UN CASO DI STROKE CRIPTOGENETICO: PFO, CHIEDI COS’E’ A ANTONIO CASSANO!

Topic: EMOCOAGULAZIONE
Autore: SINNO CARMINE
Affiliazione: ASM MATERA, OSPEDALE MADONNA DELLE GRAZIE, MATERA, ITALIA
Co-autori: Carmine Sinno (1) - Margherita Maragno (1) - Miriam Bonora (1) - Giuseppe Nicoletti (1) - Elisa Lella (1) - Grazia Mastromarco (1) - Marina Rizzi (1) - Bruna Zaccaro (1) - Antonino Davide Romano (1)

INTRODUZIONE: la pervietà del forame ovale (Patent Foramen Ovale) è una condizione relativamente frequente, presente nel 20-30% della popolazione (di cui il calciatore Antonio Cassano fa parte), che permette la comunicazione tra atrio destro e atrio sinistro. Numerosi studi condotti anche su casistiche autoptiche, hanno dimostrato l’associazione tra forame ovale pervio e ischemia cerebrale criptogenetica. Alla base di tale fenomeno è stato ipotizzato passaggio dall’atrio destro a quello sinistro e quindi nella circolazione sistemica, di emboli provenienti dal circolo venoso profondo (embolia paradossa).
CASO CLINICO: B.L. è un paziente maschio di 45 anni che a seguito di un litigio con un suo collega di lavoro, presentava un improvviso disorientamento temporo-spaziale con perdita di coscienza della durata di pochi minuti. Condotto presso il locale PS, veniva eseguita una TC cranio in urgenza che documentava lesione ipodensa sub-centimetrica della corona radiale di sx. Veniva quindi prospettata la possibilità di eseguire trombolisi; il paziente firmava l’autodimissione decidendo di recarsi presso il Pronto Soccorso di Matera. Accettato in codice giallo, asintomatico per focalità neurologiche in atto, veniva trattato con ASA 300 mg ev e ricoverato in osservazione in Terapia Sub-Intensiva Generale. In seconda giornata di ricovero il paziente, sempre asintomatico, veniva sottoposto a TC cranio di controllo che descriveva una ulteriore piccola lesione ischemica del centro semiovale sx in aggiunta alla lesione ischemica precedentemente osservata. L’ECD TSA mostrava ispessimento medio-intimale diffuso a carico di entrambi gli assi carotidei, in assenza di placche stenosanti il lume vascolare. In ragione della discrepanza tra l’età del paziente e il quadro di imaging tomografico, si decideva di eseguire un Doppler Transcranico con soluzione salina dinamizzata che risultava positivo sotto manovra di Valsava per l’esistenza di shunt destro/sinistro.
CONCLUSIONI: L’eco Doppler transcranico (TCD) è una metodica di facile esecuzione, molto sensibile, che permette di visualizzare il passaggio di microbolle nel circolo cerebrale dopo iniezione di soluzione fisiologica dinamizzata in una vena periferica, dimostrando pertanto la presenza di shunt destro-sinistro. Il TCD può pertanto evidenziare in modo indiretto l’esistenza di un PFO. Il TCD si propone quindi come strumento di screening in quei casi in cui l’origine dello stroke non sia chiaramente identificabile.