio di un questionario composto da 11 domande, spedito per posta elettronica alla maggioranza dei Servizi di PS/DEA della Regione.
Il questionario indagava le procedure formalizzate in atto e le pratiche consolidate nei Servizi. Una domanda inoltre era relativa agli ostacoli percepiti ad una ottimale gestione del dolore da parte dei medici di PS.
Le risposte pervenute per posta elettronica o per fax sono state raccolte ed elaborate.
E’ stata richiesta una sola risposta per ogni PS/DEA. La compilazione è stata preferenzialmente affidata al dirigente responsabile del servizio/UO.

Il campione raccolto è ampiamente rappresentativo di tutte le componenti del sistema d’emergenza ospedaliero: hanno risposto Servizi di Pronto Soccorso, Dipartimenti d'Emergenza e Accettazione, Centri di Emergenza e Alta Specializzazione e Punti di Primo Soccorso della Lombardia. Sono 48 sui 105 censiti dalla Regione.
Il campione rende conto di oltre il 50% dei 4 milioni di accessi annui totali di PS (dati HSP 24 – 2010 – Regione Lombardia). Sono rappresentati centri di diverso livello, complessità e volume di attività: IRCCS, presidi di Aziende Ospedaliere, Case di Cura accreditate, ospedali pubblici e privati.

Alcune considerazioni conclusive ed indicazioni sul percorso da compiere.
Non siamo all’anno zero: la maggioranza dei PS/DEA si sono dotati di regole, procedure, linee guida, strumenti per la rilevazione e misurazione del dolore all’arrivo del paziente e molti anche dopo terapia. E’ il primo passo indispensabile per un trattamento adeguato. La loro applicazione non è però sistematica.
L’uso di farmaci analgesici da parte dell’infermiere è pratica abbastanza diffusa, spesso però in modo informale.
L’analgesia e sedazione per le procedure dolorose è pratica regolamentata nella maggioranza degli ospedali, ma la sua applicazione da parte del medico d’urgenza è limitata. Non è a carico del medico di PS in 1/3 degli ospedali.

Se vogliamo migliorare la gestione del dolore in PS dobbiamo quindi lavorare per:

  • migliorare la cultura dei medici d’urgenza sull’argomento: convincere che misurare e trattare il dolore risponde ad un bisogno del malato ed è importante. Trattare il dolore mentre si precisa la diagnosi non è di ostacolo.
  • aumentare la competenza e le abilità nell’uso dei farmaci analgesici maggiori per il dolore spontaneo e per le procedure.
  • perfezionare procedure e linee guida e renderne sistematica l’applicazione.
  • superare altri ostacoli organizzativi (carenza di tempo, linee guida mancanti …)

Scarica i risultati dell'indagine


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