ACCESSO VENOSO PERIFERICO ECOGUIDATO IN PAZIENTI CON 'VENE DIFFICILI'
Topic: ECOGRAFIA
Autore: PORTA GIOVANNI
Affiliazione: UNITA' OPERATIVA COMPLESSA DI MEDICINA D'URGENZA E PRONTO SOCCORSO, OSPEDALE SAN PAOLO, NAPOLI, ITALIA
Co-autori: Giovanni Porta (1) - Giorgio Bosso (1) - Mario Guarino (1) - Angela Esposito (1) - Raffaele Cangiano (1) - Sara Cocozza (1) - Costantino Mancusi (1) - Anita Costanzo (1) - Fabio Giuliano Numis (1) - Fernando Schiraldi (1)
AUTORE PRESENTANTE: > 35 ANNI
OBIETTIVI: L’incannulamento venoso periferico è una procedura necessaria in Emergenza per eseguire prelievi ematochimici e per somministrare farmaci. Tale procedura eseguita con la tecnica dei “landmarks” ha una percentuale di successo del 90%, che, tuttavia, si riduce nei pazienti con vene difficili (obesi, tossicodipendenti, dializzati, neoplastici). La tecnica eco-guidata può migliorare la percentuale di successo. Scopo dello studio è stato comparare l’accesso venoso periferico eco-guidato con quello tradizionale eseguito con la tecnica del landmarks in pazienti con “vene difficili”.
METODI: Sono stati arruolati 83 pazienti con vene difficili e necessità di un accesso venoso periferico in cui gli infermieri avevano già eseguito almeno tre tentativi di incannulamento inefficaci a meno di criteri di esclusione (necessità di una vena centrale, gravidanza, età <18 anni). I pazienti arruolati nei giorni dispari sono stati inseriti nel gruppo sottoposto ad incannulamento eco-guidato (gruppo 1); quelli afferenti nei giorni pari nel gruppo sottoposto ad incannulamento con la tecnica tradizionale (gruppo 2). I pazienti del gruppo 2 veivano sottoposti ad un incannulamento eco-guidato “rescue” dopo almeno 3 tentativi falliti di incannulamento eseguiti dal medico di turno.
RISULTATI: Degli 83 pazienti complessivi, 44 sono stati arruolati nei giorni dispari e 39 nei giorni pari. La percentuale di successo è stata superiore nel gruppo 1 rispetto al gruppo 2 (97,2% vs. 39%, p<0,01). Nei 17 pazienti del gruppo 2 in cui non è stato possibile reperire un accesso periferico con approccio tradizionale è stata incannulata una vena periferica con approccio eco-guidato. Nei 5 pazienti del gruppo 1 in cui l’approccio eco-guidato non è riuscito è stato invece necessaria una vena centrale. Il gruppo 1 ha richiesto un tempo inferiore di incannulamento (13±5 vs 22±9 minuti, p<0,05) ed un numero inferiore di tentativi (1,4 vs 3,3, p<0,01). In entrambi i gruppi non ci sono state complicanze significative
CONCLUSIONI: L’incannulamento venoso eco-guidato, rispetto alla procedura tradizionale con i “landmarks”, risulta essere associato ad una maggiore percentuale di successo, ad un minor numero di tentativi, ad una minore durata della procedura nei pazienti con vene difficili. Tale metodica dovrebbe far parte del bagaglio di skillness del medico d’urgenza.