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Relazione

La fibrinolisi e la gestione pre-ospedaliera in emergenza dell’IMA: il sistema inclusivo.

Elio Carchietti
Direttore della Struttura Operativa Complessa Centrale Operativa 118 di Udine e dell'Elisoccorso Regionale del Friuli Venezia Giulia.


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TERAPIA FIBRINOLITICA PRE-OSPEDALIERA [19]

Il Tenecteplase, attivatore ricombinante del plasminogeno fibrino-specifico, è indicato per il trattamento trombolitico dell'infarto miocardico con persistente elevazione del tratto ST o recente blocco di branca sinistra, entro 3 ore dall’insorgenza dei sintomi dell’infarto miocardico acuto (IMA).
Un flaconcino di polvere contiene 10.000 unità (50 mg) di Tenecteplase.
Una siringa pre-riempita contiene 10 ml di acqua per preparazioni iniettabili.
La soluzione ricostituita incolore o di colore giallo pallido, limpida, contiene 1.000 unità (5 mg) di tenecteplase per ml.

Posologia e modo di somministrazione
Deve essere somministrato sulla base del peso corporeo, con una dose massima di 10.000 unità (50 mg di tenecteplase).

Schema posologico del Tenecteplase

La dose necessaria deve essere somministrata come singolo bolo endovenoso in circa 10 secondi.
La somministrazione di Tenecteplase può avvenire solamentecon soluzione di sodio cloruro allo 0,9% perché è incompatibile con soluzione di destrosio. Nessun altro farmaco deve essere aggiunto alla soluzione per iniezione.

Avvertenze e precauzioni

La complicanza più comune durante la terapia con Tenecteplase è il sanguinamento. L’uso concomitante di eparina può contribuire al sanguinamento anche nel sito di una recente iniezione. Durante il trattamento con Tenecteplase occorre evitare le iniezioni intramuscolari e la manipolazione non essenziale del paziente.
Si deve considerare la somministrazione di protamina se è stata somministrata eparina entro 4 ore prima dell’insorgenza della sintomatologia emorragica.

L’ Eparina, indiretto inibitore della trombina, viene usata in combinazione con l’ASA (Ac.Acetil Salicilico) in aggiunta con il farmaco fibrinolitico o con la PCI primaria.
La stessa deve essere somministrata il più presto possibile dopo la conferma di diagnosi di IMA e continuata per almeno 48 ore, secondo un dosaggio stabilito in base al peso corporeo. Per i pazienti che pesano 70kg o meno, si raccomanda un bolo endovenoso iniziale di eparina non superiore a 4.000 UI seguito inizialmente da un’infusione non superiore a 800 UI/ora. Per i pazienti con peso corporeo superiore a 70kg, si raccomanda un bolo endovenoso iniziale di eparina non superiore a 5.000 UI seguito inizialmente da un’infusione di non più di 1.000 UI/ora. Nei pazienti già in trattamento con eparina il bolo iniziale non deve essere somministrato.

Effetti indesiderati
La trombolisi coronarica può indurre effetti indesiderati con percentuali di incidenza diverse.

Scala di classificazione

molto comune > 10%
comune >1%<10%
non comune <1%
raro<0.1%)

  • Molto comune: aritmia da riperfusione, ipotensione, angina, sanguinamento
  • Comune: ecchimosi, epistassi, nausea, vomito, aumento della temperatura, %): ischemia ricorrente, insufficienza cardiaca, re-infarto, shock cardiogeno, pericardite, edema polmonare
  • Non comune: reazioni anafilattoidi, arresto cardiaco, insufficienza mitralica, versamento pericardico, trombosi venosa, tamponamento cardiaco, rottura del miocardio
  • Raro: emopericardio

TRATTAMENTO ANTIARITMICO
Non vi sono evidenze circa l’utilità di una profilassi antiaritmica in corso di IMA.
La fibrillazione ventricolare presenta una elevata incidenza nelle prime ore dalla insorgenza dei sintomi. La somministrazione tempestiva intravenosa di beta-bloccanti riduce l’incidenza di FV, riduce la mortalità e l’incidenza di reinfarto e della rottura di cuore. I pazienti con IMA emodinamicamente stabili che non soffrono di asma bronchiale, bradicardia, blocco A-V, scompenso congestizio moderato o grave, devono essere trattati prontamente con beta-bloccanti intravenosi indipendentemente dalla scelta della procedura riperfusiva.

PROTOCOLLO OPERATIVO 118 - CENTRALIZZAZIONE PRIMARIASTE-MI
La centralizzazione primaria, ossia il trasferimento del paziente dalla sede del primo soccorso all’UCIC ha lo scopo di limitare al minimo i tempi di riperfusione dei pazienti destinati alla PCI. La stessa può avvenire solamente su indicazione del Medico del Pronto soccorso-Area di Emergenza di riferimento territoriale che nella circostanza si avvale degli elementi clinici riscontrati dall’Infermiere professionale intervenuto con l’equipaggio di soccorso, dell’ECG telematico, dei criteri inclusivi e di alto rischio, e delle indicazioni del cardiologo dell’ UCIC di riferimento.

Criteri inclusivi

Paziente di etànon > 75 anni
Insorgenza dei sintomi da <12 ore
IMA con ST elevato in almeno 4 derivazioni

Criteri di “alto rischio” indicati dall’A.N.M.C.O. regionale:

    • controindicazioni assolute alla trombolisi
    • shock cardiogeno
    • infarto diaframmatico e del V.ds con compromissione emodinamica
    • infarto anteriore con PA <100 e fc >100
    • Killip 2 o >2
    • Pregresso IMA
    • ST sopraslivellato in 6 o più derivazioni

Centralizzazione primaria con AMBULANZA
La centralizzazione primariaviene realizzata, di regola, dall’equipaggio di soccorso intervenuto con ambulanza. Solamente nei casi in cui il PS di riferimento territoriale si trova in linea sul percorso che l’ambulanza deve seguire per raggiungere l’UCIC, lo stesso provvederà a rendere disponibile un medico che salirà a bordo dell’ambulanza per l’assistenza in itinere.

Centralizzazione primaria con ELISOCCORSO
deve rivestire carattere di emergenza e comunque essere sostenuta da oggettivi elementi di necessità; in particolare, nelle circostanze in cui il soccorso viene realizzato entro 6-12 ore dall' insorgenza dei sintomi e la PTCA è realizzabile entro 90 minuti dal primo soccorso.
I criteri da seguire sono clinici e temporali.
TEMPORALI: tempi di percorso per la centralizzazione con ambulanza previsti oltre i 30’.
CLINICI: Criteri inclusivi e di alto rischio.

CENTRALIZZAZIONE SECONDARIA
Per centralizzazione secondaria si intende il trasferimento del paziente con IMA da una Area di emergenza dove era stato ricoverato in prima istanza, ad unCentro regionale UCIC dotato di emodinamica interventistica. Avviene normalmente con ambulanza.

La centralizzazione secondaria con elisoccorso, atteso il ruolo primario del servizio che deve garantire le emergenze indilazionabili su l’intero territorio regionale, dovrà rivestire carattere eccezionale e di emergenza. Inoltre è indispensabile che il paziente sia in condizioni di stabilità emodinamica, che esprima il proprio consenso valido ad essere elitrasportato, e sia impossibile assicurare con ambulanza la centralizzazione del paziente nei limiti massimi di tempo prescritti per la PTCA.

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Azienda Ospedaliera "G. Brotzu" - S. C. di Pronto Soccorso: Direttore Dott. Vittorio Schintu
P.le A. Ricchi 1, 09134 Cagliari - Tel. 070 53 95 94 Fax 070 53 94 88