UTILIZZO DEL COMPLESSO PROTROMBINICO NEL TRATTAMENTO DELLE EMORRAGIE MAGGIORI IN PAZIENTI IN TERAPIA ANTICOAGULANTE ORALE IN PRONTO SOCCORSO: UNO STUDIO OSSERVAZIONALE
Topic: EMOCOAGULAZIONE
Autore: CAVALLINI MIRTA
Affiliazione: U.O. MEDICINA IV PRONTO SOCCORSO, SAN PAOLO, MILANO, ITALIA
Co-autori: Mirta Cavallini (1)
AUTORE PRESENTANTE < 35 anni
OBIETTIVI: il complesso protrombinico (CP) è un farmaco utilizzato in pazienti in terapia anticoagulante orale (TAO) in caso di emorragie maggiori o interventi chirurgici d’urgenza; scopo del nostro lavoro è stato valutare la tipologia di pazienti per i quali si è ricorso al CP presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale San Paolo di Milano, verificandone la appropriatezza di utilizzo.
METODI: studio osservazionale retrospettivo (gennaio 2012 - maggio 2014) che prende in esame tutti i pazienti in cui è stato utilizzato CP contenente i fattori della coagulazione IX, II, X.
RISULTATI: sono stati trattati 70 pazienti; l’età media è stata di 78.4 anni (+ 9.5 DS); il 54% era di sesso maschile; 66 pazienti erano in TAO (54 per fibrillazione atriale, 7 per tromboembolismi venosi, 5 per altre cause); 4 pazienti non in TAO presentavano severi deficit di coagulazione. L’indicazione all’uso del CP è stata una emorragia maggiore nel 74% dei casi (34.2% cerebrale, 21.3% gastroenterica, 18.5% altre sedi critiche), nel 21 % dei casi il farmaco è stato usato in previsione di intervento chirurgico d’urgenza, 4% per altre cause. Nel 26% dei casi il sanguinamento era conseguente ad un trauma. Il valore medio di INR nei casi esaminati è risultato = 5 (intervallo 1,4-23,0), nell’8% casi il sangue era incoagulabile. Nel 27% dei casi il valore di INR era nel “range” terapeutico, nel 6% addirittura inferiore. Nel 71% dei casi esaminati il CP è stato somministrato in associazione alla vitamina K; nel 7% dei pazienti oltre alla terapia con CP e vitamina K è stato somministrato plasma fresco congelato. La somministrazione del CP ha determinato in tutti i casi correzione dell’ INR, la cui entità è risultata dipendente dai valori iniziali e dalla dose di farmaco somministrata.
CONCLUSIONI: Le emorragie post-traumatiche rappresentano una minoranza rispetto ai sanguinamenti spontanei; i pazienti presentavano un’età avanzata e, in un terzo dei casi, la terapia anticoagulante era corretta o addirittura sotto-dosata. Il CP è stato utilizzato in modo appropriato nel 95 % dei casi, per emorragia in sedi critiche o di entità significativa o in previsione di intervento chirurgico d’urgenza.