INCIDENZA DI SANGUINAMENTI ACUTI NEL DIPARTIMENTO DI EMERGENZA: EVENTI AVVERSI DELLA TERAPIA ANTIAGGREGANTE E ANTICOAGULANTE ORALE
Topic: EMOCOAGULAZIONE
Autore: MASTROPASQUA MARIA
Affiliazione: DIPARTIMENTO DI EMERGENZA, POLICLINICO TOR VERGATA, ROMA, ITALIA
Co-autori: Maria Mastropasqua (1) - Carla Paganelli (1) - Sabina Guarino (1) - Beniamino Susi (1)
AUTORE PRESENTANTE: > 35 ANNI
OBIETTIVI Valutare l’incidenza di pazienti in terapia con antiaggreganti e/o anticoagulanti con segni di sanguinamento sul numero totale di accessi in PS. La maggior parte dei sanguinamenti in corso di terapia antiaggregante si verifica nel tratto gastrointestinale (incidenza 2-3% nei pazienti con duplice terapia antiaggregante). L’emorragia cerebrale è rara (1-2/10.000 pazienti), ma è associata ad un’elevata mortalità. Inoltre, il numero dei pazienti in terapia con anticoagulanti orali è in costante aumento, quest’ultimi indicati sia nella prevenzione che nel trattamento delle complicanze tromboemboliche. E sempre maggiore è il numero dei pazienti sottoposti a contemporanea terapia con antiaggreganti piastrinici e anticoagulanti orali: la loro somministrazione concomitante aumenta il rischio di sanguinamento fatale e non, causato da un effetto indipendente e cumulativo. Infine, i nuovi anticoagulanti orali (NAO) rappresentano una promettente scelta terapeutica: molti studi hanno ormai documentato la superiorità in efficacia dei NAO nella FA non valvolare per la prevenzione dell’ictus trombotico, ma anche nella riduzione degli effetti avversi come le emorragie maggiori, se paragonati agli antagonisti della vitamina K.
METODI Lo studio, tuttora in corso, è condotto attraverso un’analisi retrospettiva dei dati relativi alle cartelle cliniche dei pazienti giunti nel Pronto Soccorso da Gennaio ad Ottobre 2014.I dati sono stati analizzati in termini di entità di sanguinamento, in funzione di età, sesso, codice colore triage, terapia antiaggregante e/o anticoagulante orale in atto, sede di sanguinamento e tipo di trattamento richiesto (es. trasfusioni, terapia con vitamina K, interventi chirurgici, etc..). E’ stata, inoltre, valutata la durata di degenza media nel PS e l’entità del numero di ricoveri.
RISULTATI Da un’analisi preliminare dei dati raccolti da Gennaio a Luglio 2014 la sede di sanguinamento registrata con maggiore frequenza è del tratto gastrointestinale (rettorragia e melena) e delle alte vie respiratorie (epistassi). L’emorragia maggiore è stata documentata nei pazienti in doppia antiaggregazione e in terapia con anticoagulante. Di questi, tre pazienti sono deceduti a causa di emorragia cerebrale estesa.
CONCLUSIONI Alla luce di questi primi dati, le complicanze maggiori sono documentate nei pazienti in terapia con anticoagulanti orali. Essi, inoltre, comportano la necessità di periodici controlli della coagulazione e presentano il rischio di interazioni farmacologiche. I nuovi anticoagulanti orali (NAO) potrebbero rappresentare una valida alternativa terapeutica: non richiedono controlli di laboratorio e presentano un minor rischio di interazioni, anche se ad un costo, apparentemente, più elevato. A tutt’oggi il loro ridotto utilizzo è legato non solo alle limitazioni di prescrivibilità, ma anche alla mancanza di un antidoto utilizzabile in caso di complicanze emorragiche