GRAVE INTOSSICAZIONE DOPO ABUSO CRONICO DI LIQUIRIZIA: CASO CLINICO

Topic: TOSSICOLOGIA
Autore: CHIARA FRANCESCA
Affiliazione: SERVIZIO DI TOSSICOLOGIA, CENTRO ANTIVELENI DI PAVIA - CENTRO NAZIONALE DI INFORMAZIONE TOSSICOLOGICA, IRCCS FONDAZIONE SALVATORE MAUGERI, PAVIA, ITALIA
Co-autori: Francesca Chiara (1) - Davide Lonati (1) - Giancarlo Dolcini (2) - Monia Aloise (1) - Sara Negri (3) - Carlo Alessadro Locatelli (1)

AUTORE PRESENTANTE: < 35 ANNI
L’acido glicirretico, principio attivo della liquirizia (radice della Glycyrrhiza glabra), è presente in molti alimenti e disponibile in varie forme. Si descrivono di seguito manifestazioni cliniche ed analisi tossicologiche di un caso di abuso cronico di liquirizia.
Caso clinico Una donna di 55 anni si presenta in PS lamentando nausea, vomito e dolori addominali da circa una settimana. In anamnesi non riferita assunzione di farmaci. All’accesso in PS la paziente è rallentata; i parametri vitali risultano nella norma. L’EGA rileva pH 7.2, HCO3 12,1 mmol/L, PCO2 31 mmHg, PO2 94 mmHg, BE -14.7 mmol/L, K+ 1,2 mmol/L. L’ECG mostra ritmo sinusale, atipie diffuse della ripolarizzazione con QTc > 500 msec. Ulteriori esami di laboratorio evidenziano CPK 440 U/L, ?-amilasi 763 U/L e creatinina 2,4 mg/dL. Viene posta diagnosi di pancreatite acuta associata a grave ipokaliemia e tubulopatia renale. Le condizioni cliniche peggiorano rapidamente fino a un quadro di convulsioni tonico-cloniche generalizzate seguite da coma per cui la paziente viene trasferita in rianimazione e sottoposta a intubazione. La TC encefalo evidenzia lesioni ischemiche in area frontale sinistra ed edema del tronco. La RMN rileva lesioni bilaterali iperintense simmetriche ai gangli della base. Ad un approfondimento anamnestico, in IV giornata, il fratello riferisce consumo abitudinario da parte della paziente di prodotti erboristici, in particolare di 2 cucchiai al giorno di polvere di liquirizia. La paziente viene sottoposta a correzione di potassio e CVVHDF cui segue confezionamento di tracheostomia in 18a giornata e successivo percorso riabilitativo con progressivo miglioramento clinico a due mesi dall’accesso in PS. Le analisi tossicologiche confermano elevati livelli ematici di acido glicirretico pari a 63 e 65 ng/mL in 4a e 7a giornata di ospedalizzazione rispettivamente.
Conclusioni L’abuso cronico di liquirizia a scopo lassativo può rappresentare un emergenza medica e può determinare un quadro clinico potenzialmente grave caratterizzato da ipertensione arteriosa, ipopotassiemia, disturbi metabolici e neurologici. Il sospetto diagnostico precoce risulta fondamentale ai fini di un trattamento precoce ed adeguato; l’analisi specifica di laboratorio mediante dosaggio di acido glicirretico può inoltre risultare utile per confermare la diagnosi di abuso di liquirizia.