LA PIRIDOSSINA È ANCORA UTILE NELL’INTOSSICAZIONE DA ISONIAZIDE?

Topic: TOSSICOLOGIA
Autore: ALOISE MONIA
Affiliazione: SERVIZIO DI TOSSICOLOGIA, CENTRO ANTIVELENI DI PAVIA-CENTRO NAZIONALE DI INFORMAZIONE TOSSICOLOGICA, IRCCS FONDAZIONE SALVATORE MAUGERI, PAVIA, ITALIA
Co-autori: Valeria Margherita Petrolini (1) - Monia Aloise (1) - Emanuela Cortini (1) - Davide Lonati (1) - Marta Mazzoleni (1) - Giulia Scaravaggi (1) - Sarah Vecchio (1) - Andrea Giampreti (1) - Carlo Alessandro Locatelli (1)

AUTORE PRESENTANTE: < 35 ANNI
OBIETTIVI. I casi d’intossicazione acuta da isoniazide possono richiedere trattamento antidotico con piridossina. In una survey condotta dal Centro Antiveleni di Pavia (CAV) al fine di valutare la disponibilità di antidoti nei servizi d’urgenza e nelle farmacie ospedaliere del SSN, la piridossina è risultata presente solo nel 30% di essi. Inoltre, nel 2013 la commercializzazione della formulazione endovenosa di tale antidoto è stata interrotta in Italia, complicando il suo approvvigionamento e quindi la sua disponibilità. Il CAV ha condotto un’analisi retrospettiva (2007-2012) per valutare la necessità del trattamento antidotico con piridossina nella gestione dell’intossicazione acuta da isoniazide.
METODI. La casistica raccolta è stata analizzata per età, anamnesi, dose ingerita, eventuali farmaci/sostanze co-assunte, tipo d’ingestione (volontaria o accidentale), manifestazioni cliniche, trattamento, disponibilità dell’antidoto e outcome.
RISULTATI. Sono stati inclusi 27 pazienti (1-39 anni; 33% ?5 anni): gruppo-1, intossicazione accidentale 6/27 pazienti (1-36 anni; dose ingerita 8-20 mg/Kg) e gruppo-2, intossicazione volontaria, 21 pazienti (78%; 12-39 anni; dose ingerita 4-300 mg/Kg, dose media 74.25+-72.85 mg/Kg). In 7 casi del gruppo-2 è stata riscontrata la co-ingestione di altre farmaci/sostanze (claritromicina, paracetamolo, fluoxetina, metadone, ioscina, sobrerolo). La tossicità maggiore, attacco epilettico, si è manifestata in 1/6 pazienti del gruppo-1 e 10/21 pazienti del gruppo-2: in entrambi i gruppi, la crisi epilettica si è manifestata a due ore dall’ingestione di isoniazide.
In totale a 20 pazienti (20/27; 74%) è stato somministrato l’antidoto (in 9 casi come trattamento profilattico, prima della comparsa dell’attacco epilettico): in 2 pazienti del gruppo-1 la piridossina è stata somministrata alla dose di 3-7 g, mentre in 18 casi (86%) del gruppo-2, alla dose di 1.2-1.5 g. Tre pazienti del gruppo-1 (età 3, 16 e 21 anni) hanno manifestato sintomi tipici, vomito e crisi epilettiche, nonostante l’ingestione di una dose non tossica (4-12 mg/kg) di isoniazide.
CONCLUSIONI. L’intossicazione da isoniazide è spesso complicata dalla rapida insorgenza di crisi epilettica e dunque il trattamento antidotico con piridossina dovrebbe essere intrapreso anche in pazienti asintomatici. La piridossina è un antidoto sicuro e poco costoso, la cui presenza in quantità adeguata dovrebbe essere garantita in tutti i servizi d’emergenza del SSN.