QUANDO LA MEDICINA POPOLARE NUOCE: 4 CASI PEDIATRICI DA INGESTIONE DI INFUSO DI LAURUS NOBILIS

Topic: TOSSICOLOGIA
Autore: CHIARA FRANCESCA
Affiliazione: SERVIZIO DI TOSSICOLOGIA, CENTRO ANTIVELENI DI PAVIA - CENTRO NAZIONALE DI INFORMAZIONE TOSSICOLOGICA, IRCCS FONDAZIONE SALVATORE MAUGERI, PAVIA, ITALIA
Co-autori: Emanuela Cortini (1) - Francesca Chiara (1) - Monia Aloise (1) - Valeria Margherita Petrolini (1) - Andrea Giampreti (1) - Carlo Alessandro Locatelli (1)

AUTORE PRESENTANTE: < > 35 ANNI
OBIETTIVO Il Laurus nobilis è una pianta sempreverde della famiglia delle Lauraceae, che cresce spontaneamente lungo le coste settentrionali del Mediterraneo. Le foglie vengono variamente impiegate: in cucina, per aromatizzare i cibi; come rimedio casalingo antitarmico; per la preparazione di liquori digestivi, decotti, sciroppi. Nella tradizione popolare italiana, il Lauro ha un ampio uso terapeutico: gli estratti sembrano possedere attività digestive, antisettiche, espettoranti, diuretiche, emmenagoghe, antireumatiche. Viene sfruttato anche dalla medicina tradizionale iraniana per curare: epilessia, neuropatie, parkinsonismi, emorroidi, micosi. Date le ritenute proprietà spasmolitiche, in Sicilia soprattutto, esiste l’abitudine di somministrarlo agli infanti come infuso, per alleviarne le coliche addominali. Di seguito vengono descritti 4 casi valutati in consulenza dal Centro Antiveleni di Pavia: RISULTATI Caso 1: ad un paziente di 2 mesi e 15 giorni, sono stati somministrati, per 2 settimane, 50 ml die di decotto di Lauro concentrato. Sintomi presentati: rigurgito, scialorrea, vomito, tremori, ipotonia del capo, irritabilità. Caso 2: una nonna siciliana ha somministrato infuso di Lauro al nipote di 15 giorni: è apparso iporeattivo e ipotonico, tanto da essere immediatamente trasferito in P.S. Caso 3: una bambina di 4 mesi ha manifestato rigurgito, difficoltà respiratorie, iporeattività, dopo assunzione di Lauro in infusione per coliche addominali. Caso 4: un infuso di Lauro ha causato sopore in un lattante di 45 giorni. I casi si sono risolti dopo una breve osservazione, senza necessità di terapia specifica. CONCLUSIONI Componente principale delle foglie è un olio essenziale contenente: cineolo, apinene, linaiolo, geraniolo, eugenolo, fellandrene, metileugenolo, eucaliptolo, responsabili degli effetti collaterali descritti. Si tratta di composti a basso peso molecolare, volatili a temperatura ambiente, lipofili. Tali caratteristiche fisico-chimiche consentono agli stessi di superare la barriera emato-encefalica, dando stati confusionali e disturbi neurologici. Studi farmacologici dimostrano l’attività anestetica, miorilassante, anticonvulsivante del cineolo, dell’eugenolo, del metileugenolo, che, ad elevate concentrazioni, possono determinare sopore e discinesie. Alla base dell’azione anticonvulsivante dell’alloro si trova la modulazione della trasmissione nervosa glutaminergica e GABAergica. E’ preferibile, pertanto, alla luce di quanto descritto, non somministrare infusi o decotti di Alloro nella prima infanzia: non possiede effetti benefici evidenti ed il rischio tossicologico è concreto.